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Autore: FairLady    15/05/2012    4 recensioni
Il Delena è un must per me ed ogni volta che mi capita sotto agli occhi qualche scena particolarmente emozionante non riesco a fare a meno di scriverne qualcosa. Li adoro insieme per ciò che riescono a far provare a chi li ama. Per i loro sguardi che spesso dicono più di mille parole. Per il fatto che ci sono sempre l'uno per l'altra quando hanno bisogno e se anche la loro storia non dovesse essere destinata a diventare qualcosa di più di ciò che è adesso, so che Elena e Damon sarebbero sicuramente stati destinati ad un amore epico.
La OS del capitolo 6 si è classificata Quinta al "The Vampire Diaries Contest" indetto da REAwhereverIgo sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Klaus era morto.
Il pick up viaggiava veloce verso non so dove, lontano da Mystic Falls.
Klaus era morto.
“Ricevuto, Jer…” Matt aveva parlato con mio fratello. Riagganciò proprio mentre riuscii a formulare un pensiero coerente.
“Dobbiamo tornare indietro!” gli urlai. La disperazione mi stava soffocando.
Ma mi guardò, senza parlare.
“Ascoltami, Matt. Se Klaus è il capostipite della loro stirpe, allora moriranno tutti!”
“Dobbiamo tornare indietro, Matt!” La voce mi uscì ancora più forte. Ancora più determinata. Ancora più esasperata.
Dovevo tornare a Mystic Falls.
Caroline. Tyler. Abby. Stefan. Damon. Avrei perso tutti. Non mi sarebbe rimasto niente, oltre al rimorso di essere scappata mentre c’era più bisogno di me.
Avrei fatto in tempo a tornare per dir loro addio?
“Elena…” la voce tombale mi congelò.
“Che c’è?” sentivo che a questo non sarei sopravvissuta.
“Damon non è con loro.” Sentii il cuore, con un tonfo sordo, precipitare nell’abisso.
“Cosa?”
“È a 150 km dalla città. – mi guardò, compassionevole. Mi leggeva la morte negli occhi? Io potevo sentirla arrivare – Posso continuare a guidare verso di lui o posso fare inversione e tornare da Stefan. A te la scelta.”
Eccolo il bivio, infine. Drastico, crudele. Fatale.
In qualunque direzione avessi scelto di andare, sarei morta dentro anche io.
Cosa si poteva rispondere quando ci veniva chiesto qualche parte del cuore strapparsi?
Mi sentivo prigioniera di me stessa e dei miei sentimenti.
“Elena, non c’è più molto tempo…”
L’orologio inesorabile ticchettava veloce. Fare inversione? Continuare a guidare fuori città?
E pezzi lacerati di me iniziavano a staccarsi dalle ossa. Dalla mia anima.
Presi fiato e sul cellulare digitai un numero. Quello che dentro me non avrei mai creduto di poter comporre in una situazione come questa.
“Elena!”
“Stefan…” sentivo già l’angoscia pervadermi. “…stai bene?”
Lo sentivo impaurito, o forse solo preoccupato per me. “Sì, mi sento bene. Per il momento…”
Deglutivo a fatica. Sarebbe stata l’ultima volta che avrei sentito la sua voce?
“Bene – sospirai per quanto l’ansia mi permettesse – vedrai che non accadrà niente di brutto…”
“Si, lo penso anche io. In fondo Klaus può aver mentito…”
Potevamo aspettarcelo da quel bastardo di un ibrido, ma se invece avesse detto la verità?
“Dove stai andando, Elena?”
Il cuore pompava disperato. “Fuori città…” cavai fuori d’un fiato. Matt si voltò a guardarmi. Avevo risposto alla sua domanda.
Sapevo che cosa volesse dire la mia scelta, ma non avevo alternative. Per troppo tempo avevo messo gli altri davanti a me. Se dovevo perdere tutto, almeno l’ultima volta, avrei dato retta ai miei sentimenti.
Amavo Stefan, ma amavo Damon di più. Ora ne ero sicura.
“Da Damon…” Mi sentivo sbagliata e giusta allo stesso tempo, ma dovevo spiegargli, doveva sapere.
“Lo amo, Stefan. È stato presente nella mia vita quando mi sono sentita sola, smarrita. Impaurita. Abbandonata.”
Meschino da parte mia farlo sentire in colpa per una decisione che aveva a che fare solo con me, ma era così, in fondo.
“Tu non eri più tu. Tu… tu rinnegavi tutto ciò ho sempre creduto fosse importante, e anche quando avresti potuto liberarti del tuo lato peggiore, l’hai tenuto stretto. L’hai scelto. E…”
“Elena, lo capisco.”
“Stefan, io ti ho amato e forse non mi sono mai disinnamorata di te, ma…”
“Elena, davvero… Non devi preoccuparti per me. Ero preparato in fondo. In qualche modo me lo aspettavo…”
“Ti voglio bene, Stefan. E sono sicura che andrà tutto bene e ci rivedremo presto, e…”
“Addio, Elena.” la sua voce era rilassata. Forse troppo. Era il suo modo di lasciarmi andare cercando di non farmi sentire in colpa.
“Addio, Stefan.”
 
“Fammi indovinare, chiami per vedere se il Triste Mietitore è passato a trovarmi?”
“Come ti senti? Hai già dei sintomi?” gli chiesi mentre già camminavo verso i box in cui Matt diceva si trovasse Damon. Sentivo il mio corpo fremere dal desiderio di stringerlo, speravo, non per l’ultima volta.
E quell’amore che avevo nascosto per troppo tempo nei meandri di me stessa stava sbocciando. Consapevole. Profondo. Vero.
“Non ancora.” Mi rispose. Chissà come doveva sentirsi! Mi venne da piangere mentre correvo all’interno della struttura sotterranea.
“Ma sono certo che ci faremo una bella risata quando scopriremo che Klaus è un bugiardo di proporzioni immani.”
Riusciva a sdrammatizzare anche ora che in ballo c’era la sua vita. Mi fece quasi sorridere. In cuor mio desideravo ardentemente che avesse ragione.
“Già, sono sicura che andrà così…” avevo quasi il fiatone. Dovevo trovarlo.
“Ehi, ma dove sei?” la comunicazione era disturbata, il segnale debole.
“Damon! Damon! Lo chiamai più volte. Lo sentivo a malapena.
“Elena, dove sei?”
“Elena… di qua!” Matt mi strattonò per una manica, trascinandomi dalla parte apposta a dove stavamo andando.
E infine riuscii a sentirlo anche io.
“Elena, dove….”
Svoltammo l’angolo e la macchina di Klaus era parcheggiata in un grande androne. Vedemmo la bara dove sicuramente l’ibrido, o quel che restava di lui, giaceva.
“Damon, sei qui?”
“Elena!”
Finalmente comparve da dietro l’auto e mi sentii mancare dal sollievo.
Le sue braccia mi strinsero disperate, come se da me dipendesse tutta la sua vita.
La mia dipendeva certamente dalla sua.
“Damon.” Scoppiai in lacrime.
“Sei venuta qui, sei pazza? Alaric è qui in giro…” mi stringeva sempre più forte baciandomi i capelli e stringendomi ancora. Se fosse morto lo avrei seguito anche io… così per Alaric sarebbe stata la fine almeno, e io non avrei potuto continuare a vivere senza di lui.
“Non potevo far finta di nulla – il pianto dirotto mi toglieva il respiro – potresti… potresti…”
Non mi era possibile immaginare il mondo senza Damon.
“Te l’ho detto. Klaus è un bugiardo patentato… non è lui il nostro capostipite…”
“Non puoi morire… Semplicemente non puoi…”
I suoi occhi mi chiamarono e mi incatenarono.
Non lo avevo mai visto piangere, in quel momento, per la prima volta, mi parve così fragile.
“Non puoi lasciarmi, Damon… non adesso… non così...” tiravo i lembi del suo giubbotto e mi stringevo a lui
“Elena, io ti amo… non posso andarmene. Finché esisterai il mio posto sarà accanto a te… qualsiasi sarà la tua scelta…”
Lo guardai seria.
“Io la mia scelta l’ho già fatta, Damon.”
 Le lacrime bagnavano entrambi i nostri visi.
Disperazione. Amore. Una linea così sottile.
“Sono qui, con te.”
   
 
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