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Autore: pisolotta87    05/12/2006    1 recensioni
La crescita di tre ragazzi in un certo momento della storia. L'ho scritta cinque anni fa la prima parte però certe cose anche se magari non sono così lasciate scorrere...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO  UNO: LA SCUOLA MEDIA

Vorrei iniziare a raccontare la mia storia da questo periodo perché per me è molto rilevante, importante,bello e che ricordo maggiormente.

Cadeva l’anno 1932, ed eravamo a metà settembre. Io sono nata nel 1921 a Lugano, in Svizzera. Mio padre, Paolo Ferdinando Biagi, era nato a Berna e mia madre,Benedetta Francesca Alpini,era nata a  Milano. Ho trascorso la maggior parte della mia vita a Lugano della quale sento, soprattutto ora che sono distante, una profonda nostalgia.

I miei fratelli più grandi avevano frequentato la Scuola Media San Francesco e me l’aveva descritta così bene che avevo deciso  di frequentarla per vedere se ciò che avevano detto sarebbe stato vero, perché io  non credevo a ciò che dicevano i miei adorati fratelli.

E   fu così che mi iscrissi a quella scuola non conoscendo nessuno. Le vacanze trascorse a Castione Della Presolana furono stupende e volarono più in fretta degli altri anni.

Si giunse al primo giorno di scuola. Quel giorno fui accompagnata da entrambi i miei genitori, anche se io preferivo che rimanessero a casa. Era il 14/9/1932. Alle nove in punto entrammo a scuola assieme ai genitori e andammo in un’aula gigantesca dove c’erano il preside e alcuni insegnanti.Ci chiamarono per nome e arrivati alla lettera G ci dissero che dovevamo salire al primo piano assieme al bidello e sederci. Così fu. Arrivati nella nostra aula, ci sedemmo. Io scelsi il banco in terza fila   vicino alla finestra e al termosifone. Non  ero così scema!Dopo un po’ entrarono in classe altri alunni.La mia attenzione cadde sugli ultimi due. Quei due ragazzi erano diversi l’uno dall’altro;il primo era alto,vestito bene,ordinato ed elegante;l’altro,invece,era medio di statura,vestito male,disordinato e sembrava un barbone.

Il secondo, quello disordinato,si sedette nell’ultima fila accanto ad un ragazzo serio(povero!);invece il primo,quello ordinato,stava decidendo dove collocarsi.

Per caso oppure per volere divino, si sedette accanto a me.

Facendomi dei segni e fissandomi come un bambino piccolo, voleva sedersi al mio posto ma io, facendo gli stessi gesti, gli feci capire che non volevo spostarmi da lì. Capita l’antifona  mi disse: ”Dolce fanciulla   io mi chiamo Konradin Joseph Mayer e sono nato a Stoccarda nel 1921 e sono qui a Lugano dal 1926,precisamente da settembre .E tu come ti chiami?”Rimasi a bocca aperta!Nessun ragazzo che conoscevo si era mai rivolto così a me!Sembrava figlio di un nobile o di un re!

Io, gentilmente,gli risposi:”Mi chiamo Barbara Biagi, sono nata qui, a Lugano,nel 1921 e mi fa piacere di averti conosciuto Konradin”Guardandomi intensamente mi disse:”Vedo che,mia dolce Barbara,ti piace il tedesco e che lo hai imparato bene!Brava!Sai, ti dico così perché quando uno non sa il tedesco sbaglia a pronunciare l’intonazione e l’accento,invece uno che lo ha imparato le sa queste cose. ”

“Hai ragione Konradin, e poi la lingua tedesca l’adoro moltissimo e mi piace un casino!”gli dissi.

”Hai perfettamente ragione mia cara!”

Poi, dopo aver tirato fuori il diario,mi disse:”Barbara, che religione professi?Così,per curiosità, e anche per conoscerci meglio.”Io gli risposi: ”Io professo  la religione cristiana cattolica. E  tu?”Lui mi rispose sorridendomi:”Io quella ebraica,come mio padre.”Era ebreo!Che sorpresa!Vorrei  mettere le cose in chiaro fin da adesso:io non ce l’avevo con gli ebrei e tanto meno ero nazista,anzi io gli ebrei li stimavo tantissimo e mi sarebbe piaciuto avere un amico ebreo. Tutto qui. Ero sorpresa che il mio sogno infantile si fosse realizzato, anche perché io ai sogni realizzabili non ci credevo.

Poi mi disse, guardandomi come un innamorato:”Sai, ti devo fare una confidenza,posso?”Io gli feci”Si,puoi Konradin”Lui si confidò con me:”Grazie, sei molto gentile . Ecco, io ti volevo dire che il tuo nome mi piace da impazzire  e  adoro le ragazze che lo portano!”Io rimasi un po’ imbarazzata, e dopo pochi secondi gli dissi:”Dai Konradin non prendermi in giro!”Lui si fece serio e mi disse:”Non ti sto prendendo in giro Barbara,credimi!Fissami attentamente negli occhi e scorgerai il vero!Guardami!”

Io lo guardai attentamente e capii che diceva il vero. Non dissi niente. Nemmeno lui aprì bocca ma mi fissò con uno splendido sorriso sulle labbra. Suonò la campanella e arrivò un professore. Saluto. In piedi. Seduti .Konradin si avvicinò a me e,sussurrandomi all’orecchio destro,mi disse:”Vuoi venire con me,oggi alle 3 del pomeriggio,al Bar Italo-Tedesco?”Io volsi la testa e gli risposi:”Certo Konradin, dove tu vorrai!”Poi, fissandomi, mi disse:”Sono Superfelice!” Ancora non sapevo che da lì a poco io e Konradin saremmo divenuti ottimi amici, per poi arrivare alla fine della terza media a essere anche qualcosa di più.

 

  
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