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Autore: Light and Darkness    03/12/2006    4 recensioni
Il Rakuen ha compiuto il suo volere,fecendo rinascere i quattro lupi che smarriti in un mondo nuovo,cercano di ricordare il loro passato.Ma qualcun'altro è tornato, memore del suo passato cerca ora vendetta e una nuova via per il paradiso.
Genere: Triste, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intorno a me solo oscurità, nulla traspare i miei sensi.Nell'aria solo una melodia, o forse un canto? Poi di colpo la luce, mentre apro gli occhi non posso far a meno di guardare l'uomo che ho di fronte. IL suo occhi sinistro è coperto da una benda da pirata.

Sulle sue labbra c'è una sola parola.

" Rakuen ".

" Rakuen?Ma cosa vuol dire? " gli chiedo, mentre guardo la stanza buia illuminata solo dalla luce della luna piena che entra dalla finestra.L'unica cosa che risalta alla luca candida di quel bagliore è il pelo bianco di Kiba che dorme acciambellato sul letto.Mentre riappoggio la testa sul cuscino, quella parola continua a ritonarmi nella mente.

D'improvviso Luca si sveglio nella stanza buia e silenziosa. Dalla finestra aperta filtrava un sottile alito di vento assieme alla luce lunare. L'aria era calda e le lenzuola del letto del ragazzo erano zuppe di sudore, l'unica cosa visibile nella sala era il pelo bianco di Kiba illuminato dalla luce della luna.

“ Uff... ancora quel sogno, eppure sono tre settimane che lo faccio. Sempre lo stesso incubo, uguale e terribile come sempre.” disse Luca sottovoce per non disturbare il sogno di Kiba.

In realtà il lupo era sveglio, aveva fatto lo stesso incubo anche lui. Sapeva di aver vissuto da sempre con il ragazzo; eppure quel sogno gli riporto avari frammenti di ricordi confusi e dolorosi.

Lentamente il ragazzo appoggiò la testa sul cuscino, e pochi secondi dopo cadde in un sonno profondo.

La mattina seguente il ragazzo si alzò, saluto affettuosamente il suo cane il quale ricambiò con uno sbadiglio e un abbaio. Luca subito dopo si fece una doccia e si preparò la colazione. Dopo che ebbe finito si vesti e si mise la cartella sulle spalle e pochi minuti dopo era in strada sulla via di scuola.

Kiba nel frattempo, l'aveva seguito nelle sembianze umane, non sapeva il perché, ma doveva sapere dove il suo padrone andava ogni mattina da una settimana a questa parte.

All'entrata c'erano tutti i ragazzi in divisa compreso Luca.

“Ehi ! Luca siamo qua!!” urlò una ragazza dai capelli a caschetto bruni. Il ragazzo si voltò e si diresse verso un gruppetto di 3 ragazze, di cui un a era sua cugina.

“Altra notte insonne ?” domando Chiara la ragazza dai capelli bruni sorridendo allegra.

“Non me ne parlare....” bofonchiò.

“ Perché ? Cosa ti è successo ?” domandò Daniela, una ragazza dai capelli neri.

“ Nulla...” mentì Luca, non gli andava di parlare del suo incubo, anche perché nessuno gli avrebbe creduto.

In quell'esatto istante la campanella suonò. Tutti i ragazzi si fiondarono nelle rispettive classi. Tutti presero posto hai propri banchi.

La quarta classe della sezione A dell'istituto Itsamura, era in attesa dell'arrivo del professor Hubb. Non passò molto tempo, che quello arrivò con un vestito bianco.

“ Bene ragazzi.” disse spezzando la frase.

“Ho da presentarvi un nuovo compagno di classe.”poi so girò verso la lavagna e scrisse un nome : Christian Kensuke.

Pochi secondi dopo, entrò un ragazzo dai capelli lunghi e ribelli, dagli occhi color azzurro profondo. Non portava la divisa, bensì era vestito con delle scarpe da ginnastica, dei blu jeans, camicia bianca e un giacca grigio scuro sopra di essa .

“Kensuke, presentati hai tuoi nuovi compagni.” esortò il professore . Ignorando la proposta dell'insegnante si andò a sedere vicino a Luca.

“ Bene... Forza ragazzi iniziamo la giornata.” proseguì Aizawa.

Durante tutto il corso della lezione, Luca non fece altro che chiedersi chi fosse il nuovo arrivato.

“Da dove vieni ? Non ti ho mai visto in questa zona. Ti sei appena trasferito ?” gli domando Luca a bassa voce.

Christian non batté ciglio e non mosse un dito, ne tanto meno disse qualcosa.

“ Mi vuoi rispondere ?” ribatté Luca, nemmeno questo fece parlare Christian.

Poco dopo la campanella suonò e tutti gli studenti uscirono dalle loro classi per fare ricreazione. In pochi secondi il corridoio fu pieno di gente che parlottava tra di loro.

Lungo il corridoio Luca decise di scoprire qualcosa di più su Christian, chiese in giro se qualcuno lo conoscesse o lo avesse mai visto prima di allora.

“ Niente. Nessuno lo conosce ,o sa chi sia. Basta ora vado li e gli dico chiaro e tondo di dirmi qualcosa sul suo conto.” pensò Luca deciso.

Christian se ne stava appoggiato al muro a pensare.

“Maledizione. Io volevo solo scoprire dove Luca andasse ogni mattina non finire dentro un covo di cuccioli umani. eppure neanche io so il perché l'ho seguito.” pensava mentre lasciava cadere la testa sul muro guardando il soffitto.

“Io non sapevo neanche di potermi tramutare in un umano per nascondermi alla loro vista. Sembra che funzioni, ma non mi piace stare in questa forma, però non ho altra scelta che aspettare che finiscano queste cose chiamate lezioni. Eppure sento che c'è un motivo per cui lo seguito, ma non riesco a capacitarmi del perché ?” i pensieri di Kiba erano articolati al massimo contorti in una stretta di pensiero fatti di immagini, sensazioni, istinti.

Luca di improvviso gli si parò davanti.

“Senti per l'ultima volta..... Mi vuoi dire chi sei ?”Luca sentiva che doveva saperlo, qualcosa accomunava lui e Christian, qualcosa di grande, forse troppo grande.

“A te cosa importa ?” ribatte lui.

“Allora sei solo un ragazzetto deficiente.” disse Luca insultandolo.

A Kiba essere considerato un ragazzino umano non piacque, lo scatto di rabbia e di orgoglio che lo pervasero lo fecero saltare addosso a Luca e i due iniziarono a prendersi a botte.

“Luca cosa stai facendo ? Ora te la prendi con i nuovi arrivati ?” gli urlò sua cugina Chiara. Cercando di tenerlo fermo, mentre un altro ragazzo vestito interamente di pelle nera e attillata, cercava di tenere fermo Kiba. Tutti e quattro si guardarono negli occhi facendo passare lo sguardo da uno all'altro.

Altre persone erano venute ad assistere alla scena, anche Daniela e Alix assieme a 2 compagni di classe.

“ Ehi ragazzi finitela !” Alix urlò, i suoi capelli rossi fiammeggiavano come i suoi occhi bruno scuro, Luca rimase un secondo a fissarli.

Aveva sempre provato un debole per lei ma non l'aveva mai rivelato per paura di un rifiuto.

Dopo di che Il silenzio regnò nei corridoi.

“ Cavolo Luca, non ti sai proprio controllare.” lo ammoni Chiara severa.

“Cercavo solo di farlo ambientare, poi se era asociale poteva dirmelo.” ribatté Luca, mentiva, non voleva dire alle sue amiche cosa sentiva dentro la sua testa e nel suo animo, sentiva solo che quel ragazzo e lui erano molto legati. Un legame indissolubile come l'odio o l'amicizia, l'amore o il rancore , la vita e la morte, la realtà e il sogno.

“Allora... fate la pace tutti e due, cosi la facciamo finita.” esclamò con tono deciso sua cugina dando un sguardo minaccioso a Christian.

“Io non mi faccio dare ordini da una cucciola umana come te.” esordi Christian, il suo orgoglio di lupo lo costringeva a reagire a qualsiasi imposizione. Dette queste parole lo sguardo di Chiara diventò rosso di rabbia.

In un lampo, il ragazzo vestito di nero sferrò un grosso pugno sulla guancia di Christian, che lo spostò di diversi passi.

“Matt perché lo hai colpito?” gli domandò Chiara, il ragazzo vestito di nero stava immobile, impassibile.

“Non lo sopporto, e poi non vorrei che tu .....” Matt non terminò la frase , non aveva voglia di rivelare i suoi sentimenti.

“Eppure mi ricorda qualcosa.” pensò il giovane ragazzo dai capelli rossi e i pantaloni verdi stretti in vita che stava vicino a Daniela.

“Mi pare strano, Luca non è mai stato un tipo violento, e poi con i nuovi arrivati è sempre stato accomodante, cosa ne pensi Alex ?” domandò lei al ragazzo dai capelli rossi che vestiva con una camicetta anche essa rossa.

“Basta cosi ragazzi.” disse il preside Aicrad “ Andate subito nel mio ufficio.”

Pochi minuti dopo.... “Non devo di certo dirvi che la vostra condotta è stata inaccettabile, ne tanto meno dirvi che a scuola le risse sono proibite ?” il preside parlava indicando Luca e Kiba.

“ E inoltre, l'abbigliamento del signorino Kensuke è inammissibile.......”prima che il preside potesse parlare, il professor Hubb lo interruppe.

“Per alcuni di loro è il primo giorno di scuola quindi non hanno ancora le divise .”

“Benissimo, in questo caso giustificabili, però ciò non toglie che la loro condotta è stata da irresponsabili, per tanto darò loro una punizione: puliranno la classe dopo l'orario delle lezioni.”

I due ragazzi non si parlarono per il resto della giornata, alla fine di questa si fermarono per pulire l'aula nel più assoluto silenzio, quando ebbero finito, Luca si mise lo zaino in spalla e rapidamente usci da scuola, il cielo minacciava pioggia, ma il ragazzo non se ne preoccupava, sapeva bene che in fondo era solo acqua. Si voltò, la sensazione di essere seguito lo assalì, vide Christian che camminava imperterrito dietro di lui, senza svoltare dietro nessun angolo. Luca sopporto la cosa per un po poi si voltò di nuovo.

“La vuoi piantare di seguirmi ?!” esclamò con forza. Christian non parlò, i suoi penetranti occhi azzurri continuavano a fissare quelli neri di Luca. Poco dopo l'ultimo riprese a camminare, svoltato l'angolo che lo avrebbe condotto alla porta di casa, vide una cosa alquanto insolita.

Kiba stava di fronte la porta di casa, quasi a volergli dire: “Sei in ritardo.” almeno per quanto la pensava Luca.

“E tu che cosa ci fai qui ?” disse il ragazzo come se Kiba potesse rispondergli.

“Davvero non so come diavolo tu abbia fatto a uscire di casa.” disse Luca un po burbero.

“Scusa bello, non c'è l'ho con te solo che ...bah come se tu potessi capirmi .” disse Luca accarezzando il pelo bianco di Kiba, poi quello si dileguo e si acciambellò sul pavimento. Era stanco.

“Come diavolo fa a stare in quel posto tutto il giorno li dentro ?” pensava Kiba.

“Gli a dato particolarmente fastidio che io non gli abbia detto chi sono in realtà , ma come potevo farlo? Sono stanco, ho voglia solo di dormire, sognare, forse ricordare, chi sono io in realtà ?”

“Un lupo.” l'unica risposta che si dava.

Luca dal canto suo segui lo stesso esempio di Kiba si mise sul letto,e lentamente si addormentò.

Salve a tutti, vi chiediamo scusa per il fatto che abbiamo tenuto in sospeso la fic cosi a lungo, ma Darkness mia cugina non è stata tanto bene per un po e cosi non siamo potuti andare tanto avanti, ma ora ci stiamo concentrando per continuare legacy. se volete leggerla e recensire pleaze ve ne sarò eternamente grato.
  
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