1.
«No, no, no, Max, no! Così
non va! Insomma mettici un po' più d'impegno, cristo santo!» sbottai, gettando
le bacchette a terra.
Erano ore che provavamo e Max
non riusciva a concentrarsi. Andava fuori tempo e non era in grado di
accordarsi con noi altri musicisti.
Sospirai.
Essendo l'unica ragazza del
gruppo, ero una sorta di mascotte di quei pazzi dei miei compagni.
L'incredibile di tutta quella faccenda era il fatto che tutti i componenti di
quella strampalata band erano musicisti famosi che avevano fatto parte di altri
complessi e che ora si erano riuniti per partecipare ad uno strano concorso.
E voi vi starete chiedendo
cosa ci facessi io in mezzo a tutte queste svampite celebrità.
Ebbene, sembrerà strano, ma
gli mancava un batterista e fecero dei provini per trovarne uno. Potevo
perdermi l'opportunità di lavorare con dei musicisti per me mitici?
Assolutamente no, ed ecco che
ora, a distanza di sei mesi dal nostro incontro, dopo aver vinto il concorso
con il nome di 'Faithless', ci ritrovavamo a preparare i pezzi per il nostro
primo album.
Chi erano, dunque, i miei
compagni d'avventura?
Alla voce si alternavano Max
Cavalera, leader di gruppi come Sepultura e Soulfly, e Serj Tankian, storico
vocalist dei System Of A Down, il quale si occupava talvolta anche delle
tastiere, nonostante il tastierista non ci mancasse. Disponevamo infatti di
Janne, ex Children Of Bodom. La chitarra solista era in mano a Matthew Tuck,
una volta cantante principale dei Bullet For My Valentine, che ora interveniva
qualche volta come corista. La chitarra d'accompagnamento spettava a Joey
Jordison, una volta batterista degli SlipKnoT e chitarrista dei Murderdolls.
Infine, come bassista, una persona che mai vi aspettereste, ovvero Caparezza.
Cosa ci faceva lui a suonare
il basso in una band metal? Be', che importanza aveva? Insieme ci si divertiva
ed era questo il fattore fondamentale.
Tra l'altro Michele era bravo
con il suo insolito strumento, perciò era tutto okay.
«Che ho fatto stavolta?»
ribatté il cantante brasiliano, guardandomi storto.
«Non ti stai concentrando
abbastanza Max, e lo sai anche tu» risposi, inchinandomi a raccogliere le
bacchette.
«Ehi drummer, non essere
troppo severa con lui, sono ore che proviamo. Siamo tutti stanchi» intervenne
Janne, rivolgendomi uno sguardo ammiccante.
«Meno male che ci sei tu a
difendermi, altrimenti dovrei subire la furia di questa vipera anche oggi.»
«Cosa vorresti insinuare,
Cavalera?» lo ammonii, incenerendolo con lo sguardo.
«Siete sempre i soliti
bambini» sentenziò Serj, bonario. «Credo che per oggi sia meglio finirla qui»
aggiunse poi, andando a sedersi in un angolo della saletta.
«Uomo saggio lui, mi fanno
male le dita a forza di suonare questo fottuto basso.»
«Mick ha ragione! Gli
strumenti a corda sono tremendi» concordò Joey, cominciando a sistemare la sua
chitarra.
L'unico che non si espresse
fu Matt e io temevo di conoscere il motivo di quel suo silenzio.
*Flashback*
«Matthew, non ti innamorare
di me, non conviene» gli consigliai guardandolo.
«Spiacente, temo sia troppo tardi»
rispose, per poi baciarmi con passione.
Subito, lo allontanai da me e
me ne andai, lasciandolo lì.
*Flashback's end*
Sospirai. Era passato un mese
ormai da quell'avvenimento, nel quale lui non aveva fatto altro che ignorarmi.
D'altronde, non poteva obbligarmi ad amarlo, poiché io non ero in grado di
amare nessuno e mai lo sarei stata. Volevo bene ad ognuno di loro, ma per me
tutti quanti rappresentavano degli amici, dei compagni d'avventura, dei
fratelli. Facevano le veci di quella famiglia che non avevo mai propriamente
avuto. Non ero in grado di innamorarmi e perciò non potevo illudere nessuno di
possedere quella capacità.
Matt mi amava, ma prima o poi
mi avrebbe dimenticato, se ne sarebbe fatto una ragione.
Con questi pensieri, mi andai
a sedere accanto a Serj, che per me era come un padre, e osservai di sfuggita
le silenziose mosse dell'ex Bullet.