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Autore: LenahSalvatore    12/05/2012    0 recensioni
Mi sentii una fuggiasca quale che ero, mi sentii strana, non sapevo se era benessere o malessere ma sapevo che non ero più come prima, in un solo giorno ero passata dalla dolce Elizabeth Anne Windsor Seconda alla cattiva Elizabeth Anne Windsor Seconda e adesso ero solo Elizabeth, non mi sentivo più appartenente a quel castello perché lo avevo abbandonato per la mia libertà.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò e mi ritrovai a osservare dentro un lago nero di puri sentimenti, quando riuscii a distogliere e ad abbassare lo sguardo come si addiceva ad una ragazza di corte della mia età capii che quel lago che avevo osservato erano i suoi occhi, mi ritrovai curiosa di sbirciare il suo viso, mia madre mi vide allungare l’occhio su Lorn e mi guardò in cagnesco, ciò non fece altro che farmi assalire dalla rabbia e alzai gli occhi fronteggiando lo sguardo di Lorn, vidi il suo viso colorarsi leggermente di rosso alla mia sfida, ma non distolse lo sguardo. Aveva i capelli lunghi secondo la moda del momento, mossi e neri come gli occhi, la pelle candida come ogni persona in quel paese d’Inghilterra, le labbra erano più rosee delle mie e la carnagione malgrado pallida era comunque più scura della mia che sembrava il candore della morte più che un pallido bianco, i vestiti erano quelli di un nobile elegante e ben fatti, la cosa che mi colpì più del suo volto erano gli zigomi pronunciati, la fossetta del mento e la spigolosità del viso, era chiaro che era più grande di me forse anche di tre o quattro anni: Lorn- E di grazia come s’intitolava la canzone che stavate così amabilmente suonando al piano? Io- Si deus pro nobis, è una delle mie preferite! Lorn- Oh anche una delle mie! I miei genitori non ci lasciarono conversare ancora a lungo e non ci lasciarono mai perché non era proprio di una del mio rango, anzi di nessuna damigella, restare sola con un uomo prima che questi fossero sposati o comunque non potevano restare soli, anzi non ci lasciarono proprio conversare, mia madre mi si avvicinò e dopo una pacca come a sfogare la sua frustrazione su di me invitò gentilmente Lorn a uscire dalla sala. Appena fui sicura che Lorn era fuori corsi alla finestra che dava sul vialetto principale dove c’era la carrozza di Lorn che aspettava, vidi la sua splendida figura avvolta dal mantello scuro e poi lo vidi girarsi verso le finestre come a cercarmi e infatti mi trovò, mi sorrise e io rimasi accecata da quel sorriso, sorrisi anche io e poi arrossii, abbassai lo sguardo subito perché mai una signorina avrebbe alzato lo sguardo e affrontato quello di un ragazzo, mi misi l’indice davanti alla bocca per fargli capire di tacere e di mantenere il mio segreto, lui annuii. Vidi che si girò e salì sulla carrozza maestosa e trainata da cavalli bianchi, vidi la carrozza allontanarsi sul vialetto di casa mia e mi sentii triste, era il primo contatto umano che avevo al di fuori dei servi e della mia famiglia da quando ne avevo ricordo, era la prima persona con cui parlavo, la prima con cui combattevo se così si poteva chiamare la discussione di poco prima con mia madre. Camminai lentamente verso la sala della musica, volevo sentire ancora il suo profumo invadermi e ridestare i miei piaceri sopiti, quel dolce profumo che mi inebriava e mi faceva venire in mente il suo viso, mi faceva sognare e per la prima volta le mie illusioni cambiarono, il mio oblio divenne lui perché era il mio unico contatto con la realtà, il mio sogno a occhi aperti, quando arrivai alla sala della musica non c’era più il profumo ma mi sembrava di vedere l’aura immaginaria di lui vicino al piano. Mi avvicinai alla sua aura e cercai di prenderla, era un momento totalmente assurdo, se qualcuno fosse entrato avrebbe visto me prendere una mano immaginaria e ballare su note inesistenti, perché fu quello che feci, presi la mano immaginaria e ballai come se lui fosse veramente lì, non mi stancai subito ma dopo due danze mi venne in mente che volevo una prova di lui, un ricordo vivido che potevo vedere senza scrutare nella mia mente, corsi velocemente al piano di sotto dalla mia serva personale, era una ragazza minuta e della mia età, il mio opposto, completamente scura e vestita di stracci: Io- Ehm Isadora mi faresti un piacere? Isadora- Certo padrona! Io- Chiamami un pittore e digli di correre qui, non deve saperlo nessuno e tu resterai in camera così da non sembrare una affare malvagio, portalo nella sala degli ospiti e assicurati che sia chiusa a chiave, io aspetterò lì! Isadora- Naturalmente mia padrona! La vidi correre fuori verso il portone che io non avevo mai varcato, era un affare che volevo svolgere di persona ma non potevo, la cosa più strana era che io avevo un enorme voglia di uscire, varcare quel portone e sentire l’aria cullarmi ma avevo anche paura di quello che avrei trovato, andai nella stanza degli ospiti, un amabile salottino posto vicino all’ingresso, un salotto con poltrone morbide e di un color nero che sembrava le piume dei corvi sugli alberi, un’ampia libreria e un tavolino centrale con i fiori messi in modo che l’enorme finestra facesse filtrare i raggi del sole proprio su di essa. Aspettai in quella sala per una buona mezz’oretta ma appena sentii i passi affrettati della mia serva e di un’altra persona mi tranquillizzai, la porta si aprì e subito un uomo dall’aspetto stravagante e dai capelli d’argento si sedette sul divano e mi guardò: Uomo- Mi presento, sono Aloiso Seroldonus pittore del paese! Io- Salve io sono Elizabeth Anne Windsor Seconda principessa del paese e bisognosa dei vostri servigi! Aloiso- Sono al vostro servizio Miss! Io- Bene, se non è troppo disturbo Sir la pregherei di andare a casa Mansen e la pregherei di fare un dipinto a Sir Lorn e poi dovete portarmelo qui, questa notte due ore dopo il tramonto la mia serva vi aspetterà sul retro della casa e voi le darete il quadro che io vi pagherò solo alla consegna effettuata è tutto chiaro? Isadora- Miss scusi se mi intrometto ma se il quadro lo metterete da qualche parte lo vedranno! Io- Per questo motivo lo metterò in camera mia e voi sarete l’unica oltre a me ad entrarci! Aloiso- Se posso permettermi Miss, ma perché volete quel quadro? Io- Non potete permettervi e ora andate avete un lavoro da fare! Aloiso- Certamente Miss, con il vostro permesso! Isadora- Miss con il vostro permesso andrei anche io! Io- Certamente Isadora andate pure tra poco andate in camera mia e troverete un sacchetto d’oro sotto il letto, è per il quadro! Isadora- Certo Miss! Uscirono tutti dalla stanza, ero di nuovo sola ma ormai era una mia condizione talmente frequente che non ci facevo nemmeno caso, era la cosa più normale per me, la mia segretezza era stata celata, nessuno avrebbe mai saputo niente di me fino a tempo debito e ciò la mia uscita di nascosto da quella casa, avevo progettato tutto ma volevo anche avere una prova di lui, di Lorn Mansen. Mi alzai e andai in camera mia, dovevo preparare il denaro per il quadro, naturalmente avevo una piccola scorta nascosta per ogni evenienza, per transizioni che richiedevano denaro ma non potevo chiederlo ai miei, entrai nella mia enorme stanza e misi una mano nella tasca interna di uno dei vestiti di quando ero più piccola, li volevo ancora tenere non solo come nascondiglio ma anche per ricordo, presi fuori l’occorrente per un quadro più una mancia abbastanza adeguata per il pittore. Presi anche un piccolo sacchetto per neutralizzare almeno in parte il debole rumore delle monete d’argento che tintinnavano, misi il sacchetto sotto il letto e poi rimasi a fissare la parete con i quadri di mio padre, dovevo scegliere il quadro da togliere per mettere quello di Lorn, non sapevo la grandezza del quadro ma non volevo farmi trovare impreparata, ci avremmo pensato io e Isadora. Guardai sconsolata quella parete piena di quadri che solo qualche ora prima mi davano tanta felicità, mi davano tante illusioni e tanta allegria, ora erano solo quadri di ornamento su un muro di una stanza, erano dipinti di posti esotici e favolosi si ma a me ormai non davano alcun effetto, la mia mente ora volava verso Lorn, era assurdo come quel ragazzo mi avesse fatto assaporare la libertà e il proibito così rapidamente e così intensamente, mi aveva fatto alzare lo sguardo, mi aveva fatto controbattere contro mia madre, mi aveva fatto desiderare di vederlo ancora. Mi aveva fatto fare un’azione disdicevole per sentire la sua presenza sempre, mi aveva fatto vivere il fuori con un solo sguardo come nessun quadro mi aveva mai fatto vedere, il suo profumo mi aveva fatto pensare a tutte quelle persone là fuori che vivevano le loro vite e andavano ai balli, andavano a prendere i vestiti, litigavano, si sposavano all’aperto, vedevano giocare i bambini, toccavano la mano del loro marito e quando erano soli toccavano le labbra del loro marito. La mia solitudine mi aveva fatto desiderare la fuga ma questa era praticamente impossibile perché in tutto il castello c’erano serve e domestici che mi controllavano, il mio piano per la mia uscita prevedeva non una uscita vera e propria ma una uscita allo scoperto, volevo che il mondo mi vedesse e volevo vedere il mondo, avevo deciso di chiedere ai miei genitori una festa per il mio diciassettesimo compleanno che ormai era di lì a tre giorni, camminai finalmente con una missione e con una metà.
  
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