Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Sakura00    10/05/2012    4 recensioni
Ok, ora basta prendere frammenti dai capitoli che scrivo! Non troverò mai una intro per questa maledetta fan fiction. Mi toccherà scriverla di mio pugno! (*tossisce*)
Questa è una storia molto complicata, i cui fili si districheranno molto lentamente. Ci sono Ranma e Akane, ci sono il loro amici, c'è anche Soun, c'è Ranko, c'è Ryoga e un sacco di altre persone. Personalmente la storia mi piace dal capitolo 10, ma lascio a voi commenti ;)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 10









Salve a tutti! Dopo essermi sperticata in scuse e richieste di perdono per non aver scritto niente da un mese, vi spiego come mai oggi ho pubblicato il mio Angolino della scrittrice prima del capitolo (ebbene sì, io lo chiamo così U_U). Dunque, ultimamente non riuscivo più a scrivere niente per questa storia, ma ho già espresso che non ho assolutamente intenzione di lasciarla stare. Avevo deciso allora di “posare la penna”, perché sarebbe stato inutile scrivere sforzandomi (facendo quindi uscire un orrendo casino) e ho iniziato a leggere altre storie sul sito per poi leggere libri e manga a casa. Ed è con contentezza che vi dico che ora mi sento in grado di scrivere. Ma ora penserete “Ma a me cosa importa?” (per non usare termini scurrili), beh ho usato tutto questo preambolo per dire che di conseguenza a ciò la storia prenderà una sbandata assurda, cioè ho ritrovato l'ispirazione, ma non quella di prima, così la trama che avevo in mente prima (o per meglio dire che non avevo in mente) la mandiamo a farsi friggere, perché cambierà totalmente tipo (infatti ora che ci penso forse cambierò il genere che ho specificato). Per finire mi auguro di riuscire a collegare tutto per il meglio, perché sarà veramente difficile.


Altro punto che volevo affrontare (stavolta più corto, promesso!) è che come avrete notato tutti, non rispondo sempre alle recensioni, anche se mi piacerebbe tanto, ma per mancanza di tempo non lo faccio. Quindi ho deciso di farlo qui, nel mio Angolino della scrittrice ;)


Andiamo con ordine:

-rafxsulfusxsempre: Grazie per aver commentato ^^, eccolo il capitolo, ma mi spiace non credo che si capirà molto presto che sta succedendo ;).

-caia: Ciao! Eh si, Akane ha fatto tutto per il padre, ma c'è anche qualcos'altro sotto questa storia, ma basta spoiler! Ti lascio alla lettura!

-LoveAnimeManga89: Ehilà! Ti ringrazio come sempre, anche a me piacciono molto come coppia loro due ^^

-apochan kenshiro: Ehi! Grazie che mi commenti sempre i capitoli anche se ne sono usciti altri, mi fa molto piacere ^^. Per i cambi di punti di vista penso che sarà così molti altri capitoli da ora, perché come vedrai la situazione cambierà di molto. Per invece Soun... posso dirti che qualcosa da “sviscerare” ci sarà, ma come ho già detto: niente spoiler!


Ora non mi resta che lasciarvi in pace dopo tutte le mie parole inutili.

Bacio.


Sakura*



Tre settimane dopo circa: primo ottobre.


Benvenuto ovunque tu sia, questa è la tua vita, l'hai allontanata. Benvenuto, tu

devi credere che proprio qui adesso tu sei esattamente dove dovresti essere. Benvenuto ovunque tu sia.


Welcome to wherever you are,this is your life, you made it this far. Welcome, you gotta believe that right here right now you're exactly where you're supposed to be. Welcome, to wherever you are.


[Bon Jovi – Welcome To Wherever You Are]




«Kuno! Kuno!» Cercai di fermare il senpai, che dandomi le spalle stava entrando a scuola.

Dopo un'attenta riflessione – composta principalmente da stupide fantasticherie su Ranma, risolini e scatti di rabbia, soprattutto scatti di rabbia – avevo deciso di adottare un approccio più diretto per il problema, di conseguenza sarei dovuta partire dal più vicino alla questione. Tatewaki Kuno, il figlio di Koccho Kuno, uno dei 5 membri del consiglio supremo, il più influente aggiungerei.

Continuai a chiamarlo con voce spazientita, era incredibile come poteva essere appiccicoso solo quando non serviva.

Accelerai il passo, provocando il lieve scricchiolio della terra secca del cortile sotto i piedi mentre lo chiamavo un'ultima volta. L'interpellato si girò verso di me con uno sguardo traboccante di un'improvvisa gioia. «Oh, mia dolce, dolcissima Akane Tendo! Anch'io voglio suggellare la nos...»

Interruppi il suo inutile sproloquiare con un pugno in faccia, era un individuo veramente irritante.

A parte questo sarebbe potuto essere un bel ragazzo, aveva una chioma castana di capelli che finiva in un ordinato ciuffo sulla fronte. Il taglio degli occhi castano scuro era sottile, procurandogli un'aria intrigante che... spariva non appena apriva bocca.

Cercai di tenere il punto. «No. Ascoltami, che fine hanno fatto i gemelli?»

Per tutta risposta lui inclinò il capo confuso.

Avevo passato interi giorni a decidere come avanzare domande di questo tipo e sapevo già quindi che non avrei dovuto essere così diretta, ma avevo esitato troppo lungo. Mi premeva da altrettanto tempo la necessità di sapere, e non m'importava che fossero state ore giorni o settimane. Io dovevo sapere.

Fortunatamente avevo a che fare col senpai Kuno, altrimenti non credo mi sarebbe andata altrettanto liscia, con qualcuno così vicino al consiglio.

Un lampo di comprensione gli attraversò il viso. Parlò con voce mielosa da far ribrezzo. «Ah, ho capito di cosa parli, ma mi spiace, sono vincolato a mio padre. Non ne posso parlare con nessuno.»

Avevo previsto anche questo e così mi preparai a far leva sul debole che lui aveva per me. Pensai che mi sarei odiata per tutta la vita per una cosa del genere, ma...

Presi fiato per parlare quando suonò la campanella, che indicava l'inizio delle lezioni.

«Ah, sarà meglio andare.» Continuò Kuno. «Riguardo questo discorso, come ho già detto non posso rivelarti tutto, ma mio padre ritiene necessario farti alcune delucidazioni. A dopo mio bocciolo di rosa.»

Se ne andò col suo tono enfatico, mentre io rimasi lì un poco inebetita. Non sapevo che significato dare alle sue parole, ma innanzi tutto non avevo fatto alcun passo avanti, pensavo mentre muovevo passi veloci in direzione della mia classe.

Cosa voleva ancora da me suo padre? Ne avevo abbastanza di tutti i Kuno, pensai con falsa ironia, per celare a me stessa la piccola apprensione che minacciava di dilagarmi.

Quando arrivai di fronte la mia aula non ricordavo minimamente come ci ero arrivata, ma espirai di sollievo quando vidi che il professore non era ancora arrivato.

Presi posto accanto a Yuka, salutandola. Ma non facemmo in tempo neanche a cominciare a parlare che entrò il professore, facendo prendere a ognuno il proprio posto.

Ci alzammo quasi all'unisono in piedi per il saluto e ci risedemmo con meno ordine.

Le lezioni corsero veloci, senza che io le seguissi veramente. Sapevo già che mi sarebbe costato più studio a casa, ma proprio non ce la facevo. Scarabocchiavo distrattamente sul quaderno di storia. Disegnavo linee, che poi si curvavano su stesse o si spezzavano, seguendo la canzone che avevo sentito quella mattina alla radio mentre mi vestivo e che ora avevo in testa.

Quando squillò la campanella della pausa pranzo tirai un sospiro di sollievo e presi il bento che avevo portato da casa. Non feci neanche in tempo a prendere le bacchette, che mi si fiondò quasi addosso Sayuri.

«Dai Akane! Il pranzo lo mangi dopo. Vieni, corri.» Mi strattonò per una mano facendomi alzare.

«Che succede?» Dissi fermandomi, ma intanto Yuka da dietro cominciò a spingermi sulla schiena.

«Tu, cammina. Te lo raccontiamo mentre andiamo.»

Ci incamminammo per i corridoi pieni di studenti, come al solito durante l'ora di pranzo. Sayuri si girò verso di me con occhi entusiasti.«Allora, devi sapere che stamattina ho incontrato mia cugina, la senpai Kachiyo...»

«...Quella dell'ultimo anno.» Completò Yuka.

«Mi ha raccontato che oggi in classe sua sarebbe arrivato un nuovo studente...»

«...E che sapeva che è un bellissimo ragazzo.»

Finirono di nuovo completandosi le frasi. Mi misi una mano in fronte. «Oh ragazze. Tutto questo solo per uno nuovo? Ma voi siete pazze.» Dissi ridacchiando con loro.

«E poi che ne sa la senpai che è bellissimo quest-» Yuka mi interruppe quando fummo arrivate davanti a una classe. Sbirciò dentro l'aula con discrezione e poi incitò anche me e Sayuri a farci avanti.

Nella classe non c'era quasi nessuno, a eccezion fatta per Kachiyo, qualche sua amica e tre ragazzi. Al centro dei quali ne spiccava uno. Ma non perché fosse più alto o particolare.

Il mio respiro si bloccò con il resto del mio corpo che si avviava all'interno della stanza con le mie amiche. Egli spostò il suo peso da un piede all'altro, dandomi la sensazione di averlo fatto a mia volta, tanto era forte l'intensità con cui lo fissavo. Mi chiesi se riusciva ad avvertirlo sulla pelle il mio sguardo.

La luce del sole filtrava forte dalle finestre e gli illuminava il profilo sinistro del corpo, in contrapposizione con la luce artificiale delle lampade, delineando l'appena visibile sagoma dei muscoli sotto la divisa scolastica. Sottolineando le pesanti ombre che aveva sugli occhi color notte, che serpeggiavano disinteressati per la classe, passando su di me, ma senza realmente vedermi. Nonostante ciò riuscì a trapassarmi da parte a parte con la sua presenza, perché pressoché impossibile.

Chiusi gli occhi quasi temendo fosse un sogno. Ma quando li riaprii lui era ancora là e stavolta aveva l'attenzione dirottata sui suoi compagni, che gli avevano rivolto una domanda. Pensai che il suo volto era talmente familiare che avrei potuto disegnarlo.

Uno dei suoi amici gli disse qualcosa all'orecchio indicandomi con gli occhi, lui alzò lo sguardo su di me e mi inchiodò lì sul posto.

Nel suo sguardo baluginò un'emozione che non riuscii a riconoscere. Arretrai di un passo, presa da un panico irrazionale e mi accorsi di essermi portata una mano davanti alla bocca solo quando sentii il mio stesso respiro sulla pelle.

I suoi occhi erano ancora là, ma non più incatenati nei miei, erano appena increspati da una risata spensierata.

Quella visione mi scioccò ancora di più. Solo in quel momento mi venne il dubbio che quel ragazzo fosse solo assurdamente simile a Ranma.

Ranma non era spensierato, o almeno non lo era quando lo avevo conosciuto. Questo ragazzo non aveva il suo cipiglio, era rilassato. Non aveva il suo sguardo quasi da folle, dai suoi occhi non trasudava tormento, né tanto meno sembravano in preda alle fiamme.

Solo in quel momento riuscii a tornare a respirare, dovevo essere diventata viola per l'apnea.

Fortunatamente le mie amiche non si erano accorte del mio momentaneo blocco mentale, si erano tranquillamente avvicinate alle senpai per chiacchierare. Mi avvicinai anch'io con passo malfermo, ma con lo sguardo che sperai fosse impassibile.

Nel frattempo i ragazzi si alzarono per uscire dall'aula, sfilandomi accanto uno per uno. Non capivo perché ridevano guardandomi, ma il quesito passò subito al secondo piano perché mi passò accanto anche il ragazzo identico a Ranma.

Il suo odore, così familiare perché rievocato più e più volte, mi colpì con tale intensità da stordirmi.

Non avevo dubbi, era il suo odore. Ricordavo molto bene l'ultima volta che l'avevo sentito così bene, i nostri visi erano talmente vicini che avevo sentito il suo respiro caldo sugli zigomi. L'avevo trovato sia dolce che amaro, sapeva di buono, di terra e di foresta.

Era proprio come allora, il suo profumo non era cambiato.

Era impossibile che quella fosse un'altra persona, ma allo stesso tempo era impossibile che lo fosse.

«Scusate ragazze, ma devo scappare in classe.» Uscii di fretta dall'aula, senza preoccuparmi di un loro cenno.

Dovevo cercare Kuno, non aveva forse detto che aveva da farmi “alcune delucidazioni”?

Mi misi a correre verso la classe del senpai, ignorando le ammonizioni dei professori e dei bidelli.

Lo trovai a metà strada, ringraziando il cielo. «Kuno, cos'era che devi dirmi?»

«Ah, Akane Tendo.» Disse coi suoi occhi lupeschi. Per un attimo temetti che fosse uno dei suoi stupidi trucchetti per abbordare, ma dovetti ricredermi.

«Devo spiegarti, molto sinteticamente cos'è successo in queste settimane. In pratica il gemello maschio deve subire una sorta di cambiamento prima del rituale, affinché esso abbia effetto.

Mia sorella ha predetto le circostanze in cui sarebbe avvenuto. In pratica nel suo stato non era possibile un cambiamento del genere in breve tempo, così abbiamo solo assecondato le sue profezie.

Ci ha descritto le circostanze in cui lo vedeva cambiare nel futuro e noi le abbiamo ricreate, ecco tutto. Quindi non ti spaventare se lo vedi bazzicare qui intorno... Ah, ecco, lo abbiamo indotto in un'amnesia, perciò non si ricorda del suo passato. Non deve avere ricordi di Nerima.»

«Co..sa?» Non riuscii a far uscire nient'altro di più eloquente. Per una volta mi sentii stupida in sua presenza.

Ripresi in un attimo lucidità, ma non prima di essermi lasciata sfuggire un: «Si ricorda di me?»

Stupida! Ovvio che no! Ha detto che non ha alcun ricordo di Nerima, tu e lui non vi siete visti in altri posti. Idiota! La vocina infuriata nella mia testa non accennava a smettere di urlare. Avevo buttato al vento il mio orgoglio, cosa che in queste settimane accadeva fin troppo spesso.

Kuno mi guardò con occhi sospettosi. «Direi di no. L'ultima cosa che ricorda è di essersi svegliato 10 giorni fa in ospedale. Certo, a meno che non vi siate visti durante quei giorni, dubito che ti conosca. Ma che importa? Non siete stati insieme sì e no due giorni prima che lo prendessimo?»

Colpita e affondata. «Si, scusa, non ha importanza.» Sorrisi. «Grazie per... Ehm, ci vediamo!»

Mi girai per andarmene e per una volta non mi seguì.

Mi aveva rivolto le stesse domande che mi ero fatta per giorni interi. Ormai mi suonavano come una qualche stupida domanda retorica, che non aveva bisogno di una risposta.

Già, che importa.

Due settimane prima circa: 22 settembre.



Chi avrebbe pensato che sarebbe finita così? Ma tutto ciò di cui avevamo parlato è andato e l'unica possibilità che abbiamo di ripartire era provare a riprenderlo prima che tutto andasse male. Prima del peggio, prima che ci incontrassimo.


Who would have thought it would end up like this? But everything we talked about is gone and the only chance we have of moving on was trying to take it back before it all went wrong. Before the worst, before we met.


[The script – Before the worst]






In quel posto la mia vita sembrava scandita dall'andamento dei miei pensieri, poiché il tempo non esisteva più. Di nuovo.


La cosa che mi mancava di più?

Probabilmente il vento sul viso.


Non sapevo quanti giorni erano passati da quando mi ero svegliato in quella cella odiosa, ma rischiavo la pazzia già da quando erano passati pochi minuti.


La cosa che mi mancava di più?

Probabilmente la risata di mia sorella.


Era insopportabile sentire i suoi singhiozzi a un metro da me e non poter fare niente. Sporgendo sia il mio che il suo braccio dalle rispettive sbarre, eravamo riusciti a prenderci per mano. Ero arrossito per il gesto, ma il calore del contatto con lei aveva comunque raggiunto il cuore.


La cosa che mi mancava di più?

Probabilmente la luce del sole.


Ogni tanto, energie permettendo, allenavo i muscoli. Poteva sembrare stupido da fare in quel momento, ma avevo il terrore di ammuffire in quel posto. C'era puzza di chiuso, ma talmente tanto da diventare tanfo, le pareti erano tutte grigie e l'aria era fredda, umida e ferma.


La cosa che mi tormentava di più?

La mia confusione.


Non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo. Era frustrante. Era... così, ti lasciava senza parole. Mi rimanevano bloccate in gola perché era angosciante. Metteva paura. Sarei morto là dentro?


Ma per fortuna il tempo torna a scorrere per tutti.

Stavo dormendo, o meglio avevo gli occhi chiusi ed ero sdraiato per terra. La mia attenzione venne attratta da un basso mormorio e rumore di passi. Non poteva essere uno di quelli che ci portavano da mangiare, perché i passi erano troppi.

«Ryoga! Shinnosuke!» La voce squillante di mia sorella mi fece definitivamente aprire gli occhi, mi trascinai a quattro zampe alle sbarre e mi affacciai. Davanti la cella di Ranko c'erano quattro persone. Una di quelle intimò a bassa voce silenzio a mia sorella e disse qualcos'altro.

Ranko uscì dalla prigione e si abbracciò con uno dei quattro, spalancai la bocca per la sorpresa. Il gruppo si avvicinò alla mia cella e io arretrai verso il muro opposto.

«Sta tranquillo, vogliamo liberarvi. Vi spiegheremo tutto una volta fuori di qui.» Disse una ragazza quando alzò gli occhi sui miei. Quello sguardo agitò, non delle farfalle, ma dei chiodi nel mio stomaco. Quegli occhi, lucenti alla luce fioca delle torce che si erano portati dietro, avevano popolato i miei ultimi 3 sogni.

Prima che potessi andare in iperventilazione, mi accorsi dei tratti leggermente più affilati del viso, delle labbra più piccole e dei capelli più chiari e corti.

La ragazza aveva già distolto lo sguardo per armeggiare con la serratura.

Non era decisamente Akane, ma era molto simile a lei. Sussultai.

Con uno schiocco sonoro aprì la cella. Con lei c'erano anche Ryoga, Shinnosuke, un tizio che non conoscevo e Ranko. Mi si strinse il cuore alla vista di mia sorella.

«Ok, lasciamo a quando saremo fuori di qui i convenevoli. Seguitemi.» Si mosse con cautela verso la destra del corridoio, facendoci cenno con la mano di seguirla. Mi sfilarono tutti accanto per seguirla e io chiusi la fila.

Quel posto doveva essere un labirinto, facemmo parecchia strada per raggiungere l'uscita. Traguardo che sfortunatamente, io non conobbi.

Si attivò l'allarme e subito ci circondarono delle abbaglianti luci rosse. La ragazza a capo fila imprecò a voce alta. «Merda... Correte!»

Corremmo a perdi fiato, ma sempre più passi si aggiungevano alle nostre spalle. Mi girai un istante e vidi una decina di uomini alle nostre calcagna. Diritto di fronte a me un'enorme porta che dava su un paesaggio notturno si stava chiudendo. Accelerai la corsa, ma Ranko davanti a me dava i primi cenni di cedimento e rallentava. Non sarei uscito di lì senza di lei, quindi rallentai il passo al suo senza superarla.

La ragazza con gli occhi di Akane riuscì ad uscire. Uscì quello che non conoscevo. Uscì Shinnosuke. Uscì Ryoga. Ranko era accanto a me e la porta era quasi chiusa. Con un ultimo scatto avrei potuto farcela, ma utilizzai quelle energie per salvare mia sorella.

Le sussurrai in un orecchio. «Ti voglio bene.»

Non le diedi il tempo di guardarmi confusa, la afferrai per la vita e con un grande sforzo la lanciai in direzione dello spiazzo aperto. Male che va, pensai, si sarebbe solo schiantata contro la porta chiusa.

Ma per fortuna la vidi atterrare di pancia sul prato rotolando un poco e girarsi subito dopo verso di me con terrore.

Le porte si chiusero. Mi ci schiantai io contro quelle, ma sentii una costola scricchiolare solo quando si schiantarono addosso a me le guardie che si erano lanciate al nostro inseguimento.

Trattenni un gemito mentre ne sentii una dire. «Bene, ora dicci tutto quello che sai.»




  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Sakura00