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Autore: Breatheunderwater    14/05/2012    0 recensioni
Ho scritto questo racconto per un concorso il cui tema era la solitudine.
La descrizione nel quotidiano di un uomo che convive costantemente con la sua solitudine, qui rappresentata dall'ombra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È seduto al computer, sta scrivendo ed è ignaro di cosa sta per accadere. È concentrato, nella sua visuale c'è solo lo schermo bianco che si riempie di parole nere.
Non è credente. Non un Dio a cui rivolgersi nei momenti bui; non crede neanche nell'opposto: nel male.
È coraggioso. Vivere in un mondo ingiusto e crudele senza la spiritualità è davvero un atto di coraggio.
Non crede neanche nella materialità. Non vorrebbe aggrapparsi neanche ad essa, ma come fare? Ha solo quella. Gli amici? Prima o poi ti tradiranno, questo è ciò che pensa.
Crede di essere forte, ma non lo è; forse lo sa. Una cosa che sa con certezza è che riesce ad ingannare gli altri. Loro pensano realmente che lui sia forte.
Un mondo popolato da convinzioni e da stereotipi, ecco cos'altro pensa.
Per questi motivi si isola. Trova conforto nella scrittura, nel suo computer e nella sua casa. Tutti beni materiali a cui lui non crede ma che lo rendono libero.
Libero dalle ingiustizie.
È ancora lì in tutta la sua concentrazione. Non sa ancora dell'ombra che si erige alle sue spalle. Non sa che è lì per lui.
Lui è una persona buona, da tutto se stesso per gli altri. Raramente riceve qualcosa in cambio e quando accade ne è felice. Non si sorprende e non diffida, non è quel tipo di persona. È fin troppo buono, o almeno ci prova.
Non va in Chiesa, non ci crede. Questo non vuol dire che non faccia del bene. Lo fa eccome. Si interessa dell'ambiente e lo rispetta. Quando vede gli altri buttare l'immondizia per terra non si arrabbia. Li osserva da lontano e raccoglie ciò che non gli è di dovere.
Non ha niente da insegnare perché non è un insegnate, lui ragiona così. Gli dareste torto?
Lui non sa che l'ombra che ora lo osserva da dietro c'era anche in quei momenti. C'è sempre stata a dir la verità.


Ha un lavoro, degli amici e una casa a cui fare ritorno. Non ha una moglie, non ha mai trovato la sua anima gemella; non demorde però, ci crede. Il suo credo non è la religione, è l'amore. C'è differenza? Lui non lo sa e non gli interessa saperlo.

Un lavoro, degli amici e una casa. Elementi fondamentali nella vita di qualsiasi persona. Potrebbe accontentarsi, come molti. Per lui però, non è questione di accontentarsi. Lui cerca e ha sempre cercato quel qualcosa in più che non tutti hanno ma, non l'ha mai trovato.
Incompreso per la maggior parte delle volte. Deriso? Forse. Insultato? Sicuramente.
Non c'è spazio a questo mondo per una persona come lui, è questo che è arrivato a pensare.
Lui non lo sa ma sta sprofondando nella tristezza. Forse sta rinunciando alla sua ricerca. Quello che non sa è che non può rinunciarci, è una caratteristica insita in lui.

Al lavoro ci va in macchina.
Non si lascia sopraffare dalla rabbia quando qualcuno gli taglia la strada. Non risponde mai male, neanche quando è il pedone ad avere torto.
In lui la scintilla che fa scattare determinate emozioni manca, si è spenta, è morta. Non sa quando e forse non si è ancora reso conto che non c'è più.
La consapevolezza, lui ci ragiona molto su questa parola, l'ha sempre fatto. Ha sempre cercato di tenere tutto sotto controllo e di capire tutti. Di certo non gli manca l'umiltà, di quest'ultima ne ha veramente tanta.
Allora cos'è che non capisce?
È una di quelle cose a cui non ci arrivi da solo. Devi avere un input esterno che ti faccia aprire gli occhi, riflettere. Un amico.
A quanto pare di amici ne ha diversi. Forse la sua ricerca ha fatto si che alcune cose non si siano approfondite come di dovere. Lui ha in mente il concetto di amicizia, idealmente sa cos'è. Ha puntato sempre in alto e forse si è staccato dalla realtà perdendo di vista ciò che aveva di fronte agli occhi.
Il ricordo di una vecchia amicizia lo assale. Che strana sensazione, pensa lui. Come un fuoco all'altezza del torace. Che senso di vuoto pesante, pensa. Ricorda le confidenze fatte a questa persona del passato. Ricorda i sorrisi, le lacrime e le urla.
Sa che quella sensazione ha un nome, sa perché la prova ma non lo vuole ammettere.
Quello che continua a non percepire è l'ombra che si espande dietro di lui.
Esce. Quando non lavora non sta chiuso in casa, non gli piace. Il buio regnerebbe.
Non ha mai una meta prefissata. Cammina, cammina e cammina. A volte giunge in luoghi poco affollati e poco chiassosi, lì può finalmente respirare.
Quando non ha particolari problemi o pensieri finisce sempre nelle strade più affollate della metropoli.
In mezzo alla folla si lascia trasportare, si annulla. Nella sua sofferenza questa è una sensazione che gli da sollievo. Nessuno lo vede, nessuno lo sente. Non gli danno fastidio le spallate, le gomitate e altri colpi involontari dei passanti. Si fa cullare da questi, gli svuotano la mente.
In questi momenti l'ombra cresce a dismisura, lo circonda e lo racchiude al suo interno. Non se ne rende conto, nessuno di quelli che lo circondano se ne rende conto.
È umile e per questo sa di non essere l'unico al mondo in queste condizioni però, non trova gli altri, non riesce a percepirli. E gli altri non lo percepiscono.
Quando torna a casa l'ombra riprende le sue naturali dimensioni. È situata sempre dietro di lui così da non essere scoperta.

Sa di non essere solo. Anche quando è a casa sua, lui sa di non essere solo. Demoni interiori? Così li potremmo chiamare.
Perché definire qualcosa di nostro con termini che lo rendono estraneo? Forse perché abbiamo paura, ci pensa e ci crede. Abbiamo paura di noi stessi e degli altri. Abbiamo così paura degli altri che vorremmo essere loro. Perdere la percezione di noi stessi per acquisire quella degli altri.
Ma chi sono gli altri? Perché brillano?
Lui li osserva, sempre. Ha notato la loro particolare luce, quella che a lui manca.
Perché lui non la possiede? Se lo domanda spesso e non ha ancora trovato una risposta.
Lui ama la vita, è la vita che forse non lo ama.

 

  
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