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Autore: fewlish    10/05/2012    1 recensioni
«Conosci l’effetto farfalla?» Mi chiede guardando la farfalla camminare sulla sua mano.
«No, cosa sarebbe?»
«Dice che il minimo battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Sai cosa significa?»mi chiede mentre la farfalla vola via dalla sua mano.
«Che ogni azione presente può comportare delle conseguenze in futuro?»
«Esattamente. Se io adesso buttassi questa sigaretta nel bosco, potrebbe provocare un incendio devastante. Se tu ieri
non avessi mangiato quella mela, probabilmente io e te non ci saremmo mai conosciuti»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ma dove mi stai portando?!»
«Shhh, non parlare finché non te lo dico io» mi risponde Ale continuando a correre.
In realtà, il problema più grave per me ora, non è tanto dove mi stia portando, piuttosto, per quanto
a lungo abbia intenzione di farmi correre. Diciamo che ad una corsa, preferisco di gran lunga un buon
libro con una buona tazza di caffè e una sigaretta.
Ci addentriamo nel bosco, che pullula di animaletti che dopo essersi nascosti per tutto il giorno,
ora possono uscire indisturbati dai loro nidi.
Ale, finalmente, smette di correre e si accuccia dietro ad un cespuglio invitandomi a fare lo stesso.
Goffamente mi siedo accanto a lui che guarda intensamente davanti a sé.
«Sembra che lo abbiamo seminato» La luce della luna gli illumina il sorriso che sta nascendo dalle
sue labbra mentre mi guarda e nel mio stomaco sento centomila farfalle svolazzare indisturbate.
«Non mi era mai successa una cosa simile» dico ad un tratto.
«Intendi scappare da un animatore? no neanche a me era mai successo!» risponde ironicamente Ale.
Mi scappa un sorriso e Ale, di rimando, mi sposta una ciocca di capelli dietro all’orecchio e mi guarda fisso negli occhi.
Si avvicina piano al mio volto chiudendo gli occhi, posso già assaporare il dolce sapore
delle sue labbra senza neanche averle toccate.
«Ma, Ale per cosa sta? Voglio dire, è un soprannome, giusto?Non credo che i tuoi genitori ti abbiano chiamato Ale.
Che razza di nome è Ale?! Oh scusa, non voglio dire che hai un brutto nome,
voglio solo sapere come realmente ti chiami.
Alessio? Alessandro? Aleardo? Alejandro? Roberto? Fernando??»
Stupida stupida Anna! Devo avere proprio un talento innato nel rovinare ogni cosa buona che mi capita,
adesso come minimo si alza e scappa il più lontano possibile da quella pazza che stava per baciare.
Le nostre labbra sono ad un centimetro esatto, lui sorride, credo per pietà...no dai, forse non ha sentito o
semplicemente sta facendo finta di non aver sentito la cazzata che ho appena detto.
«Perché sai, sono convinta che sia importante che una persona si faccia chiamare con il suo nome e
non attraverso un appellativo, voglio dire..» Non faccio in tempo a finire la frase che, per fortuna, Ale mi bacia,
impedendomi di andare avanti a farneticare. Ma come faccio ad essere così pesante e imbarazzante?
Devo imparare a stare zitta e a evitare di dire fesserie davanti ai ragazzi carini. Non posso invece parlare
come una donna colta, di argomenti d’attualità o, non so, di politica? Ma chi voglio prendere in giro, io di politica
non capisco nulla, finirei solo per invischiarmi in un discorso di cui non riuscirei a spiaccicare parola.
Dio, quanto bacia bene, dovrebbero dargli un premio “Il miglior baciatore”and the winner is...mi vedo già una star hollywoodiana porgergli il premio che ovviamente rappresenterebbe due labbra enormi.
Oh sto di nuovo farneticando!
Ale si stacca leggermente dalle mie labbra e incomincia a riempirmi il collo di baci, dai su Anna, di qualcosa di intelligente!
«Cosa ne pensi della situazione economica attuale?»
Ale smette di baciarmi il collo, si blocca un attimo e poi mi guarda negli occhi stupito.
«Sinceramente?» mi risponde e io annuisco poco convinta,«Non me ne frega niente della situazione economica attuale.»
Mmmm forse era l’argomento sbagliato. Ci riprovo, mentre lui riprende a baciarmi il collo,
e con una mano s’infila sotto la mia maglietta.
«Forse troveresti più interessante parlare del risultato delle elezioni presidenziali in Francia?» gli chiedo speranzosa
Lui si ferma, mi guarda dritto negli occhi e poi scoppia a ridere.
«Ahahahahahahahha non ci posso credere! Sei una persona molto particolare, sai?»
Io rimango paralizzata: possibile che questo ragazzo abbia una pazienza tale da poter ridere
della mia inettitudine? Questo ragazzo è un santo, se potessi mi prenderei a schiaffi da sola,
mi darei un calcio nel sedere, mi rinchiuderei nella cima più alta di una torre sperduta nel nulla e poi
butterei la chiave nella coca cola, in modo che nessuno possa trovarla.
«Dai andiamo, ti accompagno al dormitorio!» Si alza e con una mano mi aiuta ad alzarmi a mia volta.
Mi accompagna fino alla porta e dopo avermi dato un altro bacio fa per andarsene mentre io, ancora
frastornata da ciò che è appena accaduto, cerco di aprire la porta.
«Ah, comunque» mi fa Ale mentre sta per andarsene. Io mi volto di scatto e
lui aggiunge «Aleardo? Dai, ti sembra che ho la faccia da Aleardo?»
  
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