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Autore: Miss Kon    11/05/2012    1 recensioni
Una slice of life dedicata a Kankuro e, sì, anche a Karasu. Perchè semplicemente adoro entrambi.
Il cuore di Kankuro accelerò d’improvviso ma riuscì a trattenersi dall’imprecare.
Sospirando si rilassò e mise via il kunai, guardando con una certa apprensione il fagotto nero, che si era appena accasciato davanti a lui.
“Accidenti a te, Karasu”
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Hello, Karasu.


Aprì piano la porta che lo accolse con un cigolio sommesso.
Si guardò attorno nel tentavo di abituarsi all’oscurità che, come sempre, regnava in quella ampia stanza, più simile a un magazzino che ad altro.
Avanzò di un passo e richiuse la porta.
Si voltò un attimo verso destra, a cercare quel mozzicone di candela che di solito usava per girare quella stanza, e un rumore riecheggiò a sinistra.
Veloce mise mano alla tasca dei kunai che aveva sempre, o quasi, addosso e prese uno di quei coltelli. Per puro e semplice istinto si mise sulla difensiva, pronto anche ad attaccare, se fosse stato necessario. Strinse gli occhi, cercando di vedere nonostante la pochissima luce nella stanza.
Non riuscì a vedere nulla ma un leggero fruscio lo convinse che non poteva solo essersi immaginato quel rumore. Poi, una delle sagome nere che pendevano del soffitto, si accasciò su sé stessa con un certo clangore.
Il cuore di Kankuro accelerò d’improvviso ma riuscì a trattenersi dall’imprecare.
Sospirando si rilassò e mise via il kunai, guardando con una certa apprensione il fagotto nero, che si era appena accasciato davanti a lui.
“Accidenti a te, Karasu”

Has no one told you she’s not breathing?

Dimenticandosi della candela si avvicinò piano alla marionetta.
Con una certa gentilezza la raccolse, prendendola per le prime due braccia e la mise seduta, facendola appoggiare alla parete dietro.
Le si accucciò davanti e la guardò attentamente, poi spostò l’attenzione verso il gancio a cui doveva essere appesa.
“Pare che ci siano un po‘ di cose da sistemare, eh?” sbuffò, voltandosi di nuovo verso la marionetta.

Hello, I’m your mind giving you someone to talk to.

Karasu lo guardò con occhi strabici e vitrei. Il marionettista non riuscì a trattenersi dal sorridere tra sé e sé.
Era arrivato al punto di parlare alle proprie marionette. Chissà sua sorella che avrebbe detto a saperlo?
Sospirò bonariamente e scosse il capo, cancellando quei pensieri.
Poi, tornò a guardare per un attimo la marionetta davanti a sé. Una crepa, quasi fosse stata una traccia di sporco, andava segnandole la guancia destra.
L’espressione del ninja andò un attimo rabbuiandosi.
“Domani inizierò a ripararti” disse a Karasu, mettendogli una mano sul capo ornato da una folta chioma “Promesso” assicurò prima di alzarsi.
Rimessosi dritto si voltò, dirigendosi verso la porta.
Messa la mano sul pomello si girò alcuni istanti verso la marionetta, che se ne stava ancora ferma addosso alla parete. Poi, semplicemente, aprì la porta e sparì dietro essa.
Dentro la stanza la testa di Karasu, complice la forza di gravità, scivolò verso destra inclinandosi.

Hello, I’m still here.
All that’s left of yesterday.






Oh, sì. So che faticherete a crederci ma ho dedicato una slice of life a Kankuro e Karasu. Vi chiederete perché e la risposta è semplice: perché li adoro, entrambi. Indiscriminatamente. Per quanto sia assurdo trovo che i due siano una bella “squadra”; perché sì: sono sicura che con Karasu Kankuro sia un eccezionale marionettista e che lei sia una marionetta molto adatta a lui. Bene che altro dire? Le tre frasi sono tratte dalla canzone “Hello” degli Evanescence; spero vi sia piaciuta questa one-shot.
  
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