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Autore: Carlos Olivera    12/05/2012    2 recensioni
Una fanfiction ispirata ad un sogno.
Questa storia inizia in un momento particolare. Inizia alla fine. Il cattivo di turno sta per essere sconfitto, e tutto sta per tornare alla normalità.
O meglio, quasi tutto.
Infatti, proprio quando credevano che tutto fosse finito, Yugi e il suo gruppo si troveranno costretti a sostenere la loro prova più importante, che li vedrà mettere in discussione e alla prova la cosa che credevano più forte di ogni altra, e che si troveranno a dover proteggere e preservare: il loro legame.
Una fiction molto breve, di soli tre capitoli, ma che spero vi piacerà.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atemu, Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Tea Gardner/Anzu Mazaki, Tristan Taylor/Hiroto Honda, Yuugi Mouto
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2

 

 

I quattro ragazzi restarono ammutoliti, con gli sguardi pietrificati e le bocche socchiuse.

Anzu, che pur tante volte aveva fatto forza al resto del gruppo con la sua perseveranza ed ottimismo, non riusciva a smettere di piangere; Jounouchi si mordeva le labbra di rabbia e avrebbe voluto prendere a pugni il muro; Honda sentiva di stare per svenire; Yugi guardava Atem senza dire niente, mentre il faraone seguitava a tenere lo sguardo basso.

«Noi… noi siamo morti!?» ripeté il ragazzino

«È così.» rispose Atem con un filo di voce «Mi dispiace.»

«Non lo accetto!» gridò Jounouchi «Non lo posso accettare! Mi rifiuto di pensare una cosa del genere! Voglio dire, io sono qui! Io sono io! Se è vero che sono morto, perché sono ancora qui?»

«Jounouchi ha ragione!» replicò Honda, quasi a cercare di ingannare lo stesso «Come possiamo essere ancora qui, se davvero siamo morti? Non dovremmo essere puro spirito, globi di luce, figure mezze trasparenti o cose simili?»

«Chi ti dice che non lo siamo?» replicò Anzu singhiozzando per il pianto.

Di nuovo, Atem chinò la testa.

«Mi dispiace, amici. Ma la verità è questa».

A quel punto Jounouchi non ci vide più, e corso verso quello che per tanto tempo era stato il suo migliore amico gli assestò un pugno allo zigomo che lo buttò a terra. Atem non reagì, perché sapeva di meritare un trattamento simile, restando impassibile anche quando il ragazzo lo sollevò di peso da terra.

«È tutto qui quello che riesci a dire?»

«Mi dispiace…»

«Dire mi dispiace non basta! Abbiamo fatto così tanto per aiutarti, per aiutare questo mondo maledetto, e il risultato qual è? Che siamo morti!»

«Jounouchi, adesso calmati!» disse Yugi tentando di allontanarlo «Non capisci, lui non ha colpa. Ha perfino tentato di salvarci».

Alla fine, più per angoscia e rassegnazione che per altro, Jounouchi mollò la presa, cadendo a sua volta in ginocchio come Anzu e prendendo a battere i pugni a terra urlando con tutta la sua voce.

«Quello che ha detto Jounouchi, però, in parte è vero.» disse Atem «Se non fosse stato per causa mia, molto probabilmente questo non sarebbe successo.»

«Non devi dire così.» rispose Yugi «Tu hai fatto molto per noi.»

«Ma non abbastanza.  La verità è che in tutti questi anni vi ho sempre messo in pericolo. In qualche modo, la vostra forza ed il vostro spirito di gruppo vi hanno sempre permesso di uscire dai guai nei quali io vi cacciavo contro la vostra volontà.

Questa volta, invece, la fortuna ci ha abbandonati tutti, e la colpa di quello che vi è accaduto è da reputare solo in parte alla follia di Seth. Sono stato io a chiedere il vostro aiuto per combatterlo, così come sono stato io a mettervi in pericolo più e più volte nel corso di questi ultimi anni».

Atem fece una pausa; non ce la faceva più a continuare.

Stavolta fu Yugi a guardare in basso.

«E adesso…» disse Anzu «Adesso cosa ci succederà?»

«Normalmente...» proseguì allora il faraone «Quando un’anima abbandona la sua vita terrena, passa semplicemente alla successiva, incarnandosi in un nuovo corpo.

Forse ve l’ho già spiegato, ma il mondo terreno degli uomini è composto da migliaia e migliaia di dimensioni, ognuna con milioni di mondi. E purtroppo, neppure gli dèi hanno la possibilità di interferire in questo ciclo, che avviene in modo del tutto casuale».

Un nuovo dubbio, a quel punto, si insinuò nelle menti dei quattro ragazzi.

«Che cosa stai dicendo!?» disse Honda «Che potremmo finire agli angoli opposti del creato!?».

Atem non rispose; almeno, non a parole. I suoi occhi parlavano per lui.

«E così, dopo averci ucciso» disse Jounouchi, che non riusciva più a contenere la sua rabbia «Ora vuoi anche separarci».

Il solo pensiero bastava a far gelare il sangue di Anzu, quasi quanto quello dato dalla consapevolezza di essere morta.

Il loro legale era la loro forza; lo avevano coltivato e portato avanti un poco per volta, fino a renderlo talmente forte e indissolubile da renderli un solo destino fin all’ultimo, fin oltre il confine ultimo dell’esistenza.

Ma ora, quel legame stava per essere reciso; Anzu, così come gli altri suoi amici, sapeva che sicuramente nella sua nuova vita non avrebbe avuto memorie di quella precedente, e quindi neanche di quel legame, ma in qualche modo era sicura che nonostante ciò avrebbe percepito una sorta di vuoto dentro di sé, un vuoto che a nessuno di loro sarebbe mai stato possibile colmare.

«Io vi ho chiesto tanto nel periodo in cui sono stato con voi.» disse Atem ritrovando il vigore e la determinazione di sempre «Che sia dannato se non salderò il mio debito».

A quelle parole, Yugi e gli altri sembrarono ritrovare la speranza.

«Puoi riportarci in vita!?» disse Honda

«No.» rispose Atem «Ma posso preservare il vostro legame nella prossima».

Non era molto, ma viste le circostanze ci si poteva anche accontentare.

In quel momento, per qualche istante, i pensieri di tutti andarono ai propri cari, rimasti dall’altra parte, straziati da un dolore che niente avrebbe potuto sanare, e che loro, volenti o no, probabilmente non avrebbero visto mai più.

«È stata una vera sfida.» proseguì il faraone «Usando l’energia che Seth aveva infuso nel suo portale, siamo riusciti a raccogliere le vostre anime prima che si perdessero e a convogliarle qui, in questa dimensione di passaggio. La stessa energia ci permetterà anche di influire sul normale scorrere dell’esistenza, facendo sì di poter stabilire una rinascita condivisa.»

«Dunque, rinasceremo insieme?» disse Yugi cercando di vedere il lato positivo «Nello stesso mondo, e nella stessa dimensione?»

«Forse.» rispose Atem quasi con freddezza «Sta a voi.»

«Che vuoi dire?» chiese Anzu

«Voi dovete capire. Si tratta di un evento particolare. Stiamo parlando di andare contro ad una legge universale stabilita all’alba dei tempi.

Neppure gli dèi possono concedere un simile privilegio con tanta leggerezza, e certo non a tutti. Bisogna dimostrare di meritarlo.

È per questo che vi trovate qui.»

«Quindi…» disse Yugi «Cosa dovremmo fare? Superare una prova?»

«Precisamente. Questo che  vedete, come vi ho già spiegato, è un mondo di passaggio, al quale pochi hanno accesso. Esso è collegato direttamente al Tempio della Vita, dove transitano tutte le anime in attesa di passare da un’esistenza alla successiva.

Arrivate laggiù, e avrete superato la prova.»

«Detta così sembra un po’ troppo facile.» osservò Jounouchi tornando in parte quello di sempre «Sento che c’è un ma in arrivo.»

«Il ma è che non sarà un’impresa facile. Vi aspetta un viaggio lungo e difficile, attraverso i sentieri più pericolosi dell’oltretomba.

Oltretutto, voi siete anime particolari. In voi, rispetto che negli altri, alberga ancora una scintilla di vita. Quella scintilla per voi è della massima importanza.

È grazie ad essa che potrete rinascere insieme. Per questo, dovrete proteggerla a qualsiasi costo. Se doveste perderla, sareste risucchiati nel ciclo senza fine, tornando ad essere anime come tutte le altre.

E inoltre…»

«E inoltre?» ripeté annoiato Honda «Che altro c’è?»

«Quella scintilla sarà un’esca irresistibile per gli spiriti che abitano questo mondo, e che si nutrono della vita altrui per preservare la propria.»

«Con spiriti, intendi forse i ka presenti anche nelle carte?» chiese Yugi

«Esatto. Alcune di quelle creature, quelle piene di odio ed energia infernale, una volta giunte in questo posto vi rimangono intrappolate. Di solito non sono pericolose, ma la vostra scintilla li attirerà.»

«E spiegaci un po’.» disse di nuovo Jounouchi «Come pensi che possiamo difenderci da questi mangia – anime?»

«Grazie ai Dia Dhank. Potrete servirvene per liberare i vostri ka

«I… nostri ka!?» ripeté Anzu

«Come sicuramente già sapere, tutti noi possediamo un ka, una parte del nostro spirito che possiamo esternare e comandare a piacimento. Grazie ai Dia Dhank, potrete portare allo scoperto il ka che alberga dentro di voi, e usarlo come se fosse un mostro per difendervi dagli spiriti che tenteranno di aggredirvi.»

«Una cosetta di tutto riposo, quindi.» commentò sarcastico Jounouchi «Attraversare l’oltretomba, combattere mostri e fantasmi, e poi rinascere tutti insieme appassionatamente. Davvero una robetta.»

«Non prendetela alla leggera.

Non sarà per niente facile. L’oltretomba è strutturato in diversi mondi ultraterreni comunicanti tra loro, e pieni di pericoli. Le anime normali sono protette da questi pericoli dall’intercessione divina, ma è ovvio che questa protezione voi non ce l’avete.

Superando gli ostacoli che affronterete, dimostrerete di avere le qualità indispensabili a giustificare questa trasgressione alle regole celesti necessaria a farvi rinascere insieme. Non è escluso che anche gli stessi dèi decidano di mettervi alla prova, quindi fate la massima attenzione».

Dal nulla comparve una specie di antico rotolo, che ad un comando del faraone si posò lentamente tra le mani di Yugi.

«Quella è una copia dell’antico Libro dei Morti. Vi farà da guida attraverso i vari mondi dell’Oltretomba in cui capiterete».

Poi, di colpo, Atem si bloccò, abbassando gli occhi per l’ennesima volta.

«Che succede, faraone?» chiese Yugi

«Purtroppo, non è tutto. C’è anche dell’altro.»

«Ancora!?» disse Honda «E adesso che altro c’è!?»

«Come vi ho spiegato, voi siete giunti qui, e in queste circostanze, grazie all’energia sprigionata da Seth nel tentativo di aprire il suo portale tra il mondo dei vivi e l’Inferno, energia che gli dèi hanno usato a loro vantaggio, e che servirà anche a farvi rinascere insieme».

Atem si bloccò un momento, poi, fattosi forza, proseguì.

«Tuttavia, quell’energia non è sufficiente per tutti e quattro».

Di colpo, fu come se un vento gelido si fosse diffuso nella stanza, soffiando impietoso e congelando ancora una volta le espressioni ed i pensieri dei quattro ragazzi.

«Che… che vuoi dire con questo?» domandò Anzu come se non volesse conoscere la risposta

«Anche nel caso in cui riusciste a superare tutti e quattro la prova.» disse Atem dopo un momento «Solo tre di voi riusciranno a rinascere nello stesso mondo. L’altro, in ogni caso, dovrà adeguarsi al normale corso della rinascita».

Yugi e gli altri spalancarono gli occhi, attoniti e sgomenti.

Allora, non era così idilliaco e degno di speranza come sembrava.

Comunque fosse andata, quindi, il loro legame non sarebbe riuscito a sopravvivere. O almeno, non del tutto; qualcuno di loro lo avrebbe visto spezzarsi.

«Ma non è possibile!» esclamò Jounouchi «Non potete darci una speranza, e poi dirci una cosa del genere!»

«Mi dispiace, amico mio. Davvero. Ma questo è il massimo che possiamo fare».

Jounouchi fece quasi per avventarsi nuovamente sul faraone, ma Yugi lo trattenne.

«Non scaldarti, Jounouchi. Lui non può farci niente, e neanche noi!»

«Che senso ha fare tutto questo, se poi non potremo comunque stare tutti e quattro insieme!?»

«Ma tre di noi potranno! Sempre meglio di niente, non pensi?»

«E per chi resterà escluso, che cosa mi dici?»

«Non preoccuparti, quello sarò io!»

«Non scherzare!» disse Anzu, di nuovo in preda alle lacrime «Non puoi chiederci di lasciarti!»

«Sono d’accordo con lei.» disse Honda «Perché devi essere tu e non uno di noi?»

«Per ora.» intervenne Atem interrompendo la discussione «Limitatevi a fare del vostro meglio per portare a termine la prova. Dopotutto, non è detto che ci riuscirete tutti. Quando sarà il momento, deciderete e si deciderà il vostro destino».

A quel punto, Atem iniziò a scomparire.

«Faraone, aspetta!» disse Yugi protendendo il braccio verso di lui

«Io quello che potevo fare l’ho fatto, amici miei.» disse Atem mentre svaniva «Il resto è nelle vostre mani. Io vi aspetterò al Tempio della Vita.

Buona fortuna!».

Yugi e gli altri si ritrovarono così da soli, in quell’immenso edificio ultraterreno, ed in una situazione nella quale non avrebbero mai pensato di potersi venire a trovare.

Avevano affrontato così tante prove nella vita, e ora gli veniva chiesto di superarne una anche nella morte, pur sapendo fin dall’inizio che uno di loro era destinato a fallire.

Nei loro cuori, se un cuore lo avevano ancora, si agitavano sentimenti contrastanti.

Da una parte erano sollevati dal sapere che davanti a loro si profilava un nuovo inizio, una nuova vita, ma dall’altra non potevano non essere tristi per quello che avevano lasciato indietro, e che mai più avrebbero ritrovato.

Era una situazione strana, per certi versi ironica, come un sogno dal quale si aspetta solo di risvegliarsi.

Anzu non riusciva a smettere di piangere, e ripensava a quanto la sua vita fosse stata breve, e a quante cose che avrebbe voluto fare e che invece aveva lasciate incompiute.

«Non è il momento delle lacrime.» disse sprezzante Jounouchi

«Come fai ad essere così impassibile!?» replicò Honda arrabbiato «Ma ti rendi conto o no in che situazione siamo!? Siamo morti!»

«E allora? Piangere e disperarsi ci farà forse tornare in vita?»

«Jounouchi ha ragione.» disse Yugi guardando il suo Dia Dhank «Come ha detto Atem, non c’è modo di tornare indietro.

Possiamo solo andare avanti.»

«Sono d’accordo.» disse Jounouchi «Vivo o morto, io non smetterò mai di battermi e combattere. Questa era la mia filosofia di vita, e sarà anche la mia filosofia di morte, se così deve essere».

Di fronte a quel coraggio, anche Anzu sentì tornare il proprio; alzati gli occhi, vide il volto sorridente di Yugi che gli protendeva la mano.

«Non temere, Anzu. Noi ce la faremo».

La ragazza sorrise, asciugandosi un momento le lacrime, quindi raccolse quella mano e si rimise a sua volta in piedi.

«Hai ragione. Ne abbiamo superate tante nella vita, supereremo anche questa.»

«Noi faremo quello che abbiamo sempre fatto.» disse Honda ritrovando anche lui la speranza «Andremo avanti e combatteremo. Poi, succeda quel che succeda. Ma almeno, ce l’avremo messa tutta.»

«Ben detto!» disse Jounouchi.

A quel punto, non c’era più tempo per domande e rimpianti. Quello era il tempo dei fatti. Quindi, dopo essersi guardati l’uno con l’altro per qualche momento, i quattro amici presero a camminare verso il nulla, verso l’interminabile oscurità che avevano davanti a loro.

Dopo tante prove terrene, era giunto il momento anche per una prova ultraterrena. E l’avrebbero superata.

 

 

Nota dell’Autore

Eccomi qua!^_^

Lo so, avevo detto che sarebbe stata una storia di tre capitoli.

Il fatto è che, mentre scrivevo, era impossibile che fosse così; almeno, non senza scrivere capitoli di quindici pagine ognuno, cosa che avrebbe irrimediabilmente fatto scappare quasi tutti i miei lettori.

Così, ho deciso di spendere questo breve capitolo per spiegare le “regole del gioco”, se così vogliamo chiamarle. Il prossimo, che forse sarà diviso in due parti, racconterà l’avventura vera e propria, poi ci sarà il finale e per ultimo un breve epilogo.

Il tutto, spero, nel più breve tempo possibile.

Grazie ai miei recensori; sono felice che la storia vi sia piaciuta così tanto!^_^

E su consiglio di Tayr, ho anche cambiato i nomi mettendo quelli originali. Appena avrò un momento, farò la stessa cosa anche con il primo capitolo.

A presto!^_^

Carlos Olivera

  
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