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Autore: madoka94    13/05/2012    1 recensioni
Eccomi qua con il seguito di "Dieci rintocchi"!
La storia parla di una ragazza che ha un collegamento con il Frutto dell' Eden e verrà aiutata da un Assassino di nostra nota conoscenza che comincia con "A" (chissà chi è... U.U) a cercare la verità celata tra le pagine del diario di suo padre riguardante quest' ultimo.Ovviamente ad intralciarli ci saranno i Templari (e te pareva -_-) che faranno di tutto pur di ottenere la Mela.
Inoltre ci saranno molte situazioni improbabili e persone fuori dal comune che avranno a che fare con loro.
Cosa attenderà mai i due giovani?Avventura, fortuna, saggezza, amicizia...o qualcosa di più?
Venite a scoprirlo se volete!E ricordatevi che nulla è reale e tutto è lecito...
(PS:per capire un pò di più dovete leggere i capitoli della storia precedente)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Al Mualim , Altaïr Ibn-La Ahad , Malik Al-Sayf , Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I soldati che mi inseguivano avevano circondato tutto il perimetro, alcuni mi avevano presa alle spalle cercando di far sì che non scappassi via.Da una parte sentii i lamenti di una donna che venne trascinata alla mia destra, anche lei era prigioniera come me.
Le tirarono in dietro la nuca prendendola per i capelli e riconobbi il viso, ormai pieno di lividi con piccoli tagli e il sangue alla bocca, di Sarah.
Cercai di divincolarmi in tutti i modi ma erano troppo forti per me.
Così i miei occhi pieni di rabbia ritornarono verso quello che una volta pensavo fosse un amico di famiglia...ed invece...
-Cosa significa tutto questo, Fernardo?!-
-Mi sembra ovvio my lady, la sto catturando.-disse semplicemente con un ghigno.
Una rabbia incommensurabile mi logorava lo stomaco fin dentro l' anima.
-Lasciala stare!Lei non c' entra!-gli sbraitò contro Sarah che in cambio ricevette uno schiaffo bello secco da uno dei soldati.
-Zitta infedele!-
-Sarah!!!-
-State tranquilla, una donna come lei che appartiene alla setta degli Assassini può sopportare questo e altro.-
Dopo che Fernardo mi disse questo sembrò che il mondo mi crollò addosso.
Quella donna, quella stessa donna che aveva vissuto nella nostra casa e mi aveva cresciuta facendomi da nutrice. La stessa che in quel momento era di fronte a me piena di ferite e agonizzante, era un Assassina come Altair.Cos' altro non mi era stato detto per tutto questo tempo?
- Mi dispiace...avrei dovuto dirvelo...-disse guardandomi con occhi dispiaciuti, quasi spenti.
-Che scena poetica!-disse l' omone coi baffi con tono falsamente sdolcinato.
-Perchè...-dissi a denti stretti-...perchè state facendo tutto questo?-
-Vostro padre ha annotato cose che interessano ai miei padroni nel suo diario, mi chiedevo dove l' avesse messo.-
Mi bloccai di colpo, mio padre portava sempre con sè il suo diario e come faceva a sapere che non l' aveva trovato se lo conosceva fin troppo bene?
Un dubbio mi colpì all' improvviso.
"Signore, fa che non è come penso..."
-Ah, ho dimenticato di dirvi...-l' uomo si avvicinò a me, proprio all' orecchio bisbigliandomi, cosìcchè ascoltassi soltanto io -...che vostro padre Gianni...è morto per mio pugno.-
Non so se era la collera , l' unica cosa che sapevo era che volevo affrontarlo e ucciderlo con le mie stesse mani.
-MALEDETTO BASTARDO!VIGLIACCO!TRADITORE!IO TI UCCIDO!-
Gridai con tutto il fiato in gola dimenandomi con forza e questa volta gli orsi che mi stavano tenendo avevano un pò di difficoltà a farmi star ferma.Fernardo si allontanò subito ma non fece in tempo che gli diedi un pugno dritto sul naso.
Con quel gesto non mi ripagava la mia sete di sangue ma faceva accrescere ancora di più la mia furia vendicativa.
-Portatele al quartier generale.La ragazza mettetela in gabbia e uccidete pure l' Assassina.Sophien, lascio a te questo compito, sai che dobbiamo interrogarla.-disse ai suoi uomini e al ragazzo biondo cercando di bloccare l' emorragia nella parte in cui avevo colpito.
-Contate su di me.-disse deciso e freddo per poi guardare l' uomo ormai un pò anziano andarsene via.
Sentendo quelle parole cercai ancora di liberarmi dando calci e sgomitando i miei agressori senza successo, richiamai più volte Sarah ma a causa della perdita del sangue era svenuta.Non sapevo più che cosa fare.
Affidare le mie preghiere all' Onnipotente non mi sarebbe servito a niente, cosa avrebbe potuto fare una persona che non avevo mai visto e che non sapevo se esisteva veramente da qualche parte?E poi lui dov'era?Anche lui era morto?
Se non era così, se era davvero ancora vivo, almeno a lui volevo riporre la mia folle speranza.La mia ultima preghiera.
"Dove sei?"
Un urlo.
Un nome.
Il suo nome, echeggiò in tutta l' area circostante, quasi perforando le mie orecchie con la mia stessa voce.
-ALTAIIIIIIR!!!-

Improvvisamente sentì un rantolo provenire da uno dei soldati che mi teneva le braccia, alzando il capo lo vidi con occhi shoccati guardare in alto.Sentii la sua presa via via scivolare e farsi più debole, finchè il suo corpo non si fece più pesante e cadde proprio ai miei piedi.Gli occhi ormai vitrei e il sangue che colava dalla bocca come un piccolo fiumiciattolo.
Con sguardo terrorizzato notai che all' estremità tra la gola e la spalla si era conficcato un coltello.
L' altro compare non fece in tempo ad inginocchiarsi che anche lui divenne un' altra vittima lasciandomi del tutto libera.
Altri due soldati caddero a terra tramortiti come foglie secche trasportando con loro Sarah che era ancora svenuta.
Scattai subito da lei mentre guardavo i crociati che fissavano verso l' alto, alcuni con sguardo incredulo, altri attenti e pronti alla difesa e un possibile attacco con le alabarde e le spade in mano.
Anche io guardai nella loro direzione e quello che vidi mi fece traboccare alcune lacrime dalla  gioia.Le mie preghiere questa volta erano state ascolate.
-é l' Assassino!Uccidetelo!-
Con agilità vidi la sua sagoma bianca saltare dall' edificio ed atterrare su uno dei nemici conficcandogli la lama che aveva al polso sinistro nel torace.
Gli altri lo circondarono e lui tirò fuori la sua spada pronto ad evitare qualsiasi attacco.
-Astrid scappa!-mi urlò mentre evitava un fendente.
-Ma tu...-
-Li terrò occupati.Muoviti!-
Senza ragionarci tanto e spinta dal senso di soppravvivenza presi il braccio di Sarah portandomelo alla spalla dandole sostegno, cercando di farla riprendere.
-Sarah, svegliati, ti prego!-
Però qualcuno mi strattonò per il braccio e notai che era Sophien che mi minacciava con la spada.
-Non ti lascerò andare così facilmente.-
-Lasciami maledetto!-cercai di divincolarmi da lui.
Poi vidi i suoi occhi spalancarsi di colpo dallo stupore e gridare dal dolore, notando l' impugnatura di uno dei coltelli di Altair dietro la sua spalla.
Lasciò la presa e io cominciai a correre con Sarah sotto braccio, vagavo per le vie a casaccio finchè non arrivai allo zuc che era nelle vicinanze.Vi era molta gente, purtroppo c' erano anche tre o quattro soldati che circolavano nei dintorni.
Cercando di non destare sospetti appoggiai delicatamente Sarah cercando di nuovo a farla risvegliare su una panchina.
-Sarah!Sarah!Apri gli occhi!-
Dopo che la scossi un pò rividi i suoi occhi smeraldini che mi fissavano stanchi.
-Astrid..cosa è...-cercò di dire ma io l' ammonì.
-Meno male stai bene.Quei furfanti hanno osato troppo...adesso però non parlare, non siamo ancora del tutto al sicuro.-
Lei si alzò piano mugulando un pò dal dolore e si guardò in torno con circospizione.
-Quattro guardie e due uscite, eh?-analizzò e mi stupì dalla velocità di come l' aveva fatto.
-Tu cosa proponi?-
- I-io non...-
-Non mi riferivo a voi madamigella.-
Accigliai non capendo con chi parlasse e il mio istinto mi portò a fissare alla mia sinistra, Altair era seduto affianco a me.
Stavo quasi facendo l' abitudine nelle sue entrate in scena improvvise.
-Ho sistemato i soldati di prima, ma credo, comunque, che non siano stati fermi.Altri avranno avvertito del fatto e staranno già organizzando le truppe nella vostra ricerca.-disse freddamente il ragazzo.
-Quindi?-
-Sa quanto me che nei paraggi c' è un rifugio della nostra setta.L' unico modo per arrivarci però é per i tetti e voi siete ferita...-
-Sono ancora in grado di muovermi perfettamente.-lo riprese.
-Allora vi guiderò affinchè gli arceri non vi facciano del male.Voi andate avanti, io resterò a una giusta distanza seguendovi e proteggendovi dai soldati che cercheranno di avvicinarsi.-
-Va bene, facciamo così.-
Faticavo un pò a stare ad ascoltare il loro ragionamento, capii che l' unico posto sicuro era tra i tetti e che ci dovevamo sbrigare.
Sarah cercò di alzarsi, io l' aiutai ma mi spinse via con veemenza quando provai a farlo.
-Non ho bisogno del vostro aiuto.Non dovete stare in pena per me.-
Ero sbalordita da come era mutato il suo carattere, dapprima apprensivo e subito dopo distaccato.L' unica cosa che non era scomparsa era la sua testardaggine.Comunque mi inculcai che non dovevo perdere la calma e cercare di restare lucida.
Camminando lentamente con passo deciso ci infiltrammo tra le persone seguendo la sua chioma nera che passava con tranquillità senza destare sospetti.Constatai da dietro se Altair ci stesse seguendo anche lui.
Si era appena alzato dalla panca, cercava di evitare le persone scostandole appena.
In lontananza, oltre la fontana piazzata al centro, i soldati stavano osservando nella nostra direzione.Delle gocce di sudore freddo  mi bagnarono la fronte, ero agitata.
-Sarah quelle guardie...-le sussurrai appena cercando di non essere vista.Per ogni minima stranezza quelli ci sarebbero saltati addosso.
-Restate calma e continuate a camminare.Ci infiltreremo in quel gruppo di persone che sta per passare adesso, ho notato che dei monaci stanno passando da quella via a sinistra, il ragazzo potrà infiltrarsi facilmente tra di loro.Quindi non dovete temere nemmeno per lui.-mi indicò con un cenno della testa.
Da una parte una piccola folla, dall' altra i monaci. Mi domandavo se sarebbe stato davvero facile.
Quando passarono i civili ci mettemmo in mezzo tra di loro, cercando di stare al loro passo attraversammo le due guardie come niente.Appena fummo fuori dallo zuc tirai un sospiro di sollievo.
Non ci fermammo e continuammo a camminare, guardai dietro se il giovane Assassino si era infiltrato tra i monaci.
Come aveva detto Sarah lui si era infiltrato tra di loro facendo finta di pregare e le guardie non avevano notato niente di sospetto.
Erano davvero così idioti quelli?
Passando facilmente anche lui si allontanò dal gruppo, sembrava che stesse andando bene finchè...
-Fermateli!Fermate quelle donne e l' Assassino!-un uomo sbraitò alle guardie.
Mi voltai appena in tempo da vedere in lontananza il viso affaticato di Sophien che cercava di raggiungerci.Era ancora vivo!
-Scappiamo!-mi urlò dietro la mia serva prendendomi per il polso trascinandomi con sè.
-Altair!-gridai invece con il ragazzo che cercò di raggiungerci.
Improvvisamente ci vennero incontro delle guardie da davanti e ci dovemmo bloccare sul posto.
-Arrendetevi subito e non vi sarà fatto alcun male.-ci disse un crociato avanzando  verso di noi.
Sarah sfoggiò un sorriso provocatorio che non gli avevo mai visto fare, si inginocchiò all' improvviso.
-Come volete...-
Vidi con la coda dell' occhio che stava prendendo qualcosa da sotto il suo vestito e notai che era uno stiletto.
-...prima però dovete prenderci!-con uno scatto fulmineo si avvicinò al crociato e gli tagliò la gola con un colpo netto.
Dietro di me altri caddero a terra grazie ad Altair che con una giravolta li aveva colpiti con la sua spada.
-Astrid corri sui tetti, appena trovi un apertura calati dentro e resta lì finchè non arriviamo noi.-mi incitò la donna dandomi il suo stiletto con il sangue che gocciolava ancora dalla lama.Lei invece prese da terra la spada del nemico di prima.
-Ma Sarah tu sei ferita non riuscirai a combattere!-
-Tranquilla, credo che con quel bellinfusto riuscirò a cavarmela egregiemente.Sono pur sempre un Assassina.-mi sorrise cercando di darmi conforto.
-Astrid, fa come ti dice.Ti copriremo per darti la possibilità di salire.Appena arriverai al Covo ci sarà un uomo che è il Rafiq di Gerusalemme, fa il mio nome, lui capirà.- disse Altair incitandomi anche lui ad andare via.
Scossi la testa più volte, non volevo allontanarmi da loro, ma una freccia dovette farmi cambiare subito idea.
Un arcere ci stava prendendo di mira e delle altre guardie stavano per arrivarci addosso.
Con una spinta l' Assassino mi fece andare avanti mentre con una mano libera tirò un coltello da lancio all' arcere all'e stremità del cranio.
Vidi con orrore cadere da una parte ma presi tutto il mio coraggio per aggrapparmi ad una finestra e trovando dei possibili appigli riuscì finalmente ad arrivare in cima.
Non ero per niente abituata ad arrampicarmi.
Vidi che c' era ancora il cadavere dell' arcere, chiusi gli occhi.Non volevo accettare quella realtà.
Mi arrivò alle orecchie le urla dei soldati sotto di me cadere che mosche ai piedi dei due Assassini.
"Tutto questo per un diario?!Cosa ci avete scritto di così importante padre?"
A quella domanda non potevo ancora rispondere, in quel momento dovevo solo scappare.


Chissà da quanto tempo stavo ancora scappando.
Più volte avevo riscontrato la fine di alcuni tetti e per andare dall' altra parte o saltavo o saltavo, non c' erano vie di uscite.
Dopo alcuni tentennamenti riuscì a fare dei salti, dopo un pò che ci fai l' abitudine ti sembra facile.
Mi guardai attorno, ancora non avevo trovato una grata.
"Dov'è accidenti!Sto girando da ore e ancora non l' ho trovata!"
Improvvisamente sentì qualcuno che mi prese di spalle, cominciai a scocciarmi di essere sempre presa di sprovvista.
-Chi siete?!Non dovreste stare qui!-mi ringhiò contro l' uomo.
Dall' ombra vidi che era un altro arcere.
-Io ho..ho sbagliato strada e...-
-Una donna che sbaglia strada e che porta con sè un coltello macchiato di sangue.Sei poco credibile, tesoro.-
Il suo tono di voce era stomachevole e toccava in punti che mi fece agitare ed andare nel panico.
-Lasciatemi!Altrimenti...-
-Altrimenti cosa?Mi taglierai la pancia?-disse schernendomi.
-Vi consiglio di ascoltarla signore...-
Una voce profonda e determinata lo fece scattare facendoci voltare entrambi tenendomi per i polsi.
Alzai il capo e vidi un ragazzo dai corti capelli neri e un pizzetto sul mento che guardava il porco dietro di me con sguardo assassino.Aveva la stessa veste di Altair e sopra aveva in dosso una cappa nera.
Mi era poco credibile che fosse anche lui un Assassino dato che gli mancava il braccio sinistro.
-Anche voi, scendete da questo tetto.Non siete autorizzato a metterci piede!-
-E io vi ripeto che dovreste lasciare andare quella fanciulla.-scannì le parole come se fosse un avvertimento.
-Cos' è, una minaccia?-sputò spingendomi a terra e brandendo la spada.
-No, piuttosto un consiglio.-
-E che pensi di fare con un braccio solo?-
-Sono indeciso se tagliarvi prima il cavallo, incidere lo stomaco e poi spiccarvi la testa oppure l' incontrario.-
A queste parole il soldato si irritò e andò contro il giovane furibondo.
-Muori cane!-
In un attimo, con un sol gesto, il giovane fece una giravolta attorno all' uomo e sfilando un pugnale che partava alla vita gli tagliò prima il ventre, poi gli passò dietro conficcandogli nella cervicale la lama che fuoriusciva dall' altra parte della gola.
Ora avevo la conferma che era un Assassino anche lui.
Il cadavere cadde in ginocchio come niente mentre il ragazzo ripuliva la lama e si incamminò verso la mia direzione porgendomi la mano.
-State bene?-
Ci misi un pò a riprendermi dallo shock momentaneo però accolsi la sua cortesia.
-Sì.-
-Che ci facevate qui sopra?E con quel stiletto poi.-mi chiese guardandomi dall'alto in basso senza cattiveria.
-Voi..siete il Rafiq, vero?Se lo siete allora dovete aiutarmi, Altair e Sarah si sono sacrificati per aiutarmi ed ora non so...-
-Aspettate, aspettate!Prendete un bel respiro, siete bianca come un fantasma.Altair?Sacrificarsi per qualcuno?!-dalla faccia che stava facendo sembrava sbalordito.
Feci due respiri profondi cercando di controllarmi e funzionò per il momento.
-Sì, proprio così.Ha aiutato me e la mia serva a fuggire dai soldati, ora però non so dove sono e se stanno bene entrambi.-
Lui mi guardò negli occhi, forse per vedere se stavo dicendo il vero, eppure sembrava che non gli andassse giù il fatto che mi avesse aiutato.Pensai che tra loro non scorreva buon sangue.
-Come vi chiamate?-
-Mi chiamo Astrid, Corvina Astrid.-
Lo vidi sbarrare un attimo gli occhi dalla sorpresa, poi mi rivolse un piccolo sorriso.
-Il mio nome è Malik Al-Sayf.Ora siete al sicuro.Venite, vi conduco nel nostro Covo.-
Mi prese con sè conducendomi (sempre tra i tetti) verso un apertura dove l' unico modo per scendere era saltare.Ma una porta come ogni essere umano no?!
Scese per primo Malik incitandomi a saltare, all' inizio ero contraria poi  mi dissi che se ero riuscita a saltare da un tetto all' altro allora potevo anche farlo da una grata.
Chiudendo gli occhi saltai e andai addosso al povero Assassino finendo miserabilmente a terra, per fortuna eravamo atterrati su dei cuscini messi li apposta.
-Chiedo venia..non volevo farle male.-cercai di scusarmi imbarazzata.
-Fa niente.Comprendo che non siete abituata a questo tipo di atterraggi- mi aiutò ad alzarmi conducendomi ad un altra parte dell' edificio.
C' era un ampia stanza occupata da delle biblioteche attaccate alle pareti e con esse degli arazzi con disegnato uno strano triangolo, subito all' entrata un balcone e dietro altri scaffali con altri libri.Sembrava quasi di rivedere quello di casa mia...almeno, di quanto ne sarebbe restato.
-Restate qui, vado a cercare quel novizio che vi ha fatto cacciare in questo guaio.-mi disse soppesando la frase.
-Vi sbagliate!Non mi ha cacciato in nessun guaio!-controbattei difendendolo.
Stette sullo stipite della porta per un pò e con tono acerbo sussurrò:-Se si tratta di lui vuol dire che vi ha cacciato in un guaio sicuramente.-
Con quella frase se ne andò lasciandomi confusa in mezzo a quell' enorme stanza con pochi spiragli di luce.
Passò del tempo, la mia preoccupazione stava crescendo sempre più finchè non sentì dei passi.
Sentì di nuovo la gioia quando rividi i volti di Sarah e Altair sani e salvi.
Mi fiondai subito dalla donna abbracciandola con le lacrime che mi salivano agli occhi.Ero allo stesso tempo felice e ancora scossa per tutto quello che ci era stato fatto.
In cambio la mora mi accarezzò i capelli e la schiena chiedendomi perdono per il comportamento di poc'anzi.Non mi importava se mi avesse trattato male perchè sapevo che l' aveva fatto per proteggermi.
-Chiedo perdono se mi intrometto, ma ora abbiamo poco tempo.-si intromise Altair guardandomi negli occhi.
Guardandolo in quel momento mi ritornò la rabbia che avevo contro Fernando e la scagliai contro di lui dandogli pugni a raffica sul petto, sapendo già che erano inefficaci.
-Perchè non sei intervenuto prima?Perchè non hai potuto impedire a quel farabutto di bruciare la nostra casa?Perchè ci ha fatto tutto questo?Perchè?PERCHè?!-gli gridai contro tutto quello che avevo dentro.
Sapevo che lo stavo incolpando ingiustamente ma contro qualcuno dovevo pur sfogarmi.
-Astrid, ho fatto quel che ho potuto.Poi non sapevo che avessero bruciato la tua casa perchè ti stavo seguendo.Sapevo già che quel tizio non era una brava persona e quindi...-
-Tu sapevi che Sophien era un criminale?!-
-Peggio di un criminale.Lui e Fernando sono Templari.-
-Templari...?-
In quel momento ero ancora più confusa di prima.Cosa c' entravano i Templari?
-Madamigella, credo che questo non sia il posto più adatto per parlarne.Tutte le risposte che cercate sono nella nostra casa, a Masyaf.Per il momento resteremo qui, sempre se non siamo di disturbo per messer Malik.-disse Sarah rivolgendosi anche al Rafiq.
-State tranquilla Sorella Sarah, siete le benvenute.L' unica presenza che mi è nociva per il momento è una certa persona che mi è affianco.-saettò con lo sguardo Altair che quest' ultimo ricambiò digrignando i denti.
Passammo la notte al Covo nella stanza riservata ai feriti dove c' erano dei comodi letti.Non riuscii a chiudere occhio, erano successe troppe cose spiacevoli, troppe ferite che  ci avrebbero messo del tempo a rimarginarsi.
Gurdai verso l' unica finestra che era stata costruita in quella stanza, anche quella sera c' erano diverse stelle che brillavano come piccole torce nella notte.In quell' istante si riflettè l' immagine di mio padre col suo lieve sorriso dipinto sulle labbbra.
 Sentivo che la mia vecchia vita non sarebbe più ritornata.
Senza far alcun rumore uscì dalla stanza e andai nel corridoio dove c' era la grata chiusa.Vidi Altair seduto sui cuscini senza il cappuccio a coprirgli il volto.
Aveva dei corti capelli castano scuri, la pelle e gli occhi brillavano alla luce della luna rendendolo ancora più meraviglioso.
Sentii nonostante tutto le mie gote arrossarsi provandone vergogna, in un momento simile addirittura era inaccettabile per me.
Feci un passo indietro e questo mi fece scoprire subito.
-Non dovresti riposarti?-mi riprese e io come una bambina in colpa uscì dal nascondiglio.
-Non riesco a dormire.-confessai ancora rossa in volto.-Ti disturbo se vengo vicino a te?-
Lui scosse leggermente la testa e mi lasciò un pò di spazio concedendomi degli altri cuscini.
-Senti..-cominciai a dire-...io..volevo chiederti scusa per prima.Non dovevo incolparti di tutto quello che è successo.-
Restò un attimo in silenzio massaggiandosi il collo.
-Non devi scusarti, in realtà dovrei essere io a fare le mie scuse.Dovevo fermare in qualche modo Fernando, ma sono arrivato troppo tardi.-
Ci fu un attimo di silenzio e in quell' istante volli prendere una decisione.
-Voglio imparare a fare le stesse cose che fai tu.-
-Cosa?-
-Voglio imparare ad uccidere.-
Altair fece una faccia contraria e seria.
-Imparando ad uccidere non ti riporterà in vita tuo padre, lo sai.-
-Lo so, ma lui ci ha traditi.Ha tradito la fiducia che aveva in mio padre, l' ha ucciso con le sue stesse mani, ha bruciato la nostra casa, ha tentato di uccidere Sarah e rapire me.Tu cosa faresti al mio posto?-
Lo vidi per un attimo pensieroso e leggermente triste, forse sapeva infondo che cosa stavo provando.
-Sì, lo ucciderei.-
Si alzò un attimo dirigendosi sullo stipite della porta rivolgendomi ancora una volta lo sguardo.
-Tu, però, non devi starmi dietro.E pensaci ancora un pò di questa tua decisione, perchè uccidendo una volta imparerai a uccidere altre volte.Ne riparleremo di nuovo quando saremo a Masyaf.Buona notte.-
Chiuse lì il discorso lasciandomi sola.Chissà cosa mi avrebbe portato a Masyaf.
Lentamente mi lasciai trasportare tra le braccia di Morfeo aspettando l' alba del giorno seguente.
 

  
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