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Autore: vul95    14/05/2012    3 recensioni
Il capitano della Epsilon Plus però riuscì a distogliere lo sguardo solo una volta che l’allenatrice della Raimon Eleven incrociò il suo.
Forse aveva paura di leggere la delusione nei suoi occhi.
Si voltò verso i propri avversari.
-Giochiamo, Raimon Eleven.- allargò le braccia –Intrattenetemi, intrattenetemi ancora.- annunciò, ridendo.

[Saginuma/ Hitomiko]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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If I Had You

If I Had You

 

Quando si scontrò la seconda volta con la Raimon Eleven (si, quando la pietra di Alius aveva potuto potenziare lui e tutta la squadra), Saginuma, Desarm, notò una figura alta e snella, seduta sulla panchina dalla parte del campo dei suoi avversari.
Aveva lunghi capelli scuri, che le ricadevano sulla destra del volto, e fini occhi blu (di un blu scuro, magnetico) che si guardavano attorno attenti.

Riconobbe subito quella figura. Era bella, più bella di quanto ricordasse.

Hitomiko non l’aveva mai preso in considerazione più di tanto, quando ancora tutti i ragazzi del Sun Garden avevano una vita normale, se così si può definire, e tutta quella storia sugli alieni non era iniziata. Si intratteneva spesso con Hiroto, o giocava con qualche bambina. Non si sarebbe mai sognata di andare da lui a chiedere di giocare, perché rispetto agli altri bambini lui era più grande, più maturo, più silenzioso, e non aveva bisogno di essere intrattenuto.

Almeno così l’aveva pensata fino a quando lei non gli si era avvicinata davvero.
Si era semplicemente seduta di fianco a lui ed era rimasta in silenzio.

Lui aveva guardato dritto davanti a sé, con tutta l’intenzione di ignorarla. Gli era parsa la solita persona che dispensava sorrisi di palesemente finte consapevolezza e condivisione, che si riteneva in grado di poterli aiutare. Di poterlo aiutare.

Nessuno ne era in grado, ed in troppi ci avevano già provato, ormai.

-Non giochi con gli altri?- aveva chiesto ad un certo punto la ragazza, scostandosi una ciocca di capelli da davanti il viso.

Saginuma non aveva risposto.

-Mi chiedono spesso di te.- aveva detto quella, alzando lo sguardo sui tanti bambini che scorrazzavano per il giardino, e Saginuma era sobbalzato appena –Vorrebbero che stessi di più con loro.-

Il ragazzino aveva scrollato le spalle.

Hitomiko aveva sospirato e si era voltata –Saginuma-

-Non credo di voler parlare.- aveva risposto seccamente il più piccolo, incrociando lo sguardo dell’altra –Smettila di fingere, puoi anche andare dagli altri, con me non funziona.- ed era tornato a guardare davanti a sé.

-Non voglio parlare.- aveva risposto altrettanto asciutta la ragazza. Poi era rimasta in silenzio.

Osamu era interdetto.

Era passato qualche minuto.

-E’ stato un incidente, sai.- aveva quindi mormorato d’impulso a voce bassissima, stringendosi le ginocchia al petto, i capelli neri che gli ricadevano sulle spalle –“E’ stato solo un incidente”, hanno detto tutti. Intanto ora per colpa di un incidente io sono qui.- aveva alzato di poco il tono.

Hitomiko si era voltata a guardarlo sorpresa, mentre lui alzava lo sguardo fissando un punto non meglio precisato di fronte a sé –Anche a me hanno detto “è stato un incidente”.- aveva ammesso la ragazza, stringendo le labbra. Ed anche lei aveva distolto lo sguardo.

Osamu non le aveva chiesto nient’altro. Non voleva impicciarsi, non erano affari suoi. Quindi si era alzato e se ne era andato, non capacitandosi sul perché le avesse detto quelle parole. E sul perché avesse pensato che con lei fosse diverso. Non era come quando lo avevano portato all’orfanotrofio, riempiendolo di “Mi dispiace” o “Poverino”. Hitomiko non gli aveva chiesto niente e non aveva espresso pareri. E quindi gli era sembrato andasse bene.

Da quel giorno sempre più spesso Hitomiko si era seduta di fianco a lui mentre osservava i suoi compagni giocare. Avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno, commentato qualche scorreria dei bambini, o altro.

-Sento di doverli proteggere, a volte.- aveva ammesso un giorno Saginuma, sorridendo appena.

-Hai solo dodici anni, dovresti anche stare con loro, non solo pensare di proteggerli.- aveva risposto la ragazza, salutando un Hiroto che entusiasta le mostrava quanti vermi avevano raccolto lui e Suzuno.

Il ragazzino era rimasto appena sorpreso.

Lui era il più grande.

Ma anche un bambino.

Saginuma aveva scosso la testa –E’ inutile giocare con loro. Non fanno altro che appropriarsi indebitamente della mia roba. Non hanno capito che non la devono toccare.- aveva borbottato quindi.

La ragazza di fianco a lui l’aveva spinto appena per la spalla –Non fare il bambino, sono più piccoli di te!-

Non era forse il più maturo?
Ma anche infantile.

-Senti…- ed il più piccolo era partito con un enorme e lunghissimo, incessante discorso sugli eventi che avevano colpito le sue proprietà quando si era messo a disposizione dei marmocchi.

-Ok, ok, ho capito!- si era arresa Hitomiko di fianco a lui, alzando le mani –Prendi un po’ di respiro, per favore.- gli aveva consigliato, scuotendo la testa.

Era sempre stato il più silenzioso.

Eppure si stava rivelando così loquace.

-Devo andare, ora. Papà mi sta aspettando.- aveva quindi detto la ragazza, sorridendogli invisibilmente –Ci vediamo la prossima volta.-

-Ah…-

-Non è male parlare con te.- aveva scrollato le spalle lei. Poi se ne era andata, dopo aver salutato gli altri bambini.

Saginuma aveva sgranato gli occhi, guardandola andare via. Aveva sentito le guance appena calde –No, non è male.- aveva bisbigliato a stesso.

Lui non aveva mai avuto bisogno di qualcuno che lo intrattenesse.

E invece ne sentiva la necessità.

Lo voleva, e lo desiderava.

Desiderava la compagnia di Hitomiko.

E con il tempo, aveva capito di desiderare Hitomiko e basta.

E così era stato ed era ancora.

 

-Desarm.- una voce richiamò la sua attenzione. Il capitano della Epsilon Plus però riuscì a distogliere lo sguardo solo una volta che l’allenatrice della Raimon Eleven incrociò il suo.

Forse aveva paura di leggere la delusione nei suoi occhi.

-Arrivo. Tutti in posizione.- annunciò con voce grave.

Si voltò verso i propri avversari.

-Giochiamo, Raimon Eleven.- allargò le braccia –Intrattenetemi, intrattenetemi ancora.- annunciò, ridendo.

Una risata vuota, senza senso.

Non voleva pensare all’eventualità che quello che stesse facendo fosse un errore, che stesse sbagliando, che lei pensasse che lo stesse facendo.

E quello era l’unico modo per non pensarci.

Si diresse verso il suo posto.

-Intrattenetemi.- mormorò appena.

Ne aveva bisogno.

 

*

Ed eccomi con un’altra One shot sulla riga della Desuta/ Sein! Questa volta la canzone uscita è stata la 82, If I Had You di Adam Lambert. 8+2= 10, 1+0= 1, la prima coppia è la Saginuma/ Hitomiko.

Spero che questa shot vi sia piaciuta!

Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito, messo tra le preferite/ ricordate la mia precedente fic All Star. Grazie mille!!
Alla prossima fic!!

 

Greta.

  
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