Ancora quattro giorni dopo la sconfitta di Arlong continuavano i festeggiamenti.

Tutto il villaggio era in subbuglio e c'erano tavoli stracolmi di cibo e sakè ovunque, proprio come quando la sua ciurma di Cappello di Paglia aveva liberato Coconut village.

Tutti avevano qualcosa da festeggiare: Nami era di nuovo con i suoi amici; Rufy era felice di aver ritrovato la sua navigatrice e di aver fatto vedere a Shanks di che pasta era fatto; gli abitanti del villaggio erano felici di essersi stati liberati da Arlong che aveva promesso loro anni di soprusi; la ciurma di Cappello di Paglia era felice di aver ritrovato la compagna e di potersi rilassare, senza pensieri, dopo ben un anno; Lucky era felice di potersi ingozzare nuovamente di carne e pesce a volontà.

Nami aveva deciso di gettarsi tutto alle spalle, dimenticare tutto, anche se sapeva bene che ci sarebbe voluto del tempo. Era inutile piangere e angosciarsi per quello che era successo, adesso tutto era finito. Si era già fatta cancellare il tatuaggio da Chopper ma questa volta aveva deciso di non farci disegnare nulla sopra.

Era quasi il tramonto quando Nami decise di allontanarsi un po' da quella confusione che da quattro giorni imperversava nel villaggio per andare ad osservare in pace il tramonto, da persona libera e felice. Giunse su una piccola collina, appena fuori dal villaggio. L'aria profumava e il mare si stagliava davanti ai suoi occhi. Era bello poter godere nuovamente delle piccole cose, come osservare il mare o il tramonto.

Se ne stava tranquilla, appoggiata ad un albero, ad osservare il panorama, persa da parecchi minuti nel proprio mondo, quando dei passi dietro di sé la destarono dai suoi pensieri.

Si voltò e vide Shanks, l'amico di Rufy.

-Scusa, non volevo disturbarti- disse lui, dopo aver capito di aver disturbato i pensieri della rossa.

-Tranquillo, non mi disturbi.-

Lui le si avvicinò lentamente

- Sai ti ho pensato e ripensato in questi giorni. Non fraintendermi, non sono pazza, ma ero più che certa di averti incontrato prima e solo ieri mi sono ricordata di te. Ci siamo incontrati a Makinah, anche se non ricordo bene la situazione, e probabilmente tu non ti ricorderai di me- aggiunse lei

-Invece mi ricordo bene...-

Dopo qualche secondo di silenzio, lei gli chiese

-Come mai non sei ad ingozzarti insieme a Lucky e Rufy? Come hai potuto lasciare quei due da soli? Ahahha- disse lei

-Ho visto che ti sei allontanata e ho pensato di seguirti. Sono giorni che volevo chiederti una cosa, ma solo ora ho trovato il coraggio di parlarti- disse Shanks

-Deve essere proprio una cosa importante se uno dei quattro imperatori ha dovuto trovare il coraggio- disse Nami sorridendo.

-La tua collana, Nami...- disse indicando il ciondolo che lei portava al collo

-eh?- lei lo guardò stranita.

Non aveva idea di quello che lui dovesse dirgli ma non si aspettava che c'entrasse la sua collana

-voglio sapere dove l'hai presa...-

-L'ho sempre avuta da quando sono piccola-

-chi te l' ha data?-

-Perchè mi fai queste domande?- chiese lei leggermente infastidita.

-rispondi semplicemente-

Lei si sedette su una roccia e rifletté qualche minuto. Non era un tipo a cui piaceva raccontare i propri fatti, aveva sempre preferito tenere i propri problemi per sè ma a pelle sentiva che quel Shanks poteva fidarsi ed iniziò così il suo discorso

-Non ho mai conosciuto i miei genitori biologici. Sono stata adottata da una Marine che mi ha portato via dalla mia isola natale che era stata devastata dai pirati. Bellmere ha allevato me ed un altra bambina come se fossimo sue figlie. Quando mi hanno trovato avevo questa collana al collo, non so chi me l'abbia data. Forse mio padre, forse mia madre, non lo so, ma ci sono molto legata.-

Shanks le si avvicinò e indicandole la collana chiese

-Posso?-

Lei si sfilò la collana e gliela porse. Shank prese il ciondolo nelle sue mani e l'aprì

-quanti anni hai?- gli chiese

-21-

Lui richiuse il ciondolo e le consegnò nuovamente la collana. Poi, dopo essersi seduto anche lui su una roccia di fronte a quella dove era seduta Nami, raccolse tutto il suo coraggio

-Questa collana la regalai alla mia Yuki prima di partire. Ci amavamo. Io ero un pirata e lei una cartografa. Le chiesi di salpare per i mari con me, pr coronare il nostro sogno d'amore, ma lei non se la sentiva di partire perchè doveva badare ai suoi genitori malati-

-Yuki è il nome inciso sulla collana- pensò Nami tra sé, mentre stava ad ascoltare Shanks in silenzio

-Il giorno in cui partii, le promisi che sarei ritornato a trovarla al più presto. Ci scrivemmo molte lettere e solo dopo molto tempo mi disse che aspettava un figlio da me. Me lo disse quando era già all'ottavo mese perchè non voleva ostacolare il mio sogno, però ci teneva che vedessi la mia bambina. Ed io anche ci tenevo quindi salpai, anche se mi trovavo dall'altra parte del mondo. Ci misi tre mesi per arrivare sull'isola ma quando approdai era troppo tardi: quell'isola, una volta piena di vita, di vegetazione, di animali, era ridotta ad un cumulo di macerie. Era stata messa a ferro e fuoco dai pirati che non erano riusciti a sottomettere la popolazione aiutata dai Marine. La maggior parte della gente era morta, ed il resto era fuggita via. Quando arrivai sull'isola, vi trovai solo una persona: l'anziano zio di Yuki. Non aveva voluto lasciare il villaggio perchè lì aveva sepolto tutti i suoi cari, compresa Yuki. Unico suo rimpianto era stato di non essere riuscito a trovare la figlia di Yuki-

Passarono alcuni minuti di silenzio prima che Shanks aggiungesse quelle parole che resero ancora più reale quello che la rossa aveva già intuito

-Nami...penso che tu sia mia figlia...-