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Autore: Red Nika    13/05/2012    5 recensioni
Uchiha Itachi e suo fratello Sasuke, il primo erede della Uchiha Sound, il secondo campione mondiale imbattuto, da cinque anni, di scacchi. Uzumaki Naruto, vent'anni ed è orfano. E' andato dai nonni paterni a Konoha per cercare di dimenticare, di stare meglio e farsi una nuova vita. Campione nazionale americano di scacchi.
- Scacco Matto Uchiha...[...]-
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Itachi | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Note d'Autrice:

Ringrazio
 Shawn_Hardy, che mettendomi tra i suoi autori preferiti, mi ha dato l'ispirazione per finire il primo capitolo, di tre, di questa yaoi SasuNaru/NaruSasu. L'avevo cominciata almeno una settimana fa, ma mi ero bloccata ovviamente. Poi per curiosità ho visto che sono l'autrice preferida di questa/o ragazza/o e mi sono detta: << Devo finire il capitolo e dedicarlo a lei!>> Ed eccomi qui! Baci baci, commentate, anche in negativo, fa sempre bene (:


 

 

 

*******



Konoha era una città come tante, con negozi alla moda, grandi centri commerciali e punti di ritrovo per i giovani. Anzi no, scusate, dimenticavo, Konoha è la città natale del campione mondiale di scacchi, Uchiha Sasuke.
 
Il campione era il minore dei due eredi dell’Impero Sound Uchiha, una casa discografica creata qualche anno prima della sua nascita dal padre Fugaku e la madre Mikoto. A soli quindici anni Sasuke e suo fratello maggiore, Itachi, decisero di comprarsi un appartamento in centro città e andare a vivere da soli, dopo che la situazione a casa si era fatta insostenibile. Casa Uchiha ormai era solo un posto dove dormire e non dove vivere; infatti, i due ragazzi, dopo che i genitori chiesero il divorzio, uscivano la mattina presto per tornare solo a notte fonda. Ci vollero ben cinque anni prima che Fugaku e Mikoto firmassero il divorzio e finalmente i due ragazzi potessero tornare a parlare normalmente con i loro genitori.
 
Se li vedeste per strada, pensereste di avere una qualche allucinazione, sono due gocce d’acqua nonostante i quattro anni che li separano. Entrambi portavano i capelli lunghi, legati in una coda bassa il maggiore, sciolti sulle spalle l'altro; gli occhi sembravano due pozzi senza fondo (o meglio quattro), la pelle di entrambi era di un pallore quasi perlaceo. Un fisico che avrebbe fatto invidia a chiunque e un intelletto altrettanto invidiabile.
 
 

20 luglio 2010
Ore 8:30 Am

 
Sasuke scostò piano le lenzuola leggere e si alzò dirigendosi in bagno. Entrò e accendendo la luce fissò il ragazzo nello specchio. Cristo, stava uno schifo, le occhiaie erano più profonde del solito e avrebbe dovuto coprirle col correttore. Ogni volta si prometteva che era l’ultima volta che si sbronzava e ogni volta non manteneva la promessa, tutta colpa di Itachi.
 
-Toc, toc…- appunto, parli del diavolo.
 
-Entra, sono sveglio. - disse alla porta dall’altra parte della stanza. Dopo essersi lavato la faccia e i denti osservò il fratello dallo specchio, decidendo, solo dopo cinque minuti buoni, di girarsi a guardarlo negli occhi.
 
-Dimmi Akatsuki…- sospirò stanco Sasuke andandosi a buttare sul letto e prendendo poi il tabacco per rollarsi una sigaretta. -Hai visto cos’hai combinato? Di nuovo?- continuò finendo di farsi la sigaretta e accendendola.
 
-Scusa Sas’ke! Prometto che non lo farò più!!- rispose Itachi ghignando e incrociando le dita dietro la schiena. Si butto a pancia in giù sul letto del fratello e gli rubò la sigaretta.
 
-Tra un paio d’ore inizia il torneo Sas’ke, muoviti a prepararti che ti accompagno e poi vado a lavoro.- Furono le ultime parole che Sasuke sentì prima che il fratello se ne andasse.
 
Ci mise un minuto buono per rispondere e quando lo fece Itachi nemmeno lo sentì, facendolo incazzare ancora di più. Anche se si era lavato, sentiva il bisogno di farsi una doccia fredda. Dopo venti minuti uscì nuovamente dal bagno e si vestì optando per un paio di pantaloni giallo acceso e una camicia bianca. Alle 9:00 era seduto tranquillamente in macchina diretto con il fratello al centro sportivo Anbu, dove avrebbe dovuto per l’ennesima volta battere tutti senza difficoltà, o così sperava.
 
Ogni anno al torneo Hokage partecipavano migliaia di ragazzi e ogni anno Sasuke li batteva tutti. Ogni anno accedeva facilmente alle nazionali Sensei e ogni anno arrivava ai mondiali. Quest’anno, però, arrivato davanti all’Anbu sentì una strana sensazione alla bocca dello stomaco ma pensò fosse solo colpa dell’alcol.
 
 

20 luglio 2010
Ore 11:00 Am

 
Il torneo era cominciato ormai da mezz’ora e Sasuke si accingeva a battere il suo quinto avversario.
 
-Scusa amico, scacco matto. - Disse sorridendo alla testa rossa davanti al lui mentre spostava la regina vincendo la partita.
 
Continuò a battere, senza problemi, i suoi avversari per un’altra ora buona ma improvvisamente la palestra divenne silenziosa e Sasuke dovette guardarsi in giro per capire il motivo di quel silenzio; poi, aguzzando la vista, da sotto la montatura leggera degli occhiali, dall’altro lato della palestra, scorse un consistente gruppo di persone.
 
-Scusa lentiggini, vado un attimo a vedere che succede. - Disse alzandosi e dirigendosi in quel punto. Una volta arrivato, si fece spazio tra la gente e si avvicinò al tavolo per capire cosa ci fosse di speciale in quella partita. Si mise in mezzo ai due giocatori e li osservò attentamente, osservando poi la scacchiera, sembrava una partita normalissima tra un biondino tutto muscoli, sfacciatamente sexy, ed un nerd senza speranze. Poi accadde l’incredibile, il biondino tutto muscoli vinse la partita con una mossa che Sasuke, campione mondiale di scacchi ormai da ben cinque anni, non aveva mai visto. Quando vide il vincitore alzarsi si riscosse afferrandogli un braccio per bloccarlo e porgergli la mano.
 
-Piacere, Sasuke Uchiha, campione mondiale di scacchi.- Sorrise incoraggiante al ragazzo di fronte a lui e questi strinse la mano.
 
-Piacere, Naruto Uzumaki, campione nazionale americano. - Sorridendo sciolse la stretta di mano e accennò ad andarsene ma nuovamente Sasuke lo bloccò.
 
-Scusa Naruto, posso darti del tu, vero?- Chiese in un misto di dubbio e soddisfazione.
 
-Certo, dimmi Sasuke.-
 
-Hai detto che sei americano, che ci fai qui?- La domanda gli venne spontanea, non voleva impicciarsi degli affari di quel ragazzo ma era evidente che non era giapponese. I suoi capelli biondi sparati in aria, la sua pelle arsa dal sole, gli occhi, oh gli occhi…erano di un blu che Sasuke non seppe mai definire, continuavano a stonare e a urlare che lui non era nemmeno per sbaglio giapponese.
 
-Si, - sorrise di un sorriso disarmante e perfetto, - sono americano. Sono venuto a Konoha per stare un po’ con i miei nonni paterni e ho visto appeso a un palo l’annuncio del torneo, così mi sono iscritto ed eccomi qui a parlare con te. – Non sapeva perché, ma il campione mondiale lo attirava parecchio. Quei capelli lunghi, gli occhiali a incorniciare gli occhi scuri, i pantaloni gialli (sorrise divertito quando li notò), si mescolavano perfettamente a quella pelle diafana e a quelle labbra un po’ troppo rosse per essere del loro colore naturale.
 
-Ah…Hai nonni giapponesi, non si direbbe.- Sasuke rimase pensoso per un infinità di tempo, poi, colto da un lampo di genio sorrise al suo interlocutore e – Senti, io tra una mezz’ora quaranta minuti ho finito di gareggiare con i miei avversari, ti va se dopo andiamo a pranzo insieme?-
 
Ti prego, ti prego, ti prego, dì di sì! Pensò Sas’ke cercando di contenere l’imbarazzo e l’ansia provocati da quella richiesta. Il tempo sembrò essersi fermato, tanto ci mise la risposta dell’americano ad arrivargli.
 
-Va bene, allora alle 13:30 al parcheggio della palaestra.- Naruto sorrise e sventolando la mano all’Uchiha se ne andò.
 
Sasuke, dopo aver salutato a sua volta, tornò al suo tavolo e cercò di finire il prima possibile quelle odiose qualificazioni, riuscendo miracolosamente a finire prima del previsto. Stranamente contento si avviò al parcheggio cercando con lo sguardo la chioma bionda dell’americano. Dopo cinque minuti che cercava e girava nel parcheggio, finalmente trovò il biondino ad occhi chiusi con l’ipod a palla nelle orecchie. Facendo piano si avvicinò a lui e sfilandogli una cuffietta – Hey là! Sono cinque minuti buoni che ti chiamo! Sei un maleducato.- disse, imbronciandosi.
 
-Scusa, Sas’ke! Non volevo, pensavo che ci saremmo visti almeno tra altri venti minuti.- Il biondo, nel sentire il respiro caldo dell’altro sul suo orecchio, aveva avvertito una scarica percorrergli la schiena fino al basso ventre, procurandogli un sospiro impercettibile. Nell’istante successivo alla risposta del biondo, Sasuke avvertì un leggero calore diffondersi sulle sue guancie, causa del calore rosso fragola? Il biondo lo aveva chiamato con il suo soprannome, era una coincidenza ovvio, però era dolce.
 
-Bè, a-andiamo.- Balbettò l’Uchiha, che non aveva mai (da bravo Uchiha) provato imbarazzo, balbettato e simili. Mentre camminavano si ricordò di essere senza macchina.
 
-Naruto, sono senza macchina, possiamo andare con la tua?- La sua voce non tremava più, ma un leggero brivido lo avvertì comunque. Attese che l’altro rispondesse, lo vide girare la testa, farsi una risata e – Io non ho la macchina…-  Cazzo! Imprecò mentalmente il moro, poi sorrise a sua volta al biondino e domandò – Quindi non possiamo muoverci dalla zona?-.
 
- Ahahahah…No, baka! Ho detto che non ho la macchina, non che non ho un mezzo di trasporto!- detto ciò si sposto da davanti al moro e con un gesto teatrale fece notare al ragazzo una moto rossa e nera, ma questo continuava a non capire, alche guardò Naruto e gli fece cenno di non capire.
Rise nuovamente dandogli una bottarella sulla testa, - Non ho la macchina, ma ho una bellissima Honda rossa e nera come puoi vedere. - disse sistemandosi il casco in testa e passandone un altro a Sasuke.
 
-Ah…Mh…Okay…- era dubbioso, aveva paura delle moto, - Ma sai guidare bene?- La sua paura divenne evidente al biondo che, pur di tranquillizzarlo, lo abbracciò dolcemente e, prendendolo di peso con un sorriso bastardo, lo adagiò dietro di se sulla sella.
 
-Tranquillo, teme! Non ho mai fatto un incidente.- accese il motore e partì.
 
Sasuke sorrise imbarazzato quando il vento portò fino alle sue orecchie la parola teme, paura.
 
Forse era passata mezz’ora o forse due, non sapeva dire da quanto stessero sfrecciando sull’asfalto. Sasuke vide una curva avvicinarsi pericolosamente e istintivamente si aggrappò con più forza al giubbino di eco pelle, e di conseguenza al torace, del biondino sexy. Sentì una risata scuoterne la gabbia toracica accorgendosi solo allora di aver stretto di più e aver chiuso gli occhi.
 
-Teme, dove ti porto? Preferisci restare in città o possiamo allontanarci?- Il biondo aveva urlato nel vento per farsi sentire dall’altro; erano ormai vicini all’uscita per l’autostrada e dovevano decidersi in fretta.
 
- Hey, biondino!- disse scherzosamente incazzato il moro, - Se conosci qualche buon posto puoi portarmi anche fuori città, tanto ormai su questo trabiccolo ci sto già.- Non voleva essere scortese, solo, non sapeva cosa fare, per cui decise di dargli corda e così lo vide imboccare l’autostrada per portarlo chissà dove.
 

20 luglio 2010
Ore 2:30 Pm

 
La frenata fu brusca e fece tremare il corpo magro del quasi assopito Sasuke, che non gradì affatto quel brusco risveglio.
 
-Scusa ancora Sas’ke, non volevo farti spaventare. Siamo arrivati comunque.- Sorridendo aspettò che il moro scendesse dalla moto, per poi prendergli la mano e condurlo verso un’immensa casa.
Era una villa enorme, ai cui lati spiccavano chiazze verdi del bosco retrostante; la struttura presentava due piani strapieni di finestre, una porta di un allegro rosso pomodoro si apriva al finire di alcuni gradini d’ingresso. L’interno era arredato in perfetto stile giapponese, il soggiorno era uno spazio enorme con dei divani e un tavolino davanti ad un camino, poco più avanti c’erano la cucina tutta in acciaio, uno studio con solo una scrivania e un casino di fogli sparsi ovunque ed infine la grande sala da pranzo con un enorme porta finestra che dava sul giardino/bosco retrostante, un tavolo lunghissimo in mogano scuro e dei fiori ovunque ce ne fosse posto. Sasuke guardò quella meraviglia senza sapere cosa dire, poi, ricordandosi della promessa di un pranzo buonissimo, si girò verso il biondino e sorridendo un po’ intontito disse -Naru, mi hai promesso un buon pranzo, cosa ci facciamo in questa, bellissima, casa?- . Il sorriso dell’altro era estremamente tenero, tanto che il moro scosse un poco la testa e si avvicinò di più all’altro.
 
- Esco un secondo, torno subito-. Dicendo così Naruto sparì dietro l’angolo della finestra e Sasuke non seppe che fare se non restare impalato lì a fissare il punto dov’era sparito il biondo. Dopo una manciata di minuti lo vide tornare con al seguito una nonnina trotterellante con un sorriso che solo una nonnina come lei può donarti.
 
- Sasuke?! Sas’ke?- Lo scosse un poco Naruto e questo, imporporandosi le guance, si riebbe dal momento di trance. – Sas’ke, lei è mia nonna Tsunade. Oggi, per noi due, preparerà inarizushi, agedashi tofu, insalata di edamame e patate e per finire il wagashi-, lo guardò mentre un rivoletto piccino piccò gli colava dall’angolo della bocca e gli chiese, - Ti piacciono questi piatti vero?!-.
Il moro annuì guardando prima l’uno poi l’altro e, senza un briciolo di vergogna, saltò al collo di nonna Tsunade ringraziandola per il delizioso pranzo che gli avrebbe offerto e cucinato.
 
- Naru! Ma sono un sacco di cose da cucinare, come farà?!- Sasuke, dopo essersi accorto di quello che aveva fatto, si era nuovamente imporporato sulle guancie e si domandava come facesse una nonnina come lei a fare tutti quei piatti buonissimi e difficilissimi.
 
- Sas’ke, tranquillo, nonna Tsunade era master chef in uno dei migliori ristoranti di Tokyo fino a qualche anno fa. Vero nonna?!- Dalla cucina giunse la voce calda della nonna - Si, è vero. Comunque non ti preoccupare, Naru-chan mi aveva avvertita appena uscito dalla palestra che sareste venuti a pranzo! Se hai fame qui ci sono un paio di onigiri aglio e pomodoro ( xD Chissà se esistono poi! Billyna)-. Sasuke guardò Naruto negl’occhi e vedendolo sorridere, trotterellò con lui al seguito fino in cucina e si permise di assaggiare un onigiri.
-Ma è buonissimo! Naru, tua nonna è veramente bravissima-. Intanto che questo parlava e mangiucchiava, Naruto si era messo il grembiule, che, a detta di Sas’ke, lo rese ancora più sexy, e aiutò la nonna nel tagliare le verdure.
 
-Sas’ke, preferisci vino rosso o bianco?- Sorridendo l’aiuto cuoco biondo, rivolse uno sguardo a Sasuke, che pensieroso sul colore del vino, stava finendo anche il suo onigiri. Riscossosi dal dilemma del vino disse – Rosso, se a te piace, ovvio!-
 
Naruto aprì una porta, che Sasuke non aveva notato, e scese in cantina a prendere del vino, precisamente, tornò con uno Chateau Brane (costosissimo!), lo stappò e versò in due calici.
 
-Assaggia, devi dirmi che ne pensi-. Lo esortò Naruto, curioso di sapere cosa ne pensavo il campione mondiale di scacchi.
 
-E’ buono e delicato, ottima scelta!-. Sorrise e prese un lungo sorso.
 
Era passata si e no una mezz’oretta quando nonna Tsunade li chiamò per il pranzo. Aveva imbandito un tavolino rettangolare in giardino con tutti i piatti, tranne il dolce. Aveva anche acceso lo stereo nella sala da pranzo e messo un po’ di musica tradizionale. Erano le tre passate quando si misero a tavola e ricominciarono a chiacchierare del più e del meno, il pranzo passò piacevolmente e una volta finito sparecchiarono, per poi spostarsi in salone continuando a parlare. In realtà non si dissero nulla di importante o vitale, parlarono di musica, sport, un po’ di cucina e di arte. Intanto fuori il sole calava tranquillo e il cielo si tingeva di colori bellissimi, passava dall’azzurro del pomeriggio, all’indaco, al rosa, per finire in un rosso fuoco e spegnersi in un blu notte.
Nonna Tsunade ricomparve in casa verso le sette e mezza otto, i due ragazzi nemmeno se ne erano accorti che era uscita, insieme a lei c’era anche nonno Jiraya, appena tornato dal lavoro. Lui era un avvocato, e durante la settimana tornava sempre verso quell’ora.
 
-Ciao Naru-chan! Vieni qui a salutare il nonno anziché stare stravacco sul divano con quello schianto di moro!- A quelle parole arrossirono violentemente entrambi e Naruto, non senza dispiacere, si alzò per salutare il nonno e presentarlo.
 
-Sas’ke, questo è mio nonno Jiraya. Lui come ti ho detto fa l’avvocato a Konoha-. Naruto sorrise incoraggiante al moro e questo si alzò stringendo la mano del nonno.
 
-P-p-piacere, Uchiha Sasuke. Sono un’amico di suo nipote-. Eh sì, Sasuke Uchiha era decisamente imbarazzato, e, oltretutto, non poteva fare a meno di pensare a Naruto Uzumaki come al suo migliore amico, unico migliore amico.
 
- Allora, Sasuke, ti fermi a dormire qui immagino. Ormai è troppo buio perché Naruto ti possa riaccompagnare in città con la moto-. Sorrise e si diresse nello studio a posare la valigetta che portava con se.
 
-…-
 
-Dai Sas’ke, non fare quella faccia! Io sinceramente anche fosse giorno non potei accompagnarti, ci siamo finiti due bottiglie di vino-. Con la mano fece notare le bottiglie finite sul tavolino del soggiorno.
- Okay, chiamo Itachi e lo avviso, ma domani mattina presto mi riporti a Konoha!- Disse tra l’imbarazzato e l’incazzato.
 
-Va bene, teme. Mentre tu chiami, ti vado a preparare la stanza e il bagno. Ci vediamo dopo-. Naruto , dando un piccolo bacio sulla guancia a Sasuke, si diresse verso le scale e svanì al piano di sopra. Il moro a quel contatto sentì un brivido percorrergli la schiena e pensieri poco casti affacciarsi nella sua mente, ma la voce di Itachi lo riportò alla realtà
 
-Oi, Itachi, senti…Io dormo fuori-, fu la risposta al saluto del fratello, che lo sapeva, stava ghignando sicuramente.
 
-Ah..-disse fintamente sorpreso,- e dove scusa, quando torni?- Itachi aveva visto il fratellino andare via in moto con un biondo dalla pelle color caramello, il che lo fece sorridere divertito sapendo quanto Sasuke odiasse le moto. Itachi era tornato a lavoro aspettando quella chiamata tutto il giorno.
 
-Sono a casa di un mio amico, a un’oretta da Konoha. Torno domani mattina prima di pranzo-. Sasuke non sapeva veramente che dire al fratello. Ovviamente era maggiorenne e poteva stare fuori tranquillamente, senza preoccupare nessuno, però la situazione era pazzesca; aveva conosciuto la mattina un tipo di nome Naruto, lo aveva invitato a pranzo ed era poi finito a casa dei nonni del tipo, rimanendo pure lì a cena e per la notte. No, era troppo per il povero Uchiha Sasuke, che non faceva mai niente senza prima premeditarlo.
 
-Senti Sas’ke, io tanto oggi ho saputo che devo partire per lavoro, quindi…-, fece una pausa strategica, e ne era certo il fratello sapeva che stava mentendo, ma mentalmente lo ringraziava, - …quindi, se vuoi, puoi restare dal tuo amico anche tutta questa settimana e la prossima. Non tornerò prima del 31-.
 
Sasuke, effettivamente aveva capito il fratello, ma a quelle parole ebbe comunque un tuffo al cuore. Passare quasi due settimane a casa del biondo dalla pelle caramello di nome Uzimaki Naruto? Era un’idea fantastica!
 
-Okay, allora ci vediamo quando torni, ti vengo a prendere all’aeroporto. Buona notte Akatsuki!- Non riusciva nemmeno più a pensare di sorridere, quel giorno non aveva fatto altro. Aveva avuto per più di dodici ore un sorrisino un po’ ebete sulle labbra e qualche volta anche malizioso!
 
-Notte Sas’ke-niii, ci vediamo quando torno-. Itachi rise malizioso mentre chiudeva la conversazione.
 
 

(Da Itachi, Casa Uchiha)

 
-Itachi!- Urlò, abbracciandolo, Shisui.
 
-Shi-chan!- Itachi ricambiò l’abbraccio dell’amante e lo fece entrare.
 
-Itachi, com’è oggi sono potuto venire qui da te? Dici sempre che c’è Sas’ke e che non vuoi che ci veda!- Shisui, era veramente eccitato per la novità, e Itachi approfittò del momento, e baciò con trasporto il suo amante.
 
-Sas’ke, per le prossime due settimane, dormirà da un suo amico!-
-Oh…- fu l’unica cosa che Shisui riuscì ad articolare, ormai troppo preso dai baci bollenti che Itachi gli stava lasciando sul collo e sulle spalle.
 

(Casa Uzumaki)

 
Ormai la cena era pronta e Sasuke, per ringraziare nonna Tsunade per l’ospitalità, aveva deciso di preparare un piccolo dolce che sapeva fare, una specie di tortina fragole e menta. Nel pomeriggio Naruto gli aveva detto che in giardino c’era un piccolo orto in cui crescevano sia fragoline di bosco che menta, e lui cogliendo l’occasione aveva chiesto se poteva utilizzarle e fare il dolce.
 
-Tsunade-senpai, grazie per l’ottimo pranzo di stamattina e per la cena. Era tutto veramente buonissimo…- Il moro era seriamente in difficoltà, non sapeva come chiedere se poteva restare lì per quasi due settimane.
 
-Sas’ke, se vuoi chiedere qualcosa, puoi chiedere tranquillamente!- Naruto, era solare, felice, e voleva che l’imbarazzo di Sasuke sparisse. Era troppo per Naruto vedere quelle guancie pallide diventare rosse, e quelle labbra carnose martoriarsi per il dubbio, non ce l’avrebbe fatta a resistere, se avesse potuto se lo sarebbe già scopato sopra al tavolo in un misto di violenza e dolcezza. Dopo un’infinità, almeno così sembro ai due ragazzi, Sasuke prese coraggio.
 
-Tsunade-senpai, mio fratello Itachi oggi è dovuto partire per lavoro…-, che scusa convincente pensò mentre la ripeteva a sua volta, -…volevo chiederle se potevo restare qui finché non torna-. Finì il discorso in apnea e intanto stava guardando il biondo che senza nessun preavviso scatto in piedi urlando come un pazzo.
 
-Noooooooooooooooooooooooonnaaaaaaaaaaaa! Ti pregooooooooooo, ti prego! Fallo restare! Potremmo fare finalmente la gita al lago che stavamo programmando-. Naruto, riprendendo in mano un po’ di lucidità, si rese conto di aver rovesciato la sedia e urlato come un bambino piccolo. Le sue gote s’infiammarono mentre raccoglieva la sedia e riprendeva la calma, poi tornò a dire
 
-Nonna Tsunade, nonno Jiraya, per favore, Sasuke può rimanere qui?!-, il biondo aveva usato un tono speranzoso, e dalle facce divertite dei nonnini, non si poteva non capire che stavano acconsentendo.
 
-Certo. Sasuke-chan, fai come a casa tua-. Fu la risposta di Jiraya-senpai.
 
Dopo cena solo i ragazzi rimasero al piano di sotto, erano in cucina intenti a darsi una mano per rimette a posto stoviglie e pulire un po’ il piano di lavoro.
 

(Al piano di sopra)

 
-Hai visto Jiraya!? Naruto aveva strabuzzato gli occhi per la richiesta di Sasuke. Oddio, pensavo di morire dalle risate!- Nonna Tsunade stava sistemando il letto con Jiraya e intanto chiacchierava della cena.
 
-Si è vero…-, sorrise lui verso la moglie, -…credo che Naru-chan e Sasuke si siano presi una bella cotta, forse ancora non lo sanno, ma quando finiranno le due settimane non vorranno più separarsi!- Rise di gusto e fu felice che il nipote, dopo la morte dei genitori e della sua migliore amica Sakura, fosse riuscito, non tanto a riprendersi, ma almeno a trovare un po’ di luce in quel buio che gli attanagliava il cuore. I nonni si misero a letto e si addormentarono quasi subito. I ragazzi invece aprirono un’altra bottiglia di vino, e rimasero a parlare in salone per un’altra ora prima di farsi una doccia rilassante, darsi la buona notte e andare a letto.
 

   
 
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