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Autore: ella2412    13/05/2012    5 recensioni
Una ragazza comune di Napoli. Alessandra non credeva che una lettera potesse cambiare la sua vita. Riuscirà a superare mille ostacoli per raggiungere il suo vero amore ?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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My heart will go on

Ero ancora molto insonnolita. Non ero riuscita a prendere sonno fino alle tre di notte. Sollevai le palpebre a forza, tentai di cercare la mano di Zayn, ma mi accorsi che non c’era. Mi misi a sedere, completamente sveglia << Zayn si è svegliato prima di me?! No. Non può essere vero >> ero sbalordita conoscendo la sua pigrizia nel svegliarsi. Un aroma mi invase i sensi, inspirai a fondo l’odore. Era caffè. Sì, ero certa che fosse quello. Mi alzai riluttante infilandomi la vestaglia. L’odore proveniva dalla cucina facendosi sempre più forte. Strabuzzai gli occhi nel vedere cornetti e Krafen caldi in un piatto, due tazze di cappuccino fumante e un vaso di cristallo con dentro rose rosse e bianche appena sbocciate sul tavolo. Dejavu…quel momento l’avevo già vissuto, o meglio sognato il giorno in cui le mie amiche mi portarono la lettera da parte del manager dei ragazzi per dirmi che ero una delle ragazze vincitrici al concorso per incontrare i One Direction. L’inizio…l’inizio di tutto. Come nel sogno due mani grandi e forti mi cinsero i fianchi e Zayn mi posò un bacio sul collo, poi mi sussurrò qualcosa di familiare , facendomi rabbrividire alla sensazione dell’alito caldo sul collo << Buongiorno dormigliona >>. Sorrisi << Buongiorno Zayn >> mi voltai e incontrai i suoi grandi occhi marroni. Poi lo squadrai con circospezione notando un particolare divertente << Devo dire che l’accappatoio di mio padre ti dona >>. << Oh…ehm…non dirglielo >> ridacchiò. << Tranquillo. Mmh vedo che ti sei dato parecchio da fare >> dissi roteando gli occhi verso la deliziosa colazione. Zayn arrossì leggermente facendolo sembrare ancora più adorabile << Si accomodi Madame >> mi porse la mano facendomi accomodare. << Non te la cavi per niente male in cucina >> commentai, mentre sbocconcellavo un cornetto. << Grazie. Grazie. Ma ora basta con i complimenti altrimenti il cappuccino si fredda >> convenne sorseggiando il liquido dalla sua tazza. Annuii e presi la mia tazza. << Che ore sono? >> chiesi. << Le dieci >> rispose lui. << Oh…strano che mia madre non sia venuta a ricordarci del pranzo…>>. Non finii la frase che suonarono al campanello. << Dicevi? >> mi schernì Zayn ridendo. << Mamma >> esclamai facendo entrare Rosy. Aveva legato i capelli in uno chignon e portava un abito giallo limone lungo fino alle ginocchia. Mia madre era ancora molto giovane e bella, mi chiesi se fosse stata così spensierata anche da anziana. Sperai di sì perché trasmetteva allegria con il suo passo armonioso che sembrava danzasse, mentre la sua gonna volteggiava facendo scoprire le slanciate gambe lunghe. << Buongiorno passerotti >> fece un sorriso caloroso a Zayn, il quale si alzò per salutarla con un bacio sulla guancia. << Tesoro volevo ricordarvi del pranzo di oggi >> disse Rosy, mentre annusava le rose << Oh, quelle appena sbocciate sono le più belle e profumate >> aggiunse radiosa. << Certo mamma. Ci saremo >> affermai. << Bene. Ti spiacerebbe farmi un favore? >> chiese poi alzando gli occhi per guardarmi. << Spara >>. << Ho bisogno che tu vada al supermercato per comprare alcune cose >> tirò fuori un biglietto e me lo porse. << Okay >> sorrisi. Rosy si incamminò verso la porta << Ottimo. Adesso vi lascio perchè le mie bambine hanno bisogno d’acqua e di essere potate. Ho bisogno di quella roba per mezzogiorno >> disse infine voltandosi come una leggiadra ballerina << Bye Bye >>. << La coltivazione dei fiori è un hobby di famiglia >> Zayn mi rivolse un sorriso. << Già. >> sospirai << Vado a farmi una doccia >>. << Vengo con te >> mi raggiunse con tre soli passi. << Bene >> sospirai di nuovo, rassegnata all’idea di avere un po’ di privacy.
Raggiungemmo il supermercato a piedi. Era una giornata afosa, quindi optai per un vestitino bianco con le spalline. Zayn indossava un paio di jeans strappati sulle ginocchia e una maglia a tre quarti bianca con le maniche di diverso colore: una rossa e una blu. Come camuffamento portava gli occhiali da sole scuri a goccia. << Sta tranquillo. Considerami la tua guardia del corpo per oggi >> ammiccai stringendogli la mano nella mia. << Non ho nulla di cui preoccuparmi allora >> sfoggiò un sorriso sincero e smagliante. Presi la lista della spesa, mentre Zayn si procurava un carrello della spesa. << Reparto verdura >> mormorai incamminandomi a grande passo verso il reparto, mentre Zayn mi seguiva. << Non ti va di camminare al mio fianco? >> chiesi voltandomi. << Nemmeno per sogno. Da qui ho un’ottima visuale >> commentò malizioso guardando il mio fondoschiena. Alzai il sopracciglio inarcando un sorriso << Pervertito >>. Lui rise << Avanti, piccola. Continua a camminare >> mi ordinò. Sospirai e continuai a camminare. Mentre infilavo un paio di pomodori nella busta mi sentii chiamare e mi irrigidii sentendo le palpebre chiudersi a fessura. << Alessandra buongiorno >>. Inspirai lentamente per poi voltarmi verso il mio professore di letteratura << Buongiono anche a lei prof >> mostrai il mio miglior finto sorriso. Il mio pofessore di letteratura, o meglio ex prof di letteratura, era alto un metro e novanta, magro, occhi marroni e una capigliatura alquanto afro. A Lucia piaceva chiamarlo Boccoli di Rame, in riferimento ai suoi boccoli col rame lunghi fino alle spalle. Era solito portare un frontino per tenerli legati in modo che non gli cadessero davanti agli occhi. C’era solo un problema. Mi faceva saltare i nervi. Non perché fosse severo, ma perché sbottava battute senza senso e rideva sempre sfoggiando letteralmente un sorriso a trentadue denti. Il giorno dell’esame ero già abbastanza timorosa e lui non si era dimostrato di grande aiuto. << Alessandra eccoti qui. Sono sicuro che farai cilecca all’esame di stato di italiano >> per un attimo era stato serio, poi mi aveva dato una fragorosa pacca sulla schiena << Sto scherzando. Respira! Sei pallida come un fantasma! >> aveva detto ridendo animatamente. << Ah-ah grazie dell’incorraggiamento prof >> avevo risposto io sarcastica nascondendogli la mia indignazione. Mi riusciva bene mascherare le emozioni all’occorrenza. Conoscendo Laura avevo imparato vari trucchi. Ora me lo ritrovavo di nuovo davanti. << Professore la trovo bene. Ha fatto dei colpi di sole ai capelli? >> chiesi. Lui sfoggiò la sua risatina << No. Non c’è ne bisogno. Non vedi come sono lucenti? >> ribattè scherzando. << Già è vero >> dissi sforzandomi di ridere a sua volta. << Allora quali sono i tuoi progetti per l’università? Hai già mandato la domanda d’ammissione? >> chiese curioso incrociando le braccia al petto. Avevo mandato Zayn al reparto frutta quindi non era lì con noi. << Sì. Sì l’ho fatta. Frequenterò…>> la gola mi si seccò di colpo, cercai di schiarirla per riuscire a parlare << l’università di Napoli >> conclusi. << Oh bene. Vedo che quando ti inpunti su una cosa non cambi idea >> mi sorrise meravigliato. << Molti sceglierebbero di andarsene dal luogo di nascita per andare altrove lasciandosi tutto alle spalle, ma tu no >> aggiunse. Feci un sorrisetto << Già…>> scrollai le spalle << è stato un piacere rivederla prof, ma adesso devo proprio andare. La saluto >> sfoggiai un’ultimo sorriso congedandomi. << Anche per me Sandra >> mi urlò da dietro il prof concedendosi un’altra risata. Boccoli di Rame amava dare soprannomi ai suoi alunni perciò non obbiettai a sentirmi chiamare così. Scovai Zayn << Ehi. Direi che possiamo andare >>. Lui alzò lo sguardo dalla busta di fragole che aveva in mano << Non proprio >> disse. Lo guardai interrogativa. Lui ammiccò e senza nemmeno accorgemene mi prese in braccio e mi posò dentro il carrello mezzo pieno. << Che diavolo fai ? >> sbraitai cercando di alzarmi. << Ti conviene reggerti forte >> mi avvisò afferrando il carrello con entrambe le mani. Sgranai gli occhi. Cazzo. Zayn cominciò a correre con me dentro al carrello per raggiungere la cassa. Vidi di nuovo il professore al reparto della pasta che mi guardò sconcertato, mentre Zayn gridava << Fate largo gente! >> come un matto. Mi coprii il volto con le mani cercando di rendermi invisibile con la sola forza del pensiero. Quando arrivammo alla cassa Zayn mi prese di nuovo in braccio e mi fece scendere. Una signora anziana ci guardò torva << Non sei un po’ troppo cresciutella per essere messa nel carrello? >>. Avampai fino alla punta delle orecchie << Eh-eh >> feci un risolino isterico, mentre Zayn ridacchiava spudoratamente. Gli menai un’occhiataccia. Prendemmo le buste con dentro la spesa e tornammo a casa. << Vieni. Dobbiamo andare al secondo piano >> fingevo di avercela con lui per la figuraccia al supermercato. << Signor sì capo >> scherzò Zayn facendomi il solletico.<< Basta. Zayn! >> tentai di liberarmi dalla sua presa, ma lui mi prese il volto tra le mani e mi premette le labbra sulle mie << Ho una voglia pazzesca di sfilarti questo vestito >> disse sfiorandomi il naso con il suo. << Sta buono. Adesso siamo sotto il tetto di mio padre >> gli rammentai spingendo la porta semi-aperta dei miei genitori. Lui mise il broncio, ma poi cambiò espressione nel vedere il trambusto che proveniva dall’appartamento. << Siamo qui >> annunciai. << Luca. Luca, vieni qui. Luca, la betulla non va vicino al ciclamino. Luca la pianta. No. Non lì. Più vicino alla finestra. Luca! >> Rosy stava impartendo ordini al marito e non parve sentire la mia voce. << Tesoro sono ottantaquattro volte che sposto questa maled…cioè la bella piantina. Deciditi ti prego! >> mugolò mio padre sfinito. << Va bene lì. Ecco sì. Bravo. Luca la carne si sta bruciando! Luca l’arrosto è in pericolo! Luca! >>. Zayn si stringeva le labbra per non scoppiare decisamente a ridere, ma i suoi occhi tradivano un luccichio di divertimento. Io sbuffai << Bè. Adesso capisci la mia decisione di voler vivere da sola >>. << Ragazzi! Siete arrivati! >> esclamò Rosy nel vederci, poi si girò verso Luca << Luca prendi le buste >> gli ordinò con fermezza. Mio padre sbuffò correndo verso di noi << Buongiorno tesoro >> mi diede un bacio veloce sulla guancia << Ciao Zayn, accomodati >> gli fece un sorriso amichevole. << Mi piacerebbe aiutarla signore se ha bisogno di aiuto >>, mio padre non gli aveva dato il permesso di chiamarlo per nome e Zayn rispettosamente gli dava ancora del lei. Luca sorrise palesemente compiaciuto << Seguimi ragazzo >> gli fece strada mio padre. Zayn mi strizzò l’occhio e lo seguì. Aiutai mia mamma ad apparecchiare la tavola. Sospettavo che ci fosse la lasagna come pasto principale perché il profumo era inconfondibile. << Alessandra stamattina ho preso la posta anche per te. Te l’ho lasciata sul tuo tavolo >> disse Rosy. << Okay >> dovevano essere le solite promozioni per la televisione o riviste di pubblicità. Ci mettemmo tutti a tavola. Zayn fece molti complimenti alla mamma per l’ottima cucina. E lei si complimentò per la carne che avevano arrostito lui e Luca. Era piacevole stare tutti insieme e vederli andare d’accordo. Mio padre fece qualche domanda a Zayn riguardo alla sua vita e ai suoi sogni futuri e lui gli rispose che per il momento voleva continuare il suo percorso con la band. Erano le tre e mezza del pomeriggio, il pranzo era andato piacevolmente a rilento per le tante parole scambiate. Come dolce mia madre preparò una torta alle fragole. Sicuramente erano quelle prese da Zayn al supermercato. Zayn ne prese due fette, in questo lui e mio padre erano simili. << Tesoro userai la mia macchina per andare all’università? >> mi chiese Luca. Feci cadere il pezzo di torta dal cucchiaio. << Signore. Le ricordo che Alessandra possiede già una macchina >> disse Zayn scherzando serenamente. Mio padre lo guardò << Sì a Londra >> convenne. << Esatto, quindi non c’è bisogno che prenda la sua. Potrei anche accompagnarla io quando inizierà il college >> Zayn mi sorrise dolcemente. Luca sputacchiò un po’ d’acqua dal bicchiere che aveva in mano << College?! >> mi guardò confuso << Alessandra avevi detto che saresti andata all’Università di Napoli. Hai fatto anche la dom…>> si interruppe guardando Rosy che lo fulminò con lo sguardo. Zayn mi guardò per un lungo momento. Ci guardammo negli occhi per un momento interminabile. Era come se fosse diventato di marmo, i suoi occhi fissarono i miei penetrandoli. Si alzò dal tavolo << Rosy, Luca grazie per la vostra ospitalità. Ho lasciato una cosa di sopra, scusatemi >> disse con tono pacato e distaccato per poi dirigersi verso la porta. Mi alzai di scatto ancora senza fiato. << Vai >> disse mia madre in tono serio. Non l’avevo mai sentita così. I suoi occhi erano un misto di preoccupazione e comprensione. Seguii Zayn dirigendomi verso il mio appartamento. << Zayn…>> mi bloccai nel vederlo di fronte a me con una lettera tra le mani. << Cos’è questa? >> chiese quasi un sussurro tenendo la testa chinata. Non risposi. I caratteri cubitali erano perfettamente leggibili anche da lontano. Era la lettera da parte dell’Università. Dicevano che ero stata ammessa. << Cosa cazzo è questa ?! >> il tono di voce di Zayn diventò più alto e…rabbioso. << Io…>> non riuscii a dire niente. Il groppo in gola che mi aveva tormentato sino a quel momento si era fatto più grosso. Zayn sbattè il foglio a terra << Dimmi che è un errore >> disse stavolta con voce incredula. Fissava il pavimento senza incrociare il mio sguardo e serrava le mani a pugno. Mi morsi le labbra ripetutamente. La bocca mi si era seccata. Il groppo in gola si era fatto via via più soffocante. << No >> mormorai roca << No. Non è un errore >> cercai il suo sguardo. E così fu, ma desiderai di non averlo fatto. Rimasi pietrificata nel vedere gli occhi di Zayn. C’era collera, stupore e…dolore. << Tu…tu mi avevi detto che saresti ritornata con me a Londra…>> mormorò avvicinandosi per cercare un contatto. << Non l’ho mai detto >> Vigliacca! Zayn mi accarezzò la guancia << Alessandra tu non vuoi questo. Dobbiamo stare insieme. Lo so che non è questo quello che vuoi >>. << Quando ti ho conosciuto… >> mi ritrassi dalla sua mano, lo guardai impassibile << quando ti ho consciuto ho pensato : “ Non ci posso credere…Zayn Malik. Il famoso cantante”. Siamo usciti insieme ed è stata la giornata più bella della mia vita >> lui sorrise dolcemente, ma io continuai senza dare prova di emozioni << Poi ti ho raggiunto a Londra. Sono diventata la tua fidanzata e tu il mio. Era tutto così perfetto e magico. Un sogno…un fottutissimo sogno. Sapevo dal primo momento in cui ti ho baciato che mi sarei innamorata di te. Non ho potuto fermarmi…sentivo che c’era qualcosa che non andava. Una cosa che mi ha tenuto chiuso lo stomaco quando ci pensavo. >> con grande struggimento lo guardai negli occhi << Non verrò a Londra con te, né adesso, né mai >>. Zayn mi guardò con due occhioni marroni annebbiati da un velo di lascrime << Come puoi dire questo? Ti ho sentito, quando hai detto a Dorian che mi amavi. Chiaro e forte. >>. Zayn mi aveva sentito allora…ma non importava. << Tu mi ami! L’hai detto tu stessa. E ora mi dici che mi vuoi lasciare, non ci credo! >> urlò. << Forse mi sono sbagliata >> mormorai aspra. << No. Hai ragione, non si può lasciare in questo modo una persona che ami. Non prendi per il culo per due mesi una persona che dici di amare. Mi hai preso in giro per tutto questo tempo…>> si allontanò da me guardandomi allibito << E tutte quelle cose che hai detto a mia madre? Che la lontananza era uno degli ostacoli che si poteva superare per amore? Ma questo non conta perché il destino ha voluto che tu potessi scegliere. Vuoi rimanere qui sapendo che mi perderai? Vuoi buttare all’aria tutto quello che c’è stato tra noi per rimanere qui, sapendo benissimo che potresti studiare a Londra? >> Zayn era sconcertato, non poteva credere neanche a quello che stava succedendo. Zayn, mio dolce amore…così perfetto e buono…hai dovuto incontrare una perfetta idiota come me. << Forse non è destino. Semplicemente non siamo fatti per stare insieme >> dissi pacata. Tirò un calcio al divano << Ti rendi conto di quello che mi stai dicendo?! Mi hai preso e ora mi getti via come niente fosse… Sei una…>>. << Ipocrita! >> sbraitai completando la frase per lui << Hai ragione! Sono una persona orribile! Non meritavo tutto quello che mi hai dato. Non merito il tuo amore. So di essere la peggior ragazza che tu abbia mai incontrato. Sono falsa! Sono tutto quello che vuoi. Ti ho spezzato il cuore e non me lo perdonerò mai. Vattene di prego. Starai meglio senza di me >> gli aprii la porta senza guardarlo. Zayn non si mosse << Non posso. Io ti a… >>. << Non dirlo! Non devi dirlo Zayn, ti prego >> mi tremavano le gambe e dovetti sorregermi al pomello della porta << Dirò io una cosa per entrambi >>. Mai in tutta la mia vita dissi quella parola, era una parola troppo dolorosa per me. Aveva il potere di farmi lacerare il cuore. Adesso più che mai << Addio >>. Zayn mi fu di fronte e mi guardò glaciale, con le lacrime che gli rigavano il viso << Addio Alessandra >> e varcò la soglia. Il mio nome stavolta non lo pronunciò con quel tono dolce e amorevole che conoscevo e che adoravo. Era pronunciato in modo così freddo, che desiderai avere un altro nome. Non c’era più…Zayn se ne era andato. Per sempre. Mi accasciai sul pavimento con le mani che mi reggevano la testa. Ero pronta a piangere, ma non uscì nulla. Qualcosa di più straziante si ripercosse nel mio corpo. Era come se mi avessero calpestato, picchiato, bruciato il cuore. Sentivo che aveva perso un battito. Sentivo che aveva perso una parte di sé. Qualcosa attirò la mia attenzione. Il ciondolo che mi aveva regalato Zayn. << Senza Yin non ci può essere Yang >> aveva detto. Aveva ragione perché senza di lui, io non ero più niente. Un cono senza il gelato, il sole senza la luna, il giorno senza la notte, il mare senza il cielo. Era qualcosa che non poteva esistere senza l’altro. L’hai voluto tu. << Hai ragione. L’ho voluto io >>. Non mi accorsi che la porta era rimasta aperta che qualcuno entrò a passo strascicato. << Zayn! >> girai di scatto la testa. Mi rabbuiai nel vedere che non era lui. << Mamma >> dissi con la voce ridotta ad un sussurro << Hai...hai sentito tutto? >>. Rosy si sedette sul freddo pavimento accanto a me << Bambina mia, >> mi accarezzò i capelli << Le vostre voci si sono sentite anche in garage >> disse dolcemente. Sorrisi amaramente << Bè…sarà l’ultima volta che le sentirai >>. << Siediti con me sul divano >> mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi e ci sedemmo sul divano una di fronte all’altra. << È come se anche il condotto lacrimale non volesse più funzionare adesso che lui non c’è più >>, pronunciare il suo nome mi faceva male e anche se l’avessi sentito da mia madre sapevo che sarebbe stato inutile, perchè non c'era più. << Alessandra, guardami. No sul serio, guardami >> mi alzò il mento lentamente. Gli occhi blu della mamma a differenza dei miei che adesso erano spenti, erano limpidi come se ci si potesse sguazzare dentro. << Sono tua madre. A me puoi dire qualsiasi cosa. Mi vuoi dire perché lo hai fatto? >>. Emisi un sospiro frustrato che, però mia madre non interpretò come un rifiuto, ma come un inizio, << Sapevo fin dall’inizio che la storia con Zayn avrebbe potuto continuare. La lontananza per me era solo un sotterfugio…una scusa per nascondere il mio timore più nascosto. >> alzai riluttante gli occhi per guardare quelli di mia mardre, che sembravano seguire ogni mia singola mossa << Quando ho deciso di avere un appartamento tutto mio…>> alzai le mani per indicare lo spazio intorno a me <<…l’ho fatto per essere più indipendente. Ma non è così. Io ho sempre avuto bisogno di voi, non saprei cosa fare senza il tuo bussare alla porta alle sette del mattino per svegliarmi, i mugolii di papà quando gli ordini questo o quell’altro, il profumo dei tuoi fiori e la tua voce quando canti in giardino, mentre li annaffi. Sono tutte cose che, sebbene abbia diciotto anni e viva da sola, non saprei farne a meno. Io…>> esitai. La mamma mi poggiò una mano sulla gamba e mi rivolse un dolce sorriso di incoraggiamento. << Io non potrei vivere senza la presenza di voi due, lontano da casa, dalla mia città, e dalle mie migliori amiche. Il pensiero di lasciarle per me è intollerabile. Il vero motivo per cui non ho scelto di iscrivermi ad un college di Londra e trasfermi lì…siete voi >>. La mamma aveva un’espressione tra lo stupore e l’orgoglio << Tesoro…>> sussurrò accarezzandomi la guancia. Non potevo fermarmi, sentivo che finalmente avrei potuto liberarmi di un gran peso che mi opprimeva il cuore da tempo << Può sembrare una cosa sciocca, ma abbandonare tutto: la propria famigla, il luogo dove sei cresciuta da quando sei stata messa al mondo e le persone che per te sono come sorelle, ci si sente male. Ci si sente come se dovessi mettere da parte una parte della tua vita che hai costruito pezzo per pezzo, per cominciarne un’altra, lontana da loro…>> mi si era annebbiata la vista, mi stropicciai gli occhi, ma niente. Le lacrime desideravano venire fuori. << So esattamente cosa provi bambina mia >> mormorò la mamma guardandomi con quegli occhi profondi che adesso stentavo a capire se fossero veri o meno, dato che brillavano di un colore blu intenso che esprimevano comprensione e amore, << Lasciai la mia casa per tuo padre ricordi? Non è stato per niente facile sai…ci ho riflettuto per così tanto tempo che avevo continuamente forti emicranie. Poi tua nonna mi fece una domanda, una domanda che mi cambiò la vita, che adesso porgerò a te. >> mi disse prendendomi il viso tra le mani. Trattenni il respiro, non sapevo di cosa si trattasse, ma dall’espressione che aveva assunto mia mamma sembrava fosse una cosa seria. << Che cosa dice realmente il tuo cuore? Quello che sto cercando di dirti è questo: Il vuoto che adesso si è creato nel tuo cuore, quello che fino ad un attimo fa, la presenza di Zayn colmava di felicità, adesso quel vuoto può essere colmato senza l’amore della tua vita? >>. L’amore della mia vita…Tutte le emozioni che avevo provato con Zayn erano qualcosa che solo lui riusciva a darmi. << Alessandra guardami >> mi intimò Rosy, poi i suoi occhi cominciarono a emettere lacrime che però non sembravano di dolore << Io sarò sempre al tuo fianco, figlia mia. Io e tuo padre vogliamo la tua felicità. Se questo vuol dire che la tua felicità ha residenza a Londra noi ti lasceremo andare lo stesso. Non vogliamo che tu sia costretta a frequentare un’università per obbligo verso di noi. Non dubitiamo dell’affetto che ti lega a noi, ma per una volta, pensa ai tuoi di desideri. Mi si spezzerebbe il cuore sapere che mia figlia, per paura di deluderci abbia lasciato andare l’uomo che ama. I tuoi nonni sanno quanto li amo, ci sentiamo al telefono ogni giorno e non ho mai provato rimpianti per quello che ho fatto, mai. Perché amo tuo padre con tutta me stessa, lui mi rende felice e i miei genitori non hanno mai obbiettato alla mia partenza. La parola “addio” non esiste nella nostra famiglia. Sono sicura che faccia anche piuttosto male pronunciarla. >> mi schernì facendomi l’occhiolino, ma non aveva intenzione di rimprovero, << Mi conosci, credo soltanto in un unico miracolo nella vita: l’amore. Puro e indistruttibile. Ma ci devi saper credere con l’anima se vuoi comprenderlo a pieno >>. Se consideravo possibile l’esistenza di un angelo venuto dal cielo per indicarmi la via, quello era di sicuro mia madre. In quel momento, fui pienamente orgogliosa di mio padre per averla scelta come fidanzata, amica e moglie della sua vita. Ipotizzai che la mia coscienza se n’era andata a fare quattro passi in giardino perché non accennava a darmi segni di rimprovero. Volevo sentirmi dire altra cattiverie in modo da avere la conferma di quanto fossi deficiente nella mia più totale esistenza. Mi buttai tra le braccia di mia madre << Ti voglio bene >> mormorai con la testa adagiata sul suo grembo. << Lo so >>, rise piano, << Bè sarà meglio lasciarvi sole, avete molte cose da dirvi e sono sicura che ne avrete tante >>. Alzai lo sguardo verso di lei << Di chi stai parlando? >> chiesi palesemente confusa. << Sapevo che avresti avuto bisogno di loro, così le ho chiamate prima di venire qui da te >> puntò il dito alle mie spalle, e mi voltai. << Lu! Santissimi numi mi dai quel fazzoletto o no? >> singhiozzò Eli strattonando l’amica per un braccio. << Ragazze! Da quanto accidenti di tempo state lì?! >> urlai quasi scattando in piedi. << Da un bel po’ >> rispose Laura con la testa china e le braccia incrociate, appoggiata sulla soglia della porta. Eli e Lu invece erano inginocchiate sul pavimento, con le lacrime che rigavano il loro volto. << Oh mio dio, ragazze mi dispiace, io non credevo che foste lì, altrimenti…>>. Altrimenti non mi sarei mai permessa di dire la verità. Dirlo a mia madre era un conto, ma dirlo a loro era tutt’altro. Eli scattò in piedi << Cosa eh? Non avevi intenzione di dircelo? Siamo così poco importanti per te da non degnarci nemmeno di una spiegazione?! >> sbraitò furibonda. << Se avete bisogno di me, sono di sotto >> si liquidò mia madre con un sorrisetto. Traditrice. << No, certo che no. Voglio dire, avevo paura di dirvelo >> tentai di spiegarmi, ma Lucia mi anticipò << Paura? Di cosa precisamente? >> chiese stizzita. << Di potervi ferire. Io…io non riuscirei a stare senza di voi. Siete troppo importanti per me. Mi dispiace! >> sbottai << La cosa che non potrei mai perdonarmi è sapere che vi ho deluse. Non pensate minimamente che mi sia iscritta all’Università di Napoli con voi per pietà! Non pensatelo vi prego! >> le implorai, << Vi prego dite qualcosa >> mugolai in lacrime << Là, non hai niente da dirmi? >>, la fissai speranzosa in un rimprovero. Lei di solito era la prima a farmi una tirata d’orecchie quando sbagliavo per qualcosa, ma adesso era impassibile e guardava il pavimento come se sotto di esso si trovasse dell’oro. << Là? >> riprovai avvicinandomi. Lei alzò lo sguardo, e con mio grande stupore mi abbracciò forte. In risposta sgorgai ancora più forte le lacrime. << Ssh va tutto bene. Hai lasciato Zayn, e uno dei motivi per cui lo hai fatto siamo noi. Non potremmo essere…>> si ritrasse per predermi il viso umido per le lacrime con le mani, << più commuos d’accusì >> esclamò. Volsi lo sguardo a Lucia ed Eli che mi circondarono con le loro braccia << Vi voglio tanto bene ragazze >> dissi con un sorriso. << Lo sappiamo >> risposero in coro. Mai una volta che rispondessero come le persone normali: Anche noi, pensai con una smorfia, ma pur sempre con amore. In effetti, anche mia madre non esitava a dire la stessa cosa, chi lo sa, forse era un vizio di famiglia che avevo trasmesso anche a loro. << Direi che può bastare. Ora… >> convenne Laura staccandosi dall’abbraccio di gruppo. Mi rivolse un sorriso sornione. Oh cazzo. << Come hai potuto solamente pensare di lasciare andare via quel ragazzo eh?! >> mi tirò per l’orecchio, mentre le mie due altre care amiche se la ridevano. << Ahi! Ahi !>> mugolai. << Là perché non ritenti, pare che non ti abbia sentito >> le consigliò Eli ridacchiando. La fulminai con lo sguardo. << Ascoltami bene >> disse Laura allentando la presa << Tu starai con lui >> affermò, aprii la bocca per dire qualcosa, ma non accennava a farmi parlare << Riporterai le tue chiappe a Londra e ti iscriverai ad un buon collegge. Ma prima, devi dire a Zayn che vuoi stare con lui >> concluse lasciando la presa. << Ma…>> Laura mi menò l’occhiata, ma io volsi lo sguardo altrove in cerca di un rifugio per le mie povere orecchie doloranti. << Tu lo ami >> disse Lucia dolcemente, come se quella frase potesse risolvere tutte le mie incertezze. << Ale, non ti permetteremo di rinunciare al tuo amore per lui, per frequentare una lurida università italiana con rompipalle come amiche >> disse Eli, mordendosi la lingua subito dopo notando le facce di Lucia e Laura che la guardavano con un sopracciglio arcuato. << Cioè, volevo dire…>> cominciò mortificata. << Abbiamo capito Eli, ti ringrazio. >> si intromise Lu dandole una pacca sulla spalla << Quello che la nostra biondina sta cercando di dire è che la tua felicità non è qui a Napoli. Sebbene tu non lo voglia ammettere sai che è così. >>. << Non voglio stare in una scuola dove ci sono cherladeer e giocatori di football da sola. Non senza Eli e il suo modo buffo di dire “Non ho ancora capito”  quando non capisce ancora di cosa si sta parlando anche se glielo spieghi mille volte. Come farei senza Lucia che condivide la sua merenda con me perché io sono una totale zombie appena alzata dal letto da non avere il tempo di prepararmela la mattina. E fatico ad ammetterlo, ma mi mancherebbero anche le battutacce di Laura che vogliono far ridere, mentre invece fanno pena >> la guardai con un sorriso strafottente e lei mi fece un sorriso paonazzo. << Insomma… >> le guardai con tristezza <<…come potete pensare che io riesca a dirvi addio? >>. << Non è un addio, è un arrivederci >> obbiettò Laura con una lacrimuccia che le bagnava la guancia destra. << No Là non fare così ti prego… >> poi notai che le altre si soffiavano il naso freneticamente << Ragazze…>> diedi un bacio sulla guancia ad ognuna e cercai di sorridere, ma non ci riuscii. << Zayn >> mi ricordò Lucia << Devi andare a cercarlo >>. Mi sedetti sul divano << Non adesso. >> sorrisi, e loro mi guardarono come se fossi pazza << Sembra che il tempo sia dalla mia parte. >> scrutai le nuvole che promettevano un forte temporale << Se ha intenzione di partire, dubito che potrà farlo con un maltempo in procinto di scatenare una bufera >> osservai. Mia madre sbucò d’un tratto con un’impermeabile << Non ne sarei così sicura >> mi ammonì. << In che senso? >> domandai cauta. << Ho appena intravisto un aereo volare su nel cielo, quindi non sono sicura che bloccheranno i voli >> dichiarò. Merda ! Mi alzai dal divano e in un battito di ciglia afferrai mia madre per le spalle << Ho bisogno delle chiavi. Ora >> dissi disperata. << Non hai ancora la patente italiana…>> notò Rosy, ma si rassegnò vedendo la mia espressione determinata << Fa attenzione >> concluse alla fine dandomi le chiavi della macchina. Lanciai un’occhiata alle ragazze, e loro annuirono. << Ti aspettiamo qui >> confermò Lucia per tutte e tre << Ora va >>.
Lungo la strada pensai ad un miliardo di cose che formavano una specie di groviglio snervante nella testa. I miei sensi di colpa verso la mia famiglia e le mie amiche, che avevo creduto di deludere, invece loro erano la risposta che avevo rifiutato di sentire da mesi. Loro volevano il mio bene, ora lo sapevo. Lo avevo sempre saputo, ma faticavo a crederlo. Poi c’era Zayn. Zayn…immaginai quanto stesse male, o infuriato a causa mia. Volevo che sapesse quanto lo amassi e che lo avevo allontanato per una mia paura, e non perché non lo amassi. Era la cosa più bella che mi fosse capitata in tutta la mia esistenza, e adesso si trovava chissà in quale posto con il cuore lacerato e umiliato. A causa mia. Doveva sapere che in tutti quei momenti passati insieme non lo avevo preso per il culo. Quello che provavo stando insieme a lui, era vero,com’è vero che i miei nonni non sono anziani con un bastone e con la cataratta. Avevo estromesso la possibilità che trascorresse la notte in un albergo, perché immaginando come si potesse sentire, c’era soltanto un luogo dove avrebbe voluto trovarsi. Mi precipitai nel parcheggio. Merda ! Merda due volte. C’era un traffico incredibile con le auto bloccate in una coda chissà quanto lunga. A quanto pareva il temporale si era deciso a scatenarsi, con la bellezza della presenza di fragorosi tuoni. Pensa Alessandra, pensa. Il mio sguardo vagò a vuoto fino a, quando non scrutai un cartello << Parcheggio riservato ai lavoratori >> lessi ad alta voce. Se mi avessero voluto arrestare per infrazione in un luogo privato, lo avrebbero fatto soltanto dopo che io avessi parlato con Zayn. Sterzai in modo brusco verso il parcheggio. Saltai fuori dalla macchina, senza ombrello d’altronde e senza impermeabile. Mia madre mi aveva detto di prenderlo, ma in quel momento ero già diretta verso l'auto. La pioggia scrosciava in modo impetuoso riducendomi ad un pulcino zuppo dalla testa ai piedi. Mi precipitai correndo al banco dell’ufficio informazioni. Riconobbi la stessa persona che mi aveva aiutato, quando Zayn stava per ripartire con gli altri ragazzi per Londra, e lui mi aveva detto dove trovarlo. << Salve. Buonasera. Mi dica che i voli per Londra sono stati cancellati! >> dissi. Il signore mi guardò sbigottito, immaginai che ridotta con un vestitino bianco e i capelli zuppi d’acqua potessero dare un certo tipo di reazione. << Ehm…sono desolato signorina. Un aereo diretto a Londra è partito quindici minuti fa >> ammise. << Per favore. Può dirmi se a bordo c’era Zayn Malik? Il famoso cantante britannico>>. << Oh sì. Gli ho chiesto l’autografo prima che salisse sull’aereo. L’ho fatto per le mie figlie >> sorrise. << La ringrazio dell’informazione >> mi liquidai con un amaro sorriso. Con mia fortuna nessuno si era accorto che avevo parcheggiato in un luogo privato. Ma non me ne sarebbe fregato lo stesso un bel niente.
<< Ehi. Ale sei zuppa! >> Eli mi venne incontro, una volta che entrai in casa. << Dov’è Zayn? Cos’è successo? >> mi chiese Lucia, mentre Laura era corsa a prendermi un’asciugamano. << Se n’è andato >> dissi semplicemente. Le mie amiche non dissero nulla, mi aiutarono ad asciugarmi i capelli e ad infilarmi il pigiama. Eli preparò una cioccolata calda, mentre io, Lu e Là ce ne stavamo sdraitate sul divano senza dire una parola. Sebbene la cioccolata calda che preparava Eli fosse una squisitezza, non ne bevvi nemmeno una goccia. << Me lo merito. Questo è quello che mi spetta >> mormorai stroppicciando il cuscino. << Finiscila. Tutti sbagliano. E si può sempre rimediare >> mi rimproverò Laura. << Vedrai. Andrà tutto bene >> Lucia mi abbracciò. Non sapevo a che pensare, lui se ne era andato e per me voleva dire che lo avevo deluso così tanto da non meritarmi nemmeno una spiegazione da potergli dare. Lo avevo tradito, punto. In qualche modo adesso Zayn mi odiava. Tutto solo in aereo, probabilmente a desiderare di non avermi mai incontrato. << Mi dispiace >> singhiozzò Eli. Io la guardai con dolcezza << Di cosa? >>. << Se non fosse stato per noi, ora tu e Zayn vi trovereste insieme >> dichiarò amareggiata. << Non è vero >> mi sedetti al suo fianco e la circondai con un braccio << Non è colpa di nessuna di voi. Lo sapete quanto io sia una totale interdetta. In questo caso ho combinato un gran casino. Ma non certo a causa tua, di Laura, di Lucia e dei miei genitori. La paura di perdervi era così grande che ho pensato che lasciare Zayn fosse la cosa giusta. Sono io a dovervi chiesere scusa, perché ho pensato che in qualche modo voi vi sareste arrabbiate, sentite messe da parte per un ragazzo. Io sono molto titubante con i cambiamenti. Avere una vita a Londra e lasciare Napoli con i miei cari per me era impensabile >>. << Ora cosa pensi di fare? >> chiese Lucia. Mi accasciai con la testa sul materasso << Non ne ho la più pallida idea >> dichiarai afflita. << Okay. Propongo di vedere un film >> disse Laura alzandosi per andare a prendere un dvd che aveva nella borsa. << Un film? >> chiedemmo in coro. << Esatto. Un film che Alessandra, una tra le poche nell’intero universo, non si è mai vista >> commentò sarcastica. Mi accigliai << Non sarà…>>. Lei mi sfoggiò la custodia << Titanic >> esclamò. << Oddio….Io odio…>> digrignai. << Lo so. I film romantici e drammatici. >> sventolò una mano per scacciare la mia negatività << Non me ne fotte un emerito cazzo. Ora tu lo vedi. Lo vedremo tutte quante insieme >> affermò. Lu ed Eli non obbiettarono, per fifa probabilmente, quando Laura si impuntava era meglio lasciar correre qualsiasi protesta, sia per la tua salute sia perché quando si arrabbiava faceva paura. << E sia >> sospirai amaramente. Alla fine del film piansi come una matta. Singhiozzavo incensantemente, come non avevo mai fatto per tutta la mia vita. << Jack no! Non può finire così >> mugolai in lacrime << Rose…povera Rose >>. La canzone dei titoli di coda mi devastò. My heart will go on. Fu come se la certezza mi si fosse presentata letteralmente attraverso le parole di una canzone. Nel film, Jack era morto per salvare Rose, avevano vissuto la più bella storia d’amore di tutti i tempi e lui se n’era andato, per sempre. Guardai Laura in lacrime, doveva aver capito che quel film mi sarebbe stato d’aiuto a capire cosa volesse il mio cuore. Lei mi guardò come se aspettasse una rivelazione. No, non sarebbe finita così la mia storia d’amore, l’amore della vita di Rose era morto, il mio non lo era, si trovava soltanto in un posto lontano, ma era come se lo fosse. Guardai il ciondolo appeso al mio collo. Non può esistere Yin senza Yang. Come io, che non potevo esistere senza Zayn. Guardai le mie migliori amiche, ancora con le lacrime che uscivano indisturbate dai miei occhi arrossati. Loro mi sorrisero teneramente senza accennare ad una parola. Si addormentarono sul divano. Socchiusi gli occhi e l’unica cosa a cui pensai prima di addormentarmi anch’io fu : << Si parte. >>

NOTA DELL'AUTRICE
Eccomi qui ragazze :-D Allora...cosa mi dite ?? Finalmente si è scoperto perchè Alessandra non voleva tornare a Londra. Bè....dovete capirla, non è facile fare una scelta del genere...Spero vi siate commosse perchè io, mentre lo scrivevo mettendomi nei panni di Ale provando le sue emozioni accompagnate dalla canzone, mi sono sentita come lei. Provate a fare come me, leggendolo sulle note della canzone My heart will go on ;-D Ho una cosa da rivelarvi....questo è il penultimo capitolo. Non odiatemi per questo ç_ç  Io ci tengo che voi sappiate che senza il vostro supporto non sarei qui adesso a scrivere :')  Il capitolo precedente ha avuto 5 recensioni , alcuni potrebbero trovare il fatto che esse siano una nullità in confronto ad altre storie che ne hanno un centinaio ad ogni capitolo. Non me ne importa niente, quelle 5 recensioni per me sono la cosa più bella che possa ricevere da voi lettrici, ogni volta che le ricevo , le rileggo un casino di volte dicendo a me stessa " Queste ragazze sono meravigliose" ^_^ Perciò sono fiera di me anche se non sono in vetta alle classifiche xD Ritornando alla storia... il capitolo è finito con una frase : << Si parte >>,  da questo cosa si deduce ? La nostra napoletana partirà per raggiungere l'amore della sua vita e restare per sempre con lui ? Zayn riuscirà a perdonarla ?.
Ora vi lascio e vi dico che il prossimo sarà l'ultimo capitolo e che non vedo l'ora di  sapere cosa ne pensiate di questo. Vi mando un bacio splendori :-*

  
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