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Autore: applestark    15/05/2012    2 recensioni
Tutto inizia dal matrimonio di Tom Fletcher e Giovanna quando Juliet, un invitata qualunque, annoiata dalla festa si incammina nel giardino e si arrampica ad un albero.
Dalla storia: " -No- esclamai seria. –Stai fermo lì, Poynter!-
Lui si bloccò, guardandomi di scatto e alzando lo sguardo. –Chi sei?- domandò con un sorriso da idiota.
-Juliet Flanagan, cugina della sposa-
Sbuffai.
-Voglio scend…-
Mi bloccai, il ramo al quale mi reggevo si stava spezzando. Le scarpe precipitarono giù, finendo accanto ai piedi di quel tipo che intanto rideva, continuando a fumare tranquillamente.
-Mi lascerai morire?- chiesi muovendo i piedi, nel vuoto trattenendomi con le unghie al ramo quasi spezzato."
Enojy ;)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dougie Poynter, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qua con il terzo capitolo che prende il nome di una canzone dei  1D!
Grazie a te che stai leggendo e un grazie speciale a @Leti B per le sue recensioni...grazie grazie grazie!
:D

stargirl.


Dopo circa due ore avevamo fatto il giro di quasi tutte le giostre, ero scleratissima, i capelli scompigliati e la giacca non sapevo che fine aveva fatto. Ci eravamo tenuti per mano sulle montagne russe , era stata una bella sensazione sentire le sue dita intrecciare le dita e poi urlare come ossessi tirando su le braccia, senza mai staccare le nostre  mani.
Ci mancavano ancora molte giostre, e a quanto pare Dougie voleva farsi un giro su tutte, era davvero un pazzo quel tipo! Più di me!
-E dai Julls, la ruota panoramica!- disse in tono implorante, appendendosi al mio braccio.
Scossi la testa ridendo. –Ho detto no Doug, non mi piace-
Mi fece il labbruccio, lo sguardo da cucciolo con gli occhi dolci, era irresistibile! Ma la mia paura dell’alto lo era ancora di più.
-Ti prego Juliet, vado a vincere un peluche per te dopo-
-Ma…non ho bisogno di animali pelosi- ,sgranai gli occhi, gli orsacchiotti non erano mai stati il mio punto debole.
-Dimmi almeno cosa non ti piace delle ruote panoramiche. Le ragazze le adorano!-
-Beh, io non sono una delle ragazze con cui sei uscito tu- dissi scrollando il braccio per allontanarlo
-E dai…ora non fare la permalosa- si lamentò cingendomi la vita con il braccio
-Ho paura dell’altezza Poynter. Okay? Adesso non rompere e andiamo a comprare zucchero filato, cavolo! – sbottai evidentemente stizzita.
Il bassista alzò le braccia al cielo, guardandomi. –Scusa non lo sapevo. Dai, ti abbraccio tutto il tempo-
Sorrisi teneramente, senza rispondere. Il mio silenzio venne preso per una risposta affermativa però.
-Io sono super Poy sai? – mi disse trascinandomi per mano verso la cassa della Ruota panoramica
-Certo e io Mary Jane, eh?-
Mi guardò un po’ confuso roteando gli occhi azzurri. –Si tu sei quella-
-Salvami Spider Poy!- gridai, in tono melodrammatico, facendo girare un po’ di persone a guardarci.
-Arrivo, Mary Juliet!-
Ci guardammo un attimo negli occhi e poi scoppiammo a ridere, piegandoci in due.
-Mi piaci baby-
Alzò la mano per battere il cinque e io feci lo stesso, facendo poca attenzione al fatto che mi aveva detto che gli piacevo.
Dopo aver fatto i biglietti per la ruota panoramica, fu il turno di salirci sopra.
-ho paura ho paura ho paura- continuavo a ripetere mentre Dougie stava dietro di me, accarezzandomi la spalla per rassicurarmi.
-Ci sono io con te, ci mettiamo a cantare canzoni dei McFly lì sopra, li conosci? Sono bravissimi – esclamò facendo lo gnorri. La sua espressione mi fece ridere.
-E si che li conosco, il chitarrista, trovo sia molto sexy-
Quasi senza accorgermene eravamo anche seduti lì sopra, uno accanto all’altro.
-Danny?- commento lui facendo una faccia disgustata –sono più sexy io-
-Contaci- gli risposi arricciando il naso.
Beh, nemmeno lui scherzava ma… ma… ma no, non poteva piacermi quel tipo strano.
-Hai visto che non ti sei preoccupata dell’altezza?-
Guardai un attimo sotto di me. Il vuoto. Le persone sembravano delle bambole ai miei occhi. Mi si chiuse lo stomaco e mi avvicinai sempre di più a Dougie. –Perché me l’hai fatto notare?-
Il mio tono era terrorizzato.
Scrollò le spalle e poi mi avvolse nelle sue braccia, come mi aveva promesso. Aveva un buon odore, misto al tabacco. Mi piaceva.
-Scusa sono idiota- sorrise, stringendomi forte. –Sei morbida- aggiunse poi, intenerito.
-Davvero? Quindi sono grassa-
-Per niente, quel vestito ti stava benissimo al matrimonio-
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante. Non sapevo che dire, quindi lo guardai come per dire ‘’grazie’’.
Cercai di concentrarmi su Dougie e sul cielo che ormai era all’imbrunire, il sole era calato nel cielo e qualche stella iniziava a brillare.
La missione era: non guardare giù. Se guardavo il basso avevo sensi di vomito perché sapevo che ero altissima.
-Allora, lo vuoi questo peluche?-
La voce del biondo mi riportò con i piedi per terra.
-Non mi piacciono, l’ho già detto-
-Mi scusi. Com’è possibile che i coccolosi animaletti non ti piacciono eh?- disse facendo una smorfia adorabile
-Preferisco le lucertole- commentai secca.
Vidi i suoi occhi illuminarsi.
-Anche io preferisco le lucertole-
Lo guardai ridendo. –Abbiamo un po’ di cose in comune-
-E dimmi un po’, la tua band preferita, esclusi i McFly , lo so che siamo bravissimi- esclamò abbracciandomi più forte
-Modesto. Beh, la mia band preferita sono i Blink 182- dissi fiera del gruppo che tanto adoravo.
Mi lasciò andare improvvisamente, tanto che barcollai un po’.
-Non ci credo! Anche io li adoro!-
-Figo- sorrisi battendo le manine per l’euforia. –La mia migliore amica ti adorerebbe-
-E tu no?-
-Questo che centra?- Incrociai le braccia al petto.
-E’ una domanda- . Fece spallucce spostandosi un po’ il ciuffo biondo dal viso
-E io non ti rispondo-
-Perché?- chiese apparentemente molto incuriosito
Fortunatamente il giro era finito e non dovetti dare una risposta a quella domanda. Ammettere che lo adoravo era come spiaccicargli in faccia il fatto che mi piaceva. Poteva scordarselo.
-Allora, com’è stato?- mi chiese porgendomi la mano per farmi scendere giù.
-Divertente- ignorai la sua mano e iniziai a camminare verso il bancone dello zucchero filato
-Dove si va?- domandò seguendomi come un cagnolino
-Zucchero filato!-
-E’ appiccicoso-
-E’ buono- replicai dandogli una scherzosa gomitata.
-Allora non mi sembra carino farti fare la fila, Flanagan-
Scossi la testa sorridendo. Ogni volta che ero in compagnia di Dougie non facevo che sorridere, lui ci riusciva bene a farmi scordare tutti i problemi.
-Come vuoi-
Mi strizzò l’occhio e ordinò il ragazzino al bancone di farmi dello zucchero filato, era rosa, il mio preferito.
-Grazie- mormorai quando il tipo me lo porse e lo avvicinai subito alla bocca leccandomi il labbro superiore e poi mordendone un po’.
-E’ buonissimo!-
-Nah.- scosse la testa e mi prese per mano trascinandomi vicino ad una panchina libera
-Ti prego sediamoci sono stanchissimo- borbottò mentre si metteva a sedere spaparanzandosi.
Lo imitai, continuando a mangiare lo zucchero. –Ne vuoi un po’?- gli chiesi gentilmente.
-No grazie, voglio qualcos’altro.-
Lo osservai accennando una risatina.  Il suo tono era sembrato quasi subliminale. –E cosa?-
-Birra. Voglio della birra, e la berrai anche tu mia cara-
Lo guardai stranita. –Siamo al luna park-
-Se ti muovi andiamo al pub qui vicino e ci ingozziamo di birra. Sei un Irish o  no?-
Annuii- E ‘ da un po’ che non mi faccio una bella bevuta allegra-
Mi guardai intorno, le luci delle giostre tutte illuminate, le risate dei bambini, gli spari delle pistole da gioco, la musica di sottofondo che diventava sempre più alta, il cielo stellato, un leggero vento e le risate che Dougie mi stava facendo fare. Una serata memorabile della mia mini-vacanza a Londra.
-Ti muovi?- mi disse in tono impaziente, riportando la mia attenzione a lui.
Annuii gettando via il bastoncino di legno dello zucchero filato e mi alzai, sistemandomi i jeans.
-La mia giacca?- domandai grattandomi la nuca pensosa.
-Persa. Adesso andiamo-
-un attimo un attimo- dissi sciogliendomi la treccia e mettendo il codino al polso, prima che venissi trascinata via dal Luna park da Poynter.
-Ci arriviamo a piedi?- chiesi intrecciando le nostre dita quasi naturalmente, come se fosse una cosa di tutti i giorni.
-Certo, è proprio dietro l’angolo-
Lo seguii senza parlare, quella strada non era molto gremita di gente, solo qualche gruzzoletto di ragazzi qua e là.
Mi accarezzò il dorso della mano facendomi un dolce sorriso, se qualcuno ci avesse visto avrebbe pensato che saremmo stati una coppia carina. E invece no, eravamo conoscenti, amici…nulla più. Deglutii e staccai la mia mano dalla sua, non mi guardò nemmeno, continuò a camminare con me che lo seguivo un po’ disorientata per le strade di Londra.
-Ci siamo-
Di fronte a noi un pub piccolo e con pochissima gente all’interno, un insegna fuxia e un po’ malandata.
-Ma dove mi hai portata?- chiesi ridacchiando
-A sbronzarti irish- rispose strizzandomi l’occhio e aprendomi la porta del locale.
Varcai l’uscio guardandomi intorno incuriosita , la stanza era ampia e i tavoli quadrati, non c’erano molte persone all’interno e si sentivano i rumori delle stoviglie appena lavate.
-Carino – commentai incurante della sua affermazione e mi lasciai trascinare verso il bancone
-Dovresti vedere le cameriere-
Gli lanciai un occhiataccia –sei il solito maschio maiale-
-Che palle- borbottò rivolgendosi poi a un uomo sulla cinquantina dietro il bancone per chiedere due birre alla spina.
Mi sedetti sullo sgabello, appoggiando la testa su una mano e guardando Dougie sorridere.
-Mi sto divertendo con te sei…piacevole- sospirò, quasi come se volesse ammetterlo a se stesso.
-Grazie- risposi lusingata –anche tu sei simpatico si-
-Nonostante ti ho portata ad ubriacarti ora?-
Ridacchiai guardando in alto –si, nonostante questo-
Il bar man ci porse i bocali di birra e avvicinai il mio bicchiere al suo facendoli scontrare.
-Cin cin- dicemmo all’unisono e poi ne bevvi un sorso molto lentamente facendo una faccia disgustata per il sapore amaro della birra. Intanto Dougie si era già scolato tutto il contenuto. Chiusi gli occhi e buttai giù il resto della birra per non fare una brutta figura. Il liquido al malto scese giù la mia gola, era freddo e provai un tonfo nello stomaco.
L’alcol non faceva proprio per me.
-Ah- Dougie fece uno strano verso, risi mentre si puliva le labbra sulla manica del suo giubbotto scuro.
-Ehm…buona-
-Hai una strana espressione Julls- disse avvicinando l’indice alla punta del mio naso.
Sorrisi seguendo il suo dito con lo sguardo. –Dai, ancora-
-Ai suoi ordini miss-
Altre due birre per noi.
-Dai, a chi la beve più veloce!- mi sfidò Poynter buttandosi giù altra birra, lo imitai , deglutii e posai giù il bocale ormai vuoto prima di lui
-Ho vinto!-
Si leccò il labbro superiore e poi mi diede una gomitata. –E’ proprio vero che gli irlandesi bevono molto allora-
Gli feci cenno di no con la testa e chiedi alla cameriera che si trovava vicino al bancone altre due birre.
-Quanti anni avete ragazzini?- squittì con la sua voce da papera.
-20! E poi lui  è Poynter dei McFly- risposi accompagnando il tutto con una risatina idiota.
La birra iniziava ad avere i suoi effetti su di me.
La donna scosse la testa e ci porse comunque altra birra.
-Non reggi bene Julls?- mi domando il bassista prendendo un sorso dal suo bicchiere.
-Non reggo proprio!-
-Ti propongo un gioco allora-
Lo scrutai negli occhi azzurri con fare interrogativo
-Io ti faccio delle domande, tu mi rispondi. Voglio conoscerti.- mi guardò con la coda degli occhi mettendo sul bancone il bicchiere di vetro facendo uno strano rumorino.
-Ci sto-
La mia mente iniziava ad essere offuscata, avevo solo voglia di…ridere. Ridere e ridere e ridere, come succedeva sempre le volte che mi ubriacavo. Peccato che non mi ero mai ubriacata in compagnia di un ragazzo…e poteva essere pericoloso, almeno nei film così dicevano.
-Rispondi anche tu però eh!- aggiunsi indicandolo con la birra nella mano sinistra.
Fece un cenno con la testa e si sistemò il ciuffo biondo, pensoso.
-Allora, sei tipo…fidanzata?-
Dondolai leggermente sullo sgabello e ingoiai lentamente il sorso di birra, prima di rispondere.
–No, brutta delusione. Tu?-
Alla mia risposta affermativa lo vidi sorridere sotto i baffi, ma poi, la sua espressione cambiò radicalmente.
-Io no, cioè, lunga storia-
Annuii, ero troppo confusa per capire il suo girare intorno…tutti quei “cioè”…perché non gli chiesi di Lara?
Farsi domande sotto l’effetto dell’alcol era stata un idea pessima.
-E…da quand’è che non baci qualcuno?-
Lo guardai male –Non è una domanda gentile- sbuffai e presi la birra che mi mise davanti come si fa con i cani affamati di croccantini.
-E dai, si scherza-
-un po’- mormorai.
Quella era l’unica risposta che si meritava, non mi sarei sputtanata del tutto davanti a lui, considerando che lui non lo stava facendo.
 
 
Dougie P.O.V
 
Buttarle davanti tutte quelle birre non era stato un gesto molto carino da parte mia, ma infondo ci stavamo solo divertendo, mentre l’orologio andava avanti, i minuti e le ore passavano.
Se Giovanna avesse saputo quello che stavamo combinando mi avrebbe fatto un a sgridata memorabile.
Le domande si stavano facendo sempre più intime e personali, Juliet sotto l’effetto della birra si stava esponendo abbastanza mentre io restavo sulla difensiva rispondendo schivo.
-Okay, è passata le mezza notte, questa è l’ultima domanda che ti concedo Poy!- esclamò passandosi una mano tra i setosi capelli castani, era davvero carina. Se pure il suo tono era tremante da brilla.
-E va bene…ho la domanda- disse facendole cenno di avvicinarsi di più a me.
Le passai una mano a cingerle i fianchi e avvicinai la mia bocca al suo orecchio.
-Sei vergine?-  sussurrai guardandola poi avvampare. Le guance rosse non solo dalla sbronza ma dall’imbarazzo del momento, la mia domanda era stata un po’ indiscreta ma…infondo l’alcol aveva colpito anche Capitan Doug Wash!
-Non sono domande che si fanno caro- sospirò allontanandosi dalla mia stretta e bevendo l’ultimo goccio di birra rimasto nel suo bicchiere.
-Tu?- domandò poi, facendomi ridere.
-Ah mi scusi! Lei è una star…le star fanno orge!- continuò ancora, stizzita.
Era un misto tra irritata, gelosa e sbronza. La trovavo assolutamente adorabile.
-Scusa, non volevo. Dai…credo che sia ora di tornare a casa Cenerentola- esclamai alzandomi e stiracchiandomi un po’.
-Che razza di domande mi fai…- continuò a borbottare piegandosi sulle ginocchia, non riusciva a tenersi in piedi da sola, l’alcol le faceva proprio un effetto tragico.
-Su andiamo- dissi pagando le numerose birre bevute e facendola appoggiare a me, per scortarla verso l’uscita.
-Dov’è la macchina?-
-Qui vicino piccola- le disse dolcemente accarezzandole la testa mentre camminavamo a passo di formica verso il posto doveva avevo lasciato la mia auto.
Juliet era ubriaca fradicia, sapevo quasi tutto di lei.
Adorava le rose gialle, aveva avuto tanti ragazzi al liceo ma poi dopo si era ritrovata sola con il suo gatto che si chiamava Lee (mio secondo nome), la sua migliore amica Phoebe mi adorava ed era invidiosa di Giovanna visto che aveva trovato una persona dolce come Tom , era simpatizzante di Georgia la ragazza di Danny , odiava il gelato al cioccolato e il solletico e…cosa mi sfuggiva? Ah, era stata in Inghilterra per numerosi concerti delle Saturdays.
Sorrisi stringendola un po’, si era accoccolata sotto il mio braccio borbottando cose incomprensibili.
Ah, un'altra cosa la sapevo, adorava i Busted ma non i McFly.
-Sciocchina- le dissi ripensando a quello che mi aveva detto riguardo ai suoi gusti musicali. Praticamente il suo iPod conosceva solo Blink, Busted e una cantante irlandese di cui mi sfuggiva il nome.
-Dov’è la macchina?- chiese ancora, proprio quando ci trovavamo di fronte alla vettura.
Tolsi l’antifurto e le aprii lo sportello facendola sedere, prima di andare al mio posto e mettere in moto.
-Eccoci, tra un po’ saremo a casa Julls- la rassicurai, stupendomi della mia stessa dolcezza. Sapevo cos’era…i sensi di colpa per averla fatta sbronzare.
-Okay- rispose semplicemente e poi chiuse gli occhi accoccolandosi su di un lato, dandomi le spalle. Accesi la radio che dava come sottofondo una canzone di Katy Perry che non conoscevo, nonostante canticchiassi sempre lo stupido motivetto.
Si addormentò qualche attimo dopo, russando anche. Il respiro era abbastanza tranquillo e si teneva una mano sullo stomaco, sperai fino alla fine del tragitto che non vomitasse sulla tappezzeria della MIA auto.
Mentre guidavo, pensai che forse le avrei dovuto dire di Lara. Ma cavolo, quella Phoebe se si faceva sempre i miei cavoli sulla rete, non sapeva di me e Lara?
Stavamo passando un periodo no ma tecnicamente stavamo tipo insieme, nonostante non la rispondessi agli sms da giorni.
Sbuffai e arrivato davanti l’appartamento di Juliet spensi il motore e le scossi il braccio lentamente.
-Julls siamo a casa, svegliati- dissi con calma e la vidi aprire gli occhi uno alla volta , stropicciandoseli sporcandosi le nocche di mascara.
-Ce la faccio da sola- borbottò
-Certo- esclamai ironicamente e le aprii lo sportello prendendola in braccio. Non era molto pesante, l’avevo già notato prendendola al luna park, si strinse con le braccia attorno al mio collo e sorrisi, guardandola sonnecchiare.
-Le chiavi sanno qui- mugolò facendo un singhiozzo estraendo dalla sua tasca le chiavi e porgendomele.
Un po’ goffamente riuscii ad aprire la porta d’entrata e la misi giù.
La casa era carina, molto piccola e con le pareti tutte gialline. Qualche fiore qua e là e un odore di vaniglia , lo stesso che sentivo quando ero vicino a Julls.
-Grazie Dougie…- disse guardandomi negli occhi
-Ti accompagno in camera- le proporsi prendendola sotto braccio facendomi guidare nella sua stanza.
Non avevo secondi scopi, non sono così stronzo!
Camminai accarezzandole il braccio lungo il corridoio e poi svoltai  a destra.
-Bella- commentai osservando l’ordine della stanza, le pareti verde chiaro, come i contorni dei suoi occhi e il letto con una coperta rosa confetto sopra.
Si buttò immediatamente sul letto, facendomi cenno di avvicinarmi.
-Si Juliet? –
-Mi togli le scarpe?- chiese alzando la lunga ed esile gamba, il suo tono sembrava quello di una bambina piccola.
Annuii e le sfilai piano le ballerine gialle, scoprendo un tatuaggio sul suo piede destro.
Vi era inciso “Walk in the sun”.
“e meno male che non le piacevano i McFly” pensai soffocando una risatina e mi avvicinai  a lei, accarezzandole la fronte prima di lasciarle un dolce bacio tra i capelli.
-Notte Julls-
-Sogni d’oro Doug- mi rispose tirandosi addosso la coperta.
Rimasi un attimo a fissarla sull’uscio della porta della camera e poi andai via.
Mi ero divertito tantissimo con lei, sembra strano, ma Juliet cominciava a piacermi davvero.
Un attimo dopo però, mi squillò il cellulare.
Ops…si trattava di Lara.
  
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