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Oneiros
Appena entrata nella stanzetta capisco subito che già ci sei.
Il tuo odore impregna le mura come la vernice che penetra dannosa nel legno. Inspiro aria. Inspiro quanta aria possibile. Inspiro quanta aria possibile come un sub che si appresta ad entrare in apnea e sa che gli mancherà la bellezza di un respiro. Quanta aria possono trattenere i suoi polmoni? Quanto odore posso trattenere io?
Abbiamo deciso di vederci al buio, quest'unica volta, per accentuare ogni sensazione, ogni emozione, ogni gusto.
Ricordo ciò che mi disse una mia amica a proposito delle esperienze sensoriali:
"Quando provo qualcosa di bello cerco di analizzarlo in ogni minimo particolare, in modo da poter cullarmi nel suo ricordo quando non posso attingere alla fonte diretta. Prendi in esempio le mani: io conosco ogni dettaglio delle sue mani e ripercorro ogni difetto, ogni perfezione prima di addormentarmi".
Io le tue mani non le vedo ora. Ma so perfettamente come sono fatte. Conosco già le unghie sottili ed ellissoidali, le dita lunghe, quasi femminili. Conosco già la sensazione che si scatenerà nelle mie vene quando quelle dita perfettamente lunghe, con le loro unghie sottili ed ellissoidali percorreranno i sentieri del mio corpo.
Nel Buio.
Mi chiami.
"Shatzy"
Il mio nome nella tua bocca ci sta male. E' grottesco. E stretto. Sì, è stretto e minuto per la tua bocca. Le tue labbra fine e aride dal desiderio rendono il mio nome mancante di quell'umidità che dovrebbe contraddistinguerlo.
"Michael"
Ti rispondo.
Non abbiamo bisogno di altre parole per avere la certezza. Non abbiamo bisogno di certezza, probabilmente. Abbiamo silenziosamente deciso di tenerci i nostri dubbi non appena abbiamo pensato a questa stanza. Quest' idea pazzesca è di per sé irreale. Il fatto che i nostri corpi aderiranno in questa stanza fatta di respiri. (E odori. E fra poco carezze.) E' avvolto da una nebbia onirica.
Mi svesto.
Tu probabilmente già lo sarai.
Odio non poter osservare il tuo comportamento in questa situazione. Sei imbarazzato? O perfettamente a tuo agio, veterano di amori invisibili?
Mi avvicino e ci sei. Sospiro di sollievo. Come se avessi dubitato della tua presenza fino a quando non ho sentito le tue braccia pronte a bloccarmi nel momento della fuga.
-Per dove? Dove sono finita? Ne uscirò mai?-
La mia testa prende posto nell'incavo della tua spalla, sotto il tuo viso. La barba lievemente accennata mi provoca il piacevole fastidio di sempre (Sempre? E' la prima ed ultima volta -Ma è sempre stato così-).
Infilo una mano fra i tuoi capelli. Bagnati di sudore. No, non sei a tuo agio.
Poi sento un sospiro inondarti il petto.