2
I
quattro ragazzi restarono ammutoliti, con gli sguardi pietrificati e le bocche
socchiuse.
Anzu, che pur
tante volte aveva fatto forza al resto del gruppo con la sua perseveranza ed
ottimismo, non riusciva a smettere di piangere; Jounouchi
si mordeva le labbra di rabbia e avrebbe voluto prendere a pugni il muro; Honda
sentiva di stare per svenire; Yugi guardava Atem senza dire niente, mentre il faraone seguitava a
tenere lo sguardo basso.
«Noi… noi siamo
morti!?» ripeté il ragazzino
«È così.» rispose Atem
con un filo di voce «Mi dispiace.»
«Non lo accetto!» gridò Jounouchi
«Non lo posso accettare! Mi rifiuto di pensare una cosa del genere! Voglio dire,
io sono qui! Io sono io! Se è vero che sono morto, perché sono ancora qui?»
«Jounouchi ha
ragione!» replicò Honda, quasi a cercare di ingannare lo stesso «Come possiamo
essere ancora qui, se davvero siamo morti? Non dovremmo essere puro spirito,
globi di luce, figure mezze trasparenti o cose simili?»
«Chi ti dice che non lo siamo?» replicò Anzu singhiozzando per il pianto.
Di nuovo, Atem chinò
la testa.
«Mi dispiace, amici. Ma la verità è questa».
A quel punto Jounouchi
non ci vide più, e corso verso quello che per tanto tempo era stato il suo
migliore amico gli assestò un pugno allo zigomo che lo buttò a terra. Atem non reagì, perché sapeva di meritare un trattamento
simile, restando impassibile anche quando il ragazzo lo sollevò di peso da
terra.
«È tutto qui quello che riesci a dire?»
«Mi dispiace…»
«Dire mi dispiace non basta! Abbiamo fatto
così tanto per aiutarti, per aiutare questo mondo maledetto, e il risultato qual
è? Che siamo morti!»
«Jounouchi, adesso
calmati!» disse Yugi tentando di allontanarlo «Non
capisci, lui non ha colpa. Ha perfino tentato di salvarci».
Alla fine, più per angoscia e rassegnazione
che per altro, Jounouchi mollò la presa, cadendo a
sua volta in ginocchio come Anzu e prendendo a
battere i pugni a terra urlando con tutta la sua voce.
«Quello che ha detto Jounouchi,
però, in parte è vero.» disse Atem «Se non fosse
stato per causa mia, molto probabilmente questo non sarebbe successo.»
«Non devi dire così.» rispose Yugi «Tu hai fatto molto per noi.»
«Ma non abbastanza. La verità è che in tutti questi anni vi ho
sempre messo in pericolo. In qualche modo, la vostra forza ed il vostro spirito
di gruppo vi hanno sempre permesso di uscire dai guai nei quali io vi cacciavo
contro la vostra volontà.
Questa volta, invece, la fortuna ci ha
abbandonati tutti, e la colpa di quello che vi è accaduto è da reputare solo in
parte alla follia di Seth. Sono stato io a chiedere il vostro aiuto per
combatterlo, così come sono stato io a mettervi in pericolo più e più volte nel
corso di questi ultimi anni».
Atem fece una
pausa; non ce la faceva più a continuare.
Stavolta fu Yugi a
guardare in basso.
«E adesso…» disse Anzu «Adesso cosa ci succederà?»
«Normalmente...» proseguì allora il faraone
«Quando un’anima abbandona la sua vita terrena, passa semplicemente alla
successiva, incarnandosi in un nuovo corpo.
Forse ve l’ho già spiegato, ma il mondo
terreno degli uomini è composto da migliaia e migliaia di dimensioni, ognuna
con milioni di mondi. E purtroppo, neppure gli dèi hanno la possibilità di
interferire in questo ciclo, che avviene in modo del tutto casuale».
Un nuovo dubbio, a quel punto, si insinuò
nelle menti dei quattro ragazzi.
«Che cosa stai dicendo!?» disse Honda «Che
potremmo finire agli angoli opposti del creato!?».
Atem non
rispose; almeno, non a parole. I suoi occhi parlavano per lui.
«E così, dopo averci ucciso» disse Jounouchi, che non riusciva più a contenere la sua rabbia
«Ora vuoi anche separarci».
Il solo pensiero bastava a far gelare il
sangue di Anzu, quasi quanto quello dato dalla
consapevolezza di essere morta.
Il loro legale era la loro forza; lo avevano
coltivato e portato avanti un poco per volta, fino a renderlo talmente forte e
indissolubile da renderli un solo destino fin all’ultimo, fin oltre il confine
ultimo dell’esistenza.
Ma ora, quel legame stava per essere reciso; Anzu, così come gli altri suoi amici, sapeva che
sicuramente nella sua nuova vita non avrebbe avuto memorie di quella
precedente, e quindi neanche di quel legame, ma in qualche modo era sicura che
nonostante ciò avrebbe percepito una sorta di vuoto dentro di sé, un vuoto che
a nessuno di loro sarebbe mai stato possibile colmare.
«Io vi ho chiesto tanto nel periodo in cui
sono stato con voi.» disse Atem ritrovando il vigore
e la determinazione di sempre «Che sia dannato se non salderò il mio debito».
A quelle parole, Yugi
e gli altri sembrarono ritrovare la speranza.
«Puoi riportarci in vita!?» disse Honda
«No.» rispose Atem
«Ma posso preservare il vostro legame nella prossima».
Non era molto, ma viste le circostanze ci si
poteva anche accontentare.
In quel momento, per qualche istante, i
pensieri di tutti andarono ai propri cari, rimasti dall’altra parte, straziati
da un dolore che niente avrebbe potuto sanare, e che loro, volenti o no, probabilmente
non avrebbero visto mai più.
«È stata una vera sfida.» proseguì il faraone
«Usando l’energia che Seth aveva infuso nel suo portale, siamo riusciti a
raccogliere le vostre anime prima che si perdessero e a convogliarle qui, in
questa dimensione di passaggio. La stessa energia ci permetterà anche di influire
sul normale scorrere dell’esistenza, facendo sì di poter stabilire una
rinascita condivisa.»
«Dunque, rinasceremo insieme?» disse Yugi cercando di vedere il lato positivo «Nello stesso
mondo, e nella stessa dimensione?»
«Forse.» rispose Atem
quasi con freddezza «Sta a voi.»
«Che vuoi dire?» chiese Anzu
«Voi dovete capire. Si tratta di un evento
particolare. Stiamo parlando di andare contro ad una legge universale stabilita
all’alba dei tempi.
Neppure gli dèi possono concedere un simile
privilegio con tanta leggerezza, e certo non a tutti. Bisogna dimostrare di
meritarlo.
È per questo che vi trovate qui.»
«Quindi…» disse Yugi «Cosa dovremmo fare? Superare una prova?»
«Precisamente. Questo che vedete, come vi ho già spiegato, è un mondo
di passaggio, al quale pochi hanno accesso. Esso è collegato direttamente al
Tempio della Vita, dove transitano tutte le anime in attesa di passare da un’esistenza
alla successiva.
Arrivate laggiù, e avrete superato la prova.»
«Detta così sembra un po’ troppo facile.»
osservò Jounouchi tornando in parte quello di sempre
«Sento che c’è un ma in arrivo.»
«Il ma è che non sarà un’impresa facile. Vi aspetta
un viaggio lungo e difficile, attraverso i sentieri più pericolosi dell’oltretomba.
Oltretutto, voi siete anime particolari. In voi,
rispetto che negli altri, alberga ancora una scintilla di vita. Quella
scintilla per voi è della massima importanza.
È grazie ad essa che potrete rinascere
insieme. Per questo, dovrete proteggerla a qualsiasi costo. Se doveste
perderla, sareste risucchiati nel ciclo senza fine, tornando ad essere anime
come tutte le altre.
E inoltre…»
«E inoltre?» ripeté annoiato Honda «Che altro
c’è?»
«Quella scintilla sarà un’esca irresistibile
per gli spiriti che abitano questo mondo, e che si nutrono della vita altrui per
preservare la propria.»
«Con spiriti, intendi forse i ka presenti anche nelle carte?» chiese Yugi
«Esatto. Alcune di quelle creature, quelle
piene di odio ed energia infernale, una volta giunte in questo posto vi
rimangono intrappolate. Di solito non sono pericolose, ma la vostra scintilla
li attirerà.»
«E spiegaci un po’.» disse di nuovo Jounouchi «Come pensi che possiamo difenderci da questi
mangia – anime?»
«Grazie ai Dia Dhank.
Potrete servirvene per liberare i vostri ka.»
«I… nostri ka!?» ripeté Anzu
«Come sicuramente già sapere, tutti noi
possediamo un ka, una parte del nostro spirito che
possiamo esternare e comandare a piacimento. Grazie ai Dia Dhank,
potrete portare allo scoperto il ka che alberga
dentro di voi, e usarlo come se fosse un mostro per difendervi dagli spiriti
che tenteranno di aggredirvi.»
«Una cosetta di tutto riposo, quindi.»
commentò sarcastico Jounouchi «Attraversare l’oltretomba,
combattere mostri e fantasmi, e poi rinascere tutti insieme appassionatamente. Davvero
una robetta.»
«Non prendetela alla leggera.
Non sarà per niente facile. L’oltretomba è
strutturato in diversi mondi ultraterreni comunicanti tra loro, e pieni di
pericoli. Le anime normali sono protette da questi pericoli dall’intercessione
divina, ma è ovvio che questa protezione voi non ce l’avete.
Superando gli ostacoli che affronterete,
dimostrerete di avere le qualità indispensabili a giustificare questa
trasgressione alle regole celesti necessaria a farvi rinascere insieme. Non è
escluso che anche gli stessi dèi decidano di mettervi alla prova, quindi fate
la massima attenzione».
Dal nulla comparve una specie di antico
rotolo, che ad un comando del faraone si posò lentamente tra le mani di Yugi.
«Quella è una copia dell’antico Libro dei
Morti. Vi farà da guida attraverso i vari mondi dell’Oltretomba in cui
capiterete».
Poi, di colpo, Atem
si bloccò, abbassando gli occhi per l’ennesima volta.
«Che succede, faraone?» chiese Yugi
«Purtroppo, non è tutto. C’è anche dell’altro.»
«Ancora!?» disse Honda «E adesso che altro c’è!?»
«Come vi ho spiegato, voi siete giunti qui, e
in queste circostanze, grazie all’energia sprigionata da Seth nel tentativo di
aprire il suo portale tra il mondo dei vivi e l’Inferno, energia che gli dèi
hanno usato a loro vantaggio, e che servirà anche a farvi rinascere insieme».
Atem si bloccò
un momento, poi, fattosi forza, proseguì.
«Tuttavia, quell’energia non è sufficiente per
tutti e quattro».
Di colpo, fu come se un vento gelido si fosse
diffuso nella stanza, soffiando impietoso e congelando ancora una volta le
espressioni ed i pensieri dei quattro ragazzi.
«Che… che vuoi dire
con questo?» domandò Anzu come se non volesse
conoscere la risposta
«Anche nel caso in cui riusciste a superare
tutti e quattro la prova.» disse Atem dopo un momento
«Solo tre di voi riusciranno a rinascere nello stesso mondo. L’altro, in ogni
caso, dovrà adeguarsi al normale corso della rinascita».
Yugi e gli altri
spalancarono gli occhi, attoniti e sgomenti.
Allora, non era così idilliaco e degno di
speranza come sembrava.
Comunque fosse andata, quindi, il loro legame
non sarebbe riuscito a sopravvivere. O almeno, non del tutto; qualcuno di loro
lo avrebbe visto spezzarsi.
«Ma non è possibile!» esclamò Jounouchi «Non potete darci una speranza, e poi dirci una
cosa del genere!»
«Mi dispiace, amico mio. Davvero. Ma questo è
il massimo che possiamo fare».
Jounouchi fece
quasi per avventarsi nuovamente sul faraone, ma Yugi
lo trattenne.
«Non scaldarti, Jounouchi.
Lui non può farci niente, e neanche noi!»
«Che senso ha fare tutto questo, se poi non
potremo comunque stare tutti e quattro insieme!?»
«Ma tre di noi potranno! Sempre meglio di
niente, non pensi?»
«E per chi resterà escluso, che cosa mi dici?»
«Non preoccuparti, quello sarò io!»
«Non scherzare!» disse Anzu,
di nuovo in preda alle lacrime «Non puoi chiederci di lasciarti!»
«Sono d’accordo con lei.» disse Honda «Perché devi
essere tu e non uno di noi?»
«Per ora.» intervenne Atem
interrompendo la discussione «Limitatevi a fare del vostro meglio per portare a
termine la prova. Dopotutto, non è detto che ci riuscirete tutti. Quando sarà
il momento, deciderete e si deciderà il vostro destino».
A quel punto, Atem
iniziò a scomparire.
«Faraone, aspetta!» disse Yugi
protendendo il braccio verso di lui
«Io quello che potevo fare l’ho fatto, amici
miei.» disse Atem mentre svaniva «Il resto è nelle
vostre mani. Io vi aspetterò al Tempio della Vita.
Buona fortuna!».
Yugi e gli
altri si ritrovarono così da soli, in quell’immenso edificio ultraterreno, ed
in una situazione nella quale non avrebbero mai pensato di potersi venire a
trovare.
Avevano affrontato così tante prove nella
vita, e ora gli veniva chiesto di superarne una anche nella morte, pur sapendo
fin dall’inizio che uno di loro era destinato a fallire.
Nei loro cuori, se un cuore lo avevano ancora,
si agitavano sentimenti contrastanti.
Da una parte erano sollevati dal sapere che
davanti a loro si profilava un nuovo inizio, una nuova vita, ma dall’altra non
potevano non essere tristi per quello che avevano lasciato indietro, e che mai
più avrebbero ritrovato.
Era una situazione strana, per certi versi
ironica, come un sogno dal quale si aspetta solo di risvegliarsi.
Anzu non
riusciva a smettere di piangere, e ripensava a quanto la sua vita fosse stata
breve, e a quante cose che avrebbe voluto fare e che invece aveva lasciate
incompiute.
«Non è il momento delle lacrime.» disse
sprezzante Jounouchi
«Come fai ad essere così impassibile!?»
replicò Honda arrabbiato «Ma ti rendi conto o no in che situazione siamo!? Siamo
morti!»
«E allora? Piangere e disperarsi ci farà forse
tornare in vita?»
«Jounouchi ha
ragione.» disse Yugi guardando il suo Dia Dhank «Come ha detto Atem, non c’è
modo di tornare indietro.
Possiamo solo andare avanti.»
«Sono d’accordo.» disse Jounouchi
«Vivo o morto, io non smetterò mai di battermi e combattere. Questa era la mia
filosofia di vita, e sarà anche la mia filosofia di morte, se così deve
essere».
Di fronte a quel coraggio, anche Anzu sentì tornare il proprio; alzati gli occhi, vide il
volto sorridente di Yugi che gli protendeva la mano.
«Non temere, Anzu. Noi
ce la faremo».
La ragazza sorrise, asciugandosi un momento le
lacrime, quindi raccolse quella mano e si rimise a sua volta in piedi.
«Hai ragione. Ne abbiamo superate tante nella
vita, supereremo anche questa.»
«Noi faremo quello che abbiamo sempre fatto.»
disse Honda ritrovando anche lui la speranza «Andremo avanti e combatteremo. Poi,
succeda quel che succeda. Ma almeno, ce l’avremo messa tutta.»
«Ben detto!» disse Jounouchi.
A quel punto, non c’era più tempo per domande
e rimpianti. Quello era il tempo dei fatti. Quindi, dopo essersi guardati l’uno
con l’altro per qualche momento, i quattro amici presero a camminare verso il
nulla, verso l’interminabile oscurità che avevano davanti a loro.
Dopo tante prove terrene, era giunto il
momento anche per una prova ultraterrena. E l’avrebbero superata.
Nota dell’Autore
Eccomi qua!^_^
Lo so, avevo detto che
sarebbe stata una storia di tre capitoli.
Il fatto è che, mentre
scrivevo, era impossibile che fosse così; almeno, non senza scrivere capitoli
di quindici pagine ognuno, cosa che avrebbe irrimediabilmente fatto scappare
quasi tutti i miei lettori.
Così, ho deciso di
spendere questo breve capitolo per spiegare le “regole del gioco”, se così
vogliamo chiamarle. Il prossimo, che forse sarà diviso in due parti, racconterà
l’avventura vera e propria, poi ci sarà il finale e per ultimo un breve
epilogo.
Il tutto, spero, nel
più breve tempo possibile.
Grazie ai miei
recensori; sono felice che la storia vi sia piaciuta così tanto!^_^
E su consiglio di Tayr, ho anche cambiato i nomi mettendo quelli originali.
Appena avrò un momento, farò la stessa cosa anche con il primo capitolo.
A presto!^_^
Carlos Olivera