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Autore: __Sayuri__    11/05/2012    3 recensioni
[post The Avengers] [Loki/OC]
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Può esistere redenzione per Loki, o sarà per sempre destinato ad essere una divinità oscura?
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(dal capitolo 6)
"Vedendolo così da vicino, la ragazza si chiese come potesse un mostro simile avere un viso tanto bello. Ma, in fondo, in molti dicevano che la morte, quando ti appare, ha le sembianze di una creatura bellissima. Ti sfiora il volto in modo rassicurante e poi ti trascina con sé nell'oscurità."
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[COMPLETA]
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Sarah
Capitolo 5 - Sarah



Loki si incamminò incerto attraverso il lungo corridoio di fronte a lui.

Le pareti color crema riflettevano la fioca luce delle piccole lampade fissate al soffitto, creando un piacevole effetto di penombra che donò immediato sollievo agli occhi del dio, non ancora abituati alla luce.

Notò che su entrambi i lati del corridoio c'erano delle porte bianche, contrassegnate da diverse scritte in midgardiano; evidentemente erano i nomi degli umani che utilizzavano le stanze.


Continuò a camminare, provando disperatamente a pensare; doveva trovare una soluzione, una qualsiasi scappatoia, per sfuggire a quella situazione infausta. Ma nella sua mente presero forma solo confusione, stordimento e angoscia. Era talmente stanco ed indolenzito da non riuscire nemmeno a provare rabbia verso quei miserabili mortali, che avevano osato trattarlo con tanta insolenza.

Ma, in fondo, esisteva qualcuno nello sconfinato universo che lo avesse mai trattato con rispetto? Qualcuno lo aveva mai considerato degno?

No, nessuno.  
       

Deglutì, avvertendo un sapore amaro in bocca. Pensò a Thor, a Odino, a Frigga; e sentì di nuovo su di sé i loro sguardi taglienti giudicarlo con superiorità. Come se loro non avessero colpe. Come se non fossero state le loro menzogne, la loro sfiducia e il loro egoismo a spingerlo verso la strada della vendetta.
Certo, alla fine lui quella via l'aveva imboccata volontariamente, convinto che avrebbe finalmente trovato se stesso.

Ma ora si rendeva conto di aver smarrito l'orientamento.


Sentì le sue gambe vacillare e sbandò verso destra, sbattendo contro una delle porte. Riuscì a malapena a reggersi in piedi.
Appoggiò la testa su quella superficie liscia, pensando che purtroppo il buffone di metallo aveva ragione, sentiva un disperato bisogno di riposare. Con una mano afferrò la maniglia, con forza, pronto a scardinare la serratura con un colpo secco, ma non fu necessario. Stranamente la porta non era chiusa, e gli fu sufficiente una lieve torsione per ottenerne l'apertura, che produsse un cigolio metallico.
Non appena varcò la soglia, fu investito da un misto di odori dolciastri, tipicamente umano, e fece una smorfia, disgustato, chiedendosi di chi potesse essere quella stanza.
Istintivamente, prima di fare un altro passo, alzò lo sguardo e lesse il nome sulla porta, traducendo mentalmente i caratteri midgardiani, e per poco non cadde a terra per la sorpresa:


"Dottoressa Jane Foster"

La stanza apparteneva nientemeno che alla mortale che aveva rammollito Thor. Un gran peccato che l'edificio a quanto pare fosse stato evacuato. Si sarebbe potuto divertire parecchio.
Loki soffocò una risata, mentre si richiudeva la porta alle spalle, e si ritrovò in una camera abbastanza ampia, ma decisamente disordinata. Si lasciò cadere pesantemente sul morbido materasso accostato ad una parete, sentendo che il suo corpo era ormai giunto al limite. Si appoggiò un braccio sugli occhi, e sulle sue labbra si disegnò un perverso sorriso, al pensiero che avrebbe dormito nello stesso letto dell'umana amata dal suo odiato fratello. Che ironia. Per un attimo sperò che lui lo stesse guardando.

Poi si lasciò andare, stremato, lasciandosi vincere dal sonno.

Si ridestò di colpo, dopo un tempo imprecisato, e si mise a sedere di scatto. Uno strano scricchiolio, proveniente dall'altro lato della stanza lo aveva svegliato. Girò il viso con aria circospetta e sentì chiaramente quello strano rumore ripetersi. Strinse le labbra e aggrottò le sopracciglia. I suoi occhi verdi erano ridotti a una fessura. C'era qualcuno, o qualcosa, nell'armadio.




Si era cacciata nei guai, come al solito, pensò Sarah rabbrividendo. Accidenti a lei e al suo brutto vizio di non ubbidire mai. Chiuse un attimo gli occhi, certa che stavolta sua sorella le avrebbe fatto una bella lavata di capo. Ma, in fondo, lei aveva agito in buona fede.
Quella mattina, quando si era accorta di essersi messa in borsa per errore il pass dello S.H.I.E.L.D. di Jane, l'aveva chiamata subito e si era offerta di riportarglielo al lavoro. Ma sua sorella glielo aveva vietato categoricamente. Non erano ammessi visitatori allo S.H.I.E.L.D., e poi lei stessa non sarebbe rientrata nel laboratorio prima delle 20. Quindi, non c'erano problemi, non doveva preoccuparsi, sarebbe passata lei dal suo appartamento quella sera, le aveva detto dolcemente prima di riattaccare. Eppure, come sempre, Sarah si era sentita in colpa; ancora una volta creava problemi a sua sorella. E quindi aveva deciso di fare di testa sua. In fondo che male c'era ad usare il pass per intrufolarsi nello S.H.I.E.LD., per poi aspettarla buona buona nella sua stanza? Non avrebbe gironzolato in giro, né fatto danni, si disse. Voleva solo fare una sorpresa a Jane.

Ma aveva decisamente scelto il giorno sbagliato. Prima c'era stato quel boato potentissimo, seguito da una specie di terremoto. Sembrava fosse esplosa una bomba al piano di sotto. E cosa aveva fatto lei, molto intelligentemente? Invece di scappare fuori, ubbidendo al comando di evacuazione diffuso dagli altoparlanti, si era nascosta sotto il letto. Davvero una bella mossa. Poi, quando stava per decidersi finalmente ad uscire, aveva sentito un rumore di passi nel corridoio e un tonfo sordo. Sembrava che qualcuno fosse franato addosso alla porta. Quindi, sempre più terrorizzata, si era chiusa nell'armadio, spiando freneticamente dalle piccole fessure sulle ante di legno. Mentre la porta si apriva aveva trattenuto il respiro, riuscendo a sentire il battito del suo cuore rimbombarle nelle orecchie.
 
Sull'uscio era apparsa una strana figura. Un uomo, avvolto in abiti logori e bizzarri, era entrato barcollando. Sembrava esausto. Sarah aveva aguzzato la vista, cercando di cogliere il suo viso, nascosto da folti e lunghi capelli neri. Per un attimo l'uomo si era girato nella sua direzione, soffocando una risata, e lei si era sentita gelare il sangue nelle vene. Aveva già visto quell'individuo, da qualche parte, ma non era riuscita a ricordare dove. Sapeva solo che il suo sguardo penetrante le aveva messo addosso una strana inquietudine.

Perché aveva tanta paura di lui?


Lo aveva visto buttarsi di peso sul letto di sua sorella e coprirsi gli occhi con un braccio, prima di cadere in un sonno profondo.


Ora, dopo interminabili minuti di attesa, si era decisa ad uscire. Chiunque fosse, quel tipo non aveva un'aria molto raccomandabile, anzi, emanava un'aura sinistra. Doveva fuggire subito, finché era inoffensivo. In fondo, bastava aprire pian piano la porta dell'armadio e sgattaiolare fuori....

CRACK.

Sarah si sentì mancare. Nel silenzio, quello scricchiolio si era sentito distintamente. Non osava guardare verso il letto, per paura che l'avesse sentita. Pregò con le lacrime agli occhi che non avesse il sonno leggero. Ma quando alzò lo sguardo vide che l'uomo era già seduto, in evidente stato di allerta, e si guardava intorno. Se si fosse voltato verso di lei avrebbe di certo notato l'anta semiaperta, quindi la ragazza la richiuse prontamente.

CRACK!

Maledizione! Ora lui stava guardando nella sua direzione, con un terrificante sorriso stampato in faccia. Non appena lo vide alzarsi e camminare lentamente verso di lei, Sarah indietreggiò istintivamente, facendo ondeggiare rumorosamente tutti gli attaccapanni metallici intorno a lei, fino ad appoggiare la schiena al fondo dell'armadio. Una sorda disperazione si impossessò di lei.

Era in trappola.






 ***




ANGOLO CURIOSITÀ: la nascita di Sarah

Devo ammettere che all'inizio non avevo chiaro in mente chi sarebbe stata la protagonista femminile della storia, e avevo ancora meno idea di come farla apparire... :S Sapevo solo che volevo che fosse una comune umana, e avevo buttato giù una bozza di alcune scene tra lei e Loki, che però si sarebbero dovute verificare mooooolto più in là nei capitoli. XD In sostanza, non so bene come sia venuta fuori Sarah! (Misteri dell'ispirazione! XDD)
In origine, quando ancora "non sapevo" che sarebbe diventata la sorella minore di Jane, la volevo chiamare Layla.. O_o Probabilmente perché in quel periodo ascoltavo spesso l'omonima canzone di Eric Clapton! XDD
Poi, scrivendo questo capitolo e il precedente, nella mia testa si è delineata la scena dell'armadio e dell'incontro tra lei e Loki, e ho deciso che la mia protagonista sarebbe stata la sorella minore di Jane (che ovviamente non esiste nel film, tantomeno nei fumetti, anche se ho cercato di darle una storia verosimile, che potesse combaciare in qualche modo con i fatti e le tempistiche del film, e che le permettesse di condividere la scena con Loki senza eccessive forzature.)
Ovviamente Layla Foster era un nome improponibile, quindi ne ho cercato uno più semplice e "realistico" (Dubito che un'ipotetica sorella di Jane si potesse chiamare Crystal, Sharon o Chantal... XDD) Scartato il banalissimo Mary (^^), ho scelto Sarah, perché trovo suoni molto bene, inoltre è piuttosto semplice/comune e ha un bel significato. Infatti, se non erro, significa 'principessa', un nome più che adatto per la spalla del nostro principe asgardiano preferito! ;)
   
 
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