Storie originali > Favola
Segui la storia  |       
Autore: Beads and Flowers    11/05/2012    2 recensioni
Ogni nome ha un significato. Sta a noi esserne all' altezza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fuga

 

 In seguito alla sparizione dello spirito Leuedai, qualcosa d’ impalpabile, come le nuvole e le vesti degli angeli, rimase impresso nell’ aria. Qualcuno, se ciò non fosse stata eresia, l’ avrebbe addirittura definita ‘magia’. Le donne, ancora leggermente confuse, si guardarono l’ un l’ altra, con un’ acuta punta d’ incredulità negli occhi.
 Che cosa era stato? Una visione? Un sogno?
 Ci si poteva fidare delle parole di un sogno?
 Be’, in fondo quelle povere donne non avevano altro in cui sperare, se non dei sogni e le illusioni. Che cosa restava loro, se non le ambigue parole di un angelo? Anche questa novità, come tutto il dolore delle loro vite, si annidò nel profondo delle loro anime. Solo pensieri e riflessioni, nessun sorriso a decorare quell’ improvvisa benedizione. Dunque, la terza donna prese ad attingere l’ acqua come se nulla fosse, mormorando tra sé e sé:
 “Una benedizione divina, eh? Perché Dio dovrebbe benedire la mia bambina? Dio non è misericordioso, basta guardare il misero vicolo buio in cui io e mio marito viviamo ed in cui moriremo. Perché gli angeli dovrebbero graziare nostra figlia? Io non credo alle parole dello spirito Leuedai.”
 La seconda donna, la moglie dell’ attore girovago, annuì con tristezza. Tuttavia, poggiò con malinconia una guancia sul palmo della mano, in un’ espressione sognante e pensierosa.
 “Dici il vero, eppure pensate come sarebbe bello se la sua profezia si rivelasse corrispondere a verità. Se scegliessimo bene i nomi delle nostre bambine, potremo facilmente donare loro un futuro meraviglioso, ricco di fortuna e felicità. Un buon nome… quanto potere vi è nel significato di un nome? Sinceramente, credo che se si volesse essere all’ altezza del proprio nome, le persone sarebbero tutte più motivate.”
 “E come chiameresti tua figlia, nella speranza che raggiunga un destino diverso dal tuo?”
 “… Clara. Vuol dire ‘famosa’, ‘illustre’. Un ottimo nome per la figlia di un attore. Tutti la conoscerebbero, comprenderebbero il suo valore. Mi figlia potrebbe diventare l’ attrice più famosa dell’ intero regno, di tutto il mondo.”
 La prima donna scosse la testa sorridendo, ma nei suoi occhi spenti e privi di vita le altre donne lessero un’ improvvisa speranza nel futuro, un’ ironica sfumatura di felicità nella polvere della sua immagine.
 “Io chiamerei la mia bambina Miranda. ‘Degna di essere guardata’. Vorrei tanto che mia figlia potesse essere ammirata e guardata da tutti coloro che camminano delle strade. Tutti sussurrerebbero, con un sorriso: ‘Ecco, ecco che passa la fanciulla più bella del paese. La piccola, meravigliosa Miranda.’ Un sogno, un sogno impossibile.”
 “Io, che sono la moglie di un povero mendicante, chiamerei mia figlia Regina. Quale nome può meglio esprimere l’ idea della ricchezza, del benessere e della fortuna? Vorrei tanto che mia figlia vivesse come una ricca principessa, come la moglie di un re. Sarebbe così bello…”
 “Io, invece, che sono la moglie di un… ecco, sì, di un… ehrm…”
 La moglie del ladro preferì evitare di rivelare alle altre donne la poco nobile professione di suo marito. Se qualcuno avesse scoperto l’ identità di quel malvivente, per quanto fannullone fosse, l’ avrebbero certamente sbattuto in galera. Ed allora per la quarta donna sarebbe stata la fine. Doveva tenere tutto nella segretezza più assoluta.
 “Be’, comunque io chiamerei mia figlia Norma, nella speranza che rispetti sempre le regole che le verranno imposte. So bene quanto questo aiuterebbe la mia bambina a rimanere lontano dai guai. Sì, sono davvero convinta che questo sarebbe il nome più adatto.”
 Le quattro donne sospirarono, sorridendo con malinconia.
 “Be’, certo non costerebbe nulla provare. In fondo, un nome vale l’ altro, no?”
 “Già. Sarebbe interessante fare un piccolo esperimento. Perché non proviamo a dare alle nostre bambine i nomi che abbiamo scelto or ora? Tra nove mesi, potremo effettivamente aver tutte partorito. Daremo allora alle nostre bambine i nomi da noi scelti ed osservare il proseguire delle vite delle nostre figlie. Se corrisponderanno ai significati dei nomi, allora lo spirito Leuedai avrà proferito il vero. Riuniamoci a questo stesso pozzo tra esattamente vent’ anni. Allora vedremo come saranno andate le cose.”
 Le altre donne annuirono e, animate da una nuova e sconosciuta energia e volontà, si diressero verso le loro case. Ognuna di loro prese strade diverse, tranne le mogli del mendicante e del macellaio. L’ una, non avendo un vera e propria casa, aveva deciso d’ inseguire per un po’ l’ altra, principalmente mossa da una profonda curiosità nei suoi confronti.
 “Cara ragazza, ognuna di noi ha rivelato alle altre i propri desideri ed il nome che doneranno alle loro bambine. Tu solo hai taciuto il destino che vorresti per tua figlia. Naturalmente, ci deve pur essere qualcosa che nella tua vita è andato storto, altrimenti lo spirito Leuedai non si sarebbe riferito a ben cinque donne. Dimmi, dunque, cosa vorresti per la tua bambina? In che modo cambieresti il suo destino?”
 “Io… nella mia vita non c’ è nulla che non sia andato nei migliori dei modi! Sono una donna felice, con un bravo marito, una bella casa e tanta fortuna! Mia figlia non avrebbe bisogno del significato di alcun nome per essere felice. Lo spirito Leuedai si sbagliava.”
 “Tu saresti felice? Mai sfiorata dalla sventura? Ma allora chi ti ha causato quei lividi sul viso? Di chi sei moglie? Sono sicura di averti già visto da qualche parte, forse per la strada. Il tuo è un volto che associo stranamente all’ invidia…”
 “Sono… sono la moglie del macellaio.”
 “Ora tutto si spiega! Io e mio marito spesso fantastichiamo su quanto la vita di un macellaio deve essere bella. La vostra ricchezza non può certo essere causa d’ infelicità. Ma, allora… Dimmi, per caso ti picchia?”
 “NO! Io… io… No, non è mai successo…”
 “T’ insulta, allora?”
 “Ti dico di no…”
 La moglie del mendicante la scrutò a lungo, uno sguardo indagatore che avrebbe fatto abbassare lo sguardo ad uno spaventapasseri. La moglie del macellaio sapeva di non essere felice, si essere anzi una tra le donne più sventurate al mondo, ma non voleva ammetterlo a nessuno, in primo luogo a se stessa.
 “A dire il vero, c’ è un nome che potrei dare a mia figlia.”
 “Davvero? E quale sarebbe?”
 “Addolorata.”
 La compagna sgranò gli occhi, incredula. Corrugò le sopracciglia, cercando di capire se la moglie del macellaio scherzasse o fosse semplicemente impazzita. Poi, scuotendo la testa, alzò semplicemente le spalle, come ad ignorare qualcosa più complicato di lei.
 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: Beads and Flowers