CAPITOLO IV
Preparativi.
ASTRONAVE
DOME.
Hikaru era assorta nei suoi pensieri,
mentre dalla vetrata dell’astronave osservava lo spazio aperto con i suoi mille
bagliori di code di comete e frammenti stellari.
Non riusciva a spiegare bene a se
stessa tutte quelle emozioni che stava provando.
Rivedere Lantis così
inaspettatamente, aveva suscitato in lei le più forti e belle sensazioni della
sua vita, ma da un certo punto di vista anche tanta
confusione.
Certo il cavaliere di Sephiro aveva
dimostrato la stessa gioia nel rivederla… e lei che lo conosceva bene, aveva
saputo leggerla fra le righe di quell’imperscrutabile
volto.
Ma poteva dire con certezza che
provasse quegli stessi sentimenti che sentiva avvampare nel suo cuore e che
erano maturati con la lontananza e con gli anni?
O magari poteva essere semplicemente
affetto?
Da quando erano arrivati nella
dimensione di Sephiro, nessun gesto aveva tradito la volontà di un contatto
fisico con lei… nessuna parola che riguardasse loro due.
E ripensandoci la faceva alquanto
arrossire il pensiero di come si era approcciata a lui, quando era comparso a
casa di Fuu, lanciandoglisi fra le braccia e confidandogli così spontaneamente e
appassionatamente quanto gli fosse mancato in tutto quel
tempo.
“Siamo quasi arrivati”.
Quella voce profonda la fece
sobbalzare distratta com’era in quei pensieri.
Si voltò.
“Lantis, ma dove stiamo andando?”
Il cavaliere si avvicinò a lei, guardando da quella finestra sullo
spazio: “Andiamo su Autozam!”
ASTRONAVE DELLA PRINCIPESSA
TULLA.
“Tulla cara… posso parlarti un
attimo” fece con gentilezza.
“Si madre… entra pure e chiudi la
porta” rispose con altrettanto garbo la figlia.
La donna accarezzò la fronte della
ragazza e si accomodò accanto a lei, sedendosi sul confortevole divano in pelle
maculata: “Tesoro non vorrei vederti così triste… insomma… non ti manca nulla.
Sei bella ed in salute e sei destinata a diventare la regina del nostro pianeta.
La popolazione già ti rispetta e ti ama. Dovresti essere più serena… Dai fammi
un bel sorriso!”
Tulla accennò ad un smorfia forzata,
che ben poco rassomigliava ad un espressione gioiosa: “Madre lo sai che non
volevo partecipare a questa giostra… perché mio padre deve sempre prendere
decisioni fondamentali per la mia vita senza prima consultarmi?” fece con tono
dimesso.
“Ma lo sai lui è fatto così… vuole il
meglio per te” rispose stringendole le spalle.
Tulla si divincolò dalla presa e si
alzò in piedi: “No lui vuole il meglio per il regno… di quello che interessa a
me poco gli importa!”. Il suo sguardo era diventato duro e le mani si erano
chiuse in due pugni stretti che cercavano di tenere a freno quel po’ di
controllo che le rimaneva.
“Tulla non dire queste cose!” fece
severa la madre levandosi anche lei e cercando di incrociare lo sguardo della
figlia.
Si pentì subito del tono usato con
l’incolpevole genitore: “Scusami madre” fece pacatamente portando le mani al
petto “… ma che senso ha partecipare a questa gara… io voglio poter scegliere
l’uomo che amo senza imposizioni…”
Un vuoto d’aria fece ballare un po’
la stanza e vibrare gli oggetti che erano a corredo della
stessa.
Ma la madre noncurante continuò
:“Tesoro, ma il principe Felio è davvero un ottimo partito, è un bel giovane e a
quanto mi hai detto andate anche molto d’accordo!”
“Peccato che io non ami lui e lui non
ami me…” fece di rimando.
La donna prese un ampio respiro: “Ma
col tempo si impara anche ad amare…”
“L’amore è un sentimento spontaneo e
travolgente, che non nasce a comando come dici tu!” disse, senza farle finire
neanche la frase, con la rabbia che tornava a farsi
avanti.
“E tu che ne vuoi sapere dell’amore,
sciocchina…” fece bonariamente abbracciandola e risedendosi insieme a lei,
cercando stavolta con dolcezza di tranquillizzarla “…pensi davvero che sia come
è scritto nei racconti che suoli leggere … sono solo fantasie ed invenzioni…
ascolta tua madre, che ha di certo l’esperienza degli anni dalla sua parte!”.
Tulla decise di lasciar cadere quel
discorso, che certo non avrebbe smosso la donna dalle sue convinzioni: “Beh
quantomeno rivedrò un caro amico!” fece, pensando al principe di
Sephiro.
Bussarono alla porta. Un giovane
servo entrò e si inchinò al cospetto delle due regnanti: “Mia regina, il re suo
marito desidera che lei lo raggiunga subito nella sala centrale” disse con lo
sguardo rivolto a terra.
La sovrana si alzò: “Tulla, io vado
da tuo padre… tu cerca di non pensarci più e goditi il viaggio e il soggiorno
sul pianeta più bello del sistema” fece, uscendo subito dopo dalla
stanza.
Tulla restò un attimo assorta a
contemplare l’uscio, dopodichè si avvicinò al servo ancora prostrato, e con un
sorriso sulle labbra, vero e caldo questa volta, gli sussurrò: “Dai Gin, alzati…
se n’è andata!”
Il servitore, tiratosi su rispose
riguardoso senza guardare negli occhi la ragazza e con voce stinta:
“Principessa, non dovrebbe essere così informale con me, rischia di far
arrabbiare i suoi genitori”.
“Gin ti ci metti anche tu… lo sai no,
che mi stanno costringendo a fare” disse sconfortata.
Il servitore, alzando le sue iridi su
quelle di lei, disse in maniera ferma: “C’è un regno che conta su di lei,
principessa, e molti possono essere i benefici di un’alleanza con Sephiro!”
Un ceffone lo colpì inaspettatamente
sul viso.
Tulla restò con la mano a mezz’aria,
mentre una calda lacrima invece rigava le sue pallide gote.: “Come puoi dirmi
questo… proprio tu” fece con voce tremante.
E prima che Gin potesse replicare
qualcosa corse via richiudendo la porta dietro di sé.
“Perdonami… Tulla!”
mormorò.
FAHREN – PIANETA DI
ASKA
“No, no e poi no… non sono
d’accordo”
La capricciosa principessina sbatteva
furente il piede sul pavimento, con i gomiti appuntati.
“Eh va bene la mascherata… ma adesso
esageri…Felio penserà di essere di fronte ad un rude cavaliere, non ad una dolce
principessa che aspira al trono”.
Fuu era divertita dello zelo della
sua piccola amica, che aveva carattere da vendere, ma non aveva nessuna
intenzione di
gettare alle ortiche i suoi
piani.
“Aska dai.. così starò più comoda se
dovesse esserci qualche prova fisica…
tutte le altre invece inciamperanno nelle loro gonnone lunghe,
e negli strascichi dei loro abiti da sera!” fece accennandole un mezzo sorriso,
consapevole che ben altro ci voleva per convincere la
ragazza.
Fuu aveva scelto un paio di morbidi
pantaloni, che si infilavano in stivaloni con tanto di bavero avanti, una
camicia e un gilet dal taglio maschile… effettivamente le mancava solo il
cappello con una piuma per sembrare D’Artagnan.
“Ma dico… tu non immagini neppure
quali oche si aggirino per il sistema Upsilon e che saranno pronte a qualsiasi
cosa pur di vincere la giostra e sedurre Felio… e tu che fai, ti combini come
l’ultimo dei maschiacci!” esclamò tutta paonazza in viso.
“Beh almeno mi distinguerò dalle
altre.. e poi mica ci sono regole che impongono come vestirsi!” fece convinta il
cavaliere del vento.
“Hai la testa più dura del tuo
principe… e va bene… fai come vuoi, magari hai ragione, questi abiti almeno ti
avvantaggeranno in eventuali prove di abilità”.
Aska avendo capito che nulla avrebbe
potuto dire o fare, rassegnata, dovette accettare il look scelto da Fuu.
“E io come sto invece?” disse
divertita Umi.
Aveva raccolto i capelli sotto una
lunga parrucca bionda e aveva indossato degli abiti da cortigiana, in modo da
passare per l’assistente di Fuu, o meglio della principessa-spadaccino
Fuu.
“Principessa” fece la voce roca del
vecchio Chang “non dimentica nulla?”
Aska stette lì a riflettere qualche
secondo.
“Ah… parli del supplizio che devo
infliggerti?”
“No” disse
spazientito.
“Ho capito… vuoi venire con noi su
Sephiro”.
“Neanche
questo..”
“Beh che vuoi… travestirti da vero
stregone?”
“Faccia poco la spiritosa… come al
solito non capisce mai nulla, perché non studia come dovrebbe” sbraitò
violento.
“Uffa… dai parla non tenerci sulle
spine” disse senza troppe cerimonie Aska.
“Crede davvero che una parrucca e un
po’ di stoffa ingannino il vecchio saggio di Sephiro!” fece con aria giudiziosa,
proprio come avrebbe voluto fosse la principessa.
“Già non ci avevo
pensato…”
Ma il saggio, certo che Aska non
ricordasse la formula, ormai rassegnato, si avvicinò alle due ragazze e sfoderò
di nuovo i suoi poteri da grande mago, non prima di aver ragguagliato la sua
discepola: “Faccia bene attenzione alle parole che pronunzierò principessa,
perché poi sarà lei a doverla applicare sulla fanciulla andata con il
cavaliere!”
E così un nuovo incantesimo si
consumò nel salone del palazzo imperiale.
“Sarete voi a decidere quando
sciogliervi dal sortilegio… basterà la vostra volontà in tal senso!” fece
solennemente, rivolto ad Umi e Fuu.
PIANETA DI AUTOZAM
“Lantis, ma quindi vedremo Eagle!”
esclamò emozionata Hikaru.
“Credo di sì”
“E ci saranno anche Geo e Zazu
quindi” continuò, accelerando il passo e quasi
salterellando.
Ma quando si trovò nei corridoi
interni della base militare di Autozam, vide un esserino volante sfrecciare a
tutta velocità verso di loro.
“Oh Lantis ero così
preoccupata..”
Primera svolazzava entusiasta attorno
al suo cavaliere, lasciando che polveri magiche rilasciate dalle sue ali
creassero dei cerchi iridescenti attorno all’uomo.
Ma quando si accorse di quella
presenza femminile accanto a lui, si fermò di colpo.
E strizzando un po’ gli occhi, urlò
con la voce acidula: “Tu… che ci fai qui… chi ti ha detto di tornare” puntandola
col dito.
Hikaru portò una mano alla testa e
cercando di essere gentile le fece: “Ciao Primera… è da un bel po’ che non ci
vediamo!”
“Beh non ci tenevo a rincontrarti…
potevi restartene sul tuo pianeta!”
Per fortuna, ad interrompere quel
momento non proprio idilliaco, ci pensò Zazu.
“Lantis sei tornato..” e bloccandosi
interdetto fissò la ragazza “ma.. ma tu sei il cavaliere del
fuoco!”
Hikaru si avvicinò col suo fare
allegro e sincero: “Ciao Zazu… allora ti ricordi di me!”
Il ragazzo arrossì alquanto: “Certo,
non è passato poi così tanto tempo”
Quei convenevoli furono interrotti
però da Lantis: “Dov’è Eagle?” chiese senza troppe cerimonie, mentre Primera
appollaiata sulla sua spalla lo
contemplava estasiata.
“Ah… è nella sala comandi, insieme a
Geo” gli rispose.
Hikaru aveva già dimenticato i
pensieri inquieti che le erano balenati nel cuore sull’astronave
Dome.
Era contenta.
Soprattutto ora che si apprestava ad incontrare
Eagle.
Rivedere tutti i vecchi amici era un
tuffo nel passato per lei.
Entrarono nella sala, accolti da Geo,
che non ultimo, si meravigliò nel vedere il cavaliere magico che tempo addietro
aveva così influito sui destini di Sephiro e di Autozam.
Hikaru, dopo aver salutato
affettuosamente l’uomo, si sporse dietro la sua imponente figura, per scorgere
quella smilza e gentile del comandante Eagle, che si avvicinava ai suoi inattesi
ospiti.
La ragazza non si aspettava tanta
sorpresa da parte sua nel vederla su Autozam.
“Hikaru… tu qui” esclamò
interdetto.
Le sue gote arrossirono alquanto:
“Già… chi l’avrebbe mai detto che ci saremmo rivisti”
Lo sguardo dell’uomo era tenero ed
avvolgente, tanto da farle avvertire quasi una sensazione di calore correrle
sulla pelle.
Certo Eagle era molto diverso da
Lantis.
“Abbiamo bisogno di un favore” tuonò
serio e brusco quest’ultimo.
Il racconto della storia della
giostra, del salto spazio-temporale, della partecipazione di Fuu aveva uno scopo
ben preciso. C’era bisogno di un titolo da principessa e visto che su Autozam
non c’erano regnanti che potessero partecipare e che un sodalizio con Sephiro
era quanto di meglio potesse presentarsi per il pianeta, si profilavano tutti i
presupposti per uno scambio.
Il Gran Consiglio, presieduto da
Eagle, avrebbe concesso quel titolo e di contro, se Fuu avesse vinto, Autozam si
sarebbe legato a Sephiro potendo così beneficiare della magia e della forza
vitale del pianeta.
Eagle portò la mano al mento: “Beh
l’idea non è male…” e guardando Hikaru “.. e poi non posso negare un piacere ad
una vecchia amica” strizzandole l’occhio.
La ragazza sorrise radiosa: “Grazie
comandante, non immagini quanto te ne sono grata!”
Lantis, Geo e Zazu, seguiti dalla
insopportabile Primera si avviarono a risistemare
“Eagle, perché non vieni con noi su
Sephiro?” chiese dolce Hikaru.
“Per ora verranno con voi Geo e Zazu.
Io vi raggiungerò presto… ho dei compiti da svolgere qui!”
“Wou, che bello” disse la ragazza
alzando il braccio al cielo, facendo un piccolo salto che la fece avvicinare a
lui “sono proprio contenta”
E mentre aveva gli occhi ancora
chiusi per quell’esclamazione gioiosa, inaspettata e imprevedibile, sentì la
bocca dell’uomo poggiarsi sulle sue labbra.
Eagle la stava baciando,
delicatamente, con una pressione tenera… umida… calda.
“Anch’io ne sono felice” disse dopo
essersi staccato da lei e lasciandola lì impietrita, incapace a tentare una
qualsiasi reazione o risposta, ancora col sapore di quel bacio sulle
labbra.
E sparì nella penombra dei corridoi
della base.
FAHREN – PIANETA DI
ASKA.
Fuu, affacciata ad uno dei sontuosi
balconi del castello, con i gomiti appoggiati al davanzale, fissava le stelle,
non così diverse poi da quelle che potevano contemplarsi nei cieli
terrestri.
Dire che fosse agitata, era voler
solo un eufemismo per mascherare quello che effettivamente le passava per la
testa.
In che pasticcio si stava
cacciando…
Avrebbe avuto veramente il coraggio
di presentarsi a Sephiro, vestita come uno stalliere, in mezzo a principesse
bellissime e eleganti, circondata da chissà quanta gente?
E soprattutto ce l’avrebbe fatta ad
incrociare di nuovo quegli occhi, a fingere di essere quello che non era, senza
scoppiare a piangere?
Avvertì un tocco gentile alle
spalle.
“Pensi a lui?” fece la voce, ora
dolce, della principessina di Fahren.
Fuu abbassò lo sguardo senza
rispondere.
“Sai, in fondo non sono troppo
preoccupata, perché so che quando giungerai a Sephiro ti renderai conto che la
persona che hai lasciato tempo fa non è cambiata per nulla” e abbassando un po’
il tono “al massimo un po’ intristita da questi anni passati lontano da
te”
Fuu puntò i suoi occhi su quelli
della ragazzina e non potè che leggervi grande affetto e tanta
sincerità.
Le prese una mano: “Io ti sono
debitrice Aska, stai facendo tutto questo per me… e io finora ti ho fatto solo
arrabbiare!”
La principessa arrossì leggermente:
“Non dire sciocchezze… non sai quanto sei stata importante nella mia
vita…”
Fuu la guardò furbetta: “E con Sang
come va’?”
Come attraversata da una vampata di
fuoco, divenne rossa come un peperone: “Ah… con Sang… che intendi” disse,
chiaramente in difficoltà.
“Dai lo sai, gli hai detto dei tuoi
sentimenti!” fece, sorridendo per l’imbarazzo dell’amica “mi vuoi dire che per
te è solo un amico?”
Aska si voltò di spalle per
nascondere il suo rossore: “Ecco … veramente non ho trovato ancora il momento
giusto”
Sentì due mani poggiarsi sulle sue
spalle e un viso sorridente affacciarsi da un lato per scrutare le espressioni
del suo volto: “Secondo me lui ci tiene proprio tanto a te, Aska… sai si capisce
da come ti guarda e da come è dolce il suo tono quando si rivolge a
te!”
La principessa di Fahren si voltò di
scatto: “Dici sul serio, non mi prendi in giro vero!” chiese
speranzosa.
“Ti sembra che stia scherzando… fossi
in te non aspetterei troppo..” e con un velo di malinconia continuò “..non sai
mai cosa ti riserva il destino!”
La principessina, compresi i pensieri
che passavano per la mente dell’amica, le si buttò fra le braccia e la strinse
forte: “Fuu… io te lo prometto… andrà tutto bene… tu vincerai, vincerai e
sposerai Felio te lo assicuro!”
Il cavaliere magico accarezzò la
testolina della principessa, senza riuscire a dire nulla, e rivolse gli occhi al
cielo, mentre una lacrima scendeva rifulgendo ai raggi
lunari.
- CONTINUA
-
Per KillKenny: concordo pienamente sul
paring Umi- Clef; a proposito qual
era questo presentimento?
Per Viki: grazie per gli apprezzamenti.. mi
piacerebbe molto pubblicare con più puntualità, ma più di così non mi riesce…
spero continuerai a seguirla.
Un bacio a tutti i miei
lettori.