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Autore: Charizard FIRE    13/05/2012    1 recensioni
Camminava, da sola.
Lithiel. I suoi lunghissimi capelli bronzei si libravano disordinati nell'aria, spinti da una prepotente brezza di abbandono, mentre le sue labbra sottili, asciutte, eppure così morbide, sembravano pregustare già l’amaro sapore della disperazione.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime di Magnolia

 

Camminava, da sola.

Lithiel. I suoi lunghissimi capelli bronzei si libravano disordinati nell'aria, spinti da una prepotente brezza di abbandono, mentre le sue labbra sottili, asciutte, eppure così morbide, sembravano pregustare già l’amaro sapore della disperazione. I brillanti occhi verdi fissavano il vuoto, le mani stringevano tremanti un piccolo sacchetto di velluto. Il fiore di Magnolia legato al suo braccio sinistro era ormai appassito.

Al braccio di ogni fata alla nascita viene avvolto con la magia il gambo di un particolare fiore, e da quel giorno quel fiore riflette lo stato d'animo della fata a cui appartiene. Un legame magico indissolubile e vitale per la fata: se lei muore il fiore muore con lei, e se il fiore viene distrutto il cuore della fata si spenge. Alla nascita di Lithiel i suoi genitori erano rimasti sorpresi nello scoprire che la pianta gemella alla piccola era la Magnolia, una pianta dalle proprietà febbrifughe piuttosto particolari, proprietà che nel gergo delle fate si traducono nella capacità di placare gli animi della fata a cui la pianta è gemellata. Il fatto che Lithiel fosse gemellata alla Magnolia significava che la piccola fata sarebbe stata caratterizzata da un’indole fortemente emotiva, e che era quasi sicuramente destinata a subire un grande shock emotivo da adulta: la Magnolia l’avrebbe aiutata a superare questo shock.

La dolce Lithiel ripensò alle ultime parole di sua madre, prima di voltarsi. “E’ questo, Lithiel… lo shock che avresti subito da adulta. Ma tranquilla, figlia mia, la tua Magnolia è con te… Non dovrai temere nulla!

Due piccole lacrime bagnarono il viso della fanciulla. La sua Magnolia l’avrebbe dovuta calmare, la sua Magnolia l’avrebbe dovuta proteggere dal dolore… e invece ora la sua Magnolia era appassita. O forse il dolore che lei provava in quel momento era fin troppo grande, e il suo fiore era appassito nel tentativo disperato di aiutarla? Incredibile come nelle situazioni di difficoltà tutto sembri complesso e inspiegabile. Incredibile come nei momenti di debolezza non si abbia neanche la forza di muovere un muscolo. Incredibile come le sue elegantissime ali verdognole, che tante volte in passato le avevano permesso di raggiungere le nuvole, adesso sembrassero solo un inutile e ingombrante peso… Adesso che più che in ogni altro momento della sua vita le serviva di volare.

Si guardò intorno. Le vivaci sfumature di verde e viola del bosco magico le sembravano adesso così spente. Il Bosco Lillà. Così lo aveva chiamato lei quando suo padre l’aveva portata lì la prima volta: lei si era innamorata della sensazione di pace e serenità che dominava negli spazi ameni fra quegli alberi millenari, e quel bosco era da quel giorno diventato il suo rifugio, il suo spazio segreto, il suo mondo inesplorato. E ora stava per finire tutto. Ogni angolo dell’intero mondo delle fate stava per essere spazzato via dall’assalto incontenibile dei Demoni dell’Ombra, e il villaggio di Lithiel, Autumnia, era stato il primo a cadere. Il re era perito nello sforzo di proteggere magicamente il castello da un attacco frontale. Il castello era però stato attaccato anche dall’alto, da un demone alato, e l’ultima cosa che la regina era riuscita a fare era stata quella di riuscire a far scappare in tempo la figlia, affidandole un piccolo sacchettino vellutato.

Va’, scappa!” le aveva detto, “Devi correre ad avvertire i re degli altri villaggi… forse riuscirai anche a metterti in salvo trovando rifugio in un altro villaggio!”.

Ma mamma, anche tu puoi venire, andiamo insieme!”.

Sei una principessa, devi farcela da sola, amore mio! Io devo restare a proteggere il castello internamente…puoi riuscirci?”.

Ma io…”.

Ne sei capace?”.

“… Sì.”.

Bene, sapevo che avrei potuto contare su di te. Sei l’unica che può farlo… Vai, principessa!”.

Lithiel si era voltata e aveva iniziato a percorrere un lungo cunicolo sotterraneo, e quando ne era uscita aveva fatto appena in tempo a vedere il castello ripiegarsi su se stesso e crollare, come un enorme gigante buono costretto a inginocchiarsi come fosse il più umile dei servi.

L’unica azione che le sue gambe non si erano rifiutate di fare era stata quella di correre subito nel suo posto segreto, lontano dal dolore, lontano dall’angoscia, lontano da tutto il resto. Ma neanche questo era servito a non farla sentire così orribilmente sola. Impotente. Distrutta.

Si riscosse. Aveva un compito. Suo padre e sua madre avevano dato la vita perché lei potesse attuarlo. Doveva imporsi di agire, anche a costo di farsi del male psicologico. I destini di Invernia, Primaveria ed Estasia adesso dipendevano solo da lei.

Aprì il sacchetto di velluto e ne rovesciò il contenuto sul letto di foglie violacee che copriva la terra umida del Bosco Lillà, mentre le lacrime continuavano irrefrenabilmente a scendere sul suo viso. Tante pietruzzole lucenti e differentemente colorate caddero lentamente come pesi sull’anima della fata, e nell’istante in cui la prima pietra toccò terra Lithiel capì che quelli non erano sassi comuni. Si trattava delle famose e potenti Pietre di Stella, ciottoli magici che racchiudevano un potere illimitato che poteva essere attivato solo dalle mani di una fata di stirpe reale. Grazie alle Pietre di Stella Lithiel si sarebbe potuta teletrasportare nel villaggio più vicino e avvertire il re in pochissimo tempo.

La fata cominciò a posizionare le otto Pietre in cerchio intorno a lei, così come le era stato furbamente spiegato di fare quando era ancora solo una bambina.

Le sue lacrime continuavano a bagnare il terreno sottostante. Lacrime di Magnolia.
 

FINE.

  
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