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Autore: SLAPPYplatypus    15/05/2012    7 recensioni
Piccola parentesi sulla (lunga) vita di Jasper Whitlock Hale prima di unirsi ai Cullen, e prima che contrasse Alice. [i][b]Partecipante al "Personaggi secondari contest - Perchè non ci sono solo Edward e Bella" - Seconda Classificata[/i][/b]
Genere: Generale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Jasper Hale, Maria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga, Eclipse
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NICK: SLAPPYplatypus (HOPEisallwehave nel forum)

FANDOM: Twilight Saga

TITOLO FANFICTION: I was her puppet, she pulled the strings.

CONTEST: Personaggi secondari contest - Perchè non ci sono solo Edward e Bella

RATING: Verde

AVVERTIMENTI: One Shot

GENERI: Generale, Slice of life, Sovrannaturale

PERSONAGGI: Jasper Hale, Maria, Peter, Charlotte

INTRODUZIONE: Piccola parentesi sulla (lunga) vita di Jasper Whitlock Hale prima di unirsi ai Cullen, e prima che contrasse Alice.

NDA: Ho pensato che l'inglese di Maria dovesse essere molto approssimativo, ricco di parole e frasi fatte in spagnolo; l'idea mi è venuta più che altro dal film che, mio malgrado, ho visto, per la precisione dal sogno di Bella, in cui Maria parla interamente in spagnolo. Credo siano tutte cose facili da capire, in ogni caso aggiungo delle note a piè pagina per le frasi un po' più complesse. Teoricamente ci sarebbe stato anche un banner fichissimo, ma non ho le capacità informatiche necessarie per mettercelo.. anzi, se qualcuno mi vuole spiegare come, è bene accetto :))

 

 

 

L'essere umano è il predatore perfetto, no crees?” sussurrò Maria al mio orecchio. “Claro, senza tenere in considerazione nosotros.disse, con un sorrisino a metà strada tra il malizioso ed il malvagio. “Siamo i predatori perfetti, noi. E la nostra preda è l'uomo. Come cane e gatto, ¿verdad que sí? Un cane è veloce, un grande predatore. Ma non c'è nulla che possa fare contro un felino. Forse non così grandi, ma molto più agili e veloci. Non c'è nessun paragone.”

Dovevo sforzarmi per seguire il filo dei suoi pensieri, sembravano correre da una parte all'altra.

Il suo profumo era la più grande distrazione che avessi mai conosciuto. Deglutii, forse troppo rumorosamente.

Che c'è, Jasper?” domandò, pronunciando il mio nome appena con un lieve accento messicano. “Non di nuovo.” bisbigliò, la sua voce perfetta rotta da un singhiozzo di dolore. “Non starai provando di nuovo pena per quelle creature, vero? ¿Después de lo que me han hecho?* Dopo quello che ti hanno fatto?” continuò, l'equivalente vampiro di un pianto disperato.

No.” risposi secco, quasi sdegnato. “Questo mai. È solo che...” l'incertezza si faceva strada nella mia voce, contagiando ogni cosa sfiorasse la mia mente. “È solo che è diverso, quando provi le loro emozioni.” sussurrai. Una parte del mio cervello percepiva il mio senso di colpa, un'altra parte la sua delusione e, infine, la parte più grande era riservata alla mia sete. Rendeva tutto maledettamente più difficile, soprattutto concentrarsi.

Que va, tranquilo, chiquitito**...canticchiò, sorridendo mi prese il capo tra le mani e lo appoggiò sulla sua spalla. “Todo está bien.

Necesito un favor, Jasper.” mi alitò in un orecchio, dopo un'eternità che somigliava ad una manciata di secondi. “Vai a caccia. Calmati e dissetati. Ma ho assolutamente bisogno che tu mi porti alguien, ¿comprendes? Scegli qualcuno. Piccolo, agile. Qualcuno che passi inosservato e di cui nessuno sentirà la mancanza, ¿vale?Sorrise di nuovo, mostrando due fila di denti affilati e bianchissimi. Mi baciò dolcemente, mordicchiandomi appena il labbro inferiore. “Mi fido di te.”

 

 

Corsi il più veloce possibile, senza curarmi degli sguardi della gente alla periferia di Austin. Non rallentai fino al centro della città, correvo e imboccavo i vicoli meno trafficati.

Nessuno mi avrebbe notato, la guerra era ovunque. Perché preoccuparsi di un texano veloce, quando i nordisti hanno appena ammazzato tuo fratello? Quasi invidiavo la loro ingenuità, la loro convinzione che il mondo iniziasse e finisse con quella guerra, i loro occhi serrati di fronte alla possibilità che potesse esistere qualcosa di più.

Iniziai a camminare, imboccando una viuzza che mi avrebbe condotto alla strada principale.

Mi scusi tanto.” squittì un ragazzo, poco più di un bambino, quando lo urtai. Si portò involontariamente una mano alla spalla, doveva essersi fatto male.

Sentivo i miei occhi diventare sempre più neri, le mie pupille dilatarsi.

Lo guardai meglio, lo esaminai come un dottore potrebbe fare con un paziente altamente contagioso. Sul metro e sessanta, piccolo, fragile. Poteva avere tredici anni come diciotto, in quelle condizioni. Denutrito, ma indubbiamente agile. A Maria sarebbe piaciuto. E un profumo così buono...

Non ci sarei riuscito. Non potevo trascinarlo via senza trattenermi dall'ucciderlo.

Sarei potuto tornare più tardi. Avrei potuto costringerlo a stare fermo, immobile, per una manciata di minuti.

Signore?” mi chiamò, preoccupato. “Tutto a posto, signore?”

Certo, ragazzo. Arrivederci.” cercai di scandire, riuscendo solo ad emettere una serie di ringhi, quasi un ruggito.

Corsi.

La sete era la priorità.

Intravidi un'imbra muoversi alla fine di un vicolo cieco, rannicchiarsi ed accucciarsi, e mi ci avventai, ancor prima di sapere se fosse maschio o femmina, o se qualcuno mi stesse guardando.

Il sangue aveva un forte retrogusto di alcol, probabilmente whiskey.

Uomo, sui sessant'anni, celibe, fuggito dagli schieramenti sudisti. Soldato semplice.

A mente fredda e senza il fuoco della sete, pensare era enormemente più facile, ciò che avrei dovuto fare sembrava disegnarsi davanti a me.

Sarei tornato dal ragazzino. Lo avrei convinto a venire con me, senza torcergli un solo capello, la trasformazione sarebbe stata più rapida e lui non avrebbe tentato di uccidermi, appena sveglio. Lo avrei portato da Maria e lei avrebbe pensato a tutto. Fine della storia, facile e veloce.

Seguii la sua scia, che delineava un sentiero chiaro; non era lontano.

Signore!” esclamò, sembrava l'unica parola che sapeva dire.

Jasper.” sorrisi, emanando un'aura di felicità, calma e piacevole. “Come ti chiami, ragazzo?”

Peter.”

Ascolta Peter, ti va di mangiare qualcosa? Mi avanzano giusto quattro dollari. Vuoi unirti a me?”

Con piacere!” sorrise, il suo viso si illuminò nel senso letterale della parola.

Vieni Peter, seguimi.” mi voltai e iniziai a camminare nella direzione opposta della folla, verso Maria. Non dovetti fermarmi per guardare se mi stesse seguendo, sentivo i suoi passi chiari come tamburi. E sentivo il suo cuore pulsare, il sangue denso che correva nelle sue vene... “Quanti anni hai, Peter?” chiesi, sovrappensiero.

Diciotto la settimana prossima, signore.”

Non chiamarmi signore, ho solo un paio di anni in più di te.” sorrisi, cercando di non pensare alla mia sete. Doveva essere anemico, quel vecchio, il suo sangue dissetava come una goccia di acqua demineralizzata.

Dove stiamo andando?” domandò, uscivamo dalla città e percepivo chiaramente i suoi dubbi trasformarsi lentamente in piccole paure.

Siamo quasi arrivati.” sussurrai, un sorriso si aprì sui miei denti, e solo allora sembrò notare quanto fossero grandi, rispetto ai suoi.

Mi voltai con uno scatto, e il ragazzo sobbalzò. La città non era lontana, ma nessuno lo avrebbe sentito gridare. Un'imbra si mosse dietro di lui, tanto veloce da sembrare un semplice miraggio.

Una mano olivastra e affusolata gli si posò sulla testa, inclinandola di lato, mentre una seconda gli carezzava la spalla.

Mi guardava negli occhi, quando Maria lo morse. Non urlò, ma sentii ogni grammo del suo dolore gridare tanto forte da sentirlo mio.

 

 

"Chiama gli altri, Peter." sospirai. Sapevamo entrambi cosa stava per accadere, la stessa cosa tutti gli anni. Dovevamo distruggere i neonati il cui sangue umano andava esaurendosi, dovevamo farli fuori senza lasciare tracce.

"Dobbiamo proprio?" sussurrò debolmente il ragazzo. Non fui mai in gradi di capire se provocasse più dolore a me o a lui.

"Vai," risposi secco.

Tornò pochi minuti più tardi, con un braccio attorno al collo di una giovane con i capelli ramati, la pelle color porcellana e gli occhi di un rosso scarlatto che si andava affievolendo.

Mi avvicinai piano, molto più lentamente di quanto mi muovessi di solito, con un sorriso conciliante sul viso. Facevo del mio meglio per calmare l'atmosfera che mi circondava, il più possibile. Il mio sorriso si allargò, fino a mostrare appena uno spiraglio di bianco abbagliante, la mia bocca iniziava a bagnarsi con il veleno in eccesso. Alzai piano le mani, una dopo l'altra, come in un tentativo di abbracciarla.

"Scappa, Charlotte, corri!" urlò Peter, ed entrambi saettarono confondendosi con la linea dell'orizzonte.

Non li inseguii.

Rimasi bloccato per qualche minuto - o qualche ora.

Mi voltai, e tornai verso i neonati, radunati all'interno di una fattoria abbandonata.

Maria non avrebbe tollerato altri errori.

 

 

 

 

* Dopo quello che mi hanno fatto?

** ragazzino

   
 
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