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Autore: __delirium    13/05/2012    4 recensioni
ll moro, ad ogni modo, essendo Zayn Malik e non accettando un no come risposta, si era intestardito. Doveva averla, anche se solo per una stupidissima notte, era una questione di principio.
Chiese addiritutta all'amico riccioluto di lasciarla perdere, cosa che lasciò tutti perplessi.
Era diventanto possessivo di una persona che non era nemmeno sua.
Zayn scosse la testa, sorridendo malinconicamente. Quella ragazza l'aveva fatto diventare pazzo, nel vero senso della parola.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornata con una One Shot, YAY. Ho deciso che per un po' farò solo queste, infatti la fan fiction is gone.
Ad ogni modo, mi ci sono messa molto di impegno e a dirla tutta mi piace.
E' ispirata a Can't make you love me di Bon Iver (da cui prende il titolo, obviously),
Tell me a lie dei Wanda e Lie to me dei The Wanted.
Un bel mix diciamo.
Quindi spero che piaccia anche a voi, fatemi sapere. :)

Enjoy.

I can't make you love me if you don't.




Le onde del mare torbido blu erano deboli e confuse, solo le punte grigie delle onde si alzavano e si infrangevano una sopra l'altra violentemente, spruzzando gocce di acqua fredda e salata sulle sue braccia. Nessuna traccia del sole, nessuna traccia dei bei colori turchesi, nessuna traccia di lei.  Il ragazzo si sdraiò sulla sabbia fredda ed umida, affondandoci le mani e sentendo ogni granellino scivolare via.
Sospirò.
Ormai era diventata l'unica cosa che riusciva a fare. 
Sospirava perché avrebbe voluto che lei fosse lì con lui; sospirava perché gli mancavano le dita affusolate di lei fra i suoi capelli neri; sospirava perché non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così.


«Ripetimi perché siamo qui?» sbuffò il moro, appoggiando la testa sul divanetto di pelle.
«Finiscila Zayn» rispose con calma il riccio, intento a riscaldare i muscoli «sarà una performance importante, dobbiamo essere al meglio.»

«I nostri soliti movimenti non sono abbastanza? Ci serve per forza prendere lezioni di danza da un tizio in calzamaglia e sembrare degli idioti patentati?» continuò l'altro, infastidito.
«Avanti amico, sono solo cinque ore in tutto, sopravvivrai.» sorrise Liam, dando una pacca di incoraggiamento all'amico.
La porta di spalancò ed entrò una ragazza minuta, con un borsone enorme sulle spalle.
Senza guardare nessuno dei cinque in faccia si diresse verso il fondo della sala, gettando le sue cose per terra disordinatamente e togliendosi la felpa. Si legò i capelli ramati in una coda disordinata e poi attaccò il suo computer allo stereo, mentre la musica reggae iniziava a diffondersi nell'aria.
«Bhè? Cosa sono quelle facce?» domandò poi, notando gli sguardi perplessi dei ragazzi.
I cinque amici si scambiarono delle occhiate e poi il biondo decise di prendere la parola.
«Ci han detto che ci avrebbe dato delle lezioni un certo...Dean.» iniziò «quindi vedendo arrivare una ragazza credo che sia normale riman-»
La rossa si avvicino velocemente al biondo, tappandogli la bocca con la mano e poi sfoderò un sorriso. 
Mozzafiato, fu tutto ciò che Zayn riuscì a pensare.
«Dean è malato, intossicazione alimentare, credo. Ad ogni modo ci sono io, Victoria. E voi» disse puntando il dito verso ognuno di loro. «fareste meglio a mettervi al lavoro. Intesi?» concluse facendo l'occhiolino al biondo e posizionandosi al centro della stanza.
«Grintosa eh?» mormorò Louis agli amici, squadrando la ragazza dall'alto al basso.
«Pensa a letto.» sussurrò di rimando Zayn, mordendosi il labbro.
«Scommetto che è un 8 pieno.» continuò, tenendo gli occhi incollati sulla parte bassa del corpo della ragazza, che nonostante i vestiti larghi, poteva benissimo intravedersi.
«Quando lo scoprirò, te lo dirò di certo.» disse Harry, sorridendo arrogantemente.
«Non se lo scopro prima io.» ribatté l'altro, sicuro di se. 
«Sempre i soliti, mi raccomando.» disse Liam, scuotendo la testa.
«Avete finito?» domandò Victoria guardandoli nello specchio davanti a se. «Toglietevi quei sorrisetti idioti e fate cinquanta flessioni, forza.»
Zayn la guardò diritto negli occhi e poi si tolse la maglietta, consapevole che lei lo stava fissando. la ragazza gli lanciò uno sguardo confuso e il moro alzò le spalle innocentemente.
«Ho caldo.» disse semplicemente e poi si coricò a pancia in giù come gli altri, iniziando a fare gli esercizi.


Sorrise ripensando a quanto l'avesse desiderata in quelle poche ore passate assieme. Osservava ogni suo singolo movimento, sinuoso e semplicemente perfetto.
Tutto di lei era perfetto. 
Il modo in cui si spostava i capelli su una sola spalla, il modo in cui rideva, quello in cui li prendeva per i fondelli ogni volta che non riuscivano a fare qualche passo base.
La desiderava come non aveva desiderato mai nessun'altra. Ci aveva provato, svariate volte ed in tutti i modi possibili, ma lei semplicemente non cedeva e basta.
Ci stava alle battutine, a volte era lei la prima a stuzzicarlo ma era tutto lì.
Il moro, ad ogni modo, essendo Zayn Malik e non accettando un no come risposta si era intestardito. Doveva averla, anche se solo per una stupidissima notte, era una questione di principio.
Chiese addirittura all'amico riccioluto di lasciarla perdere, cosa che lasciò tutti perplessi.
Era diventato possessivo di una persona che non era nemmeno sua.
Zayn scosse la testa, sorridendo malinconicamente. Quella ragazza l'aveva fatto diventare pazzo, nel vero senso della parola.


Il moro si guardò attorno, innervosito.
La megagalattica performance era andata meravigliosamente bene, alcune celebrità di alto calibro si erano perfino complimentate e nessuno di loro era inciampato o si era dimenticato i passi di quella dannatissima coreografia.
D'altronde come potevano dimenticarseli? Victoria li aveva pressati da far schifo e le ore anziché cinque divennero otto. Non li lasciava andare a casa finché i movimenti e le posizioni erano impeccabili.
"Se non siete sudati marci vuol dire che non state ballando bene." ripeteva la ragazza ogni volta che qualcuno si lamentava.
"Si può sudare in diversi modi. In particolare uno." le sussurrava di rimando Zayn all'0recchio.
Ma lei  si limitava a sorridere e a scuotere la testa, senza dargli alcuna soddisfazione.
Zayn sbuffò, già stanco di quel noioso after party che non aveva nulla di diverso da tutti gli altri centinaia di after party a cui era già stato. 
Il suo unico pensiero era quello che dopo quella schifosa festa tutto sarebbe finito. Victoria sarebbe tornata alla sua vita normale e i One Direction anche. Niente più borsoni lanciati a terra contro voglia, niente più coreografie impossibili provate per dodici volte di fila, niente più battute maliziose ed occhiate che lasciavano intendere molto. Per quanto Victoria cercasse di nasconderlo, era attratta dal moro e lui lo sapeva. Per questo cercava di provocarla ogni volta che poteva, le sfiorava delicatamente il braccio facendo finta di non vedere la scia di brividi che si lasciava dietro,  le si avvicinava velocemente annusandole il collo con delicatezza, per poi chiederle quale profumo usasse, nonostante la risposta fosse sempre la testa.
Ma lei non si sbilanciava, non andavano mai oltre e la cosa lo faceva impazzire. Victoria era diventata una bellissima ossessione.
Bevve un ultimo sorso del suo champagne e poi si diresse a grandi passi verso le scale che portavano all'uscita, assicurandosi di avere in tasca tutto l'occorrente per potersi rilassare.
Aveva ancora qualche ora per farla sua e poter finalmente andare avanti con la sua vita.
Prese la cartina, riempiendola d'erba in modo minuzioso, passò la lingua nel mezzo e la rigirò delicatamente fra le dita.
Poi tirò fuori l'accendino e si portò la sigaretta alla bocca, aspirando a pieni polmoni e sentendo il fumo penetrargli nei polmoni.
«Non ne offri nemmeno un po'?» chiese la voce dolce alle sue spalle.
Non aveva neanche bisogno di girarsi, l'avrebbe riconosciuta anche fra mille.
«Bhè, sai, di questi tempi costa tutto di più.» rispose beffardo.
Riuscì a sentire la ragazza sorridere. Il suo inconfondibile profumo si fece sempre più vicino, fino a mischiarsi con l'odore del fumo.
Victoria ridacchiò, sedendosi accanto a lui e tenendosi la gonna con le mani, in modo da non farla alzare troppo.
«Come se per una superstar come te fosse un problema.» rispose poi guardando il ragazzo diritto negli occhi.
Zayn la fissò a sua volta, perdendosi in quelle pupille color caramello che regnavano in ogni sua fantasia.
Non pensava a nessun altro. Poteva benissimo avere una stangona
che veniva pagata per essere bellanel suo letto , ma non sarebbe stato lo stesso. Diverse volte si era ritrovato a gemere il nome di Victoria nonostante non fosse lei a provocargli piacere, ma non gli importava. Lui voleva solo lei e nessun altra.
Passò l'indice sulla coscia scoperta della rossa, disegnando dei piccoli cerchi e poi prese un altro tiro. Lei si avvicinò sensualmente, prendendo il viso del moro fra le mani e avvicinando pericolosamente le loro labbra. Zayn sussultò lievemente, colto di sorpresa, mentre l'adrenalina iniziava a scorrergli nelle vene e il cuore accelerava il suo battito.
Victoria sorrise e poi premette le sua labbra carnose su quelle del ragazzo con forza.
Lui, senza pensarci, la prese per i fianchi con la mano libera  e la tirò di più a se.
Victoria aspirò tutto il fumo rimasto e poi si staccò con un movimento rapido, per poi gettare la testa indietro e fare uscire il fumo dal naso e dalla bocca lentamente.
Zayn, con il respiro irregolare, la guardava meravigliato, desiderandola ancora di più. Voleva prenderla, fare aderire del tutto i loro corpi e accarezzarla. Voleva riempirle il collo di morsi e lasciarle una scia di baci bagnati su tutta la linea del viso, per poi concentrarsi di nuovo sulle labbra rosee.
«Vieni a letto con me.» disse il ragazzo di getto, senza rendersi conto di cosa usciva dalla sua bocca.
Victoria lo guardò con una smorfia indecifrabile sul volto per qualche secondo, poi scoppiò a ridere. «Fumare
marijuana ti fa male, Malik.»
Lui deglutì rumorosamente, incapace di fare altro.
«Sei serio?» chiese poi la rossa, mentre il suo sorriso sfumò del tutto.
Lui annuì. «Non puoi negare che ci sia dell'attrazione fra di noi. Facciamola finita e basta.» continuò senza distogliere lo sguardo.
Lei sospirò, torturandosi le mani e rimanendo in silenzio per qualche minuto. Poi puntò nuovamente gli occhi su quelli scuri di lui e parlò: «Va bene. Ma che sia chiara una cosa: è solo sesso.»
Lui si aprì in un sorriso, mentre le vene iniziarono a pulsargli a più non posso. Ce l'aveva fatta.
«Solo sesso.» ripeté a bassa voce lui, prima di gettare lontano la sigaretta e far incontrare nuovamente le loro labbra.


Solo sesso avevano detto. 
Solo sesso.
Eppure eccolo lì, sdraiato sulla sabbia, impegnato a combattere le lacrime che minacciavano di uscire e cercando di non affondare nei ricordi. Erano passati solo quattro mesi da quando l'aveva incontrata eppure era successo di tutto. Era arrivata, gli aveva cambiato la vita e poi se n'era andata, portandosi con se anche tutto il suo cuore.
Non che le importasse, comunque.
Zayn cacciò un urlo colmo di rabbia, alzandosi di scatto e prendendo a calci la sabbia. Nessuno poteva capirlo, per quanto si sforzassero, nessuno si era mai innamorato di una ragazza alla quale non importava nulla di niente e di nessuno.
Sì, perché alla fine quello che dei due si era innamorato era lui.
E non gli ci era voluto tanto per capirlo.
Pendeva dalle labbra di lei, qualsiasi cosa dicesse. Si ricordava ogni cosa, anche la più banale.  Dopo essere diventati amici di scopate si vedevano ogni giorno, all'oscuro di tutti e consumavano la loro passione in silenzio. Quando poi si svegliava avvolto nelle lenzuola si accorgeva di volere di più che del semplice sesso. Voleva portarla fuori, regalarle qualcosa e farla sorridere. Voleva dire a tutti che era sua, solo e soltanto sua, voleva che si addormentasse nelle sue braccia con la testa appoggiata al suo petto e le lunghe ciglia nere che gli solleticavano l'incavo del collo.
Zayn cammino lungo il molo per una decina di minuti, la vista offuscata dalle lacrime, un groppo alla gola che lo stava soffocando.
Scosse la testa passandosi le dita fra i capelli e poi si fermò ad osservare il mare, sorridendo tristemente.


«Posso sapere dove stiamo andando?» ridacchiò Victoria lasciandosi trascinare da Zayn.
Dopo aver guidato per quasi tre ore, il moro la fece scendere dalla macchina e la prese per mano, iniziando a correre come un bambino. Una volta raggiunta la spiaggia si tolse velocemente le scarpe e la ragazza fece lo stesso, senza smettere di ridere neanche per un secondo.
Zayn si sentiva bene, era la causa di quel sorriso mozzafiato e non poteva essere più contento.
Si sentiva il re del mondo, in compagnia di Victoria avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, avrebbe realizzato ogni suo desiderio.
«Tu sei pazzo!» esclamò la rossa, fra le risate.
«Oh, davvero?» disse lui, alzando un sopracciglio. La baciò dolcemente e poi la prese in braccio, correndo verso il mare.
Ignorò le proteste della ragazza, che si teneva stretta al suo collo, e poi la lasciò cadere in acqua.
Lei riemerse velocemente ed iniziò a schizzarlo, gli saltò sulla schiena per provare a portarlo sott'acqua ma la forza di lui non aveva nulla a che vedere con il corpo minuto di lei. Continuarono a giocare come sei bambini di cinque anni, spensierati e felici, per almeno un'ora buona. Poi, entrambi esausti,  si accasciarono sulla sabbia soffice.
Victoria chiuse gli occhi, annusando l'aria salata e sentendo il sole scaldarle la pelle.
Zayn non aveva mai visto nulla di più bello e semplice in tutta la sua vita.
«Victoria?» soffiò, appoggiandosi sui gomiti per guardarla meglio
«Mmmh?» rispose lei, senza muoversi dalla sua posizione.

Il ragazzo giocherellò con i suoi bracciali, prima di riprendere a parlare. «Sei mai stata innamorata?» chiese timidamente.
Victoria sorrise. «Io sono sempre innamorata.» rispose come se fosse la cosa più semplice del mondo.
«Anche adesso?» continuò lui, abbassando il tono della voce.
«Anche adesso.» confermò la rossa.
Zayn si zittì per alcuni secondi, senza sapere bene cosa dire. Lei lo amava? Oppure c'era un altro?
Non avrebbe potuto sopportarlo, ma doveva saperlo.
«E...lui lo sa?» domandò nervosamente.
Victoria aprì un occhio, e portandosi una mano davanti a se per riparasi dal sole. Fissò il moro negli occhi e poi scoppiò in una risata cristallina.
Zayn la guardò confuso, non trovandoci assolutamente nulla di divertente.
«Non bisogna essere innamorati per forza di qualcuno. Si può anche essere innamorati di qualcosa.» rispose scrollando leggermente le spalle.
Il moro sorrise a sua volta, sempre più sorpreso da quanto potesse essere tanto affascinante senza neanche provarci.
«E tu di cosa sei innamorata?» disse infine, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«Oh, tantissime cose» bofonchiò lei, sorridente. «la danza, tanto per incominciare. La voce rauca che le persone hanno quando si sono appena alzate, le piogge improvvise, l'odore delle sigarette che rimane impregnato sui polpastrelli. Gli occhi davvero scuri, quelli che sembrano quasi neri, qualsiasi maglione abbastanza grande da farmici nascondere dentro, le cicatrici che hanno tutti.» elencò lei, con gli occhi che le brillavano. «Ma anche i mezzi baci, i dei vetri rotti sparsi sul pavimento, la febbre. Mi innamoro di quasi tutto a dir la verità. E ovviamente amo essere innamorata. Poi magari gli altri possono pensare che il mio amore sia troppo volubile e futile, ma mi piace pensare di avere un cuore davvero grande e pieno di spazio per qualsiasi cosa.» concluse, facendo scivolare la sabbia fra le dita.
Zayn si morse il labbro e poi rispose in modo semplice, dicendo semplicemente ciò che avrebbe voluto dire da parecchio tempo. «Io amo te.»



Inutile dire che quelle tre piccole parole rovinarono tutto.
Zayn non si era sentito mai così libero come in quel momento eppure gli bastarono pochi secondi per vedere la smorfia sul viso della rossa e capire che forse era meglio tenersi tutto per se.
Il moro ricordava quel momento come se fossero passate solo poche ore. Lei si era alzata e aveva preso tutte le sue cose, senza dire una parola. In realtà non lo aveva nemmeno guardato in faccia. Poi si era diretta a grandi passi verso la macchina e vi si era infilata dentro, sempre nel più totale silenzio.
Il ragazzo, preso dal panico, non disse nulla. Si infilò le scarpe ed iniziò a guidare. Non osava aprire bocca. Non sapeva nemmeno cosa dire.
Scusa? Per cosa? Essere stato sincero?
Durante tutto il lungo tragitto l'unico rumore che risuonava nell'aria erano i loro respiri. Poi, arrivati sotto casa di lei, Victoria parlò."E' meglio se non ci vediamo più." disse.
Senza aspettarsi una risposta, chiuse lo sportello della macchina e sparì dentro casa.
Zayn non la cercò, né per telefono, né in qualsiasi altro modo, non avrebbe avuto senso.
Cosa si aspettava in fondo? Era solo sesso.
Lui era stato così cretino da innamorarsi e ora lui ne pagava le conseguenze. 
Era strano essere dal l'altra parte, per una volta. Di solito era lui quello che usava le ragazze e queste finivano immancabilmente per affezionarsi a lui. E lui cosa faceva? Esattamente quello che aveva fatto Victoria, scappava.
E forse era per quello che lui non la cercava.
E forse era anche per quello che lui era così sicuro che a lei non importasse nulla.
Ad ogni modo, non riusciva a lasciarla andare. 
Era ritornato ad essere possessivo di una persona che non era sua. 
E che probabilmente non lo era mai stata.
Controllava i vari social network, nella speranza che lei scrivesse qualcosa, magari su di lui.
Ma non succedeva mai.
Zayn sentì il cellulare vibrare nelle tasche. Lo tirò fuori e il nome di Liam lampeggiava insistentemente sullo schermo.
Non aveva voglia di parlare. Aveva bisogno di altro tempo da solo. 
Fanculo alle prove, fanculo alla band. Per una volta, fanculo a tutto.
Lo spense e si sedette nuovamente sulla sabbia, lasciando che i ricordi continuassero a trafiggergli il cuore.


Erano passate due settimane da quando si erano parlati per l'ultima volta e il moro stava letteralmente impazzendo senza di lei. 
Voleva sapere dove andava, cosa faceva, con chi usciva. Voleva sapere come stavano i suoi genitori o semplicemente com'era andata a lavoro. Voleva far parte della sua vita e basta.
Decise di andare sotto casa di lei, ad aspettarla, con la falsa illusione che lei si sarebbe buttata fra le sue braccia, gli avrebbe chiesto scusa e poi avrebbero fatto l'amore per ore.
E invece no. 
Era era fra le braccia di un altro. 
Lui, alto, con la testa rasata e gli occhi azzurri, teneva le grandi mani attorno ai fianchi di lei, mentre le sussurrava qualcosa all'orecchio e lei ridacchiava come una stupida.
Zayn sentì la rabbia prendere il sopravvento, le mani pizzicavano, così come gli occhi. Le vene iniziarono a pulsargli a ritmo regolare. Serrò la mascella, strinse le mani in due pugni e si diresse verso di loro. Staccò il bellimbusto dalla sua Victoria e lo spinse via.
«Levati dai coglioni.» ringhiò spingendolo nuovamente.
L'altro lo spinse a sua volta, avvicinandosi alla  faccia del moro. «Chi cazzo sei eh?» sputò minacciosamente.
«Zayn cosa ci fai qui?» chiese Victoria, sconvolta e spaventata.
Il moro la ignorò e fece un altro passo verso il ragazzo. «Victoria è mia, hai capito?»
Prima che il rivale potesse rispondere, la rossa si mise in mezzo, cercando di dividerli.
«Chad, calmati, ti spiegherò tutto.» disse rivolta al ragazzo. Poi guardò Zayn in modo duro. «Tu vieni con me.» lo prese per la manica della giacca e lo portò lontano dall'altro.
Una volta da soli, Zayn cercò di afferrarle la mano, ma lei si scostò. «Cosa vuoi?» chiese  incrociando le braccia sul petto.
«Cosa cazzo ci fai con lui? Eh?» urlò alterato il moro. «Non puoi farmi questo.»
«Abbassa la voce.» lo intimò lei. «Non sei nessuno Zayn, non ti devo dare nessuna spiegazione.»
«Come fai a dire che non sono nessuno? Vuoi dirmi che non c'è stato nulla fra di noi?» continuò lui, deglutendo rumorosamente.
«Era solo sesso. Non ti dovevi innamorare.» mormorò lei, senza guardarlo.
«Non so se lo sai, ma non si decide di chi o cosa innamorarsi.» disse lui, cercando disperatamente lo sguardo si lei.
Lei non rispose.
«Dimmi che hai provato qualcosa. Dimmi che non era solo sesso.» continuò lui.
Victoria scostò lo sguardo e puntò gli occhi in basso. 
«Dimmelo!» tuonò lui, prendendola per le spalle.
La rossa sorrise e scosse la testa.
«Non sorridere, non c'è nulla di divertente. Sto impazzendo, lo capisci?» disse, scuotendola leggermente, ma senza farle male.
«Dimmi che c'era qualche sentimento, anche se non sai cos'è, dimmi che c'era qualcosa.» la pregò.
«Zayn, basta.» bisbigliò lei, guardandolo finalmente negli occhi.«Ti fai solo del male.»
Lui la ignorò e continuò: «Ti conosco, non vuoi mostrare le tue carte perché hai paura. Ma io non potei mai farti del male, mai. Basta fingere, sii sincera, con me e con te stessa.»
«Tu sei pazzo, Zayn.» disse Victoria, ridendo istericamente. Gli prese le mani e gliele tolse dalle sue spalle. «Ti ho detto fin dall'inizio che sarebbe stato sol o sesso, solo pura attrazione, nient'altro. E tu eri d'accordo. Quindi finiscila.» rispose, esasperata.
Lui chiuse gli occhi, scacciando dalla sua mente quelle parole taglienti come un coltello.
«No.» mormorò «Non ci credo. Non mi puoi venire a dire che quello là è ciò che vuoi. Lui non può amarti come ti amo io.» continuò, stringendo i pugni.
«Non cerco amore Zayn, l'amore fa male e io non lo voglio. Penso che sareb-»
«Non me ne frega niente di quel che pensi! Risparmiamelo!» sbottò, lasciando che qualche lacrime gli rigasse il volto. «Dimmi che mi ami.»
Victoria scosse nuovamente la testa. «Sarebbe una bugia.» disse, pregandolo con lo sguardo di lasciarla stare.
«E allora menti.  Dimmi una bugia. Ma dimmi che mi ami.»



Forse, se avesse insistito un po' di più, le cose sarebbero cambiate. 
Forse, se non le avesse rivelato i suoi veri sentimenti a quest'ora sarebbero assieme e avrebbe avuto più tempo per farla innamorare.
Nella sua testa, era solo colpa sua se ora se ne stava seduto lì, da solo, seduto per terra a pensare a lei e a ripensare a tutto ciò che gli aveva dato.
Era colpa sua, solo e soltanto sua se riusciva a sentire le mani sulla sua pelle, le sue labbra, il suo profumo. A vedere le ciocche rosse che le incorniciavano il volto e che puntualmente cercava di togliersi dagli occhi. Riusciva a sentire la sua presenza anche se di lei non c'era assolutamente nulla. Riusciva praticamente a sentire la sua dolce risata nell'aria, nonostante le folate di vento viziose e le onde che si infrangevano sempre con più potenza sugli scogli.
Piccole gocce di pioggia iniziarono a cadere dalle nuvole, come se stesse il cielo stesse piangendo con lui. Una volta si sarebbe messo a ridere anche solo per aver pensato una così tremendamente stupida, eppure ora non riusciva a sentire altro che un enorme vuoto. Una voragine all'altezza del petto, che non gli permetteva neanche di respirare.
Avrebbe voluto trovare la forza di alzarsi e andarsene, tornare a casa e lasciarsi alle spalle tutto, ma non ci riusciva. 
Voleva sentirla vicino  e quello era l'unico modo.
Anche se lei era libera di andare ovunque volesse, parte di lui sperava che forse un girono sarebbe tornata su quella spiaggia.
A ridere con lui, a giocare nell'acqua cristallina  e a sentirsi felice e spensierata come quella mattina di giugno. 
Forse.
Ma per quanto ardentemente lo desiderasse, lo sapeva anche lui.
Non poteva farsi amare a tutti i costi.
  
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