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Autore: Sawako_RagDOLL    14/05/2012    2 recensioni
Ecco un quesito: Scoprite chi è il vero mostro a Notre Dame
Chi è brutto dentro o chi è brutto a veder? Chi può decidere un mostro cos'è?
Perchè un uomo odia
Perchè un mostro ama
Che cosa decide perchè?
Mentre suona Notre Dame!
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E voi, volete sapere chi è il vero mostro a Notre-Dame..?
Fanfiction basata sul film Disney "Il Gobbo di Notre-Dame", con i personaggi di Avatar - La leggenda di Aang.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aang, Katara, Quasi tutti, Sokka, Zuko
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo tutto per voi! Facciamo un passo avanti, avanti nel tempo...

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18 anni dopo


Era di nuovo quel periodo dell’anno.
L’eccitazione era talmente elevata che la si sentiva per tutta Parigi fino alla periferia, un vento di allegria che sferzava in ogni piazza, strada, casa.
E come poteva non arrivare fino a Notre Dame, che stava al centro di quell’uragano di colori?
-Ancora a fissare sospirando come una fanciulletta i preparativi della festa Morozuko?- (NDA: In francese “morose” vuol dire cupo, malinconico. E da qui e dall’umore di Zuko, deriva il gioco di parole) commentò provocatoria la ragazzina alla figura solitaria che, appoggiata al parapetto che dava sulla piazza della chiesa, vigilava con sguardo assorto.
Voltandosi, gli scompigliatissimi capelli neri di Zuko seguirono il movimento ricollocandosi a scoprire parte del suo volto, quella sfigurata sin dalla nascita. Ma alla persona con cui stava parlando in questo momento non sarebbe importato.
-Io non sto sospirando come una fanciulletta!- fu la replica piccata. –E poi aspetta. Come mi hai chiamato?-
-Le morose Zuko… - ripetè con enfasi, chiaramente soddisfatta dal suo stesso gioco di parole.
- Comunque se continui a deprimerti ti lancio giù. Vai, invece di star qui a chiederti quel che sarà! Possiamo andare assieme, poi torneremo e non lo saprà nessuno! È così facile!- continuò con veemenza la sua tecnica di convincimento.
Il ragazzo sospirò. –Toph… sai che non posso. Non vogliono vedermi laggiù.- si sedette vicino a lei. La sua frase gli fece guadagnare un’alzata di sopracciglia da parte della sua interlocutrice.
-Non è così importante in fondo. E poi… non posso fare questo ad Ozai…. È…lui… mi ha salvato.- finì mestamente, come se questo concludesse la questione.
-Blablabla, sì lo so, ti ha adottato dopo che i tuoi genitori ti avevano abbandonato davanti a Notre Dame, ti ha cresciuto, sfamato, ecc. Risparmiami la storia del Grande Ozai. Vuoi lasciar correre anche quest’anno? Starai ancora chiuso qui dentro?- questa volta era quasi implorante.
-Sì.- vide la delusione lampeggiare sul piccolo viso anche se l’amica cercò di nasconderlo -Cerca di divertirti anche per me. Ora vai… lui sta per arrivare.-
La ragazzina scosse appena la testa. –Per la tua ottusità non dovrei portarti nulla. Meno male che la cieca sono io! Mi aspetto almeno di sentire le campane più epiche della storia di Notre Dame, sempre se ci riesci!-
Zuko sorrise. L’ultima frase era il modo personale di Toph per fargli capire che non era davvero arrabbiata con lui. Le scompigliò i capelli con una mano, lei si scostò.
-Contaci. A più tardi..-
Con un cenno della mano, la ragazzina si avviò e con sorprendente agilità considerando il suo handicap, svanì dalla torre, lasciandolo solo con i suoi pensieri. Toph, assieme ad Ozai e occasionalmente, Iroh, erano le uniche persone con cui Zuko aveva mai parlato. Iroh era l’arcidiacono. Non si incontravano spesso, ma quelle poche volte erano sempre stati discorsi molto piacevoli. E accompagnati da una tazza di the. Lo considerava una sorta di zio, in un certo senso.
Ma era Ozai a cui doveva il fatto di essere ancora in vita. Chi mai avrebbe voluto una persona come lui, se persino la sua stessa madre aveva deciso di abbandonarlo? Ozai invece, sebbene severo e intransigente, lo aveva comunque sfamato tutti quegli anni. Quando veniva a trovare Zuko lo fissava senza distogliere lo sguardo, non provava orrore verso il terribile sfregio che era metà del suo volto. O quasi metà.
La parte del suo viso tutta intorno all’occhio sinistro, l’arcata sopraccigliare, parte della guancia fino all’orecchio, apparivano di un crudo colore rosato. La pelle lì era raggrinzita, come se avesse deciso di non formarsi del tutto bene. Dal suo occhio sinistro riusciva a vedere, però rimaneva leggermente più chiuso dell’altro, e non v’era presenza di ciglia, così come il suo sopracciglio sinistro, inesistente.
Era questa sua deformazione che spingeva ogni volta Ozai a ricordare a Zuko che mai e poi mai, avrebbe dovuto mettere piede fuori da Notre Dame. La gente non avrebbe capito, gli diceva.
Eppure ogni volta che si avvicinava quel particolare evento, “la festa dei folli”, per il ragazzo era sempre più difficile ricordarsi perché non poteva stare laggiù assieme a tutti quanti. C’era così tanta vita, bellezza, e lui poteva solo fare l’osservatore. Aveva osservato talmente tanto tempo, da memorizzare la fisionomia della città e anche molti dei suoi abitanti.
Col tempo aveva costruito un modellino di tutto quello che riusciva a vedere, comprese le  persone. Prendeva l’intera lunghezza di un tavolo a cui potevano mangiare almeno 8 persone, ed era una perfetta riproduzione in legno. Era così, che si illudeva di farne parte. Prima che Toph arrivasse aveva appena finito di realizzare le decorazioni per riprodurre la festa, e ora piccole bandierine colorate stavano sospese tra una casetta e l’altra.
-Vedi Toph… io ci sono già lì, in un certo senso- mormorò, rivolto allo stesso tempo a tutti e a nessuno.
-Zuko. Con chi stavi parlando?-
Il suono inconfondibile della voce del suo tutore, suo “padre”, lo riportò alla realtà e Zuko si affrettò a rendere composta la sua postura, pronto a riceverlo.
-Con nessuno, padre. Io…riflettevo tra me e me.-replicò a bassa voce. Ozai non sapeva di Toph. La ragazzina veniva spesso a Notre Dame con i suoi genitori, per poi sgattaiolare fino da lui. Lui desiderava compagnia. Lei voleva distaccarsi dal mondo di sempre.
-Riflettere fa bene, Zuko, ma parlare da soli è segno di pazzia. E tu non vuoi essere considerato pazzo, giusto..?- con un fruscio della veste nera e rossa, Ozai si fece avanti fino a posare un cestino sul tavolino più piccolo che usavano per pranzare e per fare lezione, lo sguardo ferino rivolto verso il più giovane.
-No. No signore, non lo voglio.- si sforzò ancora di rispondere.
-Bene. Ora, siediti. È il momento del pranzo, e poi un breve ripasso.-  il cardinale si sedette con eleganza, indicando con autorità lo sgabello di fronte, su cui Zuko prese posto. Come al solito, il pasto era frugale. Lo consumarono in silenzio fino a che le posate non furono poggiate su piatti ormai vuoti.
-Che cosa ripassiamo oggi, padre?- chiese Zuko, che vedeva le lezioni come un’occasione per dimostrare il suo valore di fronte all’uomo. Era proprio una volontà del ragazzo di essere riconosciuto. Almeno ai suoi occhi, almeno per quella persona, doveva far valere quel poco di buono che c’era in lui.
-Faremo altri esercizi per testare il tuo dominio del fuoco. Un dono di Dio come il potere di dominare un elemento non va mai lasciato sprecato. Sei stato inaspettatamente graziato di tale dono. Ma il fuoco non è fatto per i rammolliti. Alzati, Zuko. Posizione.- comandò il ministro, ergendosi in tutta la sua statura, fronteggiandolo.
Il ragazzo si concentrò, iniziando ad emettere profondi respiri. Poi iniziò ad eseguire i movimenti base che Ozai gli aveva insegnato, sotto al suo sguardo impassibile.
-Sai che giorno è oggi, Zuko?- Colse un qualcosa di sottointeso in quella domanda.
-è il giorno de… il 6! Il 6 Gennaio!- Zuko perse il tempo nella successione delle posizioni, si affrettò a riprenderlo. Continuò imperterrito, sperando che il suo tutore non avesse colto quell’esitazione. Come si aspettava, non fu premiato dalla fortuna.
-Già, il 6 Gennaio, la festa dei Folli.- Dal tono di voce, si capiva che Ozai stava sogghignando. Ma non c’era nulla di davvero divertito in quell’atto. -Un evento di gozzoviglia generale, nulla più che l’esaltazione dei peccati mortali. Ricordati sempre Zuko. Non ti puoi fidare di loro. Non puoi fidarti di nessuno, tranne che di me.-
Un altro passaggio, estese il braccio facendolo poi seguire dalla gamba, avanzò, le ginocchia che si flettevano. Ozai rimaneva immobile.
-Mi fido di voi… però…-
Si stava spingendo su di un sentiero a dir poco spinoso. Ruotò su se stesso. Un altro affondo, il calore che in lui aumentava.
-Non ci sono però ragazzo. Il mondo è crudele. Ciò che non si conosce si disprezza, solo io comprendo la tua deformità. Non ti accetterebbero. Menzogna e falsità sarebbero le risposte al tuo aspetto. – il tono era pericolosamente lapidario.
-Sono davvero così malvagi..? In fondo voi ci andate….- il suo pensiero andò a quella che poteva considerare la sua unica amica, Toph. Lei non era male. Non potevano essere tutti così. Ma era anche vero che, appena l’occasione glielo permetteva, veniva da lui a rifugiarsi, lontana da tutti…intanto l’energia sulle dita delle sue mani si trasformò in un familiare calore.
-Osi contraddirmi??- la voce di Ozai esplose in un boato assordante, temibile come il rombo del tuono. La sua figura venne totalmente ammantata dalle fiamme per un breve istante, tanto che Zuko  venne sbalzato indietro e una volta a terra, rimase immobile a fissarlo, attonito, ironicamente congelato sul posto di fronte a quello spettacolo.
-Non curarti di quello che faccio! Sei ancora vivo solo perché sei qui, protetto da questa torre, da ME!!!-
Per un attimo, uomo e ragazzo si guardarono. L’uno furente di rabbia, l’altro atterrito. Due paia di iridi d’ambra che al di là del colore non avrebbero potuto contenere un’essenza più differente.
Poi qualcosa nell’espressione di Ozai sembrò ammorbidirsi, l’ira nello sguardo ricacciata indietro come se non fosse mai esistita mentre si avvicinava a Zuko e tendeva le braccia, circondandolo incurante della sua immobilità.
-Non dargli modo di toccarti ragazzo. Non andrai a quella festa, e io passerò sopra  a questo tuo folle desiderio. Solo per il tuo bene. - si distanziò da lui, fissandolo nuovamente. Zuko sostenne il suo sguardo, non più atterrito come lo era poco prima ma pur sempre turbato.
-Le campane mi aspettano, padre.- la sua replica monocorde.
Ozai sorride. –è così che mi piaci Zuko. Ora, forse più tardi potremo anche festeggiare io e te. Mi sento buono. Passa una buona giornata…-
-Buona giornata anche a voi.-
 
Anche dopo che l’ultimo frammento di tessuto era sparito dal suo campo visivo, Zuko rimase lungamente a fissare il punto in cui era sparito il Ministro.
Era la prima volta che vedeva Ozai perdere il controllo in quella maniera. Era anche la prima volta in effetti che aveva spinto contro un suo ordine. Non sapeva se il loro rapporto fosse normale, dopotutto non aveva molti termini di paragone. C’era Toph, ma erano due cose totalmente opposte.
Lui chiedeva, Zuko ubbidiva; c’erano le lezioni, i pasti assieme, quel suo strano desiderio di mostrarsi degno, questo era ciò a cui il  ragazzo era abituato. Quello scoppio d’ira lo aveva davvero spaventato. E si accorse con una certa meraviglia, di essere infastidito per aver dimostrato debolezza.
I suoi pensieri erano come un paesaggio dopo che l’incendio era appena stato domato. Fumo e cenere continuavano ad aleggiare nell’aria sopra le macerie, nascondendo  i contorni, coprendo ogni cosa in manto soffice, ma sotto la cenere, la vita era pronta a brulicare di nuovo. Nulla più della cenere poteva essere un ottimo fertilizzante.
Ed esattamente come il germoglio che si fa largo nel terreno duro per raggiungere il sole, nella mente del ragazzo stava germogliando una piccola, timida, ma forte idea.
Avrebbe disubbidito.
Sarebbe andato alla Festa dei Folli.



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Nemmeno un giorno dopo ed ecco il primo autentico capitolo tutto per voi XD non ho resistito.
Vi avverto però che non sarò sempre così veloce ad aggiornare.
Veniamo al capitolo e ai dovuti chiarimenti. Qualcuno di voi potrebbe vedere questo Zuko un po' OOC. E in effetti lo è. Ma, considerate che è cresciuto in un ambiente totalmente diverso da quello della serie di Avatar, e di conseguenza anche i suoi rapporti con le persone intorno a lui non possono essere proprio uguali. Sono anche le esperienze che ci rendono quello che siamo.
Venendo a Toph, beh, ho deciso di introdurla perchè per quanto avrei trovato esilarante uno Zuko che parla con delle statue... oh andiamo, riuscite a immaginarvelo SERIAMENTE voi? Io no XD Inoltre mi piaceva l'idea di approfondire il loro rapporto. Sentirete ancora parlare di Toph più avanti u.u
Non svelerò oltre. Spero vi sia piaciuto cari lettori.... e che dire, grazie a chi legge. Ma, vi sarei ancora pià grata se lasciaste qualche commentino, pleeeeease >< *viene attaccata su più fronti dai lettori coi 4 dominii*
Alla prossima!!! <3
  
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