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Autore: OnniL    10/05/2012    1 recensioni
Vi è mai capitato di scordarvi i ricordi più belli della vostra vita?
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alzati dal letto e sistema la camera” urlò mia madre.

Sono le 10 del mattino ed è domenica. Quale persona normale si sveglierebbe a quest’ora, durante il weekend, per pulire la propria camera? Nessuno! Anzi no, da oggi, io.

Cerco di alzarmi, ma subito mi ributto sul letto. Non ce la posso fare, l’ozio vive in me. Poi, però, sentii di nuovo quella voce, che io, di prima mattina, odio. “Se quando entro in camera tua, tu stai ancora sdraiata sul letto, uno schiaffo in faccia non te lo toglie nessuno!” Oddio, era una minaccia quella? Meglio se mi alzo.

C’ho messo cinque minuti per fare colazione, lavarmi i denti e cambiarmi; dovrei andare al Guinnes del Record.

Mi guardai attorno e mi sembrava tutto apposto. Forse le uniche cose a cui dovevo dare una sistemata erano il mio armadio e il cervello di mia madre. Ok, ho deciso: sistemo l’armadio. Almeno ho meno cose da fare!

Apro il mio bell’armadio e BUM! Tutti i miei vestiti cadono come dei sacchi di patate! E chi pensava che erano messi così male i miei abiti? Aah, non credo che ci riuscirò a sistemare tutto! Piegai una maglietta e poi ci rinunciai; ero nell’intento di mettere tutto a caso, uno sopra l’altro, dentro all’armadio, quando il mio sguardo venne attirato da una curiosa scatola. La sfiorai e sentii scorrere un brivido per tutto il braccio. Ma non era un brivido normale, come quando hai freddo, ma uno di quelli che ti fa pensare che ci sia qualcuno che ti tocchi, ma in camera mia, oltre a me, non c’era nessuno. Il brivido mi mise più curiosità! “Spero di non scoprire brutti ricordi.” Pensai ad alta voce.

La scatola, però, mi era famigliare. Avevo paura ad aprirla. Forse sono paranoica. Che poi io non ho fatto niente di male, almeno così ricordo! Vabbe, o la va o la spacca! Apro la scatola e rimasi sorpresa, in modo positivo, però.

Mi aspettavo di tutto tranne quello che realmente c’era dentro alla scatola! Mi scese una lacrima, una di quelle che ti segnano il viso e che ti fanno sorridere. Come sono riuscita a scordarmi quella scatola? Un tempo l’aprivo ogni giorno per ricordarmi i momenti da non scordare, quelli che ti fanno sorridere da sola, solamente pensandoci. Come mai questa routine con il passare del tempo sparì? Certo che ero proprio stupida. Da domani ricomincio a ricordare.

Che cosa c’è dentro la scatola? I ricordi più belli della mia vita, gli oggetti più importanti che appartenevano ad una persona a me molto cara, un patrimonio da tramandare ai miei figli, che faranno lo stesso con i loro, almeno spero.

Sono quattro gli oggetti: una lettera, una spazzola, un bracciale e una maglietta per bebè. Potranno sembrare degli oggetti normali, ma nessuno sa che storia hanno dietro, nessuno sa quanti ricordi sono racchiusi in ognuno di essi, nessuno sa l’importanza che avevano per mia zia. Ma come ho già dimostrato, io devo sempre fare diversamente dagli altri. Io so tutto su quegli oggetti. Come posso non ricordarmi?

Uh, quella lettera! “Chissà chi l’avrà scritta!” dissi io ironicamente. Si, l’autrice di quella lettera sono io. Come potrei scordarmi la mia prima vera lettera? Avevo otto anni quando la scrissi. << Cara zia, sei la persona più bella che abbia mai visto, a parte mamma, e ti voglio per sempre con me. Ti voglio bene! La tua nipote. >> Ok, non è una vera e propria lettera, ma all’età di otto anni cosa potevo scrivere di così geniale? Nient’altro che il solito “Ti voglio bene!” Quanti ricordi mi ritornano in mente rileggendo quella letterina. Gliel’avevo scritta prima che partisse per la Francia. Era giovane e le piaceva viaggiare, quindi non la vedevo molto, ma quelle poche volte che ci vedevamo mi rendeva sempre la nipote più felice e fortunata del mondo!

E quella spazzola? Beh, lei aveva dei meravigliosi capelli neri, lisci, lunghi e lucenti. Credo che capelli così belli non li vedrò mai. Era come toccare le nuvole ed ogni volta che la vedevo spazzolarsi i capelli, m’immaginavo i capelli delle principesse dei cartoni. La spazzola è ciò che mi ricorda lei come persona fisica, perché i suoi capelli erano ciò che la caratterizzavano. “Questa spazzola simboleggia la mia vita.” mi diceva sempre, ma a quel tempo non capivo il significato della frase, la prendevo come una frase normale.

Il bracciale? “Una stupidaggine” penserete voi, ma quel bracciale fatto di fili colorati rappresenta la più grande amicizia che mia zia abbia mai avuto. Quello stesso bracciale lo ha mia madre. Si, la sua miglior amica era pure sua sorella. Mi ricordo le foto che mi avevano fatto vedere di quando erano piccoline; due ragazzine inseparabili. A quel tempo mi ricordavano molto me e le mie due migliori amiche. Quanto erano carine!

Cosa manca poi? La maglietta per bebè? Che dolce triste storia. Quella maglietta è l’unico ricordo di quel bellissimo periodo in cui mia zia partorì. Era un bellissimo e piccolissimo bambino. Quella maglietta era la prima che il piccolo mise. Gli stava anche un po’ grande! Purtroppo, dopo dieci giorni dalla nascita, vidi per la prima volta scendere, dal viso di mia zia, delle lacrime. Mi venne una fitta al cuore quando la vidi. Ero abituata a vederla allegra, con quel bel sorriso da trentadue denti. Era triste, ma allo stesso momento serena; diceva “L’ho fatto nascere io l’angelo più bello del paradiso!” Io sapevo che comunque quel bell’angelo lo voleva accanto a se. Avrebbe preferito crescerlo ed educarlo, ma purtroppo non tutto va come vogliamo noi..

Perché dico ricordi? Perché sono momenti successi molto tempo fa. Precisamente sono passati quattro anni. Ora ho quindici anni e all’età di undici ho perso la persona che mi faceva sentire quella bimba felice e fortunata. Mia zia morì per cancro allo stomaco. Non capì il significato della frase “Questa spazzola simboleggia la mia vita.” fino a quando mi dissero del tumore.

“Hai finito di sistemare la camera?”sentii di nuovo mia madre urlare. “No, ho appena ricominciato a ricordare!” risposi io. Mia madre non mi disse più niente; forse aveva capito.
Mi guardai di nuovo attorno, mi sdraiai e mi misi a pensare.

Non ci posso credere!” Mi ritrovai a urlare. Ora avevo capito perché mia zia aveva messo proprio quegli oggetti per ricordarla. Non era difficile, ora che ci penso. Non capisco perché non ci avevo mai fatto caso prima!

Quegli oggetti descrivevano lei, ciò che per lei era più importante, tutto ciò che avrebbe voluto che noi ricordassimosu di lei.La lettera simboleggia la famiglia, la spazzola simboleggia la vita, il bracciale rappresenta l’amicizia e la maglietta per bebè è il ricordo del momento più bello e brutto che lei ha vissuto. Lei voleva essere ricordata così: una donna che ha come principi la famiglia e l’amicizia, che tiene cura della sua vita e che ricorda qualsiasi momento brutto o bello che sia.

Voleva essere ricordata così? E io così la ricorderò.
  
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