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Autore: Vampiresroads    14/05/2012    3 recensioni
Cosa se i Green Day non ne avessero avuti di giorni?
Una piccola finestra sulla vita dei tre amici burloni nell'età infantile/adolescenziale.
E' una giornata soleggiata che Billie e Mike si stanno godendo a pieno, che cosa potrebbe mai succedere?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una delle ultime volte che ci vedemmo mi lasciò un biglietto con scritto il suo nuovo indirizzo.
Tutti i giorni pensavo di andare a trovarlo, ma poi finivo per stracciare l’idea e lasciar perdere.
Quel giorno ero deciso, e dopo aver girato mezzo paese a piedi, bussai a quella porta, con la piena speranza di poter riabbracciare un vecchio amico con un paio di rughe in più.
Aprì una donna che non avrà avuto più di trent’anni.
“Cercavo Mike Pritchard, lo conosce per caso?”
“Il signor Pritchard non vive più qui da trentuno anni.”
“Oh, mi scusi il disturbo. Sa dove posso trovarlo?”
“Può tentare in comune. Ora scusi ho un bambino che ha bisogno di mangiare, con permesso...”
Con tremenda freddezza mi chiuse in faccia sbattendo con spaventosa forza la porta.
Così corsi in comune. Lì avrei trovato qualcosa, non mi sarei mai arreso.
“Scusi, avrei bisogno urgente di un’informazione.”
“Mi dica, cosa le serve?”
“Un indirizzo. Mike Pritchard. E’ importante.”
“Amico d’infanzia eh?”
“Solo amico? Era tutto per me, signore.”
“Mi rincresce, ma non è più cittadino di questo comune. Il massimo che le possiamo fornire è l’indir…”
“Qualsiasi cosa, la prego.” Ero disperato. Non ero mai stato così agitato. Mi sembravo tanto un bambino che gioca a nascondino. In tutta quella malinconia c’era un briciolo d’ ironia.
“Il figlio. Può cercare lui. È il parente più vicino che si trovi ancora qui.”
“Perfetto!”
Strappai quel biglietto dalle mani dell’addetto e partii tanto di fretta tanto il mio cuore batteva forte.
“Giuro su me stesso, se dovessi morire prima di averlo rivisto, morirò cercandolo.”

Ero anziano, ma tenni il passo veloce per arrivare presto all’auto e partire nella velocità  più assurda.
Salii in fretta nel mio piccolo ammasso di ferraglie che io adoravo chiamare macchina e partii. Ero ogni secondo più eccitato.
Stavo per arrivare, ormai c’ero.
Mancava così poco, ma fu proprio quel poco a bloccarmi.

Di nuovo quel fischio abbondante di freni decisi a fermarsi, freni decisi a salvare la vita di un pover’ uomo in cerca del suo migliore amico.
L’emozione. La fretta. La distrazione. In quel momento la testa si era dimenticata di tutto. Compresa la precedenza.
Incidente stradale, ancora.
Arrivò in fretta l’ambulanza e mi riportò in quel luogo bianco che mi ricorda tutte quelle esperienze assurde che vissi da bambino.
Subito mi vennero a trovare i miei due amati figli e mia moglie. Passarono alcuni miei vecchi colleghi e dopo alcune chiamate entrò il dottore per parlarmi.
Le sue parole non furono consolanti. Mi chiese di fare una scelta tremendamente importante.
Avrei potuto vivere facendo numerosi interventi e operazione per poi andare avanti per altri due, tre, quattro o dieci anni; oppure morire tra qualche mese, senza soffrire.
Chiesi un po’ di tempo per pensare e con tutta la che si deve ad una situazione, se ne andò rispettando le mie decisioni.
I miei amici e parenti mi chiesero se avessero potuto fare qualcosa per me, ma tutto ciò che volevo era rintracciare Mike in quel momento.
Così diedi l’indirizzo di suo figlio a Joey, sperando di poter parlare almeno con quella sua creatura.
Due giorni dopo il ragazzo si presentò nella mia camera. Era una ragazzo meraviglioso, quasi quanto il padre.
Parlammo tanto e mi raccontò di tutto ciò che il padre gli aveva detto su di me e di quanto io sia stato sempre presente nella sua mente di uomo maturo ch’era.
Ero veramente felice, la mia nascosta paura di aver lasciato un brutto ricordo svanì e mi sentii in qualche modo migliore.
Finalmente, presi il coraggio e chiesi al ragazzo se avessi potuto rivedere Mike, se avessi potuto rintracciare il mio migliore amico in qualche modo.
“Vedi Billie, papà non è solo in un altro comune. È in altro paese, in un altro mondo. In una diversa dimensione …”
Ci misi qualche minuto per realizzate. Dio, l’avevo perduto.
La mia corazza da uomo fatto si frantumò e diede spazio al bambino debole e insicuro che mi ero tenuto dentro per quasi cinquant’anni.
Alla fine eravamo morti entrambi. Io anni prima, quando seppellii il mio vecchio mondo, lui materialmente.
Di certo moralmente non morì, come avevo fatto io.
Qual ragazzo era immortale, il mio ricordo era dei migliori.
Avevo la tremenda paura di trovare un Mike stanco, stufo e arrabbiato. Un uomo con tutte le intenzioni tranne quella di rivedere un vecchio amico.
No, lui era più vivo che mai, era incredibile come tutto il paese continuava a parlarne con ammirazione.

Dopo un paio d’ore il ragazzo uscì ed ebbi il mio tempo per pensare.
Chiamai il dottore, avevo preso la decisione.
Decisi di lasciarmi morire, morire definitivamente. Io e tutti i mondi che mi sono creato.
Secondo i medici ho al massimo un altro mese di vita e credo che lo passerò staccandomi da questa vita.
Solo un mese, un altro cortissimo mese e riabbraccerò Mike. Vivrò ancora.
Sto mantenendo il mio giuramento. Sto morendo lottando, morendo cercando quel ragazzo che ho sempre considerato la mia vita. Morendo autodistruggendomi verso un finale alternativo: un finale migliore.

Mike sarà fiero di me.

  
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