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Autore: Mocaccino_    14/05/2012    2 recensioni
Harry era fuoco ardente e quando gli era vicino Louis ne restava scottato, ma appena se ne allontanava la sua pelle ne risentiva e diveniva sede di mille bruciature, le quali, come ogni bruciatura che si rispetti, lasciavano delle cicatrici.
IT'S LARRY!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho più avuto potere su me stesso
nè sono stato più mio
dal momento in cui mi ha lasciato guardare nei suoi occhi,
in uno specchio che mi piace molto.




Erano le quattro del mattino e Louis se ne stava nel suo letto, ma non stava dormendo. L’aria londinese era piuttosto umida quella notte e Louis aveva caldo, il che lo portava a girarsi e rigirarsi tormentato. Ma non era questo ad impedirgli di dormire, infatti stava aspettando quel segnale che gli avrebbe comunicato che lui era finalmente a casa, a pochi passi da se; aspettava il rumore delle sue chiavi nella toppa della porta e il flebile tonfo che quest’ultima emetteva quando lui la chiudeva dolcemente tentando di non disturbare Louis.
Harry, però, non sapeva che in realtà Louis lo aspettava restando sveglio, ansioso e crucciato fino all’alba, sapendo che avrebbe fatto tardi perché dopo il suo giro di locali sarebbe finito assieme a qualche ragazza sconosciuta incontrata tra un drink e l’altro.
Harry non era consapevole del fatto che Louis restava in apnea tutte le volte che lui non era a casa al suo fianco e che solo quando percepiva l’amico nel suo letto tornava a respirare.
Harry non sapeva di essere diventato l’aria per il suo amico, non avrebbe mai potuto sapere che anche quando lui era ormai nel suo letto Louis continuava ad avvertirne la presenza nei sogni.
Harry non sapeva, non vedeva o fingeva di non accorgersi di nulla, ma Louis era stanco di non riuscire a dormire, mangiare o anche solo respirare se lui non gli era accanto. Non sopportava più l’idea che ogni notte una ragazza diversa e sconosciuta avesse l’opportunità di toccargli i ricci, accarezzargli le guance da bambino, baciare la sua bocca invitante e specchiarsi negli smeraldi che aveva al posto degli occhi, mentre, lui, Louis Tomlinson, poteva solo toccarlo di sfuggita, ammirarlo di nascosto, abbracciarlo con qualche scusa o fingere di baciarlo perché le loro fans amavano la bromance Larry.
Per Louis quella non era una bromance, non era un romanzo: nei momenti in cui abbracciava Harry o gli diceva “Ti amo” davanti alle telecamere, non stava recitando, perché non era affatto un bravo attore ed amava davvero Harry Styles.
Mentre Louis, rassicurato dal fatto che Harry fosse finalmente nella sua stanza sano e salvo, cercava di addormentarsi, un ammasso informe, ma inconfondibile di ricci, fece capolino dalla porta della sua camera.
Il ragazzo riccio entrò nella stanza dell’amico in punta di piedi temendo di disturbarlo. In realtà non sapeva nemmeno perché fosse lì alle quattro del mattino.
Quella notte era tornato con Emma, una sua ex, ed adesso, nonostante la sbornia e la nottata trascorsa, non aveva sonno o per meglio dire non riuscivo ad addormentarsi. Di solito quando era turbato andava dal suo migliore amico, questi gli faceva posto nel suo letto ed insieme riuscivano a prendere sonno, così anche quella notte Harry si era recato da Louis con quella speranza.
Louis sorrise nascondendosi con il cuscino quando vide Harry entrare nella sua stanza. Sapeva che non ne sarebbe dovuto essere contento, perché Harry non era suo. Harry non lo voleva, voleva solo sfogarsi, e quando il mattino si sarebbero svegliati Louis avrebbe sofferto come dopo essersi appena procurati un’ustione. Perché Harry era fuoco ardente e quando gli era vicino Louis ne restava scottato, ma appena se ne allontanava la sua pelle ne risentiva e diveniva sede di mille bruciature, le quali, come ogni bruciatura che si rispetti, lasciavano delle cicatrici.
Nonostante tutto, però, Louis scostò le coperte ed accolse il corpo del riccio al suo fianco, perché mai, in alcun modo, sarebbe stato capace di rifiutarlo.
Stava per addormentarsi, contento che il suo amore gli fosse più vicino che mai e abituato al fatto che fosse lì per ricevere conforto per appisolarsi.
Quella notte, però, Harry lo sorprese, infatti voleva parlare, seppure fossero le quattro, il ragazzo voleva parlare con il suo migliore amico che ovviamente non si sarebbe opposto.
”Sono tornato con Emma”confessò subito Harry, quasi volendosi togliere quello che inspiegabilmente sembrava essere un macigno tra le sue fauci.
Louis restò per un attimo immobile rivolgendogli le spalle, quando invece si sarebbe voluto alzare e avrebbe voluto gridargli in faccia che si lasciava trattare come un gioccattolino, che le ragazze lo avrebbero solo sfruttato, ma lui, Louis Tomlinson lo avrebbe solo amato.
”Come mai?” si limitò a chiedere, non sapendo bene quale risposta Harry si aspettasse di ottenere. Harry era stato con Emma quando entrambi avevano sedici anni, era stata la storia durata di più per lui, ma alla fine si era comunque stancato anche di quella storia, a testimonianza del fatto che Harry non amasse Emma e non sapesse neppure lui perché forse tornato assieme a lei, così da una notte all’altra.
”Non lo so Lou…l’ho incontrata ieri e poi oggi di nuovo e …”
”Cos’è? Hai creduto fosse un segno del destino? Ah no aspetta: te la sei portata a letto, lei ti ha detto che ti ama ancora, che non ti ha mai dimenticato e che sei stato il suo primo ed unico amore?” chiese retorico Louis, con un tono di voce alterato e poco consono al silenzio che regnava a quell’ora.
”Lei…io” balbettò il minore, spaventato dalla reazione del suo amico, che mai prima di allora lo aveva aggredito, mai si era opposto a qualcosa che lo riguardasse, anzi lo avevo sempre assecondato in tutto.
”Cazzo Harry! Come fai a non rendertene conto? Sei il loro giocattolo preferito. È la fama quella che vogliono e tu la offri loro su un piatto d’argento. Ex fidanzate che dopo ben due anni confessano di amarti ancora quando magari nel momento in cui le hai lasciate non hanno versato neanche una lacrima. Nemmeno fossimo in una puntata di Beautiful. Vogliono i tuoi soldi, il tuo successo, le tue fans, non il tuo amore” urlò esasperato Louis, sentendosi più libero ad ogni parola pronunciata e sempre più pronto a continuare.
”Sei ancora troppo ingenuo. Loro ti usano e tu non te ne rendi nemmeno conto. Sei un ragazzo dolcissimo Harry, non sei un puttaniere come vuoi mostrare, tu hai talento, hai la capacità di far star bene le persone solo con il tuo sorriso, sei sincero, sempre, te lo si legge nelle iridi verdi e sempre luminose. Sei sincero e non riesci nemmeno a pensare che gli altri, al contrario tuo, mentano spudoratamente. Tu ami davvero il tuo lavoro, i tuoi amici, la tua famiglia, la vita e dedichi loro tutte le attenzioni possibili”
Una parola tira l’altra: fu cosi che Louis si ritrovò ad elencare tutte le qualità che lo avevano fatto innamorare di Harry, mentre questo lo guardava ancora sconvolto ed incredulo.
”Harry tu non meriti di essere trattato come un oggetto. Ricorda che non sei il personaggio che hai costruito su di te: il donnaiolo che tutti vedono non sei tu, non è l’Harry che io amo e voglio proteggere”
Inconsapevolmente, senza nemmeno rendersene conto, Louis affermò di amare Harry, il suo compagno di band, il suo migliore amico, un uomo. Quelle due misere parole che non era riuscito a pronunciare per mesi gli erano sfuggite e aveva ammesso di amarlo quasi come si ammette di amare la pizza.
”Louis tu…mi ami?” chiese Harry tremando, puntando le sue iridi verde smeraldo in quelle color del cielo di Louis.
Improvvisamente il letto su quale in due si trovavano sembrò diventare troppo stretto per il ragazzo che aveva appena rigurgitato tutta la verità. Egli provò l’istinto di fuggire per nascondersi. Ormai il disastro si era compiuto ed Harry stava aspettando che rispondesse, implorandolo con gli occhi. Ma che risposta avrebbe voluto sentir proferire? Quale lo avrebbe fatto restare? “Ma si Harry, sei il mio migliore amico e sai come si dice tra amici” cercò di giustificarsi Louis, mentendo anche questa volta da grandissimo codardo qual’era.
”No non lo so Louis, perché un migliore amico non mente mai e tu adesso lo stai facendo, te lo leggo negli occhi”
”Harry io voglio davvero proteggerti” ribadì il ragazzo ancora logorato, incredulo di quello che aveva ammesso poco prima e che ad Harry non era sfuggito.
”Mi ami Louis?” chiese Harry guardandolo attentamente negli occhi.
Rispondere “no” sarebbe stato un sacrilegio, un peccato capitale, una blasfemia, una bestemmia, sarebbe stato come dire che per vivere non abbiamo bisogno del diossido di carbonio. Si perché Harry era per Louis come il diossido di carbonio, così dannatamente indispensabile quanto nocivo se emesso in quantità eccessive.
Rispondere “no” sarebbe stata una bestemmia, quindi Louis disse di si: “Si ti amo Harry”
Il ragazzo allungò la mano verso il volto del ricciolino, colto da un’improvvisa voglia di mostrargli quanto fosse reale e travolgente il suo amore e mosso in parte dalla speranza che con un bacio Harry si sarebbe accorto di provare lo stesso sentimento.
Questi, però, si scansò terrorizzato, quasi come se la mano dell’amico avesse potuto imprimere un marchio indelebile sulla sua pelle. In effetti era propri così, solo che lui era troppo spaventato per scoprirlo.
Harry cominciò ad indietreggiare tremando sotto lo sguardo afflitto e sconvolto del ragazzo che ormai certamente lo amava. Camminando all’indietro, al buio, andò a sbattere contro la scrivania, provocando un rumore secco, unico suono a squarciare l’inquietante silenzio che si era creato in quella stanza, luogo di confessioni e risate solo fino a qualche minuto fa.
”No..no tu non..tu non puoi Louis” iniziò a balbettare il giovane appena shoccato “non puoi amarmi”
”E perché piccolo Hazza?” domandò sarcastico Louis, accompagnando il quesito con una risata nervosa, dato che ormai il momento di maggiore tensione si era concluso: aveva ammesso di amarlo ed ora quel peso che per tanto era rimasto incastonato nella sua gola era scomparso, lasciando alle parole la possibilità di transitare indisturbate.
”È solo perché tu no vuoi crederci. Io ti sto amando quasi da un anno e non credo si possa definire impossibile qualcosa che sto vivendo”
"Basta Louis, smettila” urlò esasperato Harry, portandosi le mani sulle tempie, poiché gli effetti della sbronza cominciavano a farsi sentire, ma soprattutto perchè il “ti amo” del compagno continuava a martellare dolcemente nella sua testa.
”No basta tu Harry. Cazzo smettila di trattarmi come se fossi pronto ad approvare tutto ciò che mi dici di fare. Perché non vuoi capirlo? Sono tutti pronti a cogliere l’occasione giusta per approfittare di te e poi distruggerti, ma io no, io da te voglio solo amore, anzi voglio solo amarti.” Implorò Louis con tono via via più tranquillo e rassicurante. Poi abbassò la testa ed iniziò a fissare il ricamo del lenzuolo: la vergogna stava iniziando a divorarlo.
Harry non avrebbe mai voluto litigare con Louis, perché era la sua unica ancora di salvezza, l’unico che gli consentiva di restare attraccato alla vita e non disperdersi al largo tra la marea di gente pronta a soffocarlo. Avrebbe cercato un compromesso, ma non avrebbe allontanto il suo amico. Dunque, logorato dal vederlo tanto atterrito e triste, gli si accostò nuovamente e lo invitò a sollevare lo sguardo.
Le loro iridi di ritrovarono incatenate. Harry andò alla deriva nell'oceano degli occhi di Louis, gli parve di poter leggere la sua anima e vi si perse dentro, come Ulisse al ritorno dalla guerra di Troia.
Restò ammaliato dai pensieri e dai sentimenti che poté scorgere negli occhi di Louis, poi anche quell’ultima tavola di legno che gli permetteva di non affondare completamente in essi si ruppe ed allora vide nello sguardo del suo amante se stesso e ne restò totalmente affascinato, incapace di continuare a respirare. Harry vide il suo riflesso oppure quel riflesso di lui che Louis aveva costruito e comprese di non avere più le forza per staccarsene, perché l’immagine che Louis aveva creato rappresentava il vero Harry, quello sincero, premuroso, amante della vita, orgoglioso del suo lavoro e della sua famiglia, che il resto del mondo mai e poi mai avrebbe visto. Harry cominciò ad innamorarsi di quel se stesso e comprese di essere innamorato di Louis.
Infondo, siamo tutti un po’ narcisisti: cerchiamo nell’altro i veri noi stessi da poter amare.
Harry lo aveva finalmente trovato ed adesso voleva annegare di più in esso e nel ragazzo che lo amava e che amava. Il riccio, senza nemmeno rendersene conto, si scagliò come uno tsunami sulle labbra del suo migliore amico.
Louis inizialmente ebbe un attimo di perplessità, ma in realtà dentro di se aveva sempre saputo di essere amato da Harry, perché lui dopotutto era il custode della sua anima. “Ti amo” sussurò Harry, comprendendo all’istante quanto Louis avesse avuto ragione: non era impossibile, era semplicemente amore.


Specchio, da quando mi sono guardato in te
mi hanno ucciso i sospiri dal fondo dell’animo,
e mi sono perduto
così come fece il bel Narciso nella fonte.
B. de Ventadorn




Alex's corner

Emh emh *si schiarisce la voce*. Sono emozionata perché questa è la mia prima Larry, anzi la mia prima Slash e spero di non aver fatto completamente schifo.
Improvvisamente mi è piombata in testa la scena e non ho potuto fare a meno di iniziare a scrivere, ovviamente per l’ultima parte mi sono ispirata alla poesia riportata.
Siate clementi, anzi no ditemi anche “Datti all’ippica, sei un fiasco, però recensite perché giurò che non sono un vampiro e non vi mangerò. Scusate per gli eventuali errori di battitura, cerco di rileggere ma ne sfugge sempre qualcuno.
Ah si il titolo è lunghissimo, ma mi piace LOL
Enjoy it. Love ya

  
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