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Autore: Sarasvathi    14/05/2012    2 recensioni
Come dice il titolo l'amore è acqua e muta facilmente...non è possibile dire di amare una persona davvero se prima non si capisce chi si è veramente e chi ti sta davanti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sapeva perché Zelo lo stesse consolando, continuando a insultare senza sosta Bang.
“…è solo uno stronzo quando fa così, non devi nemmeno ascoltarlo; non l’ha fatto apposta a trattarti così e comunque quel coniglietto non potevi mica lasciarlo in mezzo alla strada, è così carino. Aspetta…”
Zelo si alzò dal letto di Himchan e andò a prendere il coniglietto dalla scatola di cartone, portandolo a fianco del viso del suo hyung, scoppiando a ridere “Ti assomiglia proprio”
Himchan spintonò Zelo ridendo “Ho capito, la smetto di piangere”
Il piccolo sembrava soddisfatto e aggiunse “Non lo diamo un nome a questa bestiolina?” poi avvicinò la sua faccia al naso del coniglio piegando le labbra in un sorriso.
“Non lo so, comunque io non sapevo che allo hyung non piacessero i conigli…”
“Già, neanche io sapevo che li odiasse. L’ho scoperto oggi” disse Zelo appoggiando il coniglio nella sua scatola, poi guardando l’animale: “Mi sa che non starai molto con noi, sarebbe un peccato sceglierti un nome e poi doverti dare via, non credi?”
“Grazie Jun Hong” sorrise timidamente Himchan
“Bene bene, andiamo di là dagli altri che li ho sentiti rientrare: chissà cosa penseranno se rimaniamo qui chiusi ancora per qualche minuto!”
“Junah! Cosa dici?” arrossì il grande.
Zelo aprì la porta e cominciò a improvvisare qualche frase per i corridoi della casa, qualcosa che sarebbe potuto servire per la prossima canzone a cui i B.A.P. stavano lavorando.
 
“Ragazzi sono a casa!” aveva urlato Himchan, stringendo una scatola di cartone e un sorriso radiante.
“Cos’hai da essere così felice?” aveva chiesto Bang sorridendo a sua volta al coetaneo.
“Ho trovato una cosa carina carina”
“I peluches che i tuoi hanno buttato via quand’eri piccolo sono piovuti dal cielo?”
“Hyung!” si era imbronciato “Non dire cavolate: gli altri sono a casa?”
“Non tutti: ci siamo solo io e Zelo. Gli altri tre sono andati fuori insieme”
“Ah…beh chiama Junah e venite tutti e due in salotto che vi mostro cos’ho trovato”
Quando anche Zelo era entrato in salotto Himchan aveva appoggiato la scatola per terra e aveva preso in braccio una specie di pelliccia.
“Ta-dah” aveva esultato.
“Himchan, cos’è?” aveva chiesto Zelo.
“Un coniglietto. Non è carinissimo?”
“Un coniglio? Dove l’hai trovato?”
“Per la strada. Lo so, di solito si trovano gattini o cagnolini nelle scatole, ma stavolta: sorpresa, questo coniglietto”
Bang non si era mosso, ma si era un po’ incupito.
Himchan si era avvicinato a Bang, portando il coniglio a pochi centimetri di distanza dal viso dell’amico: “Ti piace?”
Bang si era irrigidito e aveva proteso le mani in avanti, spingendo l’amico lontano “Sparisci! Tu e quella palla di pelo! Se mi avessi toccato con quella bestia in mano ti avrei ucciso! Vedi di far sparire quello schifo e se lo vuoi tenere vai ad abitare da qualche altra parte.”
“Hyung” aveva cercato di ribattere Himchan “Scusa, io non volevo farti arrabbiare”
“Sei per caso sordo? Ti ho detto di sparire. Anzi, me ne vado io” e così dicendo prese la giacca era uscito sbattendosi la porta alle spalle.
Zelo si era avvicinato a Himchan, portandogli una mano alla spalla “Himchan, non ti preoccupare, ok?”
Lui aveva annuito, mentre i suoi occhi si erano riempiti di lacrime.
“Dammi il coniglietto e portiamolo nella tua stanza, poi pensiamo a chi possiamo lasciarlo”
“Sì”
 
“Zelo, cos’hai da cantare per tutta la casa?”
“Niente, Moontos”
“E non chiamarmi così, te l’ho già detto che non mi piace.”
“Moontooossss Mooooooonnnnnnttttttttoooooooosssssssssss” canticchiò il piccolo
“Giuro che ti ammazzo e se non lo faccio finisco per uscirne pazzo!”
Zelo cominciò a ridere, poi prese Jongup per un braccio e lo portò davanti alla stanza di Himchan “Ti faccio vedere una cosa”
Poi bussò alla porta sussurrando “Sono io, Himchan”
La porta si aprì e Himchan sembrava essere più tranquillo; almeno aveva smesso di piangere e i suoi occhi erano tornati quelli di sempre.
“Moontos, Himchan ha trovato il suo fratellino”
Jongup guardò Himchan con aria interrogativa, ottenendo una smorfia che non seppe interpretare come risposta ed entrò nella stanza.
“Di cosa stai parlando Zelo?”
Ma il ragazzo era già andato verso una scatola e ne aveva tirato fuori un…gatto? No. Sembrava un…
“Oddio un coniglio!”
Himchan aveva portato il suo indice davanti alla bocca in segno di silenzio.
“Moontos, stai zitto.” l’aveva ammonito Zelo.
“Non capisco cosa centri il coniglio col fratello di Himchan”
Allora Zelo scosse la testa “Eh, i ragazzi di oggi”
“Hey, anche tu sei un ‘ragazzo di oggi’ se non sbaglio”
“No, io sono un vecchietto dentro il corpo di un ragazzino” rispose il piccolo, imitando un vecchio e inchinandosi in avanti facendo finta di avere un bastone nella mano sinistra. “Comunque” si alzò “Himchan, vieni qui così anche Moontos capisce”
Himchan si avvicinò al coniglio, ma Jongup non sembrava capire.
Dopo qualche secondo Zelo si stufò “Uff…Ma non vedi che hanno la stessa faccia? E comunque era per dirti che abbiamo un coniglietto e non sappiamo dove metterlo”
Jongup si scurì: “Ditemi che non l’avete fatto vedere a Yongguk”
I due abbassarono lo sguardo e Himchan sussurrò “Io non lo sapevo che hyung li odiasse” e sembrò sul punto di piangere.
“E comunque Yong è stato cattivo con Himchan. Noi che ne sapevamo che lui li odiava i conigli. Aspetta…tu come fai a saperlo?”
“Eh?...Io…Me l’ha detto un po’ di tempo fa” sorrise imbarazzato Jongup “Comunque ora che lo sa dobbiamo trovare un posto per ques…sì, in effetti Himchan ha il muso da coniglio”
 “Te l’avevo detto”
“Comunque per stanotte può rimanere qui, vedrò di far ragionare Bang”
 
“Posso entrare?” aveva sentito sussurrare alla porta.
Zelo si era alzato dal letto e aveva aperto la porta.
“Grazie Jun” aveva sussurrato Himchan.
“Ma che ore sono? Cosa ci fai con in mano il coniglietto?”
“Ho paura, Jun”
“Di cosa?” aveva sbadigliato lui “ah, lascia stare. Entra” e chiuse la porta.
“E se Jongup ha detto a hyung che teniamo il coniglietto e la notte viene e lo butta in strada?”
“Certo che ne fai di viaggi mentali e poi Moontos ha detto che ci avrebbe pensato lui a far ragionare Yongguk”
Zelo era molto diverso da come lo vedeva tutti i giorni: sembrava più pacato e serio e non faceva domande inopportune.
“Jun…posso dormire con te e lasciare il coniglietto nella tua stanza? Solo per stanotte” aveva supplicato.
Zelo aveva semplicemente annuito e dopo essersi sdraiato sul letto aveva fatto spazio a Himchan.
Lui aveva appoggiato il coniglietto dagli occhi stanchi in un angolo della stanza e l’aveva coperto con una copertina che si era portato dietro, poi si era sdraiato nel letto di Zelo, cercando di occupare meno spazio possibile, stando a bordo del materasso.
“Guarda che se stai così al margine rischi di cadere la notte”
“No, sto bene”
Ma Zelo l’aveva tirato a sé: “Non ti mangio. Ho solo quindici anni, non dovresti aver paura di un bambino”
Himchan non aveva risposto, ma ora si era sdraiato più comodamente, sfiorando con la schiena il petto di Zelo.
 
“Himchan, dovrei alzarmi” sussurrò Zelo all’orecchio del più grande.
Quando Zelo aveva detto a Himchan che poteva sdraiarsi senza paura, non aveva lasciato sottointeso ‘sdraiati sopra di me’.
Himchan si svegliò strofinandosi il dorso della mano sinistra contro gli occhi e sentì sotto di lui un corpo caldo, ma disse semplicemente “voglio dormire ancora un po’ Jun” e si strinse sé il corpo di Zelo.
Poi d’un tratto si era reso conto di come era sdraiato, o meglio, che stava sopra Zelo; si era spostato di colpo, rischiando di cadere dal letto “Scusa Jun” aveva pigolato.
“Non ti preoccupare, è tutto a posto. Comunque dobbiamo alzarci, se non vuoi che sappiano che hai dormito nella mia stanza”
“Che ore sono?”
“Quasi le sette e mezza”
Poi Himchan si voltò in direzione del coniglio con aria preoccupata e visto che il cucciolo era dove l’aveva lasciato la sera prima emise un sospiro di sollievo.
“Ci tieni tanto a quel piccolino eh?”
“Beh, nono possiamo tenerlo con noi” sbuffò Himchan “Comunque ora ritorno nella mia stanza e vediamo cosa ne sarà del coniglio.”
“A dopo Himchan”
“A dopo” sussurrò l’altro lanciando un sorriso dolce a Zelo pochi secondi prima di chiudere la porta.
Himchan uscì in punta di piedi e si diresse verso la sua stanza cercando di respirare il più silenziosamente possibile.
Poco prima di arrivare nella sua stanza vide qualcuno uscire dalla stanza di Bang…
 
“Bang, che hai fatto?”
“Niente Juppie
“Sei sicuro?” aveva insistito lui, portando una mano sui capelli di Bang.
“No, non lo sono. Ma ti rendi conto che Himchan è arrivato a casa con un coniglio?”
“Davvero? E cosa ne hai fatto? L’hai lanciato fuori dalla finestra e l’hanno investito?”
L’altro fece una smorfia e fece per andarsene; salutò Daehyun e Youngjae che stavano guardando l’ultimo film d’azione che era uscito.
“Non resti a guardare il film? L’abbiamo messo solo per te” si lamentò Daehyun; Youngjae sempre privo di espressione.
“No, sono stanco vado a dormire”
“Anch’io sono stanco” disse Jongup “Buonanotte a tutti”
“Buonanotte” dissero in coro Daehyun e Youngjae.
Bang e Jongup voltarono le spalle ai compagni e Bang, presa la mano di Jongup lo portò dentro la sua stanza.
“Allora il coniglio è ancora vivo?” chiese Jongup quando fu nella stanza di Bang.
“Sì, Himchan l’avrà nascosto da qualche parte. Di certo non l’avrà buttato via”
“Beh perché non lo teniamo? Basta che tu non lo veda, no? E poi col tempo potresti abituartici”
“Ma non voglio abituarmici. Odio tutti i conigli”
“Anche Himchan?”
“Juppie, cosa stai dicendo? Mica è diventato un coniglio solo perché ne ha portato uno in casa”
“Sì, hai ragione. Comunque lo teniamo almeno finché non troviamo un padrone?”
“No”
Jongup si avvicinò al biondo fino ad trovarsi a pochi centimetri dal suo naso: “E se io ti dicessi che oggi ti faccio un servizio speciale?”
Bang si aprì in uno dei suoi sorrisi radianti: “Chissà” sussurrò all’orecchio dell’altro.
Jongup spinse Bang nel letto e gli salì sopra, poi portò le sue mani dentro la sua maglia e lo baciò con foga.
I due cominciarono presto ad ansimare scoprendo uno il corpo dell’altro. A Jongup faceva sempre male quando Bang gli entrava dentro, non ci si sarebbe mai abituato, lo sapeva; ma misto a quel dolore insopportabile si svegliava la voglia di sentire quel corpo dentro sé e il fuoco che vi ci portava dentro.
Evitava sempre si emettere gemiti troppo forti, ma i versi animaleschi di Bang sembravano dirgli ‘Chi se ne frega degli altri? Che ci sentano’.
Non erano mai venuti insieme, lui sempre prima di Bang si aggrappava alle lenzuola, mai si era avvinghiato al corpo del compagno: sarebbe stato imbarazzante, anche se più imbarazzante di quello che facevano nel proprio e nel letto del compagno non c’era niente. Il loro era un sesso selvaggio, ma calcolato: Jongup non sapeva definirlo in nessun altro modo. Era una fusione semplice e primitiva; nessuno dei due era gay e nessuno dei due sentiva nessun tipo di scossa mentre si strusciavano. Era semplicemente il risveglio dei loro sensi.
Jongup avrebbe potuto eccitarsi con ogni piccola cosa, i suoi diciassette anni non gli permettevano un gran controllo; Bang trovava in quell’arrogante solitario qualcosa di giusto e scopabile.
La mattina seguente Jongup si svegliò presto e uscì dalla stanza.
Non si abbracciavano mai dopo averlo fatto: non erano amanti, non potevano coccolarsi senza ragione. Semplicemente dopo aver finito si facevano una doccia e dormivano come due fratelli, svegliandosi sempre uno contro la schiena dell’altro.
Appena Jongup uscì dalla stanza di Bang, si trovò Himchan a pochi metri da lui: la stanza di Himchan era accanto a quella di Bang.
 
“Buon…Buongiorno” salutò Himchan.
Jongup si inchinò e si diresse verso la propria stanza.
Himchan, col coniglio tra le mani entrò nella sua stanza, appoggiò l’animale nella scatola e uscì; senza rendersene conto era davanti alla stanza di Bang.
Entrò.
Bang stava dormendo: sembrava rilassato e felice, allora Himchan fece per uscire quando sentì la voce di Bang alle spalle: “Juppie, vieni qui”
Panico.
Bang era già arrabbiato con lui; cos’avrebbe detto se avesse scoperto che in realtà era Himchan e non ‘Juppie’?
“Che fai, non mi dai nemmeno il buongiorno?”
“…”
“Non voglio coccolarti o roba simile: sai bene cosa siamo”
“…”
“Come mai sei così silenzioso con me?” e si alzò dal letto.
Dopo che fu in piedi si accorse che davanti alla porta non c’era Jongup; Himchan si girò verso Bang.
Bang passò subito sulla difensiva: “Cosa ci fai qui, tu?”
Himchan sfoggiò i suoi occhi da cucciolo: “Hyung, scusa”
Bang sbuffò.
“Hyung, ho visto Jongup uscire dalla tua stanza e non mi ha salutato, così ho pensato che aveste litigato e…e non so perché sono entrato senza permesso”
Bang si massaggiò le tempie: “E tu dov’eri che l’hai visto uscire?”
“Io…”
“Non mi interessa, anzi esci dalla mia stanza prima che cominci ad odiarti quanto quell’animale che hai portato a casa”
“Scusa Hyung” e uscì in fretta dalla stanza.
Himchan entrò nella sua stanza e cominciò a giocare con il coniglio che si era appena svegliato; non riusciva a credere di aver fatto arrabbiare di nuovo Bang: lo ammirava molto, ma non riusciva a fare una cosa giusta. Sembrava che la sua presenza fosse solo un peso per Bang, eppure Himchan le aveva provate tutte, sempre fallendo.
 
Quando entrò in cucina stavano tutti facendo colazione. Lo salutarono. Tranne Bang, che l’aveva solo guardato storto.
Zelo allora lo chiamò a sedersi vicino a sé, poi quando Himchan si fu seduto si avvicino al suo orecchio “Tutto a posto? Bang stamattina è girato male…”
“Ho visto, comunque sto bene. Grazie, Jun”
“Dopo giochiamo a Prototype?”
Himchan non aveva idea di cosa Prototype fosse, ma annuì felice: di sicuro giocare l’avrebbe distratto; pensò che forse Zelo era davvero un vecchio dentro il corpo di un ragazzino perché capiva troppo bene i suoi bisogni, oppure era un alieno buono.
Rise di questa idea e Zelo gli chiese il perché, senza ottenere risposta.
Jongup si avvicinò ai due e fece loro cenno di seguirlo.
 
Quella mattina Jongup si era svegliato voltato verso Bang; l’altro gli dava la schiena, come sempre.
Era da un po’ che Jongup sentiva qualcosa di più del semplice ‘sesso primitivo’ per Bang, ma non poteva dirglielo; infondo a lui bastava poter vedere il suo sorriso quelle mattine che si svegliavano insieme.
Era capitato poche volte e Jongup aveva sigillato quei sorrisi nel suo cuore; Bang non aveva fatto lo stesso per lui, Jongup lo sapeva benissimo, come sapeva che ormai per Bang lui era semplicemente un gioco che brucia e dà calore quanto la scoperta del fuoco. Ogni volta.
Aveva toccato il braccio a Bang e lui si era lamentato; aveva tolto la mano e aveva provato ad abbracciarlo. Aveva ottenuto in risposta parole impastate.
Si era arreso, aveva visto l’orologio e si era alzato dal letto, Bang dormiva come un angioletto.
Nulla sarebbe cambiato tra loro due, non secondo le fantasie di Jongup.
 
“Bang ha detto che il coniglio può restare finché non troviamo un padrone che se ne possa prendere cura. Contento, Himchan?”
“AAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!” urlò Himchan, poi si coprì la bocca con le mani.
“Sì, lo sei. Non sai quanta fatica mi è costata arrivare a questo compromesso!”
Poi abbracciò forte Jongup e Zelo “Grazie! Grazie a tutti!” poi corse verso la sua stanza.
Jongup lo seguì.
 
“Himchan, posso entrare? Sono Jongup”
“Certo, la porta è aperta”
Entrò e vide Himchan che coccolava il coniglio.
“Ti trasformerai in un coniglio se non la smetti; inoltre mi fai venire il diabete”
“Scusa Jongup”
Jongup si schiarì la voce e si chiuse la porta alle spalle “Senti, stamattina quando mi hai visto uscire…”
“Hai litigato con Bang a causa del coniglio? Se è così me ne prendo ogni responsabilità, Juppie
Jongup s’impietrì.
“Senti Jongup, sono abbastanza grande e non mi interessa cosa facciate tu e Bang. Se sei stato ‘costretto’ a fare qualcosa che non volevi per ottenere il permesso per questa bestiolina mi dispiace”
“Non…non è questo il punto”
“Non lo dirò a nessuno, tranquillo.”
Jongup non riusciva a capire Himchan, o meglio quale fosse il vero Himchan: quello carino e un po’ tonto o quello che sa mettere a tacere uno come lui, che aveva sempre l’ultima parola su tutto.
Un Himchan dagli occhi così carismatici non gli era mai capitato di vederlo.
Ma infondo, tutti ci costruiamo una maschera per paura che il nostro vero aspetto sia svelato.
“Grazie” rispose.
“Ora io e Zelo dobbiamo giocare a Prototype. Se vuoi puoi rimanere a giocare con il coniglio. Anche se forse vorresti giocare con qualcun altro”
  
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