Ero ancora molto insonnolita. Non ero riuscita a prendere
sonno fino alle tre di notte. Sollevai le palpebre a forza, tentai di cercare
la mano di Zayn, ma mi accorsi che non c’era. Mi misi a sedere, completamente
sveglia << Zayn si è svegliato prima di me?! No. Non può essere vero
>> ero sbalordita conoscendo la sua pigrizia nel svegliarsi. Un aroma mi
invase i sensi, inspirai a fondo l’odore. Era caffè. Sì, ero certa che fosse
quello. Mi alzai riluttante infilandomi la vestaglia. L’odore proveniva dalla cucina
facendosi sempre più forte. Strabuzzai gli occhi nel vedere cornetti e Krafen
caldi in un piatto, due tazze di cappuccino fumante e un vaso di cristallo con
dentro rose rosse e bianche appena sbocciate sul tavolo. Dejavu…quel momento
l’avevo già vissuto, o meglio sognato il giorno in cui le mie amiche mi
portarono la lettera da parte del manager dei ragazzi per dirmi che ero una
delle ragazze vincitrici al concorso per incontrare i One Direction.
L’inizio…l’inizio di tutto. Come nel sogno due mani grandi e forti mi cinsero i
fianchi e Zayn mi posò un bacio sul collo, poi mi sussurrò qualcosa di familiare , facendomi
rabbrividire alla sensazione dell’alito caldo sul collo << Buongiorno
dormigliona >>. Sorrisi << Buongiorno Zayn >> mi voltai e
incontrai i suoi grandi occhi marroni. Poi lo squadrai con circospezione notando un
particolare divertente << Devo dire che l’accappatoio di mio padre ti
dona >>. << Oh…ehm…non dirglielo >> ridacchiò. <<
Tranquillo. Mmh vedo che ti sei dato parecchio da fare >> dissi roteando
gli occhi verso la deliziosa colazione. Zayn arrossì leggermente facendolo
sembrare ancora più adorabile << Si accomodi Madame >> mi porse la
mano facendomi accomodare. << Non te la cavi per niente male in cucina
>> commentai, mentre sbocconcellavo un cornetto. << Grazie. Grazie.
Ma ora basta con i complimenti altrimenti il cappuccino si fredda >>
convenne sorseggiando il liquido dalla sua tazza. Annuii e presi la mia tazza. << Che
ore sono? >> chiesi. << Le dieci >> rispose lui. <<
Oh…strano che mia madre non sia venuta a ricordarci del pranzo…>>. Non
finii la frase che suonarono al campanello. << Dicevi? >> mi
schernì Zayn ridendo. << Mamma >> esclamai facendo entrare Rosy.
Aveva legato i capelli in uno chignon e portava un abito giallo limone lungo
fino alle ginocchia. Mia madre era ancora molto giovane e bella, mi chiesi se
fosse stata così spensierata anche da anziana. Sperai di sì perché trasmetteva
allegria con il suo passo armonioso che sembrava danzasse, mentre la sua gonna volteggiava
facendo scoprire le slanciate gambe lunghe. << Buongiorno passerotti
>> fece un sorriso caloroso a Zayn, il quale si alzò per salutarla con un
bacio sulla guancia. << Tesoro volevo ricordarvi del pranzo di oggi
>> disse Rosy, mentre annusava le rose << Oh, quelle appena
sbocciate sono le più belle e profumate >> aggiunse radiosa. <<
Certo mamma. Ci saremo >> affermai. << Bene. Ti spiacerebbe farmi
un favore? >> chiese poi alzando gli occhi per guardarmi. << Spara
>>. << Ho bisogno che tu vada al supermercato per comprare alcune
cose >> tirò fuori un biglietto e me lo porse. << Okay >>
sorrisi. Rosy si incamminò verso la porta << Ottimo. Adesso vi lascio perchè
le mie bambine hanno bisogno d’acqua e di essere potate. Ho bisogno di quella
roba per mezzogiorno >> disse infine voltandosi come una leggiadra
ballerina << Bye Bye >>. << La coltivazione dei fiori è un
hobby di famiglia >> Zayn mi rivolse un sorriso. << Già. >>
sospirai << Vado a farmi una doccia >>. << Vengo con te
>> mi raggiunse con tre soli passi. << Bene >> sospirai di nuovo,
rassegnata all’idea di avere un po’ di privacy.
Raggiungemmo il supermercato a piedi. Era una giornata
afosa, quindi optai per un vestitino bianco con le spalline. Zayn indossava un
paio di jeans strappati sulle ginocchia e una maglia a tre quarti bianca con le
maniche di diverso colore: una rossa e una blu. Come camuffamento portava gli
occhiali da sole scuri a goccia. << Sta tranquillo. Considerami la tua
guardia del corpo per oggi >> ammiccai stringendogli la mano nella mia.
<< Non ho nulla di cui preoccuparmi allora >> sfoggiò un sorriso
sincero e smagliante. Presi la lista della spesa, mentre Zayn si procurava un
carrello della spesa. << Reparto verdura >> mormorai incamminandomi
a grande passo verso il reparto, mentre Zayn mi seguiva. << Non ti va di
camminare al mio fianco? >> chiesi voltandomi. << Nemmeno per
sogno. Da qui ho un’ottima visuale >> commentò malizioso guardando il mio
fondoschiena. Alzai il sopracciglio inarcando un sorriso << Pervertito
>>. Lui rise << Avanti, piccola. Continua a camminare >> mi
ordinò. Sospirai e continuai a camminare. Mentre infilavo un paio di pomodori
nella busta mi sentii chiamare e mi irrigidii sentendo le palpebre chiudersi a
fessura. << Alessandra buongiorno >>. Inspirai lentamente per poi voltarmi verso il
mio professore di letteratura << Buongiono anche a lei prof >>
mostrai il mio miglior finto sorriso. Il mio pofessore di letteratura, o meglio
ex prof di letteratura, era alto un metro e novanta, magro, occhi marroni e una
capigliatura alquanto afro. A Lucia piaceva chiamarlo Boccoli di Rame, in
riferimento ai suoi boccoli col rame lunghi fino alle spalle. Era solito
portare un frontino per tenerli legati in modo che non gli cadessero davanti
agli occhi. C’era solo un problema. Mi faceva saltare i nervi. Non perché fosse
severo, ma perché sbottava battute senza senso e rideva sempre sfoggiando
letteralmente un sorriso a trentadue denti. Il giorno dell’esame ero già
abbastanza timorosa e lui non si era dimostrato di grande aiuto. <<
Alessandra eccoti qui. Sono sicuro che farai cilecca all’esame di stato di italiano
>> per un attimo era stato serio, poi mi aveva dato una fragorosa pacca
sulla schiena << Sto scherzando. Respira! Sei pallida come un fantasma!
>> aveva detto ridendo animatamente. << Ah-ah grazie
dell’incorraggiamento prof >> avevo risposto io sarcastica nascondendogli
la mia indignazione. Mi riusciva bene mascherare le emozioni all’occorrenza.
Conoscendo Laura avevo imparato vari trucchi. Ora me lo ritrovavo di nuovo
davanti. << Professore la trovo bene. Ha fatto dei colpi di sole ai
capelli? >> chiesi. Lui sfoggiò la sua risatina << No. Non c’è ne
bisogno. Non vedi come sono lucenti? >> ribattè scherzando. << Già
è vero >> dissi sforzandomi di ridere a sua volta. << Allora quali
sono i tuoi progetti per l’università? Hai già mandato la domanda d’ammissione?
>> chiese curioso incrociando le braccia al petto. Avevo mandato Zayn al
reparto frutta quindi non era lì con noi. << Sì. Sì l’ho fatta.
Frequenterò…>> la gola mi si seccò di colpo, cercai di schiarirla per
riuscire a parlare << l’università di Napoli >> conclusi. <<
Oh bene. Vedo che quando ti inpunti su una cosa non cambi idea >> mi
sorrise meravigliato. << Molti sceglierebbero di andarsene dal luogo di
nascita per andare altrove lasciandosi tutto alle spalle, ma tu no >>
aggiunse. Feci un sorrisetto << Già…>> scrollai le spalle <<
è stato un piacere rivederla prof, ma adesso devo proprio andare. La saluto
>> sfoggiai un’ultimo sorriso congedandomi. << Anche per me Sandra
>> mi urlò da dietro il prof concedendosi un’altra risata. Boccoli di
Rame amava dare soprannomi ai suoi alunni perciò non obbiettai a sentirmi
chiamare così. Scovai Zayn << Ehi. Direi che possiamo andare >>.
Lui alzò lo sguardo dalla busta di fragole che aveva in mano << Non
proprio >> disse. Lo guardai interrogativa. Lui ammiccò e senza nemmeno
accorgemene mi prese in braccio e mi posò dentro il carrello mezzo pieno.
<< Che diavolo fai ? >> sbraitai cercando di alzarmi. << Ti
conviene reggerti forte >> mi avvisò afferrando il carrello con entrambe
le mani. Sgranai gli occhi. Cazzo.
Zayn cominciò a correre con me dentro al
carrello per raggiungere la cassa. Vidi di nuovo il professore al
reparto
della pasta che mi guardò sconcertato, mentre Zayn gridava
<< Fate largo
gente! >> come un matto. Mi coprii il volto con le mani cercando
di
rendermi invisibile con la sola forza del pensiero. Quando arrivammo
alla cassa
Zayn mi prese di nuovo in braccio e mi fece scendere. Una signora
anziana ci
guardò torva << Non sei un po’ troppo cresciutella
per essere messa nel
carrello? >>. Avampai fino alla punta delle orecchie <<
Eh-eh
>> feci un risolino isterico, mentre Zayn ridacchiava
spudoratamente. Gli
menai un’occhiataccia. Prendemmo le buste con dentro la spesa e
tornammo a
casa. << Vieni. Dobbiamo andare al secondo piano >> fingevo
di
avercela con lui per la figuraccia al supermercato. << Signor
sì capo
>> scherzò Zayn facendomi il solletico.<< Basta.
Zayn! >>
tentai di liberarmi dalla sua presa, ma lui mi prese il volto tra le
mani e mi
premette le labbra sulle mie << Ho una voglia pazzesca di
sfilarti questo
vestito >> disse sfiorandomi il naso con il suo. << Sta
buono.
Adesso siamo sotto il tetto di mio padre >> gli rammentai
spingendo la
porta semi-aperta dei miei genitori. Lui mise il broncio, ma poi
cambiò
espressione nel vedere il trambusto che proveniva
dall’appartamento. <<
Siamo qui >> annunciai. << Luca. Luca, vieni qui. Luca, la
betulla
non va vicino al ciclamino. Luca la pianta. No. Non lì.
Più vicino alla
finestra. Luca! >> Rosy stava impartendo ordini al marito e non
parve
sentire la mia voce. << Tesoro sono ottantaquattro volte che
sposto
questa maled…cioè la bella piantina. Deciditi ti prego!
>> mugolò mio
padre sfinito. << Va bene lì. Ecco sì. Bravo. Luca
la carne si sta
bruciando! Luca l’arrosto è in pericolo! Luca! >>.
Zayn si stringeva le
labbra per non scoppiare decisamente a ridere, ma i suoi occhi
tradivano un
luccichio di divertimento. Io sbuffai << Bè. Adesso
capisci la mia
decisione di voler vivere da sola >>. << Ragazzi! Siete
arrivati!
>> esclamò Rosy nel vederci, poi si girò verso Luca
<< Luca prendi
le buste >> gli ordinò con fermezza. Mio padre
sbuffò correndo verso di
noi << Buongiorno tesoro >> mi diede un bacio veloce sulla
guancia
<< Ciao Zayn, accomodati >> gli fece un sorriso amichevole.
<< Mi piacerebbe aiutarla signore se ha bisogno di aiuto
>>, mio
padre non gli aveva dato il permesso di chiamarlo per nome e Zayn
rispettosamente gli dava ancora del lei. Luca sorrise palesemente
compiaciuto
<< Seguimi ragazzo >> gli fece strada mio padre. Zayn mi
strizzò
l’occhio e lo seguì. Aiutai mia mamma ad apparecchiare la
tavola. Sospettavo
che ci fosse la lasagna come pasto principale perché il profumo
era
inconfondibile. << Alessandra stamattina ho preso la posta anche
per te.
Te l’ho lasciata sul tuo tavolo >> disse Rosy. <<
Okay >>
dovevano essere le solite promozioni per la televisione o riviste di
pubblicità. Ci mettemmo tutti a tavola. Zayn fece molti
complimenti alla mamma
per l’ottima cucina. E lei si complimentò per la carne che
avevano arrostito lui
e Luca. Era piacevole stare tutti insieme e vederli andare
d’accordo. Mio padre
fece qualche domanda a Zayn riguardo alla sua vita e ai suoi sogni
futuri e lui
gli rispose che per il momento voleva continuare il suo percorso con la
band.
Erano le tre e mezza del pomeriggio, il pranzo era andato piacevolmente
a
rilento per le tante parole scambiate. Come dolce mia madre
preparò una torta
alle fragole. Sicuramente erano quelle prese da Zayn al supermercato.
Zayn ne
prese due fette, in questo lui e mio padre erano simili. <<
Tesoro userai
la mia macchina per andare all’università? >> mi
chiese Luca. Feci cadere
il pezzo di torta dal cucchiaio. << Signore. Le ricordo che
Alessandra
possiede già una macchina >> disse Zayn scherzando
serenamente. Mio padre
lo guardò << Sì a Londra >> convenne.
<< Esatto, quindi non
c’è bisogno che prenda la sua. Potrei anche accompagnarla
io quando inizierà il
college >> Zayn mi sorrise dolcemente. Luca sputacchiò un
po’ d’acqua dal
bicchiere che aveva in mano << College?! >> mi
guardò confuso
<< Alessandra avevi detto che saresti andata
all’Università di Napoli.
Hai fatto anche la dom…>> si interruppe guardando Rosy che
lo fulminò con
lo sguardo. Zayn mi guardò per un lungo momento. Ci guardammo
negli occhi per
un momento interminabile. Era come se fosse diventato di marmo, i suoi
occhi
fissarono i miei penetrandoli. Si alzò dal tavolo << Rosy,
Luca grazie
per la vostra ospitalità. Ho lasciato una cosa di sopra,
scusatemi >>
disse con tono pacato e distaccato per poi dirigersi verso la porta. Mi
alzai
di scatto ancora senza fiato. << Vai >> disse mia madre in
tono
serio. Non l’avevo mai sentita così. I suoi occhi erano un
misto di
preoccupazione e comprensione. Seguii Zayn dirigendomi verso il
mio
appartamento. << Zayn…>> mi bloccai nel vederlo di
fronte a me con
una lettera tra le mani. << Cos’è questa? >>
chiese quasi un
sussurro tenendo la testa chinata. Non risposi. I caratteri cubitali
erano
perfettamente leggibili anche da lontano. Era la lettera da parte
dell’Università. Dicevano che ero stata ammessa. <<
Cosa cazzo è questa
?! >> il tono di voce di Zayn diventò più alto
e…rabbioso. <<
Io…>> non riuscii a dire niente. Il groppo in gola che mi
aveva
tormentato sino a quel momento si era fatto più grosso. Zayn
sbattè il foglio a
terra << Dimmi che è un errore >> disse stavolta con
voce
incredula. Fissava il pavimento senza incrociare il mio sguardo e
serrava le
mani a pugno. Mi morsi le labbra ripetutamente. La bocca mi si era
seccata. Il
groppo in gola si era fatto via via più soffocante. << No
>> mormorai roca << No. Non è un errore
>> cercai il suo sguardo. E così fu, ma desiderai di non
averlo fatto.
Rimasi pietrificata nel vedere gli occhi di Zayn. C’era collera,
stupore
e…dolore. << Tu…tu mi avevi detto che saresti
ritornata con me a
Londra…>> mormorò avvicinandosi per cercare un
contatto. << Non
l’ho mai detto >> Vigliacca! Zayn mi accarezzò la guancia <<
Alessandra tu non vuoi questo. Dobbiamo stare insieme. Lo so che non è questo
quello che vuoi >>. << Quando ti ho conosciuto… >> mi
ritrassi dalla sua mano, lo guardai impassibile << quando ti ho consciuto
ho pensato : “ Non ci posso credere…Zayn Malik. Il famoso cantante”. Siamo
usciti insieme ed è stata la giornata più bella della mia vita >> lui
sorrise dolcemente, ma io continuai senza dare prova di emozioni << Poi
ti ho raggiunto a Londra. Sono diventata la tua fidanzata e tu il mio. Era
tutto così perfetto e magico. Un sogno…un fottutissimo sogno. Sapevo dal primo
momento in cui ti ho baciato che mi sarei innamorata di te. Non ho potuto
fermarmi…sentivo che c’era qualcosa che non andava. Una cosa che mi ha tenuto
chiuso lo stomaco quando ci pensavo. >> con grande struggimento lo
guardai negli occhi << Non verrò a Londra con te, né adesso, né mai
>>. Zayn mi guardò con due occhioni marroni annebbiati da un velo di
lascrime << Come puoi dire questo? Ti ho sentito, quando hai detto a
Dorian che mi amavi. Chiaro e forte. >>. Zayn mi aveva sentito allora…ma
non importava. << Tu mi ami! L’hai detto tu stessa. E ora mi dici che mi
vuoi lasciare, non ci credo! >> urlò. << Forse mi sono sbagliata
>> mormorai aspra. << No. Hai ragione, non si può lasciare in
questo modo una persona che ami. Non prendi per il culo per due mesi una
persona che dici di amare. Mi hai preso in giro per tutto questo tempo…>>
si allontanò da me guardandomi allibito << E tutte quelle cose che hai
detto a mia madre? Che la lontananza era uno degli ostacoli che si poteva
superare per amore? Ma questo non conta perché il destino ha voluto che tu
potessi scegliere. Vuoi rimanere qui sapendo che mi perderai? Vuoi buttare
all’aria tutto quello che c’è stato tra noi per rimanere qui, sapendo benissimo
che potresti studiare a Londra? >> Zayn era sconcertato, non poteva
credere neanche a quello che stava succedendo. Zayn, mio dolce amore…così
perfetto e buono…hai dovuto incontrare una perfetta idiota come me. <<
Forse non è destino. Semplicemente non siamo fatti per stare insieme >>
dissi pacata. Tirò un calcio al divano << Ti rendi conto di quello che mi
stai dicendo?! Mi hai preso e ora mi getti via come niente fosse… Sei
una…>>. << Ipocrita! >> sbraitai completando la frase per lui
<< Hai ragione! Sono una persona orribile! Non meritavo tutto quello che
mi hai dato. Non merito il tuo amore. So di essere la peggior ragazza che tu
abbia mai incontrato. Sono falsa! Sono tutto quello che vuoi. Ti ho spezzato il
cuore e non me lo perdonerò mai. Vattene di prego. Starai meglio senza di me
>> gli aprii la porta senza guardarlo. Zayn non si mosse << Non
posso. Io ti a… >>. << Non dirlo! Non devi dirlo Zayn, ti prego
>> mi tremavano le gambe e dovetti sorregermi al pomello della porta
<< Dirò io una cosa per entrambi >>. Mai in tutta la mia vita dissi
quella parola, era una parola troppo dolorosa per me. Aveva il potere di farmi
lacerare il cuore. Adesso più che mai << Addio >>. Zayn mi fu di
fronte e mi guardò glaciale, con le lacrime che gli rigavano il viso <<
Addio Alessandra >> e varcò la soglia. Il mio nome stavolta non lo
pronunciò con quel tono dolce e amorevole che conoscevo e che adoravo. Era
pronunciato in modo così freddo, che desiderai avere un altro nome. Non c’era
più…Zayn se ne era andato. Per sempre. Mi accasciai sul pavimento con le mani
che mi reggevano la testa. Ero pronta a piangere, ma non uscì nulla. Qualcosa
di più straziante si ripercosse nel mio corpo. Era come se mi avessero
calpestato, picchiato, bruciato il cuore. Sentivo che aveva perso un battito. Sentivo
che aveva perso una parte di sé. Qualcosa attirò la mia attenzione. Il ciondolo
che mi aveva regalato Zayn. << Senza Yin non ci può essere Yang >>
aveva detto. Aveva ragione perché senza di lui, io non ero più niente. Un cono
senza il gelato, il sole senza la luna, il giorno senza la notte, il mare senza
il cielo. Era qualcosa che non poteva esistere senza l’altro. L’hai voluto tu.
<< Hai ragione. L’ho voluto io >>. Non mi accorsi che la porta era
rimasta aperta che qualcuno entrò a passo strascicato. << Zayn! >>
girai di scatto la testa. Mi rabbuiai nel vedere che non era lui. <<
Mamma >> dissi con la voce ridotta ad un sussurro << Hai...hai
sentito tutto? >>. Rosy si sedette sul freddo pavimento accanto a me
<< Bambina mia, >> mi accarezzò i capelli << Le vostre voci
si sono sentite anche in garage >> disse dolcemente. Sorrisi amaramente
<< Bè…sarà l’ultima volta che le sentirai >>. << Siediti con
me sul divano >> mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi e ci sedemmo sul
divano una di fronte all’altra. << È come se anche il condotto lacrimale
non volesse più funzionare adesso che lui non c’è più >>, pronunciare il
suo nome mi faceva male e anche se l’avessi sentito da mia madre sapevo che
sarebbe stato inutile, perchè non c'era più. << Alessandra, guardami. No sul serio, guardami
>> mi alzò il mento lentamente. Gli occhi blu della mamma a differenza
dei miei che adesso erano spenti, erano limpidi come se ci si potesse sguazzare
dentro. << Sono tua madre. A me puoi dire qualsiasi cosa. Mi vuoi dire
perché lo hai fatto? >>. Emisi un sospiro frustrato che, però mia madre
non interpretò come un rifiuto, ma come un inizio, << Sapevo fin
dall’inizio che la storia con Zayn avrebbe potuto continuare. La lontananza per
me era solo un sotterfugio…una scusa per nascondere il mio timore più nascosto.
>> alzai riluttante gli occhi per guardare quelli di mia mardre, che
sembravano seguire ogni mia singola mossa << Quando ho deciso di avere un
appartamento tutto mio…>> alzai le mani per indicare lo spazio intorno a
me <<…l’ho fatto per essere più indipendente. Ma non è così. Io ho sempre
avuto bisogno di voi, non saprei cosa fare senza il tuo bussare alla porta alle
sette del mattino per svegliarmi, i mugolii di papà quando gli ordini questo o
quell’altro, il profumo dei tuoi fiori e la tua voce quando canti in giardino,
mentre li annaffi. Sono tutte cose che, sebbene abbia diciotto anni e viva da
sola, non saprei farne a meno. Io…>> esitai. La mamma mi poggiò una mano
sulla gamba e mi rivolse un dolce sorriso di incoraggiamento. << Io non
potrei vivere senza la presenza di voi due, lontano da casa, dalla mia città, e
dalle mie migliori amiche. Il pensiero di lasciarle per me è intollerabile. Il
vero motivo per cui non ho scelto di iscrivermi ad un college di Londra e
trasfermi lì…siete voi >>. La mamma aveva un’espressione tra lo stupore e
l’orgoglio << Tesoro…>> sussurrò accarezzandomi la guancia. Non
potevo fermarmi, sentivo che finalmente avrei potuto liberarmi di un gran peso
che mi opprimeva il cuore da tempo << Può sembrare una cosa sciocca, ma
abbandonare tutto: la propria famigla, il luogo dove sei cresciuta da quando
sei stata messa al mondo e le persone che per te sono come sorelle, ci si sente
male. Ci si sente come se dovessi mettere da parte una parte della tua vita che
hai costruito pezzo per pezzo, per cominciarne un’altra, lontana da loro…>>
mi si era annebbiata la vista, mi stropicciai gli occhi, ma niente. Le lacrime
desideravano venire fuori. << So esattamente cosa provi bambina mia
>> mormorò la mamma guardandomi con quegli occhi profondi che adesso
stentavo a capire se fossero veri o meno, dato che brillavano di un colore blu
intenso che esprimevano comprensione e amore, << Lasciai la mia casa per
tuo padre ricordi? Non è stato per niente facile sai…ci ho riflettuto per così
tanto tempo che avevo continuamente forti emicranie. Poi tua nonna mi fece una
domanda, una domanda che mi cambiò la vita, che adesso porgerò a te. >>
mi disse prendendomi il viso tra le mani. Trattenni il respiro, non sapevo di
cosa si trattasse, ma dall’espressione che aveva assunto mia mamma sembrava
fosse una cosa seria. << Che cosa dice realmente il tuo cuore? Quello che
sto cercando di dirti è questo: Il vuoto che adesso si è creato nel tuo cuore,
quello che fino ad un attimo fa, la presenza di Zayn colmava di felicità,
adesso quel vuoto può essere colmato senza l’amore della tua vita? >>.
L’amore della mia vita…Tutte le emozioni che avevo provato con Zayn erano
qualcosa che solo lui riusciva a darmi. << Alessandra guardami >>
mi intimò Rosy, poi i suoi occhi cominciarono a emettere lacrime che però non
sembravano di dolore << Io sarò sempre al tuo fianco, figlia mia. Io e
tuo padre vogliamo la tua felicità. Se questo vuol dire che la tua felicità ha
residenza a Londra noi ti lasceremo andare lo stesso. Non vogliamo che tu sia
costretta a frequentare un’università per obbligo verso di noi. Non dubitiamo
dell’affetto che ti lega a noi, ma per una volta, pensa ai tuoi di desideri. Mi
si spezzerebbe il cuore sapere che mia figlia, per paura di deluderci abbia
lasciato andare l’uomo che ama. I tuoi nonni sanno quanto li amo, ci sentiamo
al telefono ogni giorno e non ho mai provato rimpianti per quello che ho fatto,
mai. Perché amo tuo padre con tutta me stessa, lui mi rende felice e i miei
genitori non hanno mai obbiettato alla mia partenza. La parola “addio” non
esiste nella nostra famiglia. Sono sicura che faccia anche piuttosto male
pronunciarla. >> mi schernì facendomi l’occhiolino, ma non aveva
intenzione di rimprovero, << Mi conosci, credo soltanto in un unico
miracolo nella vita: l’amore. Puro e indistruttibile. Ma ci devi saper credere
con l’anima se vuoi comprenderlo a pieno >>. Se consideravo possibile
l’esistenza di un angelo venuto dal cielo per indicarmi la via, quello era di
sicuro mia madre. In quel momento, fui pienamente orgogliosa di mio padre per
averla scelta come fidanzata, amica e moglie della sua vita. Ipotizzai che la
mia coscienza se n’era andata a fare quattro passi in giardino perché non
accennava a darmi segni di rimprovero. Volevo sentirmi dire altra cattiverie in
modo da avere la conferma di quanto fossi deficiente nella mia più totale
esistenza. Mi buttai tra le braccia di mia madre << Ti voglio bene
>> mormorai con la testa adagiata sul suo grembo. << Lo so >>,
rise piano, << Bè sarà meglio lasciarvi sole, avete molte cose da dirvi e
sono sicura che ne avrete tante >>. Alzai lo sguardo verso di lei
<< Di chi stai parlando? >> chiesi palesemente confusa. <<
Sapevo che avresti avuto bisogno di loro, così le ho chiamate prima di venire
qui da te >> puntò il dito alle mie spalle, e mi voltai. << Lu!
Santissimi numi mi dai quel fazzoletto o no? >> singhiozzò Eli
strattonando l’amica per un braccio. << Ragazze! Da quanto accidenti di
tempo state lì?! >> urlai quasi scattando in piedi. << Da un bel
po’ >> rispose Laura con la testa china e le braccia incrociate,
appoggiata sulla soglia della porta. Eli e Lu invece erano inginocchiate sul
pavimento, con le lacrime che rigavano il loro volto. << Oh mio dio,
ragazze mi dispiace, io non credevo che foste lì, altrimenti…>>.
Altrimenti non mi sarei mai permessa di dire la verità. Dirlo a mia madre era
un conto, ma dirlo a loro era tutt’altro. Eli scattò in piedi << Cosa eh?
Non avevi intenzione di dircelo? Siamo così poco importanti per te da non degnarci
nemmeno di una spiegazione?! >> sbraitò furibonda. << Se avete
bisogno di me, sono di sotto >> si liquidò mia madre con un sorrisetto.
Traditrice. << No, certo che no. Voglio dire, avevo paura di dirvelo
>> tentai di spiegarmi, ma Lucia mi anticipò << Paura? Di cosa
precisamente? >> chiese stizzita. << Di potervi ferire. Io…io non
riuscirei a stare senza di voi. Siete troppo importanti per me. Mi dispiace!
>> sbottai << La cosa che non potrei mai perdonarmi è
sapere che vi ho deluse. Non pensate minimamente che mi sia iscritta
all’Università di Napoli con voi per pietà! Non pensatelo vi prego! >> le
implorai, << Vi prego dite qualcosa >> mugolai in lacrime <<
Là, non hai niente da dirmi? >>, la fissai speranzosa in un rimprovero.
Lei di solito era la prima a farmi una tirata d’orecchie quando sbagliavo per
qualcosa, ma adesso era impassibile e guardava il pavimento come se sotto di
esso si trovasse dell’oro. << Là? >> riprovai avvicinandomi. Lei
alzò lo sguardo, e con mio grande stupore mi abbracciò forte. In risposta
sgorgai ancora più forte le lacrime. << Ssh va tutto bene. Hai lasciato
Zayn, e uno dei motivi per cui lo hai fatto siamo noi. Non potremmo
essere…>> si ritrasse per predermi il viso umido per le lacrime con le
mani, << più commuos d’accusì >> esclamò. Volsi lo sguardo a Lucia ed
Eli che mi circondarono con le loro braccia << Vi voglio tanto bene
ragazze >> dissi con un sorriso. << Lo sappiamo >> risposero
in coro. Mai una volta che rispondessero come le persone normali: Anche noi, pensai
con una smorfia, ma pur sempre con amore. In effetti, anche mia madre non
esitava a dire la stessa cosa, chi lo sa, forse era un vizio di famiglia che
avevo trasmesso anche a loro. << Direi che può bastare. Ora… >>
convenne Laura staccandosi dall’abbraccio di gruppo. Mi rivolse un sorriso
sornione. Oh cazzo. << Come hai potuto solamente pensare di lasciare
andare via quel ragazzo eh?! >> mi tirò per l’orecchio, mentre le mie due
altre care amiche se la ridevano. << Ahi! Ahi !>> mugolai. <<
Là perché non ritenti, pare che non ti abbia sentito >> le consigliò Eli
ridacchiando. La fulminai con lo sguardo. << Ascoltami bene >>
disse Laura allentando la presa << Tu starai con lui >> affermò,
aprii la bocca per dire qualcosa, ma non accennava a farmi parlare <<
Riporterai le tue chiappe a Londra e ti iscriverai ad un buon collegge. Ma
prima, devi dire a Zayn che vuoi stare con lui >> concluse lasciando la
presa. << Ma…>> Laura mi menò l’occhiata, ma io volsi lo sguardo
altrove in cerca di un rifugio per le mie povere orecchie doloranti. <<
Tu lo ami >> disse Lucia dolcemente, come se quella frase potesse
risolvere tutte le mie incertezze. << Ale, non ti permetteremo di
rinunciare al tuo amore per lui, per frequentare una lurida università italiana
con rompipalle come amiche >> disse Eli, mordendosi la lingua subito dopo
notando le facce di Lucia e Laura che la guardavano con un sopracciglio
arcuato. << Cioè, volevo dire…>> cominciò mortificata. <<
Abbiamo capito Eli, ti ringrazio. >> si intromise Lu dandole una pacca
sulla spalla << Quello che la nostra biondina sta cercando di dire è che
la tua felicità non è qui a Napoli. Sebbene tu non lo voglia ammettere sai che è
così. >>. << Non voglio stare in una scuola dove ci sono cherladeer
e giocatori di football da sola. Non senza Eli e il suo modo buffo di dire “Non
ho ancora capito” quando non capisce
ancora di cosa si sta parlando anche se glielo spieghi mille volte. Come farei
senza Lucia che condivide la sua merenda con me perché io sono una totale
zombie appena alzata dal letto da non avere il tempo di prepararmela la mattina.
E fatico ad ammetterlo, ma mi mancherebbero anche le battutacce di Laura che
vogliono far ridere, mentre invece fanno pena >> la guardai con un
sorriso strafottente e lei mi fece un sorriso paonazzo. << Insomma…
>> le guardai con tristezza <<…come potete pensare che io riesca a
dirvi addio? >>. << Non è un addio, è un arrivederci >>
obbiettò Laura con una lacrimuccia che le bagnava la guancia destra. <<
No Là non fare così ti prego… >> poi notai che le altre si soffiavano
il naso freneticamente << Ragazze…>> diedi un bacio sulla guancia
ad ognuna e cercai di sorridere, ma non ci riuscii. << Zayn >> mi
ricordò Lucia << Devi andare a cercarlo >>. Mi sedetti sul divano
<< Non adesso. >> sorrisi, e loro mi guardarono come se fossi pazza
<< Sembra che il tempo sia dalla mia parte. >> scrutai le nuvole
che promettevano un forte temporale << Se ha intenzione di partire,
dubito che potrà farlo con un maltempo in procinto di scatenare una bufera >>
osservai. Mia madre sbucò d’un tratto con un’impermeabile << Non ne sarei
così sicura >> mi ammonì. << In che senso? >> domandai cauta.
<< Ho appena intravisto un aereo volare su nel cielo, quindi non sono
sicura che bloccheranno i voli >> dichiarò. Merda ! Mi alzai dal divano e
in un battito di ciglia afferrai mia madre per le spalle << Ho bisogno
delle chiavi. Ora >> dissi disperata. << Non hai ancora la patente
italiana…>> notò Rosy, ma si rassegnò vedendo la mia espressione determinata
<< Fa attenzione >> concluse alla fine dandomi le chiavi della
macchina. Lanciai un’occhiata alle ragazze, e loro annuirono. << Ti
aspettiamo qui >> confermò Lucia per tutte e tre << Ora va
>>.
Lungo la strada pensai ad un miliardo di cose che formavano
una specie di groviglio snervante nella testa. I miei sensi di colpa verso la
mia famiglia e le mie amiche, che avevo creduto di deludere, invece loro erano
la risposta che avevo rifiutato di sentire da mesi. Loro volevano il mio bene,
ora lo sapevo. Lo avevo sempre saputo, ma faticavo a crederlo. Poi c’era Zayn.
Zayn…immaginai quanto stesse male, o infuriato a causa mia. Volevo che sapesse
quanto lo amassi e che lo avevo allontanato per una mia paura, e non perché non
lo amassi. Era la cosa più bella che mi fosse capitata in tutta la mia
esistenza, e adesso si trovava chissà in quale posto con il cuore lacerato e
umiliato. A causa mia. Doveva sapere che in tutti quei momenti passati insieme
non lo avevo preso per il culo. Quello che provavo stando insieme a lui, era
vero,com’è vero che i miei nonni non sono anziani con un bastone e con la
cataratta. Avevo estromesso la possibilità che trascorresse la notte in un
albergo, perché immaginando come si potesse sentire, c’era soltanto un luogo
dove avrebbe voluto trovarsi. Mi precipitai nel parcheggio. Merda ! Merda due
volte. C’era un traffico incredibile con le auto bloccate in una coda chissà
quanto lunga. A quanto pareva il temporale si era deciso a scatenarsi, con la
bellezza della presenza di fragorosi tuoni. Pensa Alessandra, pensa.
Il mio
sguardo vagò a vuoto fino a, quando non scrutai un cartello
<< Parcheggio
riservato ai lavoratori >> lessi ad alta voce. Se mi avessero
voluto arrestare
per infrazione in un luogo privato, lo avrebbero fatto soltanto dopo
che io
avessi parlato con Zayn. Sterzai in modo brusco verso il parcheggio.
Saltai fuori
dalla macchina, senza ombrello d’altronde e senza impermeabile.
Mia madre mi aveva detto di prenderlo, ma in quel momento ero
già diretta verso l'auto. La pioggia scrosciava in modo
impetuoso riducendomi ad un pulcino zuppo dalla testa ai piedi. Mi
precipitai correndo
al banco dell’ufficio informazioni. Riconobbi la stessa persona
che mi aveva aiutato,
quando Zayn stava per ripartire con gli altri ragazzi per Londra, e lui
mi
aveva detto dove trovarlo. << Salve. Buonasera. Mi dica che i
voli per Londra
sono stati cancellati! >> dissi. Il signore mi guardò
sbigottito,
immaginai che ridotta con un vestitino bianco e i capelli zuppi
d’acqua potessero
dare un certo tipo di reazione. << Ehm…sono desolato
signorina. Un aereo
diretto a Londra è partito quindici minuti fa >> ammise.
<< Per
favore. Può dirmi se a bordo c’era Zayn Malik? Il famoso
cantante britannico>>.
<< Oh sì. Gli ho chiesto l’autografo prima che
salisse sull’aereo. L’ho
fatto per le mie figlie >> sorrise. << La ringrazio
dell’informazione
>> mi liquidai con un amaro sorriso. Con mia fortuna nessuno si
era
accorto che avevo parcheggiato in un luogo privato. Ma non me ne
sarebbe
fregato lo stesso un bel niente.
<< Ehi. Ale sei zuppa! >> Eli mi venne incontro,
una volta che entrai in casa. << Dov’è Zayn? Cos’è successo? >> mi
chiese Lucia, mentre Laura era corsa a prendermi un’asciugamano. << Se n’è
andato >> dissi semplicemente. Le mie amiche non dissero nulla, mi
aiutarono ad asciugarmi i capelli e ad infilarmi il pigiama. Eli preparò una
cioccolata calda, mentre io, Lu e Là ce ne stavamo sdraitate sul divano senza
dire una parola. Sebbene la cioccolata calda che preparava Eli fosse una
squisitezza, non ne bevvi nemmeno una goccia. << Me lo merito. Questo è
quello che mi spetta >> mormorai stroppicciando il cuscino. <<
Finiscila. Tutti sbagliano. E si può sempre rimediare >> mi rimproverò Laura.
<< Vedrai. Andrà tutto bene >> Lucia mi abbracciò. Non sapevo a che
pensare, lui se ne era andato e per me voleva dire che lo avevo deluso così
tanto da non meritarmi nemmeno una spiegazione da potergli dare. Lo avevo
tradito, punto. In qualche modo adesso Zayn mi odiava. Tutto solo in aereo,
probabilmente a desiderare di non avermi mai incontrato. << Mi dispiace
>> singhiozzò Eli. Io la guardai con dolcezza << Di cosa? >>.
<< Se non fosse stato per noi, ora tu e Zayn vi trovereste insieme
>> dichiarò amareggiata. << Non è vero >> mi sedetti al suo
fianco e la circondai con un braccio << Non è colpa di nessuna di voi. Lo
sapete quanto io sia una totale interdetta. In questo caso ho combinato un gran
casino. Ma non certo a causa tua, di Laura, di Lucia e dei miei genitori. La paura
di perdervi era così grande che ho pensato che lasciare Zayn fosse la cosa
giusta. Sono io a dovervi chiesere scusa, perché ho pensato che in qualche modo
voi vi sareste arrabbiate, sentite messe da parte per un ragazzo. Io sono molto
titubante con i cambiamenti. Avere una vita a Londra e lasciare Napoli con i
miei cari per me era impensabile >>. << Ora cosa pensi di fare?
>> chiese Lucia. Mi accasciai con la testa sul materasso << Non ne
ho la più pallida idea >> dichiarai afflita. << Okay. Propongo di
vedere un film >> disse Laura alzandosi per andare a prendere un dvd che
aveva nella borsa. << Un film? >> chiedemmo in coro. << Esatto.
Un film che Alessandra, una tra le poche nell’intero universo, non si è mai
vista >> commentò sarcastica. Mi accigliai << Non sarà…>>. Lei
mi sfoggiò la custodia << Titanic >> esclamò. << Oddio….Io
odio…>> digrignai. << Lo so. I film romantici e drammatici.
>> sventolò una mano per scacciare la mia negatività << Non me ne
fotte un emerito cazzo. Ora tu lo vedi. Lo vedremo tutte quante insieme
>> affermò. Lu ed Eli non obbiettarono, per fifa probabilmente, quando
Laura si impuntava era meglio lasciar correre qualsiasi protesta, sia per la
tua salute sia perché quando si arrabbiava faceva paura. << E sia
>> sospirai amaramente. Alla fine del film piansi come una matta. Singhiozzavo
incensantemente, come non avevo mai fatto per tutta la mia vita. << Jack
no! Non può finire così >> mugolai in lacrime << Rose…povera Rose
>>. La canzone dei titoli di coda mi devastò. My heart will go on. Fu come
se la certezza mi si fosse presentata letteralmente attraverso le parole di una
canzone. Nel film, Jack era morto per salvare Rose, avevano vissuto la più
bella storia d’amore di tutti i tempi e lui se n’era andato, per sempre. Guardai
Laura in lacrime, doveva aver capito che quel film mi sarebbe stato d’aiuto a
capire cosa volesse il mio cuore. Lei mi guardò come se aspettasse una
rivelazione. No, non sarebbe finita così la mia storia d’amore, l’amore della
vita di Rose era morto, il mio non lo era, si trovava soltanto in un posto
lontano, ma era come se lo fosse. Guardai il ciondolo appeso al mio collo. Non
può esistere Yin senza Yang. Come io, che non potevo esistere senza Zayn.
Guardai le mie migliori amiche, ancora con le lacrime che uscivano indisturbate
dai miei occhi arrossati. Loro mi sorrisero teneramente senza accennare ad una
parola. Si addormentarono sul divano. Socchiusi gli occhi e l’unica cosa a cui
pensai prima di addormentarmi anch’io fu : << Si parte. >>
Eccomi qui ragazze :-D Allora...cosa mi dite ?? Finalmente si è scoperto perchè Alessandra non voleva tornare a Londra. Bè....dovete capirla, non è facile fare una scelta del genere...Spero vi siate commosse perchè io, mentre lo scrivevo mettendomi nei panni di Ale provando le sue emozioni accompagnate dalla canzone, mi sono sentita come lei. Provate a fare come me, leggendolo sulle note della canzone My heart will go on ;-D Ho una cosa da rivelarvi....questo è il penultimo capitolo. Non odiatemi per questo ç_ç Io ci tengo che voi sappiate che senza il vostro supporto non sarei qui adesso a scrivere :') Il capitolo precedente ha avuto 5 recensioni , alcuni potrebbero trovare il fatto che esse siano una nullità in confronto ad altre storie che ne hanno un centinaio ad ogni capitolo. Non me ne importa niente, quelle 5 recensioni per me sono la cosa più bella che possa ricevere da voi lettrici, ogni volta che le ricevo , le rileggo un casino di volte dicendo a me stessa " Queste ragazze sono meravigliose" ^_^ Perciò sono fiera di me anche se non sono in vetta alle classifiche xD Ritornando alla storia... il capitolo è finito con una frase : << Si parte >>, da questo cosa si deduce ? La nostra napoletana partirà per raggiungere l'amore della sua vita e restare per sempre con lui ? Zayn riuscirà a perdonarla ?.
Ora vi lascio e vi dico che il prossimo sarà l'ultimo capitolo e che non vedo l'ora di sapere cosa ne pensiate di questo. Vi mando un bacio splendori :-*