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Autore: reina86    12/05/2012    13 recensioni
Un futuro apocalittico, sogni infranti da uno scienziato assetato di vendetta nei contronti di un sayan dal cuore nobile, e relazioni spezzate da un destino crudele e beffardo...
Tutto ciò porterà il giovane Trunks, erede del grande guerriero Vegeta, a viaggiare indietro nel tempo e salvare i suoi amici, cambiando cosi le sorti dell'intera umanità una volta per tutte.
Amicizia, passione e lealtà, questi i sentimenti di cui tratterò tra flashback e ricordi di ogni tipo, dando particolare attenzione al rapporto che si è creato tra Bulma e Vegeta in questa dimensione, perchè a volte una struggente storia d'amore riesce a superare anche i vincoli della vita e della morte .
"Pensava di resistere Vegeta, ma i sentimenti a volte sanno essere maligni, aggrediscono alle spalle proprio quando si è più deboli e indifesi mentre tutto si consuma rapidamente; quando poi risorge il sole e compaiono i segni dell'aggressione, restano le ferite per le quali serve solo il tempo, spesso troppo, e lui quel tempo non l'aveva più".
Posso solo augurarvi buona lettura e ringraziare anticipatamente chi vorrà lasciarmi una recensione o un semplice commento.
Reina
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Gohan, Goku, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7

 

Sarai amato il giorno in cui potrai dimostrare le tue debolezze senza che l'altro se ne serva per affermare la sua forza”. C. Pavese

 

 

Il vostro amico namecciano è diventato molto più potente, ha un'aura strabiliante e anche se non so come possa essere possibile, dentro di lui dimora un'altra forza spirituale”.

 

Per Bulma quelle parole erano incomprensibili, ma non osò chiedere di più, le bastava sapere che quello stupore era derivato da Junior e non da qualche altra tragedia accaduta chissà dove.

Il dott. Brief intanto osservava il sayan parlare, aveva capito che ormai non serviva più, poichè aveva già riferito a sua figlia tutto ciò che sapeva riguardo lo scienziato e i suoi due cyborg., cosi abbassando lo sguardo, abbandonò la stanza lasciando soli Bulma e Vegeta.

 

Nell'ultimo periodo c'era sempre stato imbarazzo tra i due, non sapevano mai cosa dirsi e cercavano in tutti i modi di non stare mai troppo vicini poiché la loro attrazione reciproca non era mai svanita nonostante i vari mesi trascorsi lontani l'uno dall'altra. Dopo il principe dei sayan, Bulma non volle mai più incontrare un solo uomo, nessuno sarebbe stato alla sua altezza, e non intendeva certo solo fisicamente; il suo smisurato orgoglio e la sua grinta furono i motivi principali del suo sentimento nei confronti di chi mai avrebbe immaginato poter ricevere anche solo una lontana carezza... eppure c'era altro, si altro...

 

Lui accettò quelle effusioni, stupide ed inutili sciocchezze terrestri, che però nel cuore della notte lo rabbonivano, lo rassicuravano e per alcune ore gli donavano un oblio dove lui non era un sayan, non sapeva cosa fossero la lotta e la vendetta, e soprattutto dimenticava di essere caduto nella rete di quei sentimenti che aveva tanto odiato durante tutta la sua vita. Aveva tutto il giorno per maledire la sua sensualità, la sua voce e soprattutto i suoi occhi, ma la notte era solo un uomo bramoso della sua pelle e del suo respiro affannoso che si perdevano dentro quegli occhi neri che la osservavano compiaciuto di tanta bellezza.

 

Bastava poco per innescare una serie di litigi futili e senza senso che sfociavano in lunghe ore d'amore, dapprima violento e aggressivo, poi sempre più passionale e attento a soddisfare le loro voglie reciproche; Bulma aveva capito il suo lento abbassare la guardia durante i loro rapporti, come quando le permetteva di prendere l'iniziativa o semplicemente di toccarlo dolcemente prima di baciarlo appassionatamente, ma conosceva il suo uomo e non gli avrebbe mai fatto pesare quel cambiamento. A volte si chiedevano entrambi se fosse bastato abbracciarsi semplicemente e buttarsi l'uno tra le braccia dell'altro per ritrovare quella complicità e dimenticare l'immensa frattura che si era creata tra di loro. Tra quei lunghi e sconfinati pensieri però, fu lui a rompere il silenzio una volta per tutte.

 

Se Junior ha aumentato in cosi breve tempo la sua aura combattiva, deve essere davvero successo qualcosa di grave; evidentemente tuo padre ha ragione”.

 

Quell'ammissione di colpa da parte del sayan non la faceva per nulla contenta; se tutto quello che stava accadendo dava conferma ai pensieri di suo padre, la loro vita stava per cambiare ancora una volta e nel giro di pochissimo tempo.

 

Non è possibile, non di nuovo, non è giusto”!

 

Vaneggiava parole senza senso, ormai non era lucida ed era letteralmente presa dal panico. Rischiavano di nuovo la vita senza un valido motivo, a causa di un pazzo squilibrato senza scrupoli, e tutto ciò era ancora più difficile da accettare dal momento che aveva un figlio a cui pensare, troppo piccolo per potersi difendere nonostante le sue origini sayan.

 

Vaneggi senza un motivo plausibile”.

 

Era sempre di ghiaccio, irremovibile anche nelle situazioni più gravi, un albero dalle radici forti e ben piantate al terreno, era fatto cosi Vegeta e anche in quel frangente lo aveva dimostrato.

 

Non ti rendi conto di quello che dici, quelle macchine da guerra potrebbero ammazzarci tutti da un giorno all'altro senza nemmeno provare a difenderci”.

 

Parla per te, non rimarrò qui con le mani in mano aspettando quel momento. Se solo avessero un'aura ora sarei già lì da loro”.

 

No, ti prego Vegeta, aspetta non andare... per favore no”.

 

Piangeva, non disperatamente, solo non ce la faceva a trattenere le lacrime.

Vegeta la osservò attentamente facendo uno sforzo enorme per non ritornare a quel giorno di tanto tempo prima, quando ancora non era un super sayan.

 

No, ti prego Vegeta, aspetta non andare... per favore no”.

 

Di nuovo quelle parole supplicanti e piene di pianto ininterrotto; quella disperazione che lui aveva sentito migliaia di volte da tutte le sue vittime che imploravano pietà, ora la percepiva dalla donna che aveva amato durante la sua breve ma significativa sosta sulla terra.

Era stato difficile partire per lo spazio aperto e lasciarla lì da sola senza di lui, senza lasciarle un margine di speranza a cui aggrapparsi, senza dirle perchè andava via, perchè allontanarsi quando in quella nuova casa dove aveva già tutto ciò che poteva servirgli per potersi migliorare e diventare finalmente un super sayan.

 

Il motivo reale era lei, la sua voce, i suoi occhi, e quel modo di amarlo senza remore né pregiudizi, era la sua unica debolezza, l'unica per cui ogni volta dimenticava il suo orgoglio e il suo cipiglio regale. Doveva abbandonarla quando era al culmine della felicità, cosi da farsi odiare completamente una volta lasciata quella casa, poiché preferiva morire cercando di superare i propri limiti piuttosto che accettare quella debolezza cosi tipicamente umana che proprio non riusciva ad accettare.

 

Quelle braccia amorevoli e delicate non avrebbero più dovuto averlo, non avrebbero più ricevuto il calore del suo corpo, o almeno cosi sperava. Aveva raggiunto lo stadio del super sayan lontano da lei, eppure il suo viso non aveva mai abbandonato la sua anima corrotta e dilaniata; spesso si soffermava a pensare a quegli occhi limpidi e cosi azzurri, e quando lo faceva si autopuniva con allenamenti ancora più duri, doveva smettere di pensarla, doveva farlo e basta.

 

Al suo rientro sulla terra però il suo obiettivo principale non c'era più, Kakaroth era morto, eppure lui era rimasto lì, in quella casa ospitale e piena di buoni sentimenti. Aveva ritrovato lei, la sua pelle, la sua voce e i suoi occhi. Erano diversi, più dolci, più materni. Era diventata madre di un sayan, di un figlio che Vegeta non aveva ancora accettato del tutto e a cui non sembrava volesse averci nulla a che fare. Era un padre inconsapevole di esserlo, inconsapevole del fatto che sulla terra in un giorno invernale, la sua donna stava partorendo il suo erede, un bambino con gli stessi occhi che lui aveva tanto temuto e che lo spinsero a partire via lontano.

 

Hai sofferto”?

 

Ogni giorno Vegeta, ogni singolo giorno in cui aprivo gli occhi, tu eri sempre presente nel mio cuore e nella mia anima”.

 

Aveva sofferto anche lui, solo non voleva ammetterlo, né a sé stesso, nè tanto meno a lei.

 

Bulma aveva paura della sua reazione quel giorno in cui lui conobbe suo figlio la prima volta, aveva il timore che potesse andar via di nuovo lasciandola da sola, non si aspettava nulla da lui, né amore, né istinto paterno, gli bastava la sua presenza in quella casa, gli bastava solo quello.

Eppure da quel giorno non le rivolgeva più la parola, guardava lei e suo figlio con distanza e distacco, i suoi occhi non erano più arrabbiati e tenebrosi, solo malinconici e molto tristi; era solo la tristezza ciò che leggeva dentro di lui e molto probabilmente la consapevolezza che nulla sarebbe stato come prima della sua partenza e della morte di Goku.

 

Si ripeteva spesso che quando si era innamorata di lui, anche quando le faceva più male con i suoi tipici atteggiamenti sayan, c'era pur sempre l'amore, quindi non poteva mai esserci qualcosa di sbagliato dopo tutto. Ma ora non riusciva a capire cosa gli stesse accadendo...

 

Pensi che il nostro Trunks potrà diventare come voi? Beh si... forte e valoroso intendo”.

 

Certo che lo sarebbe diventato, poteva diventare ciò che voleva, era un sayan e questo bastava, dopo tutto in lui scorreva sangue reale seppur imbastardito da quel debole dna umano.

Un'altra preghiera però lo distolse da quei pensieri facendolo tornare alla normalità.

 

Rimani qui, dobbiamo saperne di più riguardo questa storia; appena conosceremo che razza di mostri sono, potrai affrontarli al meglio. Sai che ho ragione, ti prego non essere impulsivo”.

 

Aveva ragione da vendere.

Nell'arte della guerra una delle prime regole era di conoscere il proprio nemico, studiarlo e affrontarlo solo quando si era padroni della situazione; il suo essere impulsivo non avrebbe portato a nulla di buono, doveva dimostrarsi ancora più freddo e distaccato, la sua voglia di combattere avrebbe dovuto aspettare. Nonostante avesse ragione, Vegeta volle provocarla, non riusciva a vederla cosi supplicante e arrendevole, non era lei quella che aveva conosciuto e che aveva conquistato il suo cuore qualche tempo prima.

 

Perchè dovrei aspettare? Cosa mi impedisce di andare via ora?”

 

Te lo impedirò io Vegeta”.

 

Eccolo lo sguardo acceso e autoritario di una volta, la sua donna era tornata e la cosa dentro il suo cuore lo faceva bruciare terribilmente di un orgoglio smisurato.

 

Sei solo, non hai nessuno in questa battaglia, per quanto possa essere solo una debole terrestre come tu dici, sono abbastanza intelligente da capire che nessuno potrà mai eguagliarti, sei il migliore sulla terra e questo tu lo sai”.

 

Stai solo avvalorando la mia tesi con tutte queste parole”.

 

Ascoltami... Scoprirò qualcosa di più sul loro conto e ti terrò aggiornato, intanto continua i tuoi allenamenti, ti darò tutto ciò che vuoi e che riterrai più opportuno.

Avviseremo Gohan, su Namecc si è fatto onore e tu lo sai, è pur sempre un sayan dopo tutto e potrebbe esserti d'aiuto in questa battaglia”.

 

Gohan, il figlio dell'uomo che più aveva odiato nella sua breve esistenza, ancora lui... anche da morto tornava per assillarlo e ricordargli la sua misera fine su quella terra, e questa volta a ricordarglielo era stata proprio lei.

Rancore, rabbia e frustrazione tutte in una sola volta, partivano dallo stomaco fino ad arrivare al cuore, e da lì dare sfogo a tutti quei sentimenti con parole ignobili e meschine degne solo di Vegeta, il principe dei sayan.

 

Cosa dovrei farmene di uno stupido bastardo mezzosangue come lui? Sta zitta e sta lontano da questa faccenda, la cosa non ti riguarda, le tue inutili sciocchezze non mi interessano”.

 

Alzò la voce come non faceva ormai da molto tempo, chiuso com'era nei suoi pensieri e nella sua solitudine. Bulma smise di piangere e lo osservò delusa e sconcertata, non perchè avesse alzato la voce o perchè avesse paura di lui; in tutto quel tempo insieme non aveva mai osato torcerle un solo capello e forse non lo avrebbe mai fatto, ma quella frase le aveva squarciato il cuore facendolo sanguinare come mai prima d'ora.

Gohan era come loro figlio, era proprio come Trunks. Ciò che le era più caro al mondo era stato chiamato bastardo mezzosangue. Smise di respirare per qualche istante inginocchiandosi al suolo, mentre il neonato che prima dormiva beato nella sua culla, cominciò a piangere disturbato dalla voce roca e possente del padre.

 

Vegeta capì di averla ferita moltissimo, anche più di quando l'aveva abbandonata per i suoi sogni di gloria; gli si strinse il cuore vedendola in quello stato, avrebbe preferito mille pugni in pieno viso piuttosto che sentire quella morsa allo stomaco, quel sentimento di pentimento che non aveva provato anche nei peggiori stermini e che lei ogni volta riusciva a fargli provare.

La ragazza ricominciò a piangere coprendosi il viso tra le mani, si vergognava moltissimo di quelle lacrime che Vegeta le aveva causato, ma riuscì a capire una volta per tutte ciò che davvero il suo uomo pensava di Trunks, e tutto ciò era terribile.

 

Pensavo mi conoscessi Bulma...”

 

Il suo nome pronunciato con rassegnazione e delusione, pronunciato dopo molto tempo che non lo faceva, lui che pensava di non avere padroni o legami, era schiavo assoluto non solo della donna a cui teneva, ma anche del suo sconfinato orgoglio.

Amore, odio e vendetta; ognuno di questi sentimenti può, se vuole, tenere legato per sempre il cuore della gente.

 

Non mi servirà l'intervento di nessuno, tantomeno quello di Gohan, farò da solo come ho sempre fatto. Aspetterò solo il momento più opportuno a poi partirò all'attacco”.

 

La ragazza piangeva sempre di più, sconsolata e costretta ad ammettere dentro di sé che lui aveva ragione, perchè lo conosceva meglio di chiunque altro, e sapeva che doveva lasciarlo fare, senza pretendere nulla, senza consigliarlo ulteriormente perchè comunque il suo orgoglio avrebbe vinto sul suo amore e sulla sua voglia di proteggerlo.

Lui era forte, orgoglioso e con l'aria un po' triste, non poteva fermarlo, non ci sarebbe mai riuscita.

 

Non sono Kakaroth e non lo sarò mai; non basterebbe una vita intera sulla terra per cambiare ciò che sono. Devo riguadagnare il mio orgoglio perduto, devo farlo per me stesso, ed è un punto su cui non transigo. Questo mio fottuto obiettivo viene prima di qualsiasi altra cosa, anche prima di te e di nostro figlio, e questo tu lo sai...”

 

Aveva detto “nostro figlio” e Bulma ancora stentava a crederci, solo lui era capace di mandarla giù negli inferi più profondi e sollevarla poco dopo fino a farle toccare il cielo con un dito.

 

Non voglio perderti Vegeta, non voglio perderti come è successo con Goku, non voglio... non ce la farei, non sono più forte abbastanza, non più ormai”.

Di nuovo quella supplica a cui proprio non sapeva rimanere indifferente, e di nuovo quel nome a cui la sua donna era legata da profondi sentimenti d'amicizia; in qualche modo, anche se per pochi istanti, quel volto fraterno e al tempo stesso cosi nemico, ritornava a struggergli l'anima.

 

Non sono come lui Bulma e non lo sarò mai. Tu non mi perderai”.

 

Cosi dicendo lasciò la stanza mentre lei rimase sola con suo figlio ancora una volta...

Lo prese in braccio stringendolo al suo seno materno con ancora la voce del suo unico uomo nella testa:

 

Tu non mi perderai”.

 

Vedrai piccolo mio non lo perderemo, insieme io e te ce la faremo a riportare a casa tuo padre”.

 

Era quella la promessa di una madre fatta al proprio figlio, pronunciata con amore e speranza, proprio la speranza a cui un giorno si sarebbero affidati...

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