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Autore: Phobos_Quake 3    14/05/2012    2 recensioni
Mentre al Santuario la dea Atena rinasce, e viene scelto il nuovo sacerdote, antiche e malefiche armature, conosciute come Shadow Cloth, sigillate dalla stessa Atena secoli or sono, si risvegliano per portare le tenebre sulla terra. Una delle Shadow Cloth, s’impossessa della guardia del corpo del sacerdote Sion con l’intento di uccidere la neonata Atena, ma i suoi piani verranno sventati da Aiolos, Gold Saint del Sagittario, che fuggirà dal Santuario con la bambina.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2:



Ikki





Passarono dieci anni da quando Aiolos fuggì dal Santuario con la neonata dea Atena in braccio. La piccola Esmeralda, come fu ribattezzata dal miliardario giapponese Mitsumasa Kido, crebbe nell’agiatezza circondata da molti servitori. Per qualche curioso gioco del destino, instaurò una grande amicizia con Shaka e gli altri gold saints ignorando, secondo Mitsumasa era ancora presto per dirle la verità, la sua e la loro vera natura. Aiolos e Aiolia, però, erano quelli cui era più legata, dato che erano le sue guardie del corpo. La accompagnavano tutti i giorni a scuola. Avrebbero voluto badare a lei anche all’interno dell’istituto, ma non era concesso. Esmeralda era una studentessa bravissima che prendeva sempre ottimi voti in tutte le materie. Essere orfana, però, non la rese molto popolare, bensì diventò solo oggetto di scherno da parte dei suoi compagni rendendola molto triste. I bambini, spesso, sanno essere davvero malvagi. Come se non bastasse, era stata presa di mira dal bullo di turno. Un giorno, mentre si stava cambiando nello spogliatoio della palestra, appena stava per uscire si ritrovò davanti tre ragazzi più grandi di lei, ripetenti, di tre anni. Uno di loro era così grande da dimostrarne più di quelli che aveva.
-Ciao… Esmeralda, giusto? Io sono Geki, lui è Nachi e questo bel castano è Jabu.-
-Bene. Piacere. E allora? Ho fretta. Non avete sentito la campanella? Devo andare a mangiare.-
-Oh, niente di particolare, vogliamo solo fare amicizia.-
-Strano. Di solito la gente mi evita. O non sai chi sono, oppure ti manca qualche rotella. E visti i muscoli che hai, non mi sorprende.-
-Ehy. Bada a come parli, piccoletta!- intervenne Jabu.
-Che c’è, non si può neanche scherzare?-
-Con me, no!-
Schioccò le dita e Nachi e Jabu spinsero Esmeralda all’interno dello spogliatoio.
-Attenti a quel che fate. Non vi conviene.-
-Uh! Che paura!- dissero in coro.
Non appena Jabu le mise una mano sulla spalla, lei lo sorprese con un calcio in pieno mento che lo buttò a terra e non si rialzò. Geki e Nachi rimasero molto impressionati.
-Ve l’avevo pur detto, no? Chi altri vuole assaggiare?-
Dato che non potevano assisterla all’interno della scuola, Aiolos le aveva insegnato le arti marziali in modo da potersi difendere da soggetti come Geki.
-Allora? Dov’è finita la vostra arroganza? Non vi aspettavate che sapessi difendermi vero? Mi avete un po’ sottovalutata.-
Geki sorrise e iniziò a battere le mani.
-Complimenti. Davvero complimenti.-
-Grazie. E ora levati dalle scatole!-
-Non posso andare via. Hai fatto male a Jabu.-
-Capirai! Non gli ho fatto niente. Gli ho concesso di dormire un po’. Lo vedevo così assonnato.-
All’improvviso, Nachi corse verso di lei, ma Esmeralda lo colpì con un calcio allo stomaco. Il suo attacco era servito solo per distrarla così da permettere a Geki di afferrarle il collo con le sue possenti mani e sollevarla da terra.
-Ora te la farò pagare. Non ti ucciderò, ma lascerò su di te un ricordino. Se proverai a farne parola con il tuo paparino o chiunque altro, non sarò responsabile delle mie azioni.-
La presa del bullo diventò sempre più forte e il respiro cominciò a mancarle. Anche i sensi stavano cominciando ad abbandonarla.
-Non svenire. Non voglio che ti perda il meglio.-
-Lasciala stare!- disse una voce alle sue spalle.
-Mh? Chi?- chiese voltandosi.
Non appena vide un ragazzino della stessa età di Esmeralda, cominciò a ridere.
-Vai a giocare con i soldatini, tu. Altrimenti ti pesto!-
-Provaci!-
Geki sorrise e lasciò Esmeralda.
-D’accordo, l’hai voluto…-
Un calcio ben assestato nelle parti basse gli impedì di finire la frase. Non appena s’inginocchiò per il dolore, il ragazzino iniziò a prenderlo a pugni in faccia e finì con un calcio rotante che lo gettò a terra. Nonostante questo, Geki era ancora un po’ cosciente e il ragazzino gli parlò.
-Dalle di nuovo noie, e ti farò pentire di essere venuto al mondo. Hai capito?-
-S…sì…-
-Ora prendi i tuoi stupidi compari e vattene!-
Dolorante e leggermente rintronato, Geki si alzò, fece riprendere i suoi compagni e fuggirono spaventati. Una volta finito, si avvicinò a Esmeralda, che piangeva rannicchiata su se stessa, e iniziò ad accarezzarla.
-È tutto finito.-
Lei alzò lo sguardo verso il suo salvatore.
-Ma… ma tu sei…-
Il ragazzino le sorrise, si alzò e si diresse verso la porta.
-Sbrigati. Altrimenti la ricreazione finisce.- e se ne andò.
Esmeralda, ripresasi completamente, scattò in piedi e corse a prendere lo zaino con la merenda. Una volta in cortile, si guardò attorno. Come al solito, nessuno la chiamava per volerla vicino o, se si metteva seduta su un posto vuoto con altri ragazzi, la cacciavano in malo modo.
“Ma dove sarà?” pensò mentre continuava a guardarsi attorno.
Non trovando quello che cercava, si mise seduta sotto un albero cavo a mangiare e guardare i suoi compagni. Sentì le lacrime scendere dai suoi occhi e se li asciugò. Fu allora che vide due gambe davanti a sé.
-Posso sedermi qui?-
-I… Ikki…-
Ikki Kasuga era un compagno di classe di Esmeralda. Un tipo piuttosto taciturno e solitario.
-Gra…-
Ikki la interruppe bruscamente.
-A tempo debito. Allora, posso sedermi?-
Esmeralda ci pensò un attimo e poi annuì. Non appena si sedette, iniziò a mangiare e non si dissero una parola. Solo quando finì, Esmeralda iniziò a parlare.
-Grazie… per avermi salvato…-
-Non c’è di che. Non sopporto la gente che ti tratta male. Anche i nostri compagni che ti prendono in giro. Vorrei massacrarli di botte. Non lo sanno che offendendo te, offendono anche me.-
-Anche tu sei orfano?-
-Sì. Di entrambi i genitori. Vivo con gli zii. Kasuga è il loro cognome.-
Esmeralda, d’istinto, lo accarezzò e gli fece un sorriso che Ikki ricambiò.
-Guardate, ragazzi! Kasuga il taciturno sta parlando con Kido. Bella coppia! Ah, ah, ah! Kasuga e Kido!- disse un ragazzino indicandoli e tutti a ridere con lui e a cantare quella nenia fastidiosa.
Ikki si alzò di scatto, ma la mano di Esmeralda lo fermò.
-Lascia stare. Non ne vale la pena.-
Finita scuola, i due uscirono insieme dal cancello.
-Beh, ci si vede.- le disse.
-Senti…-
-Sì?-
-Posso invitarti a casa mia?-
In quel preciso momento, giunsero Aiolos e suo fratello.
-Scusi il ritardo, signorina Esmeralda. È pronta?-
-No. Stavo invitando questo mio compagno a casa.-
Non appena si voltò, non c’era più.
-Ah!-
-Che razza di villanzone. È scappato.- disse Aiolia.
-Non trattarlo male. È timido. Sono sicura che domani riuscirò a invitarlo. Glielo devo.-
-Cosa intende dire?-
-Andiamo a casa e vi racconterò.-
Alla villa, il racconto li sollevò. Avevano forse trovato qualcuno che poteva difenderla al posto loro tra le mura scolastiche.
-Invitalo pure se vuoi. Merita tutta la nostra riconoscenza.- disse Mitsumasa.
-Ci riuscirò. Non temere.-
Il giorno dopo, a ricreazione, Esmeralda gliene parlò.
-Oggi sei invitato a casa mia. Se osi scappare come hai fatto ieri ti… ti picchio!-
-Ma io… ho da fare!-
-E cosa, se è lecito?-
-Ehm... I compiti!-
-Possiamo benissimo farli insieme. Dai, non farti pregare!-
I due si guardarono per qualche minuto e alla fine accettò.
-D’accordo, verrò a casa tua!-
Finita scuola, Aiolos e suo fratello giunsero per accompagnarli alla macchina guidata da Tatsumi.
-Molto lieto di conoscerti, ragazzo.-
I due, dopo avergli stretto la mano, ebbero un brivido impercettibile.
-Piacere mio… certo, il vostro fisico lascia un po’ a desiderare.-
-Cosa intendi?-
-Beh, di solito i bodyguard sono sempre tipi massicci. Voi invece di muscoli non ne avete neanche l’ombra.-
I due risero e li invitarono a salire in macchina. Una volta arrivati alla villa, Ikki rimase a bocca aperta. Non era abituato a tanto lusso.
-Mi sento leggermente a disagio… sicura che non disturbo?-
-Stai tranquillo. Vieni. Ti faccio conoscere mio padre e gli altri miei servitori!- disse Esmeralda.
Quando conobbe Aldebaran, la prima cosa che disse fu:
-Ecco, lui si che ha un fisico da bodyguard. Altro che Aiolia e suo fratello!-
Questa battuta fece scoppiare il saint in una fragorosa risata che coinvolse anche Camus, nonostante avesse cercato in tutti i modi di trattenersi. Anche loro due, Kanon e Shaka ebbero un brivido impercettibile dopo avergli stretto la mano. Ikki rimase affascinato dall’incredibile naturalezza di Shaka nel muoversi senza la vista.
-Incredibile! È cieco, eppure si muove con una naturalezza incredibile ed evita gli ostacoli come se avesse un radar. Non sarà mica Daredevil?-
Esmeralda rise divertita.
-È esattamente la stessa cosa che ho pensato io. Ah, ah, ah, ah! Te lo immagini con quel costume addosso? Sarebbe divertente.-
Ikki sorrise.
-Non mi aspettavo leggessi Daredevil.-
-Solo perché sono una femmina, non vuol dire che leggo solo robe adatte a me!-
-Hai ragione!-
Infine, incontrò Mitsumasa in persona.
-Benvenuto alla mia villa, Ikki!-
-G… grazie signore. Sono… onorato.- disse lui imbarazzato.
-Andate pure a divertirvi, finché il pranzo non è ancora pronto.-
I due fecero com’era stato loro detto e giocarono insieme. Dopo pranzo, fecero i compiti per poi dedicarsi di nuovo al gioco. Nessuno dei due si era mai divertito così tanto. Ikki non si accorse che era ormai sera.
-Dormirai qui. Che problema c’è?- disse Mitsumasa.
-Sì, dai. Dormi qui!- disse Esmeralda contenta.
-Ma…-
-Puoi chiamare i tuoi zii, così li avverti.-
-Gli zii lavorano fino a tardi. Non li vedo quasi mai…-
-Ah... e come fai a mangiare?-
-Mi cucino da solo. Ho imparato da autodidatta.-
-Necessità virtù insomma!-
-Esatto!-
-Beh. Allora non credo ci saranno problemi se dormi da noi, no?- chiese Esmeralda.
Ikki arrossì.
-Ehm…-
-Su. Andiamo.- disse prendendolo sotto braccio.
-Notte papà!-
-Buonanotte tesoro!-
-Buonanotte signor Kido.-
-Buonanotte Ikki!-
Quella notte, Aiolos e gli altri gold saints si riunirono nella stalla dei cavalli gestita da Kanon.
-Amici miei, immagino che abbiate avvertito anche voi il cosmo latente di quel ragazzo. Forse abbiamo trovato l’unico saint mancante. Quello della costellazione della fenice.-
Gli altri cinque annuirono.
-Uno di noi dovrà allenarlo per risvegliare il saint che è in lui.-
-Lo farò io, fratello.- disse Aiolia.
-Mi sembra una buona idea. D’accordo. Domattina ne parleremo con Mitsumasa.-
L’indomani fecero proprio così.
-Quel ragazzino ha un cosmo latente. Dobbiamo portarlo su un’isola chiamata Death Queen Island per allenarlo e farlo diventare un saint come noi.-
Mitsumasa ci pensò su.
-Death Queen Island non è certo un luogo paradisiaco…-
-Purtroppo è lì che si trova il cloth della costellazione della fenice. E Ikki è l’unico che può indossarlo. È scritto nelle sue stelle.-
Mitsumasa tornò a riflettere, stavolta più a lungo del solito, e alla fine disse:
-D’accordo, ma aspettate qualche giorno. Non ho mai visto Esmeralda così felice e separarla così presto dal suo amico mi dispiacerebbe.-
-Stia tranquillo!-
Non dissero nulla a Ikki per almeno tre mesi. Ormai era un ospite fisso della villa. Alla fine, però, giunse il momento e Aiolia lo chiamò.
-Ikki, posso parlarti in privato?-
-No! Parlerai con lui in mia presenza.-
-Mi spiace signorina, è una cosa un po’ privata.-
-Non m’interessa. Voglio…-
Ikki la interruppe mettendole una mano sulla spalla e sorridendole. Si allontanarono dalla ragazza e iniziarono a parlare.
-Tu vuoi bene alla signorina?-
-Moltissimo, perché?-
-Così tanto da sacrificare la tua stessa vita per lei?-
-Assolutamente!-
-Bene. Se ti chiedessi di allenarti con me, su una lontana isola, per diventare più forte accetteresti?-
Ikki cominciò a riflettere.
-Per quanto tempo?-
-L’allenamento che prevedo io è lunghetto. Almeno cinque o sei anni!-
-Alla faccia del bicarbonato di sodio! Non ho voglia di lasciarla sola per così tanto…-
Aiolia gli sorrise e gli accarezzò la testa.
-Fallo per l’amore che provi per lei.-
Ikki arrossì.
-Che… che dici? Io non…-
-Andiamo. Ho visto come vi guardate. Questo è puro amore.-
Ikki non seppe più che dire, mentre Aiolia divenne di colpo incredibilmente serio.
-A te la scelta. Qualunque opzione sceglierai sarà quella giusta.-
Ikki ci pensò sopra per un tempo che sembrava infinito e alla fine disse:
-Mi hai convinto. La amo troppo e farò qualsiasi cosa per lei. Anche allenarmi duramente per diventare più forte.-
-Hai fatto la scelta giusta.- gli disse il gold saint del leone.
La sera, Aiolia comunicò a Mitsumasa e a Esmeralda che sarebbe partito per allenare Ikki a Death Queen Island. A tale notizia, Esmeralda lasciò cadere la forchetta.
-Perché non sono stata consultata? Come puoi portarmelo via senza sapere cosa ne penso?-
-Cerchi di capire. Io…-
-No! Non voglio capire. Non me ne importa un fico secco. Tu non puoi fare una cosa del genere.- disse in lacrime.
Ikki si avvicinò, le prese la mano e la portò fuori dalla sala.
-Immaginavo non l’avrebbe presa bene.- disse Mitsumasa.
-Già…-
Ikki cercò di consolarla inutilmente.
-Guarda che l’allenamento mi serve. Tu sei troppo importante per me e voglio essere più forte per poterti proteggere al meglio.-
-Non… m’importa!- disse abbracciandolo.
Ikki iniziò ad accarezzarle i biondi capelli per poi fissarla negli occhi color verde smeraldo. Le sorrise e la colse di sorpresa con un bacio. Esmeralda chiuse gli occhi, che continuarono a lacrimare, per poi abbracciarsi forte.
-Qualunque cosa accada, tornerò da te. È una promessa!- le sussurrò!
Lei sorrise, si asciugò le lacrime e si tolse un ciondolo che gli mise al collo.
-Cos’è?- chiese guardandolo.
Era una stella d’oro su cui c’era scritto “Yours Ever”.
-La scritta inglese significa “Per sempre tuo”! Questo significa che sei mio per sempre! Quindi dovrai tornare da me per forza!- disse ridendo.
Ikki sorrise e stavolta fu lui a essere colto di sorpresa dal bacio di Esmeralda.
-Ogni volta che guarderò questo ciondolo penserò a te!- disse una volta finito.
Così, Ikki e Aiolia partirono per Death Queen Island. Mentre la nave si allontanava, e Esmeralda salutava il suo amato, lui sorrise guardando il ciondolo e disse tra sé:
-Diventerò più forte e ti proteggerò sempre!-
   
 
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