CAPITOLO UNO: LA SCUOLA MEDIA
Vorrei iniziare a
raccontare la mia storia da questo periodo perché per me è molto rilevante,
importante,bello e che ricordo maggiormente.
Cadeva l’anno 1932, ed eravamo a metà settembre. Io sono nata nel 1921 a
Lugano, in Svizzera. Mio padre, Paolo Ferdinando Biagi, era nato a Berna e mia
madre,Benedetta Francesca Alpini,era nata a Milano. Ho trascorso la maggior parte
della mia vita a Lugano della quale sento, soprattutto ora che sono distante,
una profonda nostalgia.
I miei fratelli più grandi avevano frequentato la Scuola Media San
Francesco e me l’aveva descritta così bene che avevo deciso di frequentarla per vedere se ciò che
avevano detto sarebbe stato vero, perché io non credevo a ciò che dicevano i miei
adorati fratelli.
E fu così che mi
iscrissi a quella scuola non conoscendo nessuno. Le vacanze trascorse a Castione
Della Presolana furono stupende e volarono più in fretta degli altri
anni.
Si giunse al primo giorno di scuola. Quel giorno fui accompagnata da
entrambi i miei genitori, anche se io preferivo che rimanessero a casa. Era il
14/9/1932. Alle nove in punto entrammo a scuola assieme ai genitori e andammo in
un’aula gigantesca dove c’erano il preside e alcuni insegnanti.Ci chiamarono per
nome e arrivati alla lettera G ci dissero che dovevamo salire al primo piano
assieme al bidello e sederci. Così fu. Arrivati nella nostra aula, ci sedemmo.
Io scelsi il banco in terza fila
vicino alla finestra e al termosifone. Non ero così scema!Dopo un po’ entrarono in
classe altri alunni.La mia attenzione cadde sugli ultimi due. Quei due ragazzi
erano diversi l’uno dall’altro;il primo era alto,vestito bene,ordinato ed
elegante;l’altro,invece,era medio di statura,vestito male,disordinato e sembrava
un barbone.
Il secondo, quello disordinato,si sedette nell’ultima fila accanto ad un
ragazzo serio(povero!);invece il primo,quello ordinato,stava decidendo dove
collocarsi.
Per caso oppure per volere divino, si sedette accanto a
me.
Facendomi dei segni e fissandomi come un bambino piccolo, voleva sedersi
al mio posto ma io, facendo gli stessi gesti, gli feci capire che non volevo
spostarmi da lì. Capita l’antifona
mi disse: ”Dolce fanciulla
io mi chiamo Konradin Joseph Mayer e sono nato a Stoccarda nel 1921 e
sono qui a Lugano dal 1926,precisamente da settembre .E tu come ti
chiami?”Rimasi a bocca aperta!Nessun ragazzo che conoscevo si era mai rivolto
così a me!Sembrava figlio di un nobile o di un re!
Io, gentilmente,gli risposi:”Mi chiamo Barbara Biagi, sono nata qui, a
Lugano,nel 1921 e mi fa piacere di averti conosciuto Konradin”Guardandomi
intensamente mi disse:”Vedo che,mia dolce Barbara,ti piace il tedesco e che lo
hai imparato bene!Brava!Sai, ti dico così perché quando uno non sa il tedesco
sbaglia a pronunciare l’intonazione e l’accento,invece uno che lo ha imparato le
sa queste cose. ”
“Hai ragione Konradin, e poi la lingua tedesca l’adoro moltissimo e mi
piace un casino!”gli dissi.
”Hai perfettamente ragione mia cara!”
Poi, dopo aver tirato fuori il diario,mi disse:”Barbara, che religione
professi?Così,per curiosità, e anche per conoscerci meglio.”Io gli risposi: ”Io
professo la religione cristiana
cattolica. E tu?”Lui mi rispose
sorridendomi:”Io quella ebraica,come mio padre.”Era ebreo!Che
sorpresa!Vorrei mettere le cose in
chiaro fin da adesso:io non ce l’avevo con gli ebrei e tanto meno ero
nazista,anzi io gli ebrei li stimavo tantissimo e mi sarebbe piaciuto avere un
amico ebreo. Tutto qui. Ero sorpresa che il mio sogno infantile si fosse
realizzato, anche perché io ai sogni realizzabili non ci
credevo.
Poi mi disse, guardandomi come un innamorato:”Sai, ti devo fare una
confidenza,posso?”Io gli feci”Si,puoi Konradin”Lui si confidò con me:”Grazie,
sei molto gentile . Ecco, io ti volevo dire che il tuo nome mi piace da
impazzire e adoro le ragazze che lo portano!”Io
rimasi un po’ imbarazzata, e dopo pochi secondi gli dissi:”Dai Konradin non
prendermi in giro!”Lui si fece serio e mi disse:”Non ti sto prendendo in giro
Barbara,credimi!Fissami attentamente negli occhi e scorgerai il vero!Guardami!”
Io lo guardai attentamente e capii che diceva il vero. Non dissi niente.
Nemmeno lui aprì bocca ma mi fissò con uno splendido sorriso sulle labbra. Suonò
la campanella e arrivò un professore. Saluto. In piedi. Seduti .Konradin si
avvicinò a me e,sussurrandomi all’orecchio destro,mi disse:”Vuoi venire con
me,oggi alle 3 del pomeriggio,al Bar Italo-Tedesco?”Io volsi la testa e gli
risposi:”Certo Konradin, dove tu vorrai!”Poi, fissandomi, mi disse:”Sono
Superfelice!” Ancora non sapevo che da lì a poco io e Konradin saremmo divenuti
ottimi amici, per poi arrivare alla fine della terza media a essere anche
qualcosa di più.