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Autore: REAwhereverIgo    15/05/2012    4 recensioni
"Anche i demoni hanno un cuore" dal punto di vista di Rea!Che cosa le succedeva mentre Laura era occupata con Mephisto?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Rin Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’ora dopo, ristorante sul mare.

Bello!” esclamò la ragazza guardandosi attorno. Era molto piccolo, dipinto di blu come l’acqua. Sembrava di stare in un acquario gigante.

Speriamo che si mangi bene” rispose lui. Stavano guardando il menù.

Io voglio questo” decise Rea, indicando un piatto misto di pesce. Sembrava buono.

Anche io” le disse.

Ehi, non copiarmi! Prendi qualcosa di diverso!” si arrabbiò l’altra.

Che? Perché?

Perché così dividiamo!” rise la ragazza.

Cioè tu vuoi che noi prendiamo due piatti diversi per dividerli?

Uhm, più o meno” rispose lei, vaga.

Mi sa che c’è la fregatura, ma va bene” concesse.

Ordinarono un misto di pesce e uno di terra, così da smezzarlo e mangiare due cose invece di una.

Mentre aspettavano, si misero a parlare un po’ di tutto: Laura e Mephisto; Shiemi; Yukio; Satana. Evitarono accuratamente di discutere, però, del bacio. Anche se non l’avrebbero mai ammesso, cercar di chiarire la situazione adesso era spaventoso. Se non fosse andata come volevano, cosa sarebbe successo alla loro amicizia?

Cibo!” esclamò la ragazza, quando arrivarono i piatti.

Sembra che tu non mangi da due giorni

Se fai due calcoli ti rendi conto che è praticamente così” gli ricordò.

Ah, già” disse lui. Addentò un pezzo di carne.

Cavolo. È proprio delizioso!

Davvero? Fammi assaggiare” gli ordinò lei. Rin spostò il piatto dal tavolo, allontanandolo dalla sua forchetta.

Eh, no! Prima mi dai un pezzo del tuo e poi si vedrà” le propose.

Che cosa? Ma questo si chiama ricatto!” protestò la ragazza.

Mmmh, sì, direi di sì” ammise lui.

Sei malvagio!” lo accusò.

Sono un demone, cosa ti aspettavi? Tè e pasticcini?” le fece presente.

Ci speravo” confessò lei, imbronciata.                     

Possibile che tu tenga sempre il broncio?” chiese Rin, ridendo.

E’ colpa tua, sei tu che me lo fai venire” lo accusò.

Certo, è sempre colpa mia

 

 

Va bene, adesso posso morire in pace su questo bel lettuccio caldo” annunciò Rea, stendendosi sul materasso non appena furono rientrati in stanza. Si stava così bene.

Vuoi dormire adesso?” si stupì il ragazzo.

Che male c’è? Sono dovuta stare tutta la notte sdraiata sulla roccia, non è molto comodo

Guarda che lo so, ero con te” le ricordò.

Dopo quella frase scese il silenzio. Entrambi stavano pensando al bacio.

Lei si schiarì la gola.

Non importa, adesso sono stanca, probabilmente mi riposerò un po’. Notte!” gli augurò. Si mise sotto le coperte e lo lasciò lì, a fissarla.

Notte” sussurrò.

Si stese sulla branda a fissare il soffitto e sospirò. Gli aveva dato noia il comportamento della ragazza: non solo si era arrabbiata quando le aveva detto che le persone potevano pensare che loro avessero passato la notte… in quel modo… ma inoltre aveva evitato l’argomento “insieme”. Che diavolo stava succedendo? Che se ne fosse pentita?

A dirsela sinceramente, anche lui era infastidito nel pensare che le persone potevano credere che avessero fatto sesso, eppure non gli sembrava un’idea così strana. Erano due ragazzi che erano rimasti soli tutta la notte. Forse la cosa strana era proprio che non fosse successo niente.

 

 

Fuori era buio, ormai. Quando Rea aprì gli occhi il sole era tramontato da un pezzo.

Che ore sono?” si chiese. L’orologio segnava le dieci di sera.

Che cosa? Ma io mi sono addormentata oggi pomeriggio alle due! Significa che ho dormito… otto ore!” esclamò, incredula.

Rin, perché non mi hai svegliata? Rin?” lo chiamò, alzandosi dal letto.

Il ragazzo era addormentato sulla branda, con i capelli bagnati e l’asciugamano addosso. “Deve essersi lavato” pensò. Lo scosse un po’, ma non reagì ai suoi richiami.

Certo che anche tu sei un caso perso” disse sottovoce.

Lo sentì russare e trattenne a stento una risata.

Devo trovare qualcosa da fare, adesso” decise.

In camera non c’era niente che servisse da svago, né un televisore né, tantomeno, libri o computer.

Si guardò addosso: non aveva ancora fatto la doccia. “Speriamo che non si svegli” pensò. Si chiuse in bagno e si spogliò.

Fa’ che dorma finché non ho finito” pregò entrando nella vasca da bagno. Aprì l’acqua e si beò della corrente sulla pelle. Le lavò via il sale che era rimasto dal pomeriggio prima. Si insaponò e risciacquò con molta calma, prendendosi tutto il tempo che le serviva.

Questo è il paradiso” esclamò.

Rimase sotto la doccia per almeno venti minuti prima di decidersi ad uscire. Prese l’accappatoio dal portasciugamano e se lo mise addosso, stando attenta a evitare che si aprisse.

Accostò leggermente la porta del bagno e si affacciò. Rin sembrava ancora addormentato. Fece un bel respiro ed entrò in camera, facendo più piano possibile.

Frugò in borsa alla ricerca di un pigiama. Ma che diavolo! Non è possibile che Laura non me ne abbia dato uno” pensò. In quel momento la lettera che le aveva lasciato nella sacca cadde a terra, voltandosi. C’era un post scriptum dietro.

Mi ero dimenticata una cosa: per quello che spero succeda non dovresti avere bisogno della camicia da notte, quindi non l’ho messa. Non ti arrabbiare troppo, ok?

Rea tremò leggermente con il foglio in mano.

Io ti ammazzo!” esclamò, dimenticandosi di Rin per un istante. Le sue grida lo svegliarono.

Che succede? Un demone?” chiese alzandosi, subito pronto ad attaccare.

Fu un attimo: nell’istante in cui fu in piedi, l’asciugamano cadde a terra.

Rea rimase sbalordita, immobile, a fissarlo.

 

  
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