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Autore: damagedkarma    13/05/2012    2 recensioni
"Ok, mettiamo in chiaro un paio di cose. Io non sono simpatica, non sono paziente e ho un carattere piuttosto complicato, in sintesi se mi fai irritare posso benissimo prenderti a calci con violenza senza rimpianti. Le uniche persone che mi sopportano sono le mie quattro amiche, e l'unico motivo per cui oggi io e te ci troviamo nella stessa stanza è perchè la professoressa ha avuto la splendida idea di farci fare insieme questo progetto. E non me ne frega se l'unico tuo interesse nella vita è quello di scompigliarti i capelli e portarti a letto quante più ragazze puoi, per due settimane tu ti impegnerai al massimo per avere una A. Ci siamo intesi Styles?"
"Signor sì signore!" rispose ridendo Harry. Sarebbero state due lunghe settimane, lo sapevo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-Prologo

Le piaceva un sacco girovagare da sola per Londra, scoprire ogni giorno un quartiere o una parte della città nuova. Le piaceva farlo anche quando viveva a Roma, la città in cui era nata e cresciuta, quella che aveva dovuto abbandonare un anno fa ma che non aveva dimenticato; sarebbe sempre stata in un certo senso la SUA città, la sua vera casa, il suo piccolo angolo di paradiso. Anche se l’Inghilterra era bellissima, non poteva di certo competere con l’Italia, con la sua storia, i suoi profumi; Azzurra adorava il suo paese.
Immersa nei suoi pensieri patriottici arrivò ad Oxford Street; quella era la sua parte preferita di Londra, avrebbe potuto restarci ore intere. Una vibrazione nella borsa bloccò il flusso dei suoi pensieri: l’Iphone.
“Pronto?”
“Cioè, ma si può sapere dove sei finita? Stiamo provando a chiamarti da un’ora circa e non ti degni di rispondere!”
“Scusami Vicky, ho il silenzioso… Dove siete?”
“Proprio dietro di te, idiota”
Si voltò e vide tre figure familiari che si avvicinavano. Tutte e tre ragazze, tutte e tre diciassettenni come lei. La brunetta che l’aveva chiamata le si scagliò contro.
“Impara a rispondere al cellulare quando qualcuno ti chiama, perché sai com’è, di solito si fa così! No aspetta, forse dovevamo immaginare che tu fossi qui, o connetterci telepaticamente. Te lo giuro ti odio.”
“Ciao Vicky, sì ti adoro anch’io” rise e abbracciò l’amica.
Victoria era bellissima, con quei suoi occhioni scuri, i capelli castani lunghi e un fisico da modella. E’ argentina e si era trasferita a Londra perché suo padre aveva spostato la sede principale della sua azienda lì; suo padre però era morto per un incidente d’auto circa tre anni fa, e lei era rimasta sola con la madre, che mandava avanti l’azienda. Non amava parlare della sua vita privata e familiare, lo aveva fatto per la prima e unica volta solo con le sue quattro amiche: non si fidava di nessuno se non di loro, e in questo lei e Azzurra erano uguali.

Per il resto, erano praticamente due opposti: Vicky era casinista, disordinata, aveva avuto mille storie con ragazzi sempre diversi che non duravano mai più di un mese, più che studiare le piaceva disegnare, soprattutto modelli di vestiti; il suo sogno era sempre stato quello di poter diventare una grande stilista. Azzurra invece era introversa, silenziosa e altezzosa: con quei suoi occhi grigio-azzurri (causa della scelta del suo nome) fulminava chiunque non le andasse a genio. A scuola l’avevano definitivamente catalogata come una tipa snob; sebbene fosse davvero bella pochi ragazzi si facevano avanti con lei conoscendo il suo carattere, preferivano le ragazze facili, e a lei questo andava bene. Non aveva tempo da perdere con l’amore. Aveva sempre avuto le idee ben chiare e la testa sulle spalle, avrebbe studiato ad una università prestigiosa e sarebbe diventata una psichiatra, non temeva le difficoltà, anzi, si divertiva a superarle, amava mettersi in gioco.

Non appena si staccò dalla stretta di Vicky, una testa rosso rame si avventò su di lei e le stampò un bacio sulla guancia: Sammy. Era quel tipo di ragazza che riusciva a far sciogliere anche “quel gran pezzo di iceberg” di Azzurra, come lei stessa l’aveva definita: era solare, spiritosa e aveva un sacco di interessi. Primo su tutti la ginnastica artistica; amava quello sport, lo aveva praticato a livello agonistico fin da quando era piccolissima e non l’aveva mai lasciato, ma purtroppo per un problema alla caviglia aveva dovuto abbandonare le competizioni vere e proprie. Ora allenava le bambine piccole, e nonostante un primo periodo davvero duro era felice, una tipa tosta come lei superava tutto.
L’ultima ragazza parlava in modo concitato al telefono; poi chiuse la chiamata con aria sognante.
“La vuoi smettere di stare sempre attaccata a questo telefono? Ormai tu e Liam vivete in simbiosi! Dai che vi vedete tutti i giorni” disse Azzurra.
“Se è per questo vedo anche te tutti i giorni e ancora non mi hai scocciato… o forse sì” rispose ridendo la ragazza dai capelli castano-biondi, che la abbracciò.  Catherine, per gli amici Kath, era l’unica fidanzata del gruppo; stava con Liam Payne, un ragazzo che frequentava la loro stessa scuola. Azzurra e le altre lo approvavano, era simpatico e dolcissimo con Kath, stavano insieme da poco ma si capiva che non sarebbe finita subito; Kath meritava un po’ di tranquillità, in amore era sempre stata piuttosto sfigata a causa della sua ingenuità, il più delle volte erano state le sue amiche a farle aprire gli occhi sulle persone che frequentava. Era il capitano delle cheerleaders, ed era una ragazza che ispirava fiducia al primo sguardo.
Poi all’improvviso arrivò correndo verso di loro un’altra ragazza alta e biondissima. “Scusate ragazze, stavo dormendo e mi sono svegliata praticamente mezz’ora fa, ho fatto una corsa” disse ansimando.
“Meglio tardi che mai, buongiorno Amber” disse ridendo Sammy.
Amber viveva in un mondo tutto suo, e le altre la conoscevano bene e la adoravano così com’era. Come Vicky, anche lei amava disegnare, ma paesaggi e ritratti; era davvero un talento naturale ma era troppo timida per far vedere i suoi disegni a qualcuno che non fossero le sue amiche, e troppo insicura per poter anche solo pensare che quello sarebbe stato il suo futuro. Sarebbe diventata un avvocato, come i suoi genitori, e quella di disegnare sarebbe rimasta solo una passione da coltivare nel tempo libero.

Erano un bel gruppo di amiche, sincere, come non se ne trovavano facilmente; Azzurra era stata davvero fortunata ad incontrarle, se lo ripeteva ogni giorno.
Si incamminarono insieme verso casa di Kath, che abitava a pochi metri da lì.
  
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