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Autore: Nisi    05/12/2006    10 recensioni
Un amore puro e sincero nato tra due giovani che si sono appena incontrati ad un ballo. Un amore tenero ed intenso. Ma lei è la futura regina di Francia, la Principessa Maria Antonietta di Asburgo Lorena, lui un nobile svedese, Hans Axel di Fersen. Un amore chiacchierato, deriso e sbeffeggiato - all’interno della corte e fuori - perché sbocciato fuori dal sacro vincolo del matrimonio e contro ogni logica diversa da quella del sentimento.
Un amore, appunto, sulla bocca di tutti.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel von Fersen, Marie Antoinette
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Madame De Noailles, cosa ne pensate di questo abito?” la principessa Maria Antonietta volteggiò per il salone stringendo al petto un abito di seta sui toni dell’amaranto. “Credete che sia adatto al ballo in maschera di stasera?” piroettò davanti ad un enorme specchio e sorrise alla dama di compagnia.

“ Maestà, mi avevate detto che avevate emicrania! Ho dovuto annullare la lezione con l’insegnante di storia…”

“Io sto benissimo, ma le lezioni sono talmente noiose…” rispose la Delfina con una risata birichina. “Mi diverto di più ad andare a Parigi!”

“Maestà, voi non potete! Non è appropriato che vi mescoliate alla folla!” esclamò disperata la marchesa.

“Sciocchezze! Indosserò la maschera e non mi succederà niente di male. Dopotutto, mi accompagnerà Madamigella Oscar e non avrò proprio nulla da temere.”

“Ma, Maestà! Voi non…”

“Una principessa non si può nemmeno svagare per un poco!” atteggiò le labbra ad un adorabile broncio, tanto infantile quanto seducente, poi scoppiò in una gaia risata: “Su, non state in pena, Madame. Piuttosto, chiamatemi il parrucchiere: questa sera voglio essere la regina della festa!”

La povera dama di compagnia pensò che sarebbe stato meglio se quella giovane principessa venuta dalla lontana Vienna si fosse accontentata di essere Regina e basta, ma, al solito, si tenne i pensieri per sé: più di tanto, infatti non poteva insistere.

“Come desiderate, Vostra Maestà.” chinò il capo rispettosamente e si accinse a fare quanto le era stato ordinato. Prima di chiudere la porta, lanciò un’ultima occhiata alla futura Regina di Francia e sentì una immensa pena per lei: una ragazza tanto giovane sulle cui spalle pesava un impegno così gravoso. Senza contare che, a distanza di tre anni dalle nozze, il matrimonio non era ancora stato ancora consumato: il giovane Delfino non riusciva certamente a tenere testa alla sua impulsiva sposa, col risultato che la futura sovrana condivideva il suo talamo con una bambola!

In realtà, sentiva pietà per entrambi. Ma, come al solito, la Ragion di Stato non aveva avuto riguardo né per la timidezza, né per una giovinezza stroncata o per una vita spesa al servizio di una Nazione.

Era anche per questo motivo che lei stessa non aveva cuore di insistere troppo aspramente per correggere le intemperanze della giovane principessa austriaca: non viveva certo un’esistenza felice tra le tre zie che cercavano sempre di coinvolgerla nei loro intrighi di corte, la contessa Dubarry che ostentava sfacciatamente sotto gli occhi di tutti la sua posizione di favorita del sovrano, le responsabilità imputabili al suo rango di futura regina di una grande nazione quale la Francia ed un marito troppo timido ed imbelle per poter aspirare se non al suo cuore, al suo rispetto ed alla sua amicizia.

* * *

“Madamigella Oscar! Madamigella Oscar!”

Il giovane ufficiale in divisa bianca si sentì chiamare. La voce sembrava provenire da una carrozza seminascosta nell’ombra, per cui la ragazza si avvicinò cautamente, la mano inconsapevolmente corsa all’elsa della sua spada.

“Madamigella Oscar! Sono qui!”

La tendina posizionata sullo sportello e che occultava la vista venne scostata ed Oscar si ritrovò faccia a faccia con il viso ridente della giovane Delfina.

“Maestà! Dove state andando?”

“C’è un ballo in maschera, al Palais de l’Opéra. Non è meraviglioso?”

“Avete il permesso del Re per recarvi a quel ballo? Quello non è un luogo adatto a voi, è frequentato da teatranti e da individui di dubbie origini, non è sicuro.”

”Non vi preoccupate, Madamigella Oscar: ecco!” la principessa indossò una maschera nera a celarne il volto. “Ora sono una dama come tutte le altre. Non temete, non correrò alcun pericolo, perché voi mi accompagnerete.” La risata argentina della principessa fece infuriare il Oscar.

“Andate, per favore.” ordinò al cocchiere e la carrozza si mosse lentamente, verso Parigi e verso il destino della giovane Maria Antonietta che, ignara, già pregustava una notte di sfrenato divertimento.

All’ufficiale non rimase altro che montare velocemente in sella a César e seguire la Delfina nei suoi svaghi.

* * *

Il Palazzo dell’Opéra era molto diverso da Versailles: essendo un luogo di consacrato all’evasione, era meno lussuoso ma più opulento della Reggia.

Seguita dalle sue dame di compagnia, Maria Antonietta fece il suo ingresso nella sala da ballo guardandosi attorno meravigliata; l’atmosfera di quel luogo era così differente da quella del Palazzo: meno rigida e formare e l’etichetta con i suoi riti e le sue imposizioni sembrava lontana anni luce anziché pochi chilometri come effettivamente era.

Dietro quella maschera, la ragazza si sentiva protetta ed al sicuro, circondata da quattro delle sue dame, anch’esse mascherate e seguita da Madamigella Oscar. Era a conoscenza di quanto la sua coetanea in uniforme odiasse queste manifestazioni, ma, d’altronde, non era suo preciso dovere vegliare sulla sua incolumità? Si girò a guardarla e notò il suo viso rabbuiato da un cipiglio minaccioso.

Maria Antonietta portava la maschera, è vero, ma il suo portamento regale, la sua eleganza non la fecero passare inosservata a lungo, infatti, non aveva fatto il suo ingresso che da pochi minuti che il primo gentiluomo le si inchinò davanti: “Mi fareste l’onore di danzare con me?”

Volgendo lo sguardo radioso verso le sue dame che nascondevano un sorriso malizioso dietro ai ventagli di piume, la principessa mise la mano in quella dello sconosciuto cavaliere.

Si ritrovò a volteggiare leggera come una farfalla in quel salone di marmo, un minuetto dopo l’altro, sentendosi ammirata come una qualsiasi bella ragazza della sua età.

“Dovete dirmi il vostro nome!” le domandavano quasi tutti gli uomini con i quali danzava.

Lei scuoteva il capo con un sorriso birichino e continuava a ballare leggera e spensierata, sentendosi felice come quando era a casa sua, in Austria, alla corte degli Asburgo.

Si fermò un momento a guardare perplessa Madamigella Oscar: era appoggiata ad una colonna di marmo con le braccia conserte ed aveva l’aria di annoiarsi a morte.

Come era possibile, ciò? Non riuscì a darsi una risposta perché un altro gentiluomo le si inchinò dinnanzi, chiedendo l’onore della danza successiva.

Adorava ballare, adorava la musica. Una delle poche lezioni che non le risultava irrimediabilmente noiosa e per la quale dimostrava un certo talento era proprio la musica.

Le ore si susseguivano veloci per la giovane che, pensava, avrebbe potuto andare avanti a ballare per tutta la notte, sostenuta dal suo brio e dalla sua energia di diciottenne.

Un’altra danza terminata, un altro inchino ed un ringraziamento mormorato a mezza bocca da un altro sconosciuto, più audace di altri che aveva tentato di toglierle la maschera e lei si era divincolata ridendo e scappando via, i boccoli biondi che saltellavano sulle sue spalle.

Sorrideva, la principessa che sarebbe un giorno sarebbe diventata la Regina di Francia, ma il riso morì sulle sue labbra quando incontrò lo sguardo di un giovane uomo e fu perduta.

   
 
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