From the moment I met you everything chang.

Ero sola.

Sola, dispersa per le vie a me sconosciute della immensa Londra.

Mi ritrovo abbandonata, senza le mie migliori amiche, le mie compagne d'avventura:Pia e Martina.

Non so bene come sono stata separata da loro e come se non bastasse ero stata derubata di ogni mio avere e inoltre il mio telefono mi aveva già abbandonato da tempo: MALEDETTA BATTERIA!

Mi sentivo esclusa dal mondo, avevo solo la mia fedelissima macchina fotografica appesa al mio collo: ringraziai il cielo di non averla lasciata all'interno della borsa, sennò sarebbe stata rubata anche lei insieme alla carta d'identità, il portafoglio, i biglietti aerei e i dati dell'hotel..praticamente tutta la mia vita.

Come avrei fatto a tornare in Italia? (non che a cosa mi dispiacesse più di tanto)

Sarei dovuta rimanere lì a vita?! Cosa avrei combinato stando da sola?

Camminavo senza una meta quando una goccia mi bagnò la fronte. Alzai i miei grandi occhioni grigi e li rivolsi al cielo..

Un susseguirsi di goccie caddero sul suolo freddo della strada. L'asfalto era segnato da tante macchioline scure.

Nel cielo non c'erano più quelle dolci e graziose nuvolette bianche, si trasformarono in nuovoloni grigi.

I miei capelli, per colpa dell'acqua passarono dal rosso fuoco al rosso scuro, molto scuro.

Decisi, che con le poche forze mi ritrovavo, di fare un ultimo sforzo e corsi a ripararmi, mi accontentai di un piccolo tendone verde, che era a qualche metro da me.

Avevo tanto freddo. Tremavo. I miei vestiti erano inzuppati d'acqua. Sembravo una spugna che era appena stata immersa nell'acqua. Ero nervosa e rattristata.

Presi l'unica cosa che forse mi avrebbe fatto tornare il buon umore: la mia Nikon. Ma mi sbagliavo...

Cominciai a scorrere le foto scattate qualche ora prima, quando ero ancora insieme alle mie ragazze.

Dalla tasca tirai fuori un pacchetto di sigarette. Ne presi una, e me l'accesi.

Dopo un susseguirsi di foto, la prima lacrima si fece spazio tra le mie ciglia per poi cadere dolcemente sulla mia guancia. La senzazione di vuoto si impadroniva di me.

Non riuscivo più a smettere di piangere! Dio, quanto cazzo mi mancavano! Avevo bisogno di loro in questo momento, del loro sostegno, del loro coraggio, solo loro sapevano come fare a tirarmi su di morale..E invece non c'erano. Ma dove sono?! Perchè non mi hanno seguito quando sono corsa dietro al ladro?! Staranno bene? Infondo sono le mie piccoline, essendo io la più grande tra le tre, mi considero un pò una sorella maggiore e mi piace prendermi cura di loro, e anche in questo momento non ce la faccio a non preoccuparmi per loro. Ma questa volta ero io che avevo un estremo bisogno di loro! 

Le mie lacrime cominciarono a cadere, peggio della pioggia fredda che cadeva in quel pomeriggio di giugno.

Cominciai a pensare in negativo, un momento di depressione estrema, ma ormai ci ero abituata. Posai la macchina fotografica al mio fianco, mi rannicchiai vicino al muro, strinsi le mie gambe forte forte al petto, il tutto era ben saldo tra le mie braccia, posai la mia faccia sulle ginocchia, nascondendomi, in modo che nessuno mi potesse vedere in quello stato.

Sentii dei passi svelti e un respiro affannato correre verso il "mio" tendone, più che mio era quello in cui mi ero rifugiata. Disse qualcosa, ma non lo considerai. Rimasi ferma immobile, impassibile, anche perchè non volevo farmi vedere cosi, chiunque lui fosse.

Io non sono una ragazza sensibile, o meglio non lo do a vedere.

Io sono la tipica ragazza impulsiva, estroversa, che non piange mai, e che odia farlo, sono una tipa "tosta", una ribelle. Diciamo che mi conoscono tutti anche per il mio look stravagante e trasgressivo, capelli rossi fuoco e rasati da un lato. 

Non mi vergogno a essere "diversa" dall'altre persone. 

Non mi sono mai fatta problemi a litigare con qualcuno, anzi devo ammettere che sono molto rissaiola e casinista. 

Ma questa è solo una maschera che mi sono creata dopo la tragica morte di mia madre e la perenne assenza di mio padre da casa, non mi aiutava per niente.

Praticamente nessuno mi conosceva per quello che sono realmente, o meglio, nessuno tranne: Pia e Marty. 

Fingevo di essere maturata, ma mi ero solamente chiusa in me stessa e da questo è dovuto anche il mio caratteraccio e i miei modi di fare un pò bruschi.

Inventai questa falsa specialmente per evitare le solite domande o frasi di circostanza: "Come stai?" "Se hai bisogno noi ci siamo, ok?" "Mi dispiace" o a quelle stupide rassicurazioni inutili che mi venivano rivolte, quasi pensassi fossi scema!

Il ragazzo cercava di tenere una conversazione con me, ma non ebbe alcuna risposta, io continuava a pensare ai fatti miei, però qualcosa interruppe i miei pensieri.

No, non erano le mie lacrime, quelle non si erano ancora fermate.

Fuii interrotta da una mano. una mano che si andò a posizionare sulla mia spalla.

Una voce calma, profonda, ma allo stesso tempo un leggero tono di preoccupazione, che mi disse "Ei, è tutto ok?" 

. . . 

Salveeee ragazziiiiiiii,

vi chiedo scusa per glie errori ortografici o di battitura,

spero che la storia vi piaccia, sarà piena di sorprese, però diamo tempo al tempo:)

Vi prego di non essere troppo cattivi con me,infondo è la prima storia che scrivo ahahahah e sinceramente sono un pò ansiosa.

Via vi lascio in pace, spero che vi piaccia!!! buonanotteee fatemi sapere se vi piace la mia storia e pubblicherò il seccondo capitolo al piu prestoooooo!!! ciao ciao carissimi mieiiiiii!!!

Un Bacioneee grandeeee! Vi ringrazio tutti ** :)