Fanfic su artisti musicali > KAT-TUN
Ricorda la storia  |       
Autore: taemotional    11/05/2012    1 recensioni
[JunDa]
- Londra, XVIII secolo -
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Junnosuke, Tatsuya
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Commento: Non temete! Tra un po' di giorni tornerò a casa e prometto che mi impegnerò a scrivere nuove storie! Per il momento continuo a postare vecchie ficci che, alla fine, per voi sono inedite ^^ Questa ficci inizialemente era divisa in due "yume" e "yume 2" ma qui ho deciso di creare due capitoli della stessa storia ^^ Spero vi piaccia! Buona lettura! 
PoV: Ueda Tatsuya

----------------------------------------------------------------------------------



“Facendo in modo che nessuno possa cancellarle, continuo a lasciare impronte.
 
Per sempre, incessantemente, continuerò ad andare avanti.
Perché un giorno riuscirò a ricongiungermi alla tua strada.
E’ una storia che è partita da qua, con noi due.


Anche se siamo separati, il cielo che guardiamo non cambierà.”

 

Raggiungo il backstage. Non vedo più niente e anche il mio udito si fa debole. Solo una voce penetra a fatica.
“Andrà tutto bene”
 
- Londra, XVIII secolo -
 
Stringe la mia schiena e inizia a volteggiare sulla pista.
Io non so ballare bene e lascio che sia lui a guidare. Dopotutto, questa sera, io sono una ragazza.
Indosso una lunga gonna a balze rossa e un corpetto imbottito per nascondere il fatto di non avere seno per niente.
Perché io sono un ragazzo, ovvio.
Poi improvvisamente si ferma e mi porta ai bordi della pista.  Mi lascia da solo, mentre va a salutare i suoi genitori appena scesi dalle loro stanze.
Sono proprio una famiglia ricca, mi ritrovo ad osservare guardando la sala. Cerco di non pensare al mio passato.
 
Il mio cuore diviene agitato dalla dolce vista della tua figura.
La tua schiena da sola è così bella.
 
Poi torna. Il suo sorriso mozzafiato ancora stampato sul volto.
“Tatsuya, sistemati il cappello” mi dice soffiandomi sull’orecchio, mentre un gruppo di ragazze vicine all’età da prendere marito ci indica. O meglio, indicano il mio Junno.
Faccio un mezzo sorrisetto.
“Perché non mi aiuti te?” gli dico tenendo d’occhio quelle ragazzine eccitate, poi faccio scivolare la mia mano verso il suo sedere. Taguchi sussulta e mi trascina lontano dalla pista, verso il balcone che dà sul giardino.
 
“Tatsuya! Non puoi fare quelle cose in pubblico!” mi rimprovera nel momento in cui raggiungiamo l’esterno.
La luna è alta nel cielo e crea strane ombre scontrandosi con le fronde degli alberi. Lo guardo illuminato da questa luce bianca e ho la sensazione di vivere in un sogno.
“Ma non siamo venuti a questo ballo insieme per far vedere a tutti il nostro fidanzamento?” dico col broncio.
“Sì, ma le cose non sono così semplici... per prima cosa i miei genitori dovrebbero parlarti e vedere se...”
“Chi?”
“I miei genitori”
“...c’è una stanza libera in questo palazzo?” lo interrompo senza aver ascoltato una singola parola di quello che aveva detto.
“Eh..? Che centra ora?”
“Voglio fare l’amore con te... adesso”. Quanto sono insicuro.
Taguchi resta un momento esitante, poi mi prende per mano e si fa strada prima attraverso la grande sala da ballo, poi su per le scale e infine dentro una stanza.
 
Resto un secondo incantato dello sfarzo presente anche in quella piccola camera, sicuramente adibita agli ospiti.
Poi improvvisamente mi risveglio sentendo le braccia di Taguchi che mi stringono la vita da dietro.
“Mi chiedo come facciano le ragazze... questo corpetto è soffocante” sussurro sorridendo e subito lui inizia a slacciarlo.
Mi volto tra le sue braccia e a mia volta gli sfilo la giacca piena di pizzi e merletti color celeste chiaro.
“Questo colore ti sta bene” gli dico lasciando che lui scopra il mio petto. Sorride.
“Invece io ti preferisco così,” risponde baciandomi il collo oramai libero da stoffe e gioielli, “Col tuo colore naturale”
Inizia a lasciarmi segni evidenti sulla pelle. Sicuramente ora il mio colore non è poi più tanto naturale.
Poi mi spinge sul letto e resta qualche secondo a fissarmi negli occhi.
 
Voglio essere riflesso in questi occhi innocenti.
C’è un solo tipo di calore in questo mondo a cui voglio affidarmi.
 
Inizia ad accarezzarmi il petto, mentre si sistema tra le mie gambe, e sorride. Ancora quel sorriso che ogni volta mi fa scollegare il cervello.
Prende a baciarmi le labbra come fosse la cosa più normale del mondo, quando invece per me ogni volta è come se fosse la prima.
Poi torna a mordermi il collo, mentre le sue mani grandi continuano ad ispezionare il mio corpo sempre più bollente.
Mi lascio sfuggire un gemito e sebbene per me sia alquanto umiliante so che a lui piace.
Sorrido al pensiero che non faccio altro che cercare di compiacerlo.
Dopotutto io sono un ragazzo e lui cosa ne guadagna ad amare uno come me? Mi dispiace, perché il mio corpo non è morbido e perché fare sesso con me è difficile.
 
“Junno... fa male...” gemo ad un certo punto.
“Scusa...” dice e fa per allontanarsi ma io mollo i lenzuoli che stavo stringendo e gli circondo la schiena con forza.
“No, ti prego, continua”
 
Non avrei mai pensato di voler vivere per qualcuno.
Per la prima volta,
ho trovato qualcuno così prezioso che voglio amare.
Non voglio piangere da solo,
aiutami a cercare la mia luce.
 
Taguchi si accascia al mio fianco respirando forte.
“Ti amo” gli dico disperato. Mi guarda e, sorridendo, mi sposta i capelli umidi dalla fronte. Non si accorge della mia incertezza.
 
Poi, improvvisamente, la mia luce mi viene strappata.
 
Entrano nella stanza. Lui cerca di nascondere il mio corpo. Gridano. È vero, sono un maschio. Lo portano via di peso.
“Andrà tutto bene” mi dice ma io non riesco più a pensare. Qualcuno chiama dei servi. Devono sbattermi nelle prigioni sotterranee. Ma nel frattempo mi lasciano sul letto e chiudono la porta a chiave.
 
Nello specchio vedo un uomo solo.
Questo corpo bagnato e nudo nasconde un cuore confuso.
Nello specchio vedo un uomo solo.
 
Sei di nuovo solo, Cinderella boy, il tuo principe non c’è più, dice una voce dentro di me. E’ la verità.
Scappo dalla finestra ma atterro malamente. Sento un dolore acuto al piede sinistro ma non smetto di correre.
 
Poco prima di raggiungere il cancello principale mi acciuffano. Mi riportano dentro e mi coprono con degli stracci.
La madre di Taguchi mi guarda come si fa con gli appestati. Sorride sprezzante e ordina di rilasciarmi. Perché? Gli chiedo dov’è Junno ma non risponde.
Cosa gli faranno?
 
Il giorno dopo scopro che è stata fissata la sua esecuzione.
 
Un sole rosso fa capolino all’orizzonte.
Raggiungo la piazza già brulicante di gente. Cosa volete voi?
Poi lo vedo che viene trascinato sul palchetto in legno su cui pende un cappio bianco. Provo a piangere ma ho versato tutte le mie lacrime quella notte, aspettando l’alba e la fine di tutto.
Ha le mani legate e il suo viso è spento. Taguchi, sorridi, ti prego.
 
Mi avvicino al palco di corsa e salgo sopra di esso, cercando di avvicinarmi a lui ma vengo intercettato. Urlo con tutto il fiato dei miei polmoni.
 
Perché lui sì e io no? Voglio andarmene con lui, lasciate che lo raggiunga.
 
Mi tengono per le braccia. Tento di divincolarmi invano mentre gli mettono la corda attorno al collo. Tutto quello che riesco a fare è gridare, ma lui non mi guarda.
 
Non andrà tutto bene.
 
Abbassano la leva. Lui sorride.
 
- Tokyo, XXI secolo -
 
In quel momento mi svegliai con un grido. Il dolore al piede sinistro era reale.
“Taguchi! Taguchi!” mi ritrovai ad urlare nel mio letto d’ospedale, mentre avevo le coperte attorcigliate attorno al corpo.
 
Dove sono?
 
Mi sentii soffocare. Riuscii a divincolarmi e spalancai le finestre respirando l’aria dell’alba.
Guardai nella stanza: c’era solo quel letto anomalo e un paio di stampelle bianche.
Era solo un sogno, continuai a dirmi. Era solo un sogno.
 
“Tatsuya! non puoi alzarti!”
Mi voltai e lui era lì, con in mano una bottiglietta d’acqua. Vivo.
“Junno...” mormorai e scoppiai a piangere. Mi abbracciò.
“E’ tutto apposto, stai bene... sei solo caduto durante il tuo solo... ‘Marie Antoinette’”
Non capii niente di quello che stava dicendo, ma forse la cosa era collegata col fatto che mi trovavo all’ospedale.
“Junno... Ti amo”
“Anche io ti amo, Tatsuya... ma cos...?”
“Non importa” lo interruppi sorridendo, “Andrà tutto bene, ora..”
 
Taguchi, balliamo?

 
“Ti amo” esce dalle tue labbra.
Potrei vivere solo con l’eco di queste parole.
Balliamo, abbracciando gentilmente questo cielo notturno.
“Baciami, rompi il mio corpo ancora di più”

 

29.08.2010   21:00/23:00

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > KAT-TUN / Vai alla pagina dell'autore: taemotional