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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    10/05/2012    5 recensioni
Se penso che una forza della natura come te sia tanto indebolita per uno come me, mi pare assurdo, se non impossibile.
Può il dolore spingere a tanto? Rovinare a tal punto un essere umano?
Sei così fragile, Tsunade, distruggi montagne e ti lasci abbattere da un flebile vento.
Cosa sono io in confronto all’intero villaggio che porterai avanti?
Sono solo quel flebile vento in grado di sconvolgerti...
Nessuno dovrebbe soffrire, mai e per nessun motivo.
Ma cosa siamo noi per affrontare il dolore, per sconfiggerlo, per crederci più forti?
Siamo solo anime in cerca di compagnia, cuori in cerca di affetto.
Prima Classificata al Contest "It' a mad, mad... World" indetto da Eiko.chan e Fede8701
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
- Questa storia fa parte della serie 'A Life of a Queen'
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Autore/autrice:ellacowgirl (forum) / ellacowgirl in Madame_Butterfly (EFP, per il banner considerate questo please ^^)
Lettera, prompt e coppia assegnati: Pacchetto due/ personaggo:Tsunade/ malattia:depressione
Titolo fan fiction: Il peso dell’amore
Tipologia di fan fiction: one shot
Rating: verde
Personaggi principali: Tsunade, Jiraya (POV)
Genere: drammatico, triste, sentimentale
AU: no
Avvertimenti: /
Breve spiegazione: Dato che il personaggio (Tsunade) e la malattia che ho scelto (Depressione) potevano risultare un accoppiamento un po’ scontato, ho deciso di gestire la breve fan fiction in un modo un po’ diverso, inserendo come punto di vista quello di Jiraya (che reputo la persona più vicina a Tsunade) che comunque descrive i sentimenti e le reazioni della donna dinnanzi alla depressione che l’ha sempre accompagnata, lasciandola quindi come protagonista anche se indiretta!
Spero di trasmettervi qualcosa :)

Il peso dell'amore

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“< Scommetti che morirò, tanto tu perdi sempre le scommesse!>”

Come sono finito a pensare a quella frase, di nuovo?
Ah già, eravamo sulla panchina, quella sera: la brezza serale, le foglie che cadevano, il tramonto, il tuo viso arrossato per l’alcool…
E il nostro addio.

Già, perché in fondo lo sapevi che non sarei tornato, lo sapevamo entrambi che sarei partito e a Konoha avrei dato soltanto un ultimo saluto.
Ma tu mi hai lasciato andare, tra quelle lacrime tanto contenute: sei sempre stata brava a nascondere i tuoi sentimenti, a rifugiarti nel tuo cuore lacerato pur di non sembrare debole.
Eppure a me non hai mai potuto nascondere nulla, tantomeno il tuo dolore.

Hai pianto per me, Tsunade?
Hai sentito il cuore stringersi in una morsa d’acciaio, mentre prendevo il rotolo tra le mani?
Hai sentito quelle lacrime calde rigare il tuo viso perfetto mentre sparivo all’orizzonte?
No, ti sei semplicemente sentita morire.

In fondo sono più egoista di te, perché mentre ti vedevo tanto sconvolta sorridevo, felice all’idea che tu potessi versare qualche lacrima per un vecchio pervertito…
Ma io ti ho sempre amata, questo lo sai, vero?
Eppure tu non hai mai superato la sofferenza della perdita, non hai mai sconfitto il dolore o, più semplicemente, non hai mai voluto affrontarlo.

Lo temevi, quel dolore, temevi di cadere inevitabilmente nel baratro dell’oscurità,
temevi di tornare ad amare per poi soffrire,
temevi di morire, ancora.
Perché ogni volta che quel buio si prendeva qualcuno a te caro, se ne appropriava senza ripensamenti e senza pietà, tu morivi. Non sentivi più nulla.

Fa paura non provare sentimenti, non è vero?
Eppure tu ci sei passata così tante volte…
Ma nonostante questo hai imparato soltanto a sperare, sperare che un giorno le tue sofferenze sarebbero finite, sperare che il tuo cuore potesse ancora resistere.

Le speranze sono così vane, così inutili alle volte!
Ti ci sei aggrappata con tutta te stessa, portando in quel seno prosperoso ogni male e affogando nell’alcool le lacrime.
Cos’hai provato quando hai visto Naruto davanti a te?
Cos’hai provato nel dirgli che mi avevi lasciato andare, anche se sapevi che sarei morto?
Nulla, non hai provato nulla, almeno all’apparenza.
Perché dentro urlavi, gridavi, insultavi te stessa per ciò che era accaduto, maledicendo il tuo essere Hokage, mentre fuori non eri altro che un corpo senz’anima.
Eri impassibile, mentre lui ti accusava.
Eri impassibile, mentre lo vedevi uscire dal tuo ufficio.
Eri impassibile, mentre sapevi che anche lui sarebbe rimasto ferito per sempre.

Ma ti sei alzata, Quinto Hokage, ti sei estraniata dal mondo come ogni volta, ti sei racchiusa nel tuo dolore senza farti aiutare.
Volevi arrivare alla tua stanza, allontanarti il più possibile, ma ogni cuore ha un suo limite.
Ti sei abbandonata di nuovo a quel sentimento, ti sei abbandonata di nuovo alla disperazione.

Mi sento in colpa, sai Tsunade?
Io odiavo vederti soffrire, lo odio anche adesso.
Se potessi anche solo abbracciarti, avvolgerti con le mie braccia per dirti che ci sono ancora, vicino a te…
Se potessi avvicinarmi, impedirti di camminare a vuoto per la tua stanza fin troppo ordinata e gettare all’aria ogni cosa, perché il disordine ti ricorda me…
Se potessi ancora amarti, Tsunade…

Ma forse nulla potrebbe calmarti ora, persino Shizune non accenna ad entrare nella tua stanza, anche se è lì fuori dalla porta ad ascoltare la tua disperazione.
E ora che hai messo a soqquadro la camera? Ora che hai gridato come non mai?
Ah giusto, il vecchio album delle foto: quale modo migliore per lasciarsi ammazzare ulteriormente dal dolore?
Lo sfogli con rabbia, con frustrazione, non guardi nemmeno le fotografie perché tanto le sai già tutte a memoria, conosci ogni attimo di ogni singolo scatto eppure continui in quel gesto opprimente.
Ti accorgi che lo stai bagnando tutto, vero?
Ma forse non t’importa, eppure lo sai che quelle gocce non possono che rovinarlo…
Rovinare lui e tutto ciò che è stato importante per noi.

Lo lanci lontano e mi maledici, mi insulti.
< Se mi stai sentendo, razza di bastardo, vieni qui che ti ammazzo!>
Digrigni i denti, stringi una fotografia strappata al cuore.
Verrei, Tsunade, verrei a farmi ammazzare da te anche all’infinito.

Ti calmi, ma è una quiete apparente prima della tempesta, come se di pioggia e fulmini non ce ne fossero stati abbastanza.
Ti alzi e ti avvicini allo specchio della tua camera, quello ovale che sostenevi ti facesse sembrare più grassa.
Ma io, tutto quel grasso, non l’ho mai visto.
Ti porti una mano al viso, sfiori le gote ormai rovinate dai solchi provocati dalle lacrime.
Hai ancora gli occhi lucidi, quel colore ambrato che lentamente si sta spegnendo.
Ti senti brutta, ti senti orribile, ti senti imperfetta.
Persino il tuo corpo sembra dimagrito, probabilmente perché non mangi da giorni e tanto per “abbellire” il quadro hai delle profonde occhiaie, segno evidente che anche Morfeo ti abbia abbandonata.
E tutto questo ti sconvolge, tu che sei sempre stata una delle più belle kunoichi di Konoha.

Se penso che una forza della natura come te sia tanto indebolita per uno come me, mi pare assurdo, se non impossibile.
Può il dolore spingere a tanto? Rovinare a tal punto un essere umano?
Sei così fragile, Tsunade, distruggi montagne e ti lasci abbattere da un flebile vento.
Cosa sono io in confronto all’intero villaggio che porterai avanti?
Sono solo quel flebile vento in grado di sconvolgerti.

Ora che hai pianto? Ora che hai gridato? Ora che hai permesso al dolore di distruggerti il cuore, cosa farai?
Nulla, non puoi fare nulla per il semplice fatto che ti senti vuota.
Non puoi provare affetto, perché non c’è chi vorresti amare.
Non puoi provare odio, perché è solo a te stessa che porti rancore.
Non puoi nemmeno più provare dolore, perché le lacrime ti hanno prosciugato l’animo.

Nessuno dovrebbe soffrire, mai e per nessun motivo.
Ma cosa siamo noi per affrontare il dolore, per sconfiggerlo, per crederci più forti?
Siamo solo anime in cerca di compagnia, cuori in cerca di affetto.

Mentre sei ancora sdraiata sul letto, una leggera brezza entra dalla finestra e sembra voler venire da te, ti accarezza il viso con tanta dolcezza che gli presti attenzione: i tuoi occhi tornano vivi per qualche attimo e guardi oltre le tendine rosate.
Sì, Tsunade, è già giorno, il sole è rinato come ogni volta, qualsiasi sia stata la notte appena trascorsa.

Vorrei che il mio amore ti raggiungesse ancora, principessa: puoi ancora vincere, nonostante la sfortuna…
Perché l'unica forza per stare in equilibrio sul filo della vita è il peso dell'amore.

 

The End


Giudizio Giudici (?)

Commento di Eikochan:
Correttezza grammaticale: 9/10
Trattazione della coppia: 8.5/10
Aderenza al prompt: 9/10
IC dei personaggi: 10/10
Originalità: 9/10
Totale: 45.5

Bella.
E’ la prima cosa che mi viene da scrivere dopo aver letto questa storia.
Inizierò con la parte più ostica: la grammatica. Nel tuo lavoro non si trovano particolari errori grammaticali, ortografici o sintattici; e questo è un gran punto a favore poiché la storia risulta pulita, scorrevole e quindi facile nella lettura.
Passiamo alla parte prettamente soggettiva: ho davvero apprezzato la tua storia; in particolare ho trovato piuttosto interessante il raccontare la faccenda utilizzando Jiraya. Un Jiraya che è quasi un narratore onnisciente, che è difficile da collocare e focalizzare ma che comunque rende bene. Hai fatto una scelta piuttosto originale e azzardata, che però da’ un qualcosa in più a tutta la fan fiction.
Per quanto riguarda il prompt e quindi la malattia mentale, in questo caso la depressione, trovo che tu l’abbia rappresentata bene e in maniera adeguata. Inoltre risulta essere il fulcro della narrazione, ed era proprio ciò che il contest richiedeva.
Quindi, in conclusione, la tua è una storia che ho apprezzato leggere. Scritta in maniera pulita e precisa, che riesce a trasmettere bene i sentimenti riguardanti la depressione.


Commento di Fede8701
Correttezza grammaticale: 9
Trattazione della coppia: 8.5
Aderenza al prompt: 8.5
IC dei personaggi: 9
Originalità: 8
Totale: 43

Un aspetto che per me ha grande importanza è la correttezza grammaticale e non ho potuto non darti un volto molto alto, perché non ho riscontrato imperfezioni da questo punto di vista.
La trattazione della coppia è molto buona. Se ti fossi misurata con un’interazione diretta tra i due personaggi probabilmente ti avrei dato anche una votazione più alta.
Nella tua storia la patologia riveste quella centralità che il contest richiedeva. A mio parere hai descritto molto bene il dolore di Tsunade, ritraendo in modo assolutamente realistico il contrasto tra la sua natura esteriore forte e fiera e il dolore che invece la sta consumando interiormente.
Perfetto l’IC dei personaggi.
Pur non essendo la situazione raccontata particolarmente originale, ho trovato l’espediente del punto di vista di Jiraya un modo diverso e interessante per veicolare quelle emozioni che desideravi tanto trasmettere. Per quanto mi riguarda ci sei riuscita molto bene.

Totale punteggio finale: 88.5/100




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