Freddo, bagnato, silenzio.
Tutto qui, nient'altro.
Ero in un sogno, o forse due.
Un qualcosa che mi aveva preso per la caviglia e mi trascinava giù, giù sempre più giù.
Era un lago, ne sono sicura; faceva freddo e ho sempre avuto paura dei laghi, ci sono mostri, relitti o cose sconosciute lì sotto.
E poi quella cosa mi portava proprio lì sotto, non ci vedevo, era tutto nero.
Nero, buio, niente ossigeno e sospesa nell'acqua; eravamo fermi lì e i miei vestiti si erano fatti pesanti, pesantissimi.
Una conchiglia aperta, all'interno una regina vestita di nero, sguardo cattivo e familiare.
Una voce, mia madre mi sveglia urlando: avevo svegliato mia sorella col mio incubo.
L'inizio della solita giornata all'insegna della cattiveria e della severità.
Ah e stamattina mia madre mi ha cacciata di casa, non le ho dato il buongiorno per la fretta.
Mi ha cacciata. “Và da tuo padre, vacci e non tornare.”, ecco le sue parole mattutine.
Tornerò (?)