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Autore: CiccioBaslardo    11/05/2012    0 recensioni
Un picolo esperimento.
Ho mischiato dei personaggi di un GDR ad un'ambientazione di cui sono innamorato.
Vediamo che scappa fuori^^
Spero vi piaccia...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Era ancora da solo.
Zero non aveva mai avuto dei veri amici.
Fu adottato una comunità di elfi che gli insegnò ogni cosa sulla vita selvaggia.
Gli avevano insegnato a cacciare, gli avevano insegnato come sopravvivere da solo nelle foreste e come procurarsi del cibo fresco ogni giorno.
Avevano fatto tanto per lui, crescendolo come uno di loro, ma non era mai stato accettato da quel villaggio.
Lui era un umano. Una razza grezza ed imprevedibile. Ecco cosa gli di dicevano sempre tutti gli altri elfi.
Gli unici interessi che aveva con quei freddi esseri era la caccia. Zero si dimostrò un ottimo esploratore, ed imparava rapidamente da ogni esperienza a cui lo sottoponevano, ma tutto questo non bastava. Non era uno di loro.
Così carico di curiosità, così impaziente di apprendere ogni cosa che avessero da offrirgli.
Eppure, anche con tutta la sua buona volontà, non era mai riuscito ad integrarsi in quel gruppo di esseri così chiusi e selettivi.
Nessun amico, nessun amore. Solo lui e le su prede.
Le stelle della note gli tenevano compagnia; il vento gli sussurrava alle orecchie; i raggi del sole che penetravano nella fitta foresta e la tiepida luce della luna erano i suoi unici amici.
Nessun altro aveva piacere nel passare del tempo con lui.
Ma un giorno tutto cambiò.
Una bambina. Una piccola creatura ancora in fasce lo guardò per la prima volta come se gli volesse bene.
Quei piccoli occhi così carichi d'amore erano quelli di Elizabeth.
Certo, all'inizio non fu facile.
Un'infante con poteri così grandi da poter penetrare nella sua mente e sconvolgerla ad ogni capriccio.
Furono veramente dei momenti difficili, ma lui non aveva intenzione d'abbandonarla. Il caso li aveva fatti incontrare e nessuno sarebbe riuscito a separarli.

Camminava nella notte della savana, muovendosi tra un'albero e l'altro.
Nelle distanze che lo separavano da quei ripari si accucciava e strisciava nell'erba.
Anche se era in pensiero per la sua piccola, non aveva dimenticato che quel luogo era pieno di pericoli. Dopo tutto era pur sempre un cacciatore.
Ad ogni suo spostamento fissava le ombre che la luna proiettava sul terreno e sulle rocce.
Una di loro poteva essere la sua Elizabeth.
Doveva trovarla prima di quella demone. Adesso che era cresciuta ed aveva imparato cosa fosse l'amore, la piccola demone dagli occhi smeraldo avrebbe potuto condurre una vita senza dover attingere dai suoi poteri.
Adesso che l'aveva trovata poteva insegnargli come vivere la sua vita in tranquillità.
Non gli importava della sua natura, la voleva solo vedere felice; la voleva vedere innamorata; voleva vedere ogni giorno il sorriso sulle sue sue labbra.
Aveva già tutto quello che gli occorreva.
Non aveva bisogno che un demone gli insegnasse a controllare i suoi poteri.
Poteva vivere benissimo anche senza conoscerli.
Ecco perché anche lui aveva abbandonato Vaihal. Voleva trovare la sua piccola e scappare in un posto dove la regina non li avrebbe potuti trovare.
Era difficile, ma ci doveva provare.

Del fuoco…

Silenziosamente, Zero si avvicinò a quel piccolo accampamento.
Il leone scampato alle attenzioni di Vaihal dormiva vicino ad una tenda. Era solo un animale, ma il cacciatore poteva vedere sul suo volto una strana espressione.
Sembrava quasi… umano.
Si avvicinò ad un albero e si coricò su un ramo, tenendo l'arma puntata su quel felino.
Non voleva ucciderlo, ma era sempre meglio tenersi pronti.
Il vento soffiava sul suo volto.
Questo significava che quel leone non poteva sentire il suo odore.
Poteva finalmente addormentarsi.
Un po' di riposo gli sarebbe servito dopo due giorni senza chiudere occhio.
Si addormentò felice su quel ramo.
Sapeva che la sua piccola aveva seguito quel "Kovu".
La demone lo sognava spesso. Lui lo sapeva perché quando dormiva, Elizabeth non riusciva a trattenere dentro di se i suoi pensieri, e spesso Zero si ritrovava immerso nei sogni della sua piccola.

"Strano che un animale abbia un nome. Perché lo hai chiamato Kovu? Te lo ha detto lui Ely? Ti ha parlato?"
  
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