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Autore: JessL_    15/05/2012    15 recensioni
Si dice che l’amore è cieco e che la sfortuna ci vede più che bene; Jessica ha sempre concordato in pieno... soprattutto da quando ha capito che non vede più Francesco solo come un amico. Dovrebbe, perché lui è fidanzato, perché si conoscono da una vita... e perché in un certo senso lo ha promesso a sua cugina.
Come andrà a finire? Jessica sarà veramente innamorata di Francesco?
E Francesco che cosa prova per la sua migliore amica?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ma salve! Eccomi qui col nuovo capitolo, o meglio, col primo vero capitolo :) sono davvero molto contenta che abbiate accolto bene il prologo... spero sia la stessa cosa con questo – tengo le dita incrociate!
 
La storia sta uscendo più seria di quanto volessi/mi aspettassi, ma non mi lamento, almeno se non lo farete voi. Detto ciò, vi lascio solo i link per contattarmi sul gruppo di facebook, per parlare con me e delle storie.
 
Detto tutto ciò, grazie di cuore a tutti! Buona lettura...



 
Here with me – Dido.

Due anni dopo il prologo...

 
Sospiro osservando la tazza di caffè, sono talmente stanca che potrei svenire su questo tavolo e non accorgermi nemmeno della botta.
Al momento mi sembra piuttosto allettante come ipotesi, almeno dormirei un po’... da quanto tempo è che non dormo?
<< Sei così pensierosa perché hai già ascoltato la segreteria? >> Mi chiede Lea senza guardarmi, entrando in cucina e servendosi il caffè in una tazzina.
<< Segreteria? Da quando ce l’abbiamo? >> Le chiedo inclinando il capo; la mia coinquilina mi guarda stranita per qualche attimo, poi si sede accanto a me – ovviamente non distogliendo nemmeno per un secondo lo sguardo – e infine, con lentezza studiata, appoggia la tazzina sul tavolo.
<< Hai insistito per settimane pur di averla, hai riempito la testa mia e di Rebecca dicendo che dovevamo averla perché ci faceva molto Americane, molto... occupate... e questo è accaduto tipo due mesi fa. >> Mi mordo il labbro inferiore quando riporto tutto alla mia mente.
<< Hai ragione, scusami. >> Lea alza gli occhi al cielo.
<< Se non è per la segreteria, perché mai dovresti essere così frastornata? >> Beve un sorso della sua colazione e io decido di dirglielo, nonostante questo comporti prendermi una bella strigliata alle sette e un quarto di venerdì mattina.
<< Non ho dormito. >> Dico velocemente per poi immergermi nella mia tazza.
I suoi occhi azzurri mi freddano all’istante e io cerco di non soffocarmi con la mia stessa saliva.
<< E perché mai? Eri con Francesco? >>
<< Se ti dicessi di sì, saresti più tranquilla? >>
<< Che cos’hai fatto per farla innervosire di prima mattina? >> Chiede, piuttosto divertita, la nostra cara Rebecca, unendosi a noi per la colazione.
Sbuffo, facendo aumentare il divertimento dell’ultima arrivata. << Non ho fatto niente, sono solo uscita... e tornata praticamente quando lei si è svegliata. >> Bec sgrana gli occhi.
<< Apperò. >> La guardo male: se voleva mettermi ulteriormente nei casini, è sulla buona strada.
<< Non sono affari miei, cioè, non sono tua madre che può sgridarti o dirti cosa fare o non fare ma... ascolta la segreteria e soprattutto non sentirti in colpa nei miei confronti... potrò farti un po’ anche da mamma, ma non lo sono. >> Mi passa una mano tra i capelli mentre si alza e io guardo Rebecca con gli occhi sgranati.
<< Il mondo sta per finire. >> Sussurro facendola ridere ma subito dopo, mi alzo e raggiungo il telefono nell’entrata e mi siedo sulla sedia che si trova là vicino, appoggiando la cornetta all’orecchio e avviando la segreteria.
Ehi... non hai risposto al cellulare, quindi deduco che... o stai dormendo, oppure non sei a casa e visto che è solo mezzanotte, direi che è molto probabile la seconda opzione. Giuro, non vorrei disturbarti ma, avrei bisogno di te: della mia migliore amica. Ho nuovamente litigato con Elisa e non so che diamine fare... sembra che tutto quello che io faccia o dica non sia mai abbastanza o comunque non è la cosa che vorrebbe sentire lei. Sono in confusione e... e solo tu puoi aiutarmi. Chiamami.”
Sospiro rimettendo il telefono a posto e passandomi subito dopo una mano tra i capelli.
<< Mi spieghi una cosa? >> Mi volto sorpresa verso di Lea.
<< Certo, dimmi... >>
<< Come fanno a stare insieme da tre anni? >> Ridacchio.
<< Non lo so. Sotto sotto sono innamorati, è che hanno due caratteri molto... combattivi. >>
<< Francesco, con te, non è molto combattivo. >> Sorrido osservandola mentre si appoggia al muro incrociando le braccia al petto.
<< Perché sa di perdere in partenza, sono molto più testarda di lui, ma Elisa no... sono molto orgogliosi e di conseguenza si battono per ogni cazzata, perché loro non litigano per cose serie, bensì per cazzate. >> Leandra annuisce, ma non pare del tutto convinta.
<< Sì ma... ha detto di essere confuso. >> Aggrotto la fronte.
<< E allora? >> Chiedo non riuscendo a capire il nesso tra le cose.
Piuttosto agitata, Lea, si avvicina non sapendo come iniziare il discorso che vuole farmi, e io temo che si tratti sempre della solita questione che non condivido per niente.
<< Non pensi che magari tu possa essere uno di quei problemi? >> Sputa, infine, lasciandomi di sasso poiché non mi aspettavo di certo una cosa simile.
Incrocio le gambe sulla sedia e la guardo con un punto interrogativo in fronte.
<< Elisa è pienamente a conoscenza della nostra amicizia, dell’affinità che abbiamo e soprattutto non è gelosa. >> Lea quasi mi scoppia a ridere in faccia e mi da le spalle tornando in cucina. Inutile dire che la seguo a ruota con un diavolo per capello. << Scusa, ma, perché te ne sei andata? >>
<< Perché spari solo un sacco di stronzate! >> Schiudo la bocca, lasciando tranquillamente che il bancone della cucina ci dividi. Un rumore mi fa voltare e vedo Rebecca tutta intenta a osservarci mentre mangia i cereali dalla scatola, manca si trattasse di popcorn. La trafiggo per un secondo con lo sguardo ma subito dopo torno ad occuparmi di Leandra.
<< Io non sparo stronzate, dico solo la verità! >>
<< Verità? La verità è che il vostro rapporto è fuori da qualsiasi parametro! E non lo dico perché siete un ragazzo e una ragazza, bensì perché vi nascondete dietro la banale scusa di essere migliori amici. >> Le sue parole mi feriscono più di quanto dia a vedere, cerco di non ridere dal nervoso, ma ci riesco a malapena.
<< Sarebbe una banale scusa? >> Mormoro non distogliendo i miei occhi marroni dai suoi azzurri. << Francesco in questi due anni mi è stato più vicino di qualsiasi altra persona. Mi è stato accanto come fratello, come amico, come bodyguard... non puoi dire che la nostra amicizia non sia sincera. >>
<< No. No. >> Lea sta scuotendo il capo dispiaciuta. << Sai benissimo che non intendevo quello... dico solo che... dal di fuori, potreste sembrare tutto tranne che migliori amici. >>
<< A me di quello che pensano gli altri, non m’importa. >>
<< Ed è giusto che sia così... ma mettiti nei panni di Elisa. >> Non ribatto, sono rimasta piuttosto sconvolta. La guardo come se fosse un’aliena e lei riprende la parola. << Sa di dover combattere con te, perché lui si confida con te, se c’è qualcosa che non va cerca te, se tu hai bisogno di qualcosa, lui vola... tu vieni prima di lei e un paio di volte lui lo anche ammesso. >> Ho le mani tra i capelli, i gomiti appoggiati al bancone della cucina.
<< Dove vuoi arrivare? >> Chiedo infine.
<< Che è giusto che tu stia vicino a Francesco, che tu stia bene assieme a lui e tutto il resto... ma non dimenticarti che ha già una fidanzata. >> Alzo immediatamente lo sguardo.
<< Ma pensi che io non lo sappia? Lui parla spesso e volentieri di lei, anche quando non litigano e non deve sfogarsi. Sono la sua migliore amica: so tutto di lui. >>
<< E la cosa non ti pesa? >> Chiede Rebecca, forse non riuscendo a starsene fuori.
<< No, perché anche lui sa tutto di me. >> Nessuno ribatte e io faccio per uscire dalla cucina.
<< Una volta mi hai detto: “Io e Fra abbiamo questo bel rapporto perché non proviamo attrazione l’uno per l’altro”. Lo pensi ancora? >> Abbasso lo sguardo osservando il pavimento, ma infine mi giro; di certo Lea non avrebbe mai accettato una risposta senza che io la guardassi negli occhi.
<< Sì, lo penso ancora. >>
 
<< Che ci fai qua? >> Mi siedo sul cofano di un’auto e lo osservo muoversi un po’ più agitato del solito. È arrabbiato e non mi è per niente difficile capire che ce l’ha con me.
<< Ho la pausa pranzo, perciò ho deciso di passare questo tempo con il mio migliore amico. >>
<< E ieri sera dov’eri? >> Si è voltato incavolato, e i suoi occhi azzurri sono diventati più chiari. Lo osservo per qualche secondo, ma vedendo che non distoglie lo sguardo, capisco che vuole a tutti i costi una risposta.
<< Sono andata a ballare con Erica, Federica, Stefano, e Alessio. >>
<< E non potevi avvisarmi? >> Sgrano gli occhi.
<< Scusa papà, se mi è passato di mente. >> Dico ironicamente facendolo sbuffare. Con la sua tuta da meccanico, mi si avvicina e mi affianca.
<< Hai ragione, scusami... è che ieri sera è stato un inferno. >>
<< Ok, ci sta... ma non prendertela con me. >> Francesco annuisce e poi mi sorride.
<< Ti sei divertita? >> Faccio una smorfia.
<< Poteva andare meglio, ma non mi lamento. Più che altro mi manca il letto. >> Fra scoppia a ridere.
<< Anche oggi neanche un’ora di sonno? >> Chiede divertito.
<< Non ricordo nemmeno quando è stata l’ultima volta che mi sono sdraiata. >> Ridiamo ma subito dopo, guardando il suo profilo dalle linee gentili e perdendomi tra le sue piccole lentiggini vicino al naso, decido di andare dritta al punto.
<< Quanto è stata seria questa discussione? >>
<< Ha detto che per lei è tutto senza senso, ingestibile e che è stufa di litigare. >>
Tengo per me quello che penso, ma lui, praticamente subito, mi sprona. << Se stai in silenzio per fin tempo, significa che c’è qualcosa che vorresti dire. >> Sbuffo.
<< È che... dovrà pur aver avuto dei motivi per dire delle cose simili e tu... tu cos’hai fatto? Cos’hai detto? Non hai cercato di capirci qualcosa? >>
<< Certo che l’ho fatto ma... ma non siamo arrivati a nessun punto. >>
<< Quindi ti ha lasciato? >>
<< No. >> Dice candidamente, più tranquillo di quanto fosse ieri sera quando mi ha lasciato il messaggio in segreteria.
<< E cos’ha fatto? >> Scrolla le spalle.
<< Mi ha detto di parlarne con te, perché la decisione aspetta a me e solo tu puoi aiutarmi. >> Penso che i miei occhi non siano più al posto giusto.
<< Ha messo me in mezzo? Lei non lo fa mai! >> Dico sconvolta, sentendomi in colpa, senza aver fatto nulla, tra l’altro!
<< Lo so! Per questo ero così sconvolto! Che cosa dovresti farmi capire? >>
<< Ah non lo so. >> Stiamo in silenzio per un po’, forse pensando a entrambi alle uscite strambe della sua ragazza.
<< Comunque voi ragazze siete troppo strane. >> Alzo un sopracciglio guardandolo stranita.
<< Perché, voi ragazzi no? >> Sbuffa.
<< Andiamo a mangiare, va! >>
 
<< Come mai qua? >> Chiedo a mia cugina Veronica, trovandomela sul divano una volta che torno a casa dal lavoro. Veronica si alza e sospira scrollando le spalle. E io penso subito al peggio.
<< Valerio ti ha lasciata? È successo qualcosa? >>
<< Cosa? No! >> Tiro un respiro di sollievo e la spingo lievemente rimproverandola per avermi spaventata.
<< Scusa, ma sei sola? Come sei entrata? >> Chiedo sentendo il silenzio che avvolge la casa.
<< Non sono sola... c’è Rebecca di là, ma sta studiando. >> Ah. Annuisco e vado a prendere l’acqua in frigo.
<< Come mai da queste parti? >> Chiedo non guardandola.
<< Si tratta di Elisa. >> Cercando di non sbuffare, mi siedo al tavolo, accanto a lei, e cerco di non risponderle male.
<< Che cosa devi dirmi? >>
<< Vuole parlare con te, solo voi due e non vuole che Fra lo sappia. Pensi di riuscire a tenergli nascosto qualcosa? >>
<< Perché il tuo tono sa tanto di accusa? >> Chiedo sulla difensiva.
<< Non sa di niente, è che... non mi piace vedere la mia amica stare male. >>
<< Io non ho nemmeno capito perché stia male. >> Ammetto lasciandola un attimo a corto di parole. Veronica solitamente non si prende così tanto a cuore una relazione che non è sua, ma fin da quando io e Francesco ci siamo riavvicinati... non lo so, lei mi ha sempre ricordato della presenza di Elisa, come se non l’avessi sempre a mente senza che lei si ostinasse a ripetermelo.
<< Lei... vorrebbe avere il rapporto che tu hai creato praticamente in una sola sera con lui. Non capisce come tu abbia fatto ma... >> La interrompo.
<< Lei vorrebbe essere la sua migliore amica? >> Chiedo stupita.
<< No, certo che no! Ma vorrebbe la vostra complicità, il vostro feeling... >>
<< Io non ho mai capito una cosa: ma voi, pensate che io e Francesco andiamo a letto assieme? Perché posso assicurarti, cara cuginetta, che tutta questa intesa, c’è proprio perché tra di noi non c’è nulla di puramente fisico. >>
<< È tutta una questione mentale, ed è ancora peggio. >> Sospiro scuotendo il capo.
<< È per questo che ho imparato a non farmi influenzare dal parere degli altri o a fare le cose che voglio senza preoccuparmi di quello che potrebbe dire la gente... non farei niente se dovessi pensare a come reagirebbe quello o quell’altro! >>
<< Ma qui si tratta della sua fidanzata! >>
<< Sì, che ha mandato te a fare da piccione viaggiatore! >> Veronica non ribatte subito, e alla fine nemmeno lo fa, mi passa semplicemente un biglietto con su scritto un orario e un posto.
 
<< Non devi andarci. >>
<< Sì, che ci deve andare! >> Alzo gli occhi al cielo.
<< Grazie, care coinquiline, per essere così d’accordo tra di voi. >> Dico ironicamente meritandomi un’occhiataccia da parte di entrambe. << Ci andrò, non ho niente da nascondere, semmai devo solo difendere il mio rapporto con Francesco. >>
<< E pensi che sia una cosa da poco? >> Mi chiede Lea.
<< No, ma devo farlo. Se non mi presentassi sarebbe solo peggio, chissà Elisa che castelli mentali si farebbe. >>
<< Ha ragione. >> Ammette Rebecca, nei miei confronti.
<< Francesco lo sa? >> Scuoto il capo all’ennesima domanda di Lea.
<< Certo che no! Lui non la prenderebbe bene... penso che in quel caso sarebbe lui a lasciare lei per mancata fiducia. >>
<< E allora diglielo! >> Quasi urla Bec, facendomi sgranare gli occhi.
<< Sei pazza? Non ci penso proprio! Adesso è diventata una cosa tra me ed Elisa... e devo anche andare se non voglio arrivare in ritardo. >>
<< Ci farai sapere tutto, vero? >> Sorrido alla loro curiosità.
<< Certo. Ogni minimo, singolo, dettaglio. >> Sorridono e io esco da casa pronta ad andare in contro al lupo cattivo. O forse è meglio dire alla strega cattiva.
   
 
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