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Autore: xmorwen_    13/05/2012    0 recensioni
OS
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Una lettera ingiallita che mi ricordava vagamente il passato, i miei sedici anni.
Perché?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OS.
Spero vi piaccia c:


Mia madre mi impose di risistemare il cassetto che non utilizzavo da tempo, in modo da poter riutilizzarlo.
La mia cameretta era un disastro. Il disordine regnava in essa.
Non sapevo dove mettere piede.
L'esasperazione mi portò ad un'unica soluzione, ripulire.
Portai una benda ai capelli, i quali raggruppai in una coda ben salda.
Le ciabatte a forma di cerbiatto, erano comodissime.

Dopo un'ora di pulizie, mi asciugai la fronte, avevo ripulito la mia dimora, ma il cassetto era ancora in quelle condizioni.
Feci un respiro profondo, e lo aprii.
La polvere aveva il controllo totale di questo.
Mi infilai un paio di guanti di plastica, e poi presi la grande sfilza di fogli e la misi sulla scrivania.
Con un grande soffio, portai via la polvere dai fogli.
Incominciai a leggere tutto quello che contenevano.
C'erano delle schede che avevo fatto a scuola, dei disegni di mio fratello minore, alcune carte di mia madre del lavoro, ed infine una lettera.
Una lettera ingiallita col passare del tempo.
La scrittura era disordinata, e mi ricordava vagamente il passato.
Quando leggi 'per Erika', i miei sedici anni mi passarono davanti alla velocità della luce, con la programmazione di un film.
Perché?
Le domande presero posto nella mia mente.
Aprii la busta, e presi il foglio bruciato.
Lessi quella misteriosa lettera.

"Cara Riri.
Quanto amo chiamarti così.
Devo dirti che in questi anni della mia vita che ho passato con te sono stato veramente bene,
Mi spezza il cuore scriverti, e lasciarti in questo modo.
La penna trema, e la fonte di tutto ciò è il mio cuore.
Non so quanto starò via, ma tornerò, per te.
Forse ti stai chiedendo dove vado.
Bè, vado negli Stati Uniti.
Devo lavorare per un contratto discografico.
Mi trasferirò lì per un periodo di tempo che può durare un bel pò di tempo
come può durare benissimo due mesi, se non uno.
Le lacrime scorrono lente sul mio volto, e credo anche dal tuo.
I miei occhi vedono solo una leggera scia di lettere.
Forse sto sbagliando, ma sto rincorrendo il mio sogno.
Mi mancherai Riri.
Un bacio.
Tuo ora e per sempre Zayn"

Ricordai perfettamente quella odiosa lettera.
Le lacrime solcarono il mio viso, e scesero fredde e salate lungo le mie guancie arrossate.
La rabbia incenerì i miei occhi.
Mio per sempre.
Il per sempre era sconosciuto a quel ragazzo.
Era sparito.
Cinque anni erano passati, cinque.
Avevamo sedici anni, e stavamo insieme da due mesi.
I due mesi più belli della mia vita intera.
Bruciai tutte le mie foto con lui.
Non divenne famoso, non incise un disco e nemmeno una canzone.
Se ne era semplicemente andato, lontano.
Dalla sua famiglia, dai suoi amici, da me, da Londra.
Via da tutto e da tutti.
Un viaggio sola andata.
Non riuscii a contenermi, e strappai la lettera per la troppa pressione.
Portai le mani agli occhi.
Una vibrazione.
Il mio cellulare.
"Se hai letto la lettera, non piangere, continua a pulire" mia madre.
Sembrava avesse le televamere piazzate in casa.
Come faceva a saperlo?
Era tutto calcolato?
Fatto sta che non riuscii a continuare a pulire.
Presi i miei abiti e mi vestii.
Misi una sciarpa al collo, e un cappello in testa.
Il freddo gelido di novembre, non era dei migliori.
Lasciai un bigliettino di scuse a mia madre, presi le chiavi e uscii di casa.
Girovagai per strada con la musica degli Evanescence nelle orecchie.
My Immortal non era molto appropriata in quel momento.
Continuai a piangere, e portai la sciarpa fin sotto al naso.
Sapevo dove dovevo andare.
Stavo facendo una cavolata?
Si prova.

Arrivai davanti il citofono e cercai quel cognome.
Lo trovai, cancellato.
Suonai ininsistemente, ma nessuno mi rispose.
Erano fatiche perse.
Tornai indietro.
Mi misi seduta su una panchina verde, accanto ad un'anziana signora.
"Che succede fanciulla?" la donna voltò il viso a me.
"Niente signora, perché me lo chiede?" le chiesi.
"Somigli molto a me quando ero giovane, sai? Ero una ragazza senza scrupoli, amavo l'uomo che amavo, anche se lui non amava me, peccato che era un personaggio famoso e non avevo speranze. Mi promisi che se non avrei sposato quell'uomo, sarei rimasta zitella, ed eccomi qui" quella buffa signora mi faceva ridere con le strane facce che faceva mentre mi parlava.
"E chi era quest'uomo?" le chiesi.
"Ahe ragazza, non ricordo più neanche il suo nome, ma ti assicuro che se mi metti una sua foto davanti, lo riconosco alla prima occhiata" Le sorrisi, mi faceva tanta tenerezza.
"Ma signora, non capisco ancora cosa vorrebbe dirmi" la mia espressione divenne interrogativa.
"Secondo te io non ho capito chi cercavi?"  Era una sorta di vegente, ne ero sicura.
"Non credo" la mia espressione si rattristò.
"Zayn Malik tesoro mio, è mio nipote. Partito per gli Stati Uniti, e poi? Lo vuoi sapere?" Era la nonna di Zayn.
Un segnale dal cielo?
Annuii.
"A Bradfor mia cara. E' tornata un mese fa. E sai perché? Li non trovò il vero amore" Espressione confusa, la mia.
"Ancora non capisci tesoro? La promessa che mi feci io, è molto simile a ciò che sta succedendo a lui, lì non trova il vero amore, mentre a Londra una ragazza lo aspetta, o forse no?" La mia mente si colmò di pensieri.
Istintivamente, abbracciai l'anziana signora, corsi in aeroporto, e feci i primi biglietti.

Non avevo niente con me, solamente un pacchetto di caramelle comprato qualche ora prima, il cellulare, il portafogli, gli occhiale, un pacchetto di gomme, e la cipria. Stop.
Sapevo il suo indirizzo.
Chiamai un taxi.
Gli indicai la via.

Ero arrivata.
Il mio respiro si fece irregolare, il cuore batteva a mille.
Quando alzai il dito e poi lo misi poggiato al bottone, feci un sospiro profondo, e poi, suonai.
Sentii dei passi leggiardi, venire verso la porta.
Davanti a me si presentò una rossa dagli occhi verdi.
Il viso pieno di lentigini, la bocca sottile e le guance rosee.
"Chi cerca?" Il suo sorriso era splendente.
La mia autostima calò.
Forse era la sua ragazza?
"Zayn è in casa?" Corrugò la fronte.
"Ma tu sei?" mi chiese.
"Erika Likey" cominciai a giocherellare con le dita, come facevo sempre quando ero nervosa.
"Ok comunque Zayn è al parco" mi lasciò con un sorriso.
"Ah, e mi raccomando, fallo sorridere" chiuse la porta.
Corsi verso il parco, con il vento che veniva contro il mio viso.

La neve.
Il parco era una distesa bianca.
Entrai.
Tutto era deserto, mentre continuai l'esplorazione.
Ad un tratto, una nuvola di fumo coprì il mio volto.
Seguii la scia che mi portava dietro ad un albero.
Da lontano intravidi una figura seduta a terra, con la testa sul tronco, e lo sguardo fisso al cielo.
Speranza.
Notai la pelle d'un colore leggermente scuro.
Il mio cuore prese a battere velocemente.
Cominciai a camminare verso di lui, silenziosamente, quando una foglia non cadde sotto i miei piedi, provocando un rumore fastidioso.
Il ragazzo si girò ed ammirando il mio volto si alzò in piedi.
Divenni rossa.
"C-ciao" iniziai io.
La sua bocca era aperta, e circoncideva una perfetta O.
"Che ci f-fai qui?" la sua espressione era sempre più meravigliata.
"Un angelo mi ha detto che tu eri qui, ed ho preso il primo volo da Londra" si avvicinò.
"Perché te ne sei andato senza farmi sapere più niente di te?" Sentii gli occhi bagnarsi.
"Volevo staccare la spina, pensavo che tu non mi volessi più. La mia vita era una merda, così mi inventai la storia del contratto e partii per gli Stati Uniti. Nessuno mi cercò più, e mi sentii solo. Per un periodo assumevo droghe, e caddi in depressione.
Cercai l'amore, ma non lo trovai, perché il mio cuore apparteneva ad un'altra" Cominciò a piangere.
"Hai una ragazza?" mi si spezzò il cuore.
"In teoria sì, in pratica no" si soffiò il naso.
"Allora, ti lascio stare" feci per andarmene, ma lui mi prese per un polso.
"Il suo nome è bello, ma io amo chiamarla per soprannome" i miei occhi s'illuminarono.
"E come la chiami, di solito?" Chiesi.
"Riri, io la amo, ma lei non lo sa" Mi aveva lasciato senza un motivo, mi aveva distrutto il cuore, mi aveva buttato a terra, mi aveva fatta cadere quasi fossi una foglia, ma in quel momento lo sentivo mio, e lo sarebbe stato per sempre.
Corsi verso di lui, e azzerai le distanze. Lo baciai con foga, e lo ritrovai.
"Sarai sempre mia?" mi chiese, fissandomi negli occhi.
"Solo se tu sarai mio"
"Tuo ora, e per sempre, ricordi?"

  
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