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Autore: _Alyara    15/05/2012    2 recensioni
A Unima sta accadendo qualcosa di veramente strano, mai registrato negli archivi storici: ogni giorno si verificano sempre più aggressioni da parte dei Pokémon selvatici, che vengono denunciate alle autorità competenti.
Nessuno sembra capire cosa stia accadendo loro né il perché di questi assalti, nemmeno la sapiente professoressa Aralia riesce a spiegarsi questa faccenda. Sembra tutto perduto, o forse no.
Dal cap 1:
"Al notiziario avevano detto, su questo argomento, che nemmeno la professoressa Aralia sapeva cosa rispondere e che sarebbero stati chiesti soccorsi a un tipo che conosceva le caratteristiche di tali Pokémon. Touko era proprio curiosa di conoscere questo tipo e il suo modo di risolvere la faccenda, ma alla tv non avevano detto altro: né il nome né l'aspetto del misterioso individuo era stato divulgato, dicendo che il ragazzo - perché di un ragazzo si trattava - preferiva agire nell'anonimato perché i colpevoli non lo venissero a sapere"
Genere: Azione, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo 34

 


Era ormai tardi quando Wes e Touko scesero dalla ruota panoramica.
La ragazza non era molto allettata dall'idea di tornare dagli altri, voleva restare ancora un po' in giro con l'amico, ma era davvero tardi e sebbene non avesse sonno era meglio andare a riposare.
Dopo quella giornata così attiva, era certa che avrebbe pisolato fino a mezzogiorno.

-Ti sei divertita?- le chiese all'improvviso il ragazzo, facendola voltare.

Lei gli sorrise, ancora piena di energie (cosa un po' strana, non era mai stata una da nottata), e annuì contenta.
-E' stato il giorno più bello della mia vita. Grazie, Wes, per avermi accompagnato anche sulla ruota. Dev'essere stato un po' imbarazzante per te, venire giudicato il mio ragazzo-

Il mulatto scosse la testa, stiracchiando un po' la schiena.
Era un po' stanco.
-Non proprio. Certo è stato strano, ma ci hanno definiti “una bella coppia”, quindi non mi dispiace. E poi, noi siamo una coppia, ma non nel senso sentimentale del termine- disse con un sorriso.

-Già, che farei senza te?- rise Touko, mentre il ragazzo diventava un po' rosso.

-Ma dai, non faccio poi così tanto...- borbottò grattandosi la nuca, a disagio.

-Uhm, vediamo... Mi proteggi, m'incoraggi, mi accompagni, mi aiuti sempre nei momenti di difficoltà... Non credo sia poi così poco, sai? Davvero, Wes, ti devo tanto; e il debito aumenterà quando e se questo viaggio si concluderà con me come neo-Campionessa- lo contraddì lei contanto con le dita e dandogli in seguito una leggera gomitata.

-Stai già estinguendo il tuo debito facendomi vivere queste emozioni. Era da tanto che non mi divertivo così, e poi ultimamente sorrido di più ed è grazie a te. Stai rendendo il mio soggiorno a Unima più bello di quanto credessi- rispose Wes, a metà fra il divertito e l'imbarazzato.

-Mi fa piacere che questa regione ti piaccia. Spero che ciò ti faccia restare un altro po' anche dopo tutto questo macello con i tre team- disse un po' triste la ragazza, mentre pensava al tempo che mancava perché tutto ciò che stava vivendo si concludesse con la partenza del Campione.

-Su questo punto avevamo già discusso a Zefiropoli, non ricordi?- le fece notare lui, con un sopracciglio alzato.

-Sì, ma vorrei una risposta precisa. Perché per me è palese che quando te ne andrai da Unima passerà molto tempo perché possa risentirti, stando a ciò che dicono tuo fratello e la tua migliore amica-

Wes non rispose, sentendosi un po' colpevole.
Touko era una delle poche persone con cui aveva stretto un bel rapporto, e l'idea che la sua indole solitaria potesse rendere difficile mantenerlo saldo gli dava fastidio.
Sarebbe stata l'ennesima persona a soffrire per la sua mancanza, e non voleva.

-Non so ancora di preciso se restare o no, Touko. Dipende da cosa dovrò fare dopo questo lavoro: se non mi dessero altri incarichi a lungo termine rimarrei molto volentieri a divertirmi con te, ma se accadesse qualche problema sarebbe mio dovere dargli la precedenza su ciò che desidero- rispose, rammaricato.

Touko sbuffò leggermente, ma non fece altro.
-Va bene, non ne parliamo più. Per questa serata vorrei non pensare a cose tristi e questo è triste. Piuttosto, parlami di questi tuoi incarichi: quanti ne hai portato a termine fin'ora?- chiese, incuriosita.

-Perché ti interessano?- domandò il ragazzo, sorpreso ma sollevato che la discussione vertesse su altro.

-Tanto per farmi un'idea di ciò che mi aspetta in futuro- rispose lei, vaga, facendo spallucce.

-Come vuoi. T'interessano viaggi in regione o qualcosa di meno lungo?-

-Di strada ancora dovrebbe essercene molta, perciò un viaggio. Il tuo preferito, quello che hai passato meglio- rispose la ragazza.

Wes annuì e si lanciò nel racconto del viaggio che aveva compiuto a Hoenn, la regione che più di tutti gli era piaciuta.
Le descrisse ogni città che aveva visitato nei particolari, le loro usanze e le feste a cui aveva partecipato, a volte anche obbligatoriamente.
Le parlò degli allenatori che aveva incontrato, e di quanti problemi aveva avuto per acciuffare i Team Idro e Magma, i combinaguai tipici di ogni regione.

Per la brunetta era entusiasmante sentirlo parlare, e lui riusciva a farle immaginare colori e odori di tutto ciò che descriveva.
Le sembrava di vivere quelle giornate direttamente dal punto di vista dell'amico, tanto particolareggiato era il racconto.

Immaginò persino le lotte in palestra che lui aveva condotto, e che aveva vinto con una sola mossa; immaginò di dar l'ordine conclusivo al fantastico Umbreon del mulatto, di ricevere i complimenti che lui aveva ricevuto per la sua forza.
Immaginò di essere lì, completamente rapita dal racconto del ragazzo che parlava con piacere di quella sua piacevola esperienza.

In poco tempo la ragazza fu a conoscenza di quasi metà viaggio, e quando raggiunsero il Centro Pokémon sapeva ormai tutto ciò che Wes aveva vissuto a Hoenn durante il suo soggiorno di lavoro.

-Però il viaggio che sto compiendo qui a Unima è più divertente di quello che ho concluso a Hoenn, e questo perché mi stai accompagnando tu- disse alla fine, quando furono proprio alle porte dell'edificio.

-E' incredibile, mi sembrava di vedere le cose come le vedevi tu. Racconti davvero bene- rise Touko, allegra, contagiando anche il mulatto.

Ridendo, i due allenatori si avvicinarono al bancone dietro la quale si trovava un'inconfondibile membro femminile della famiglia Joy e ne richiamarono l'attenzione.
La rosa raggiunse con un sorriso coloro che l'aveva chiamata e domandò loro:
-Posso fare qualcosa per voi?-

-Sì, vorremmo sapere se un gruppo di allenatori ha richiesto una stanza qui- disse Wes.

-Ci sono molti clienti che pernottano nelle nostre stanze. Un gruppo grande quanto?- domandò la donna, accendendo lo schermo del pc lì vicino, dove erano inseriti tutte le persone che avevano affittato una stanza.

-Circa otto o nove- rispose Touko dopo un veloce conto dei loro amici.

-Un gruppo fornito, dunque. Stando a quanto ho scritto qui, le ultime nove stanze sono state ordinate effettivamente da un bel po' di persone tutte insieme. Hanno anche fatto rimettere in sesto i loro Pokémon dopo che, secondo quanto hanno riferitomi, hanno battuto la capopalestra Camelia. Circa un quarto d'ora fa- rispose l'infermiera Joy, scorrendo l'elenco.

-Dovrebbero essere loro- disse la brunetta all'amico, il quale annuì.

Poi questo si voltò verso la donna con un sopracciglio alzato e un espressione di dubbio.
-E a nome di chi avrebbero pagato?-

-A nome di un certo... Wes Mokura. E' lei?-

Wes si sbattè una mano sul viso con un sospiro, mormorando qualcosa d'incomprensibile.
Poi annuì e tirò fuori il portafogli.
-Domani quelli mi sentono. Comunque, a quanto ammonta il tutto?- chiese, cercando di restare calmo.

Quando la donna gli disse la cifra, il ragazzo fu seriamente tentato di andare di sopra e buttare ogni singolo allenatore che conosceva giù dal letto e di domandare loro a chi era venuta la felice idea di usare il suo conto in banca.
Tuttavia, con chissà quale autocontrollo annuì e affittò altre due stanze per lui e l'amica.

-Non c'è bisogno, Wes, hai già speso abbastanza. Non mi serve che spendi anche per me, pago io- disse la brunetta, cercando il suo portamonete.

-Non preoccuparti, soldo più soldo meno. Cinque tornei nell'Arena Abissale di Auros e recupero quanto quelli mi hanno fregato, anche se non resteranno impuniti- le rispose, poi si volse verso la donna che cercava di non ridere.
-Ci dia le chiavi-

-Subito- scattò l'infermiera Joy, prendendo due chiavi appese in una cassetta attaccata al muro e posandole nella mano aperta del ragazzo.

-Ehi, ragazzi!!- esclamò la voce di Ash alla loro destra.
I due ragazzi si voltarono e guardarono il corvino, che non indossava il cappello e non aveva Pikachu in spalla: questo sorrideva raggiante e li raggiunse correndo.

-Siete stati via tutto il giorno, che avete fatto?- chiese loro.
Sembrava non accorgersi dell'occhiata di rimprovero di Touko, né di quella leggermente seccata di Wes.

-Avevo fatto una promessa a Touko. Voi, invece: perché avete affittato a mio nome? Con quale permesso vi siete presi la libertà di utilizzare il mio conto in banca?- rispose freddo il mulatto, mettendosi a braccia conserte e trasportando parte del peso su una gambe.

Il ragazzino rimase interdetto, ma assunse un'espressione colpevole.
-L'avevo detto io che si sarebbe arrabbiato...- borbottò grattandosi la nuca, profondamente a disagio.

-Siete tutti ancora svegli?- domandò la brunetta, cercando di distendergli i nervi.

-Sì, siamo tutti nella mia stanza a parlare- rispose il ragazzo, sorridendo un po', grato alla ragazza per il tono dolce e non d'accusa con cui aveva fatto quella domanda.

-Bene, arriviamo. Buonasera- disse il biondo, salutando velocemente l'infermiera Joy e dirigendosi al piano di sopra, dove era stipate le camere da letto.

I due ragazzi si guardarono un attimo, poi salutarono a loro volta la donna e corsero dietro al loro leader.
Già immaginavano il trambusto che ques'ultimo avrebbe fatto per farsi spiegare il perché dovesse sempre pagare lui per tutti.
Era un'occasione da non perdere per un po' di divertimento extra.

-Dove si trova la tua stanza?- domandò atono Wes, chiaramente rivolto ad Ash, accortosi di loro.

-Seguimi- disse il ragazzino, superando il diciassettenne e facendo loro strada.

L'allenatore li condusse fino alla stanza 20B: da dentro proveniva un fitto chiacchericcio ad alta voce, ma era comunque possibile riconoscere le voci basse di Paul e Komor e quella squillante di Belle.
Con un bel respiro, il corvino aprì la porta mostrando agli ultimi due arrivati il fornito gruppetto di ragazzi che vi erano stipati.

-Alleluia, siete tornati!- esclamò Diapo, un po' seccato.
Non gli piaceva molto che la sua ex-amica passasse così tanto tempo con un tipo odioso come quel mulatto.

-Siamo qui- annuì Touko, entrando dopo Ash e sedendosi vicino a Belle.

Wes fu l'ultimo ad entrare e prese posto tra il fratello e Rui.
Guardò tutti con un sopracciglio alzato, facendo calare loro la testa: non era facile resistere allo sguardo del ragazzo, era troppo intenso e brillava di una pacata indifferenza.
La quiete prima della tempesta, e così fu.

-Mi è lecito chiedere chi ha avuto la felice idea di utilizzare il mio conto in banca?- domandò, gelido.

Nessuno rispose.
Nella stanza era calato un tombale e opprimente silenzio, e nessuno sembrava in grado di spezzarlo. Forse solo Touko, che non aveva partecipato in quel progetto, ma decise di non romperlo.
Non avrebbe aiutato nessuno di loro, era stato scorretto il loro gesto.

-E' stata Belle-

Wes si voltò di scatto verso Diapo, il quale aveva parlato, poi puntò gli occhi sulla vivace biondina, che sembrava star tentando di sparire alla vista del Campione.
-E' la verità, Belle?- sibilò.

-Dannato Diapo, traditore- borbottò la ragazza, imbronciata.

-Belle- la richiamò ancora il biondo.

Allorché la giovane alzò il volto in un improvviso slancio di coraggio.
-Sei ingiusto, Wes. Tu paghi sempre tutto a Touko, perché non puoi pagare anche per noi?- sbottò, irritata.

-Touko è una persona sola. Voi siete nove. Hai idea di quanto devo pagare? 20.000 pokésoldi! Non ho questa somma con me, mica pensavo di dover sostenere un reggimento!- rispose il ragazzo, perdeno buona parte della sua freddezza.

-E che sarà mai! Tanto sei ricco- ribattè Belle, seccata, incrociando le braccia al petto e voltando lo sguardo.

Wes non disse altro, ma notò un certo sollievo nelle posizioni degli altri, felici che non fossero stati sgridati anche loro, che gli dava un certo fastidio.
-Non crederete di scamparla, spero. Belle avrà anche lanciato la proposta, ma tutti voi avete acconsentito. Sì, anche tu Ash, nonostante non volessi. Quindi prima o poi mi darete indietro la somma che avreste dovuto spendere voi, e non contate che me ne scordi- disse, duro.

Da tutti si udirono lamenti vari e imprecazioni. Diapo persino disse tra sé: “Io queste matto non lo pago”, ma ricevette uno sguardo carico di minacce dal mulatto e digrignò i denti.
Era troppo codardo per mettersi contro di lui.

-Dai, ragazzi, non ci pensate. Raccontatemi piuttosto delle vostre sfide: qualcuno non è riuscito a battere Camilla o una delle sue antipatiche prove?- disse Touko, cercando di sviare il discorso verso qualcosa di più piacevole.
Fortunatamente il suo tentativo ebbe successo e tornò la felicità nel gruppo.

Il primo a parlare fu Ash: dopo di lei, era riuscito a vincere il posto contro Belle e Komor.
-Non ho avuto nessuna difficoltà nelle prime due prove: dopo tanto tempo e viaggi, non sono stati un problema. Nemmeno le corse contro il tempo hanno messo in difficoltà me e Pikachu. Noi due ci intendiamo come burro e marmellata, vero amico mio?- disse il corvino, sorridendo verso il suo inseparabile topo di tipo Elettro.

-Pikaaaa!!!- assentì il Pokémon, lanciando alcune scintille dalle sacche sulle guancie.

-Il terzo sono stato io, però ho avuto un sacco di problemi nelle ultime due sfide: non sono un tipo sportivo, io; correre non fa per me- disse Komor, aggiustandosi gli occhiali.

-E l'ultima a giudicarsi la Medaglia Volt sono stata io!! Certo non ho potuto mettere in campo Dewott: con un colpo Camelia me lo avrebbe fatto secco. Fortunatamente Herdier non ha avuto problemi, e nemmeno Minccino contro quegli odiosi Emolga. Ne voglio uno anch'io, però, è troppo duciii!!!- squittì Belle, facendo tappare le orecchie alla brunetta dato che le era vicina.

-E... Zebstrika? Camelia l'ha messo in campo ancora, o no?- chiese titubante quest'ultima, un po' timorosa.

-Non lo abbiamo visto, ma sappiamo con certezza che l'ha portato a curare in questo Centro Pokémon. A quanto pare le sue condizioni non sono troppo gravi, però davvero: Haku ha esagerato, oggi, con quel morso. Certo è stato spettacolare vincere senza nemmeno una mossa, però...- disse Spighetto, prendendo la parola.

-Ci ha spaventati moltissimo- continuò la biondina, titubante.

-Ti capisco. Non è la prima volta che fa del male ad un Pokémon: anche a Levantopoli ha trattato malissimo il Pansear di Chicco- annuì sconsolata la ragazza.

Rimasero in silenzio ancora un po', poi Iris sbadigliò.
-E' stata una giornata molto pesante, credo che me ne andrò a dormire. 'Notte a tutti- esordì, poi, oltrepassati gli amici, uscì chiudendosi la porta dietro.

-Credo che andrò anch'io: necessito di una bella dormita, dato che posso riposare in un letto- disse anche Spighetto, ed uscì pure lui.

Poco a poco la stanza di Ash si svuotò degli inquilini, esortati da un corvino assonnato, e tutti andarono nelle rispettive stanze.
Touko, appena si chiuse la porta della sua stanza dietro, sbadigliò sonoramente.
"Ho bisogno anch'io di dormire" pensò, mentre stanca si dirigeva in bagno.

Fece una veloce doccia e, una volta messo il pigiama, si mise sotto le coperte e chiuse gli occhi, addormentandosi quasi subito.
 

 

Wes stava sistemando il suo cappotto sulla testiera bassa del letto.
Era ancora abbastanza irritato per l'improvvisa perdita di soldi, quando bussarono alla sua porta.
Voltò il capo, chiedendosi chi fosse a quell'ora di sera.

Con un leggero sbuffo, si diresse verso la porta e l'aprì, domandando.
Rimase alquanto sorpreso, perché lo scocciatore era Rui.
-Rui! Ti serve qualcosa?- domandò, sorpreso.

-Posso entrare?- disse la rossa, sbirciando all'interno della stanza per vedere se c'era qualcuno oltre l'amico.
Non vide nessuno.

-C-certo, accomodati- disse confuso il ragazzo, scostandosi per far entrare l'amica.

La diciassettenne entrò un po' a disagio nella stanza del mulatto, un po' intimorita dall'idea di trovarsi da sola con lui in una camera da letto.
Tuttavia si era ormai impegnata in quella promessa verso sé stessa, e non poteva tirarsi indietro.

I due ragazzi si sedettero sulla sponda destra del letto e Wes la guardò perplesso.
-Perché questa visita improvvisa?- le chiese, mentre notava grazie all'abat jour il rossore sulle sue guancie.

-Volevo parlare di una cosa con te- gli rispose Rui.

-Cosa?- la incalzò lui.

-Vorrei parlare di... sentimenti-

Wes rimase interdetto e immobile per un po' di tempo, con gli occhi sgranati e le sopracciglia aggrottate.
Poi esplose.

Balzò in piedi con uno sbuffo e, una volta allontanatosi un po' dal letto, si voltò di nuovo verso l'amica a braccia conserte, l'espressione accusatoria.
-Se non erro, di ciò abbiamo ampiamente discusso, Rui- disse, seccato.

-Wes...-

-No! Li conosco i tuoi sentimenti per me, ma quante volte devo ripeterti che non sono ricambiati?- la interruppe il biondo, cominciando a perdere la pazienza.

-Ma io ti amo!!- gridò la ragazza, alzandosi a sua volta, ma lui non fece una piega a quella dichiarazione praticamente urlatagli in faccia.
Rimase fermo e deciso sulla sua decisione, fissando la rossa con occhi sottili.

-Vorrei proprio sapere perché ti ostini così tanto a volerti fare del male- disse calmo, tirando un bel respiro e allontanandosi ancora dall'amica.

Naturalmente questa lo seguì, tentando di farsi ascoltare da quell'idiota che amava con tutto il cuore.
-Perché l'amore è composto di gioia e sofferenza, ed io soffro perché tu non mi capisci come vorrei. Se tu davvero mi volessi bene, tenteresti almeno di darmi una possibilità di dimostrartelo per bene, perché le parole non bastano a dire ciò che provo; ma non me lo permetti!!- esclamò, giungendo le mani a mo' di preghiera.

-Io ti dico di no proprio perché non voglio che tu soffra di più! Io so bene di non... amarti, non come mi ami tu: stare insieme quando il sentimento non è reciproco rende tutto anche peggiore. Per questo non...-

-NO!- lo interruppe Rui urlando, lasciandolo interdetto.
Non era mai arrivata a comportarsi così.

-Non dirmi che lo fai per il mio bene, perché non è vero! Sei un egoista, Wes! Sei tu che non vuoi soffrire, perché per te avermi come ragazza sarebbe un peso! E' evidente che a te piace Touko, si capisce benissimo che provi qualcosa per lei, ma non posso accettare che una... ragazzina si metta tra noi, quando io ti aspetto da anni!- strepitò la rossa, infuriata.

-Non mettere in ballo Touko, lei non c'entra niente- disse automaticamente il ragazzo, rendendosi conto solo dopo di quanto avesse detto.

Sul viso di lei comparve un sorriso di folle esultanza.
-Visto? La proteggi sempre, quell'adorabile angioletto. Quante volte invece hai giocato con me, facendo finta di abbandonarmi durante il tuo viaggio? Facevi di tutto per liberarti di me, e adesso egoisticamente mi chiami a rapporto per aiutarti nella sua regione!-

-Piantala, Rui, ora stai esagerando- l'ammonì il Campione, duro.

-No, non la pianto. Questa notte mi sono decisa a farmi valere e quindi sarò io a vincere su di te, una volta tanto- esordì lei, avvicinandoglisi troppo.

Il mulatto arretrò istintivamente, ma per sfortuna nel farlo incontrò il letto e cadde disteso sul materasso. La ragazza ne approfittò e gli si mise di sopra, provocandogli un brivido di paura per l'espressione che aveva in viso.
Era troppo intensa, non riusciva a sostenerla.

Finché Rui non si abbassò, fino a che non fossero in grado di sfiorarsi con il naso, e gli sussurrò decisa:
-Accettalo, Wes. Tu sei mio-

Poi si abbassò ancora e lo baciò.

 


Touko si svegliò di soprassalto, colta da un incubo.
Anzi, non un incubo: aveva un brutto presentimento. Sentiva come se ci fosse qualcosa che non andava, come se qualcuno a cui voleva bene fosse in qualche modo in pericolo.

Lanciò un'occhiata alla Scurolite, posata sotto l'abat jour, ma non diede alcun segno di vita. Eppure, quella brutta sensazione...
Qualcuno non stava bene, ma non sapeva chi.
Decisa, si alzò dal letto e s'infilò gli scarponcini senza calze, prese le chiavi della stanza e uscì da essa, sempre con quella brutta sensazione di qualcosa che non andava per il verso giusto.

 


Wes non poteva crederci.
Eppure la pressione esercitata da Rui sulle sue labbra con le sue era una cosa più che vera, e gli stava invadendo ogni angolo della sua mente.

Sentiva il cuore che batteva come un colibrì, le sue guancie accaldate, il corpo dell'amica che lo bloccava dolcemente sulla morbida superficie del letto su cui teoricamente avrebbe dovuto dormire già da un pezzo...
Sentiva tutto e niente, perché il suo battito cardiaco gli aveva riempito le orecchie con il suo rumore martellante.

Eppure lo sentiva.
Rui lo stava baciando. Il suo primo bacio.
Era sconvolto: possibile che dovesse andare a finire così?

Sentiva un dolore straziante al petto, perché ciò che stava accadendo non era giusto.
Quel bacio... era sbagliato. Non era lei che voleva.
Non era Rui colei a cui voleva dare il suo primo bacio: un bacio è una promessa, ma lui sapeva che non avrebbe potuto mantenerla, quella promessa.

Era sbagliato, e doveva porvi fine, perché nella sua mente, in quel momento, c'era il volto di una persona che premeva insistentemente, e lo incoraggiava a interrompere il tutto.
Anche se ciò avrebbe fatto soffrire la sua migliore amica.
"Tanto più sconvolti di così non possiamo diventare" si ritrovò a pensare, amareggiato.

Con una spinta decisa, cercò di ribaltare le posizioni così che potesse riprendere il controllo della situazione.
La rossa, sotto di lui, sperava che quel gesto potesse sfociare in qualcos'altro, ma non fu così e lo capì quando Wes la guardò con uno sguardo sconvolto e impaurito, e le disse un'unica parola, due lettere.

-No-

Fu un “no” secco, deciso, ma in quelle splendide pozze color oro che erano i suoi occhi si leggeva tutto il tumulto di emozioni che stavano imperversando all'interno del suo animo.
Dopodiché, si alzò e scappò via dalla sua stessa stanza, lasciandola sola sul letto, con gli occhi che poco a poco le si riempivano di lacrime.

Wes corse lungo il corridoio senza badare al silenzio che avrebbe dovuto fare per non disturbare le persone che dormivano nel Centro Pokémon.
Non gl'importava più di nulla, era troppo sconvolto.

Si passava continuamente una mano sulla bocca, come nella speranza di ripulirle da ciò che era successo poco prima.
Come per cancellare il peccato che si era compiuto nella sua stanza.

Era stato obbligato a dare il suo primo bacio a Rui, una ragazza che non amava, proprio da quest'ultima.

Per lui, come per chiunque persona che crede in ciò, il primo bacio era una promessa da fare solo alla persona che si ama, la persona con la quale si vuole costruire un rapporto che vada oltre la semplice amicizia.
Una cosa preziosa, che gli era stata tolta per colpa della sua indelicatezza.

Scese le scale di fretta e uscì dalla porta senza badare ad una alquanto sorpresa infermiera Joy.
Era stato troppo, persino per lui, perdere qualcosa di caro e di significativo come il primo bacio.

Sconvolto e sperduto, si fermò a prendere una boccata d'aria per ripulirsi i polmoni e la memoria dell'odore di Rui, e si allontanò dalla costruzione.
Un'anima triste nel cuore della notte.

 


Touko aveva perlustrato le vicinanze del Centro Pokémon, ma non aveva ancora trovato l'oggetto del suo brutto presentimento.

Era ormai notte fonda, quasi le tre, e stava crepando di sonno: non poteva certo continuare la sua ricerca col rischio di svenire in mezzo alla strada.
Non sarebbe stato di alcun aiuto.

Si trovava nei pressi del Centro Pokémon, quando sentì un fruscio proventiente dalla sua sinistra.
Voltò il capo, circospetta, e cautamente si avvicinò al cespuglio dietro il quale immaginava trovarsi l'autore del suono. Le sembrava di vedere qualcosa di nero.

Man mano che la distanza diminuiva, intravedeva parti di un corpo umano.
C'era qualcuno che dormiva sotto l'albero?
Quando fu completamente vicina, si accorse con suo sommo stupore che la figura che pisolava sotto l'albero altri non era che...

-Wes!!- esclamò, aggirando il cespuglio che lo nascondeva e correndogli vicino.
Provò a scuoterlo, ma il ragazzo non dava segni di volersi svegliare.

-Avanti, svegliati!- disse a voce meno alta, tentando di svegliarlo tirandolo per un braccio.
I tentativi andarono avanti a vuoto: il ragazzo sembrava non volersi smuovere da quella posizione, e ci stava mettendo tutta sé stessa!

Alla fine gli si sedette accanto, guardando la sua espressione tranquilla ma triste.
-Spero non sia per colpa mia che ti sei messo a dormire qua, Wes- borbottò, contrariata.

All'improvviso il ragazzo spalancò gli occhi e si mise seduto a velocità impressionante, facendola cadere a terra dallo spavento.
Tuttavia, quando guardò il ragazzo con rimprovero notò che la paura riempiva i suoi occhi.

-Wes?- lo chiamò, titubante, ma lui non diede segno di averla udita.
Solo quando pronunciò nuovamente il suo nome il mulatto si accorse di lei e la guardò un po' confuso.

-Che ci fai qui?- le chiese con tono d'accusa.
La brunetta percepì qualcos'altro: era pensieroso, ma anche... distante?

-Avevo un brutto presentimento. Tu invece perché dormi sotto l'albero anziché nel letto? Spero non sia per me- rispose la ragazza, inclinando la testa verso destra.

-Per te?-

-Questa notte mi sono svegliata con il brutto presentimento che qualcuno non stesse bene. Sono uscita a vedere se effettivamente c'era qualcuno nei guai, ma non ho trovato nessuno nei paraggi. Però nemmeno tu sembri stare particolarmente bene, hai una pessima cera- annuì la ragazza.

Provò a mettergli una mano sulla fronte per controllare la sua temperatura, ma Wes scacciò la sua mano con un colpo poderoso che le fece male.
-Ahia! Ma che t'ho fatto?!- esclamò la ragazza, ritirando la mano sorpresa.

Lui non le rispose ed abbassò il capo, facendola sbuffare.
-Ti saluto, passa una buona notte. Fatti vedere domani, o partiamo senza te- sbottò, e tornò eretta.

Fece per andarsene, ma il ragazzo, accortosi che lo stava lasciando, la prese per mano e la tirò indietro così forte da farla cadere. Touko gli precipitò addosso, sbattendo pure la testa in modo doloroso.
Portò una mano a massaggiarsi la parte e lesa e puntò gli occhi in quelli del ragazzo con uno sguardo adirato.

-Si può sapere che diamine ti prende?!- gli sbraitò contro, cercando di mettersi seduta.

-Scusa, non volevo farti male- disse lui, atono, come se non gli importasse molto di essere sgridato.
Ciò lasciò interdetta la ragazza, che aggrottò la fronte e guardò confusa l'amico.
Era parecchio triste, e assente.

-Senti, ma sei sicuro di stare bene? Non prenderla a male, ma hai tutta l'aria di uno che è depresso- gli disse, mettendogli una mano sulla guancia.

Questa volta lui non la respinse, anzi chiuse gli occhi e si godette quella sorta di carezza che la brunetta gli aveva fatto, lasciando stupita quest'ultima.
Non avrebbe mai creduto di vedere il ragazzo comportarsi in quel modo, non con lei e non sotto la luna.

-Non me la prendo, so che è così. Mi aiuteresti ad alzarmi? Temo di non riuscirci da solo, non in questo momento- rispose Wes, guardando la ragazza dritta negli occhi.

Touko rimase immobile sotto quello sguardo sconsolato e annuì, sorpresa.
Si alzò e prese il ragazzo per un braccio, mentre l'altro faceva presa contro l'albero alle sue spalle per mettersi in piedi.
Una volta sulle gambe, il mulatto barcollò ma tenendosi all'amica riuscì a recuperare l'equilibrio perso.

-Andiamo al Centro Pokémon, hai bisogno di dormire- disse la ragazza e, una volta messogli un braccio attorno ai fianchi e fattasi abbracciare allo stesso modo dal giovane, lo condusse verso l'edificio con passi lenti.

Servì un po' di tempo perché i due ragazzi potessero intravedere l'edificio ormai praticamente buio, se non per la luce che illuminava l'ingresso.
L'infermiera Joy li accolse con un “bentornati”, ma non ricevette risposta se non un lieve cenno da parte di entrambi.

I due allenatori salirono le scale fino al primo piano e percorsero il corridoio sempre con calma, finché Touko non domandò:
-Vuoi che ti accompagni fino alla tua camera?-

-Non voglio tornarci in quella stanza- disse subito Wes, rabbrividendo, la paura nella sua voce.

-Va bene... Ti fermi da me, allora? C'è un divano molto grande ad angolo, nella mia stanza-

ll giovane annuì, sempre mezzo assente. Con un sospiro, la brunetta si fermò dopo due porte, prese la chiave dalla tasca del pigiama e aprì quella che portava all'interno della sua camera.
L'abat jour era accesa e creava un effetto penombra, dando un senso di sollievo a chi entrava.
Anche il Campione avvertì un po' di tensione in meno, appena sufficiente a tranquillizzarlo.

-Se vuoi farti una doccia, il bagno è lì. Io sono stanchissima, credo che dormirò fino a mezzogiorno- ridacchiò la ragazza, stiracchiandosi e camminando verso il letto a due piazze.

Con calma, si sedette e sfilò gli scarponcini dai piedi. Poi fu la volta della maglietta del pigiama a maniche lunghe.
Wes fece per voltarsi, tremendamente imbarazzato e rosso in viso, però notò che l'amica indossava la canottiera sotto perciò voltò solo lo sguardo, fissando con un certo interesse il panorama fuori dalla finestra.
Era così bella la luna...

-Ti sei incantato?-

Il giovane si voltò e si ritrovò la ragazza in piedi davanti a lui, che lo guardava interrogatoria.
Con sommo imbarazzo, notò anche che la canotta non la copriva molto e le lasciava la pancia un po' scoperta.

-No, sto bene- disse, cercando di non guardarla.

-Come vuoi. Buona notte- disse la brunetta, facendo spallucce e tornando a letto.
Nel percorso sfilò anche l'elastico dai capelli, lasciandoli ricadere liberi e sciolti sulle spalle.

Wes rimase a guardarla incantato, senza nemmeno accorgersi che le si era avvicinato lasciandola di stucco.
-Senti, potrei... dormire con te? Questa notte non mi va di stare da solo- esordì con chissà quale senno.

La brunetta lo guardò con gli occhi sgranati.
"Decisamente questa sera non è in sé. Non me la sento però di negargli un po' di compagnia, è davvero sconvolto" pensò.

-Certo- rispose, e si sedette sul letto.

Il ragazzo, con un sorriso mesto di gratitudine, andò dall'altro lato e levò scarpe e occhiali. Depose quest'ultimi sopra il comodino e si mise sotto le coperte, avvicinandosi alla ragazza che lo aspettava.

-'Notte- gli disse Touko, sorridendogli.
Dopodiché, gli diede le spalle e spense la sua lampada.

-Ti posso abbracciare?-

La ragazza voltò immediatamente il capo e fissò il Campione interdetta: perché le faceva quella richiesta?
Non era da lui.
-S-sì, certo che puoi. Mi permetti di farlo a te, non vedo perché tu non dovresti- rispose, imbarazzata.

Wes le sorrise dolcemente e le cinse i fianchi con le braccia. La strinse a sé con timore, ma con una voce dolce e felice al tempo stesso le augurò buona notte all'orecchio.
Touko arrossì, ma ricambiò l'augurio e chiuse gli occhi.

Il mulatto rimase ancora un po' con gli occhi aperti, respirando l'odore di mela verde che i capelli della brunetta emanavano, poi li chiuse e sussurrò con voce fievole:
-'Notte anche a te, Touko. E grazie-

                                                                                  *
Salve!!
Ecco a voi il trentaquattresimo capitolo in regola con la tabella di marcia ;)
Devo dire che questo cap mi sembra assai più lungo di quello precedente, nonostante il pc mi dia un peso uguale o.o
Immagino Rui che bacia Wes da un sacco di tempo, anche se l'avevo fatta meno drammatica per la rossa e avevo pensato di farla sempre di sera però attorno al fuoco di un bivacco.
Questa versione la reputo migliore di quella a cui pensavo prima, semplicemente per il fatto che Touko non ha pianto (eh sì, immaginavo di farglieli vedere, povera lei :°( ).
Ringrazio Jeo 95 per la recensione, you're cool!!
Il prossimo cap verrà inserito Venerdì, ciao!

  
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