It’s taken a lifetime to lose
my way, a lifetime of yesterdays
All the wasted time on my
hands turns to sand and fades in the wind
Crossing lines, small crimes,
taking back what is mine
I’m fine in the fire, I feed
on the friction
I’m right where I should be
Don’t try and fix me.
(Fix me – 10 Years)
Sam aprì gli occhi. Il pallido chiarore
dell’alba scivolava dolcemente attraverso la finestra del soggiorno di Bobby.
Il ragazzo prese un lungo respiro e si sollevò a sedere.
“Ehi,” lo saluto la voce di Dean.
Sam si voltò e incontro lo sguardo del fratello, sollievo e
preoccupazione che lottavano nei suoi occhi verdi. Se ne stava seduto a poca
distanza dal divano su cui Sam aveva, a quanto pare, dormito per ore e ore.
“Come ti senti?”
Sam chiuse gli occhi per un momento, la lucidità che pian piano gli
schiariva e svegliava la mente. Una preghiera accorata sussurrò la sua ultima
eco prima di svanire.
“Torna. Ti prego.”
Rivolse al fratello maggiore un debole sorriso.
“Sto bene.” Allo sguardo incerto di Dean, si strinse nelle spalle.
“Meglio. Sto meglio,” si corresse. “Mi fa solo un po’ male la testa.”
Dean lo studiò per un momento, poi lasciò andare un respiro sollevato e
annuì. Quel maledetto muro era ancora in frantumi, ma Sam si era svegliato e
sembrava stare molto meglio. Era già qualcosa. Era moltissimo.
Si alzò, dirigendosi verso la cucina.
“Hai fame?”
Sam ignorò la domanda. “Cos’è successo, ieri notte?”
Dean tornò a voltarsi verso di lui, le braccia allargate.
“Un bel cazzo di niente, Sammy,” sospirò. “Balthazar
non ci ha risposto. Potrebbe aver deciso di unirsi a Cas dopotutto, o chissà,
magari è soltanto stato fatto fuori. La buona notizia è che Cas non pare averci
messi in cima alla sua lista delle cose da fare,” concluse con un sorriso di
amaro sarcasmo.
Sam si alzò, all’inizio muovendosi con cautela. Nelle ultime ore, le sue
gambe non si erano dimostrate esattamente qualcosa su cui fare affidamento.
“Perciò ora... cosa facciamo?” chiese.
Dean abbassò lo sguardo, restando in silenzio per un attimo.
“Quello che possiamo,” rispose infine. “Bobby cercherà un modo per
fermare Cas. Io sono andato a recuperare la mia piccola, e la rimetterò in
sesto.” Sollevò un pallido sorriso su di lui, avvicinandosi e dandogli un
affettuoso colpetto su un braccio. “Tu cerca di continuare a reggerti in
piedi,” mormorò.
Non aggiunse altro, avviandosi verso il frigo. Prese una birra e mosse un
passo verso la porta, ma prima di raggiungerla si voltò ancora verso il
fratello minore.
“Vado fuori a lavorare sulla macchina,” disse. “Vieni ad aiutarmi?”
“Okay,” rispose l’altro. Dean annuì e uscì.
Sam prese un lungo respiro. Il fuoco e il dolore sembravano davvero
essere scomparsi. Era cosciente, lucido, stava bene. Aveva quasi paura a pensarlo,
ma forse il peggio era passato sul serio. Si diresse verso la porta,
arrestandosi di colpo quando gli parve di avvertire una presenza alle proprie
spalle. Si voltò verso la stanza vuota. Per un attimo, la sensazione di un
leggerissimo capogiro lo colse, ma l’istante dopo era svanita. Fissò la stanza
ancora per qualche secondo, prima di decidersi a voltarsi e uscire. Doveva
averlo solo immaginato.
* * *
Si sentiva debole, e pesante.
Avvertiva un sordo ronzio, che copriva... qualcosa. Una voce, delle
grida.
Dean che implorava suo fratello di lottare, di non abbandonarlo? No, non
era lui, eppure la disperazione sembrava la stessa.
Provò a sollevare le palpebre, ma erano come macigni.
“Coraggio, Michael, puoi farcela!”
… Helel?
“Apri gli occhi, ti prego,” supplicò, e una mano si strinse sul suo
collo.
Una parte di lui voleva obbedirgli, disposta a tutto pur di lenire
l’angoscia del minore; un’altra invece non gli chiedeva che di lasciarsi
andare, di abbandonarsi alla stanchezza e scivolare nell’oblio.
Avrebbe ascoltato la seconda, lo sapeva, ma non gliene fu lasciata
occasione. Le gelide labbra di Lucifer si posarono sulle sue, costringendole a
schiudersi e respirando dentro di lui aria che sapeva di brina. “Apri gli
occhi,” sussurrò ancora, e Michael lo fece. Ad accoglierlo, il sorriso tremante
di suo fratello.
“Ti avevo detto di non guarirla,” ribatté il Principe dei Serafini,
sfiorandogli la guancia.
La mano dell’altro si chiuse sulla sua, il sorriso che faceva posto a una
smorfia maliziosa. “Deve essersi proprio fritto qualcosa lì dentro,” disse con
affetto, liberandogli la fronte dai lunghi capelli. “Non mi hai mai ferito,
Michael. Se hai problemi coi paradossi temporali, possiamo guardare qualche
episodio di Doctor Who, senza bisogno
di scomodare Einstein.”
Il primo scosse la testa, lo stordimento tuttora evidente sul suo viso.
“Hai ragione,” concesse, imbronciato. “È che… questo posto è sempre stato così
asfissiante?”
“Ti ci devi solo riabituare,” mormorò, lo sguardo altrove.
Il maggiore percepì immediatamente il cambiamento nel suo tono e nella
sua aura. “Cosa c’è?” domandò, ma la Stella del Mattino restò in silenzio.
“Cosa?” ripeté allora, le dita che catturavano il volto dell’altro.
“Perché?” chiese. “Perché sei tornato?”
Michael si ritrasse, allontanato non dalle parole di Lucifer, ma
dall’assoluta vulnerabilità che gli leggeva negli occhi. Sarebbe bastato così
poco a distruggerlo. A distruggerli.
“Sai chi c’era dietro tutta questa storia?” lo
incalzò, a sua volta. “Andiamo, non è difficile. Si tratta di una tua vecchia
conoscenza, fratellino.” Si avvicinò nuovamente, le labbra che si muovevano
contro quelle dell’altro. “Death,” soffiò, quasi con rabbia. “Ho dovuto
minacciare quel figlio di puttana con la sua stessa falce, per fargli rimettere
ogni cosa al suo posto…” Lucifer aprì la bocca per protestare, ma Michael
glielo impedì, serrandola col palmo della sua mano. “E,” proseguì il
Luogotenente di Dio, implacabile “ti giuro che se oserai chiedermi ancora
perché l’ho fatto, ti prenderò a calci nel culo per il resto dell’eternità.”
Lucifer
annuì, le prime lacrime che gli solcavano il viso. “Non hai neppure provato a
convincerlo con le buone?” domandò, gli angoli della bocca che si sollevavano
appena.
Michael
sorrise. “Sai che i discorsi non sono il mio forte.”
Suo fratello si strinse nelle spalle. “Questo perché sono sempre stato io
quello intelligente.”
“Sai,” cominciò il maggiore, intrecciando le dita fra i suoi capelli, “un
giorno dovrai spiegarmi come fai a passare così in fretta da regina del melodramma
a regina delle stronzette.”
E Lucifer rise. “Talento, fratellone. Puro e indiscutibile talento.”
Si avvicinò fino a posarsi contro di lui, le loro ali che dolcemente si
sfioravano fino a comporre un armonioso abbraccio attorno ai due corpi uniti:
un languido disegno di grazia, ribelle e stremata e pura. Le braccia di Michael
accolsero il minore, il sorriso che ancora non abbandonava le sue labbra. Per
la prima volta dall’inizio dei tempi, nessuna volontà superiore aveva governato
le sue azioni. Nella più oscura profondità degli Inferi, tra le pareti
soffocanti che lo avrebbero imprigionato per l’eternità, Michael strinse
Lucifer a sé. E si sentì libero.
~Fine
Note:
Sì, sappiamo
che fate fatica a crederci, ma questa storia è finalmente giunta all’epilogo. E
che epilogo, eh? Alzi la mano chi non si aspettava nient’altro che un finale di
cruda disperazione e ora non crede più in niente XD
Be’, che dire? Lasciatevi solo abbracciare e sbaciucchiare
ringraziare un’ultima volta. Grazie, grazie a tutte quelle che c’hanno seguite
in questi mesi, nonostante la nostra tutt’altro che encomiabile costanza.
E ora veniamo ai ringraziamenti nominali, perché ci sono quattro
personcine che dobbiamo abbracciare e sbaciucchiare ringraziare per
bene.
Thinias, è arrivata verso la fine,
ma i suoi commenti sono fenomenali e ogni volta che li leggiamo non possiamo
che pensare “questa ragazza ha capito tutto”. Davvero, c’hai fatto sentire
delle gran fighe! ♥
France, che nonostante i mille impegni
trova sempre il tempo per leggere e fangirlare! ♥
Cento per Cento, nessun commento è più lo
stesso da quando conosciamo la tua faccina: non smettere mai di lasciarcela. ♥
E
ora veniamo alla nostra Amata, che
stringe fra le sue wincestosissime dita l’autografo
di questa fic. Ti chiederemmo come ci si sente con un
tale inestimabile tesoro in proprio possesso, ma lo sappiamo già, perché abbiamo
una fan come te. Grazie per il tuo entusiasmo e la tua passione, il tuo affetto
e la tua… pubblicità! ♥
Allora,
alla prossima storia, ragazzuole, e ricordate: we solemnly swear
we’re up to no good! ^^