Egregio allenatore Kidou
Rispettabile
Allenatore Kidou,
mi presento, sono il padre di Hikaru. Mi duole sprecare il suo tempo, sia che al momento debba prestare attenzione alla squadra della Raimon, sia che sia impegnato per affari privati, ma sentivo il bisogno di scriverle questa lettera, spero non le dispiaccia leggerla. Comunque, sarò breve.
Ebbene, come avrà capito io sono un membro della famiglia Kageyama. Non conosco esattamente tutti i dettagli, ma so che mio fratello le ha causato non pochi problemi in passato, arrivando addirittura a minacciare lei e la sua squadra al torneo mondiale – così come anche precedentemente, da quel che ricordo. Ora, io mi rendo conto che Reiji sia stato una persona che i più definirebbero “malvagia”, ma lui mi ha sempre parlato di lei, quindi credo che sappia che in fondo mio fratello non fosse quel mostro per cui si spacciava. Adesso, io non so se lei conosce il perché del suo comportamento, ma suppongo di sì; nel dubbio, spiegherò brevemente: nostro padre era uno dei più grandi giocatori di calcio, ma dal momento in cui fu sostituito, Reiji iniziò ad odiarlo profondamente, o almeno così voleva credere. È per questo che decise di portare avanti la fama del nome Kageyama nel mondo calcistico. Io, al contrario, non ho mai provato interesse per questo sport, per quanto mi facesse piacere vedere i volti felici di mio padre e di Reiji mentre giocavano. Se a chiunque si chiedesse chi è stato “Kageyama”, infatti, come risposta si otterrebbe prima “il famoso attaccante della nazionale giapponese”, ma poi “colui che ha tentato di distruggere il calcio giovanile”; nessuno saprebbe della mia esistenza. Una prova di quello che sto dicendo è che io ho preferito diventare un semplice impiegato in un’azienda e vivere una vita cosiddetta “normale”, con una moglie ed un figlio. È proprio per amore di questo figlio, che le sto scrivendo questa lettera.
Hikaru conosce perfettamente la storia di suo zio ed il rapporto che ha avuto con la prima Raimon Eleven ed in seguito l’Inazuma Japan. Di conseguenza, pare conosca anche il legame che univa Reiji e lei, allenatore. Deve sapere che fin da bambino ha una grande passione per il calcio, tant’è che appena iscritto alle elementari già aveva il desiderio di iscriversi alla Raimon, come scuola media, perché da lì erano usciti grandi giocatori. Adesso che ha dodici anni ci è riuscito e sembra contentissimo. Aveva un altro desiderio: iscriversi al club di calcio di quella scuola. Ecco, oggi si è fatto coraggio ed è venuto da voi, nonostante il grande timore di essere respinto a causa del suo cognome. Io non voglio insinuare che voi siate persone rancorose e che se la prendono con i parenti di qualcuno che vi ha fatto uno sgarbo, ma dato che per me la cosa più importante è la felicità di Hikaru voglio accertarmene di persona. Vi chiedo solo di accettarlo in quanto “Hikaru” e non in quanto “nipote di Kageyama Reiji” e di non fargli pesare questa relazione.
Le ho già rubato troppo tempo e spero vivamente non si senta offeso in qualche modo dalle mie ultime parole.
Arrivederci


Kageyama Ridou

PS. Scusi per le cancellature all’inizio della lettera, non ci badi.


  Signor Kageyama,
la sua lettera non mi ha disturbato affatto, al contrario. Purtroppo l’ho letta solo ora e per quanto io le stia rispondendo subito, è già piuttosto tardi, quindi presumo che Hikaru sia ormai tornato a casa e che quindi abbiate già discusso di com’è andata la giornata. Nonostante questo, le risponderò come se invece ancora non avessi incontrato Hikaru.

Come prima cosa ci tengo a spiegarle che Kageyama ed io abbiamo sempre avuto, per quanto mi costi ammetterlo, un forte legame. Se mi sono avvicinato al mondo del calcio è specialmente perché suo fratello ha visto in me del potenziale e quindi mi abbia allenato di conseguenza. Perciò, avendo passato moltissimo tempo con lui, sì, posso affermare di conoscere la sua storia e il perché del suo comportamento.
Senza falsa modestia le dirò: tutti mi considerano una persona decisamente intelligente. Dunque, credo che accettare Hikaru in squadra senza badare al cognome sia una cosa a dir poco ovvia e naturale. Voglio raccontarle l’entrata di suo figlio: Hikaru è acceduto nella sede del club e si è presentato, dicendo il suo nome, fermandosi a quello. Quando la coordinatrice Otonashi gli ha chiesto quale fosse il suo cognome ha iniziato a balbettare e guardarsi nervoso intorno; alla fine, al momento di dirlo, è parso dapprima titubante, ma poi l’ha gettato fuori come dovesse dire una cosa orribile. Sarei un ipocrita a dire che al sentire uscire “Kageyama” dalla bocca di quel ragazzino non sia rimasto a dir poco sorpreso, così come i colleghi Otonashi ed Endo di fianco a me. Ecco, come crede che abbiamo reagito, dopo un primo attimo di sbigottimento? Pensa che l’abbiamo cacciato perché suo zio – per il quale, peraltro, si era scusato a suo nome – ci aveva fatto dei torti in passato? Che ci siamo arrabbiati con lui per colpe che non ha e che nessuno ha intenzione di rinfacciargli? Beh, se lo pensa, sbaglia di grosso, poiché nessuno di noi si è fatto alcun tipo di problema. Come suo solito per i nuovi membri, il coach Endo gli ha semplicemente chiesto se gli piacesse il calcio e, sentendosi rispondere che lo amava, non ha esitato a dargli il benvenuto nel club.
Voglio essere sincero con lei: per quanto io fossi… “vicino” a Kageyama e nonostante lui fosse il mio “comandante”, non ho mai saputo della sua esistenza, signor Ridou. Così come del resto non ho mai saputo nulla dei vostri parenti, padre escluso. Detto francamente, dopo la morte di suo fratello ho riflettuto a lungo su cos’avesse fatto di buono o di sbagliato in tutti quegli anni passati a vivere nell’astio più totale ed ero giunto alla conclusione che per quanto malvagio fosse stato – perché, diciamocelo, lo è stato – mi dispiaceva davvero che a causa sua il nome Kageyama si fosse infangato, cadendo nell’ombra più nera.
Perché le sto scrivendo tutto questo? Si starà chiedendo dove voglio arrivare e la risposta è “Hikaru”. Certo, lo conosco da appena qualche ora, ma sono piuttosto svelto a comprendere come sono fatte le persone e posso dire quasi con certezza che Hikaru è un bravissimo ragazzo, onesto, sincero e leale. Caratteristiche fondamentali, direi. Con la sua genuina innocenza, quel ragazzino giocherà a calcio con la nostra nuova Raimon e la farà risplendere, sarà la luce che riporterà a galla il nome Kageyama e lo farà brillare.
Scusi se glielo dico, dalla sua lettera mi è parso leggermente insicuro. Io le chiedo semplicemente di avere fiducia in noi, ma ancor prima in suo figlio, che riscatterà il nome rovinato dallo zio anni prima.
Spero che la mia risposta l’abbia calmato e rassicurato; suo figlio si troverà benissimo.
Arrivederci


Kidou



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E boh, sto sfornando fic a raffica. In realtà dovrei finirne non so quante altre, ma mi sto dedicando prima a tutte le one-shot che ho in mente, dato che le fic di inazuma e inazuma GO che voglio fare sono piuttosto lunghe. ...così come l'horror, mh. Beh presto però posterò l'horr- non è di questo che devo parlare. Dicevo, ecco l'ennesima fic di qusti giorni! L'ho scritta ieri alle 3 e mezza di notte e la stavo già pubblicando, ma dato che su word ho messo tutti carini (?) i font perfetti per la scrittura di Ridou e Kidou (....gioco di parole involontario, giuro, non c'avevo manco fatto caso) ma qui su efp non ci sono, ieri notte avevo rinunciato. Adesso mi limito a mettere corsivo Kidou e vabbè. Che dire sul contenuto... io volevo semplicemente scrivere un qualcosa che sottolineasse il fatto che Hikaru derivi da luce mentre Kageyama vuol dire montagna d'ombra... tutto qui D: Beh, spero sia venuto qualcosa di un minimo decente e che qualcuno abbia voglia di recensire xD
Ah, per quanto riguarda Ridou, non ho voluto dargli una grande personalità e fin lì penso di esserci riuscita xD E sorvoliamo sul titolo :°D Poi siccome dovevo dire un'altra cosa ma non la ricordo, la smetto qui o divento pesante xD Bye!