Vorrei ringraziare coloro che leggono e commentano questa fanfiction, non sapete quanto mi faccia piacere e non esitate a darmi qualche consiglio! Nel capitolo successivo a questo ci sarà una vera svolta! Spero intanto che questo sia di vostro gradimento. Buona lettura!

I giorni successivi scorsero molto più velocemente. Vegeta continuava ad allenarsi senza sosta, mentre Bulma si preoccupava per lui, temendo si stancasse troppo. Era sempre felice quando lo vedeva e passava tutto il giorno ad aspettare di incontrarlo; certe volte faceva dei giri strani, allungando il suo percorso per arrivare in laboratorio solo per poter passare vicino alla stanza gravitazionale nella speranza di incontrarlo. Non riusciva a spiegare questa strana voglia di sapere in ogni istante dove fosse Vegeta o cosa facesse, dopotutto ne era perfettamente conscia: Vegeta era sempre ad allenarsi. In quel periodo era particolarmente irascibile: non riusciva a raggiungere il suo scopo, non riusciva a diventare un super saiyan e a superare Kakaroth. Il suo unico obiettivo era quello, i cyborg erano solo un pretesto, una motivazione in più che lo spingesse a combattere e dopo averli battuti e sconfitto il suo rivale sarebbe finalmente tornato ad essere il più forte guerriero dell’universo. In quel periodo non pensava ad altro che a questo, ogni giorno migliorava, ogni giorno diventava più forte, ma questo non era abbastanza per superare il suo livello.
 
Tutte le sere Vegeta si recava in cucina per uno "spuntino" serale e Bulma lo placcava ogni volta cercando di fare un discorso che lo potesse interessare con la scusa di preparargli qualcosa da mettere sotto i denti. Vegeta l'ascoltava, ma raramente sentiva veramente quello che lei diceva. La lasciava blaterare mentre lui mangiava, se era quello il prezzo per una cena decente allora era disposto a sopportarlo.
“Ma perché sei sempre così freddo con le persone?” gli chiese Bulma una sera
“Ma che domanda è?”
“Parlo seriamente. Sei sempre un pezzo di ghiaccio”
“Ah ah perché tu sei normale vero?” ribatté Vegeta sarcasticamente
“Io sono una persona meravigliosa, me lo dicono sempre tutti”
“Sì, se meravigliosa vuol dire isterica ah ah!”
“Io non sono isterica!” disse Bulma sbottando come suo solito “E almeno io non allontano le persone”
Vegeta questa volta non rispose.
“Ma perché non ne vuoi parlare?” riprese Bulma curiosa di conoscerlo un po’ meglio
“Non vedo così ci sia di interessante nel parlarne”
“Voglio sapere perché continui a negare di essere infelice e non capisco perché non fai nulla per cambiarlo”
“Non sono affari tuoi”
“Perché sei sempre così freddo con gli altri?”
Vegeta fece una pausa
“Se non provi sentimenti per nessuno non sarai mai ferito. Io non so nemmeno cosa siano affetto e compassione. Le uniche cose che contano in battaglia sono la rabbia, l’orgoglio, la sete di potere” stava iniziando a confidarsi con Bulma, non per esasperazione questa volta, non perché fosse l’unico modo di farla star zitta, ma perché alla fin fine lei lo capiva… era l’unica che si fosse mai interessata a lui. Era strano per lui confidarsi, aprirsi con qualcuno non era contemplabile per lui, considerava sconveniente esprimere i propri sentimenti. Per Vegeta confidarsi con qualcuno sarebbe stato come dichiarare i propri punti deboli agli “avversari”, ma questa volta non c’erano nemici in quella stanza, c’erano solo lui e Bulma, l’unica persona che avesse mostrato di provare un qualche tipo di affetto per lui.
“Ammettendo che combattere sia l’unica cosa importante nella vita, non pensi che il fatto di proteggere chi ami ti fornisca un vero motivo per combattere?” disse Bulma
“La guerra è morte e sofferenza, non ha nulla a che fare con l’amore”
“Eppure non sei così forte come vorresti”
“Come ti permetti stupida terrestre? Non tollero che tu mi offenda, non ti do il permesso di alimentare queste maldicenze” Vegeta aveva parlato fin troppo quella sera per i suoi gusti e quest’ultima affermazione l’aveva fatto veramente irritare. Che affronto che commetteva quella stupida donna! Dopo lo sforzo che aveva compiuto nell’aprirsi lei era già pronta a giudicarlo.
“Io dico solo ciò che tu non hai il coraggio di ammettere” disse allora Bulma con aria da saccente
“Io sono il più forte guerriero dell’universo, e quando si faranno vedere quegli stupidi cyborg lo dimostrerò a te e anche a Kakaroth!”
“Hai visto? La verità è che tu ti senti inferiore a Goku! Non fai altro che nominarlo, è un’ossessione per te”
“Io sarò anche un pezzo di ghiaccio, ma tu sei una povera sciocca che per sentirsi meno patetica ha bisogno di sparare sentenze sugli altri. Dici che io dovrei contare su qualcuno? Ma guardati allo specchio, tu sei più sola di me. E per sentirti minimamente presa in considerazione hai bisogno di venire a parlare con me, ah ah sei veramente patetica”
Vegeta la zittì finalmente con queste parole e appena finì di mangiare se ne andò ancora ridendo sotto i baffi. Bulma si sentì veramente umiliata. La verità era che stava cercando di rimettere insieme la sua vita dopo la relazione con Yamcha, durata anni. Stavano insieme da talmente tanto tempo che non sapeva più dove finiva la personalità di lui e dove cominciava la sua. Si era fatta influenzare, aveva sempre sofferto molto. Doveva ritrovare sé stessa e pensava di avercela fatta, ma dopo aver sentito le parole di Vegeta capì che in verità non aveva risolto proprio nulla. Era ancora fragile, non per Yamcha, ma per sé stessa. Ormai erano passati tre mesi dall’inizio del suo “viaggio da single” per capire cosa voleva dalla sua vita e il risultato era riassunto alla perfezione dalle parole che Vegeta le aveva appena rivolto.
Bulma scoppiò a piangere. Che Vegeta le avesse palesato i suoi insuccessi in modo così esplicito la fece sentire umiliata. Umiliata da tutte le volte che si era confidata con lui, umiliata perché capì che lui non era minimamente interessato a lei in alcun modo. E lei come una stupida pensava di aver trovato in lui almeno un amico, qualcuno che le stesse vicino. ‘Mi ha solo presa in giro. Anzi no, sono stata io l’ingenua a credere che potesse fregargliene qualcosa di me o di come mi sentivo. Ho fallito in tutto. Sono patetica’.
 
Quella notte Bulma la passò nella sua camera a piangere, Vegeta la passò a pensare. Pensò che ciò che lei gli aveva detto non fosse sbagliato. Nessuno aveva mai provato nessun tipo di affetto per lui, né lui per nessun altro. Nemmeno suo padre aveva mai dimostrato nessun tipo di attaccamento nei suoi confronti, questo non lo faceva soffrire, non gli importava minimamente, ma non riuscì ad ignorare ciò che Bulma gli aveva detto. ‘Non pensi che il fatto di proteggere chi ami ti fornisca un vero motivo per combattere?’
Era forse per questo che Kakaroth era riuscito dove lui aveva fallito? Era per questo che era stato battuto e umiliato da quel saiyan di livello inferiore? Era quindi quello il motivo per cui Kakaroth era diventato un super saiyan? Perché aveva un cuore puro, calmo e il suo dolore era spinto da qualcosa che va oltre l’orgoglio? Qualcosa come l’amicizia? Una famiglia? L’amore?
‘No, non ha senso. Io sono il migliore della galassia e lo dimostrerò! Non ho bisogno di emulare quell’essere infimo o di stare ad ascoltare le assurdità di una povera terrestre illusa’.