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Autore: Zarhi    05/12/2006    2 recensioni
Aspettando il settimo libro della Rowling... "La pioggia rendeva impossibile distinguere i contorni delle cose, delle persone…non riusciva ad orientarsi e rischiò più di una volta di perdersi nell’oscurità assoluta…poi, finalmente, vide la sua figura, il profilo tanto amato, e seppe cosa fare. Sfoderò la bacchetta e senza alcuna esitazione esclamò "stupeficium!"." Non contiene anticipazioni, è esclusivamente una mia produzione...quindi leggete tranquilli!
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sulle mie labbra”

Sulle mie labbra”

 

Capitolo 1:

 

La pioggia rendeva impossibile distinguere i contorni delle cose, delle persone…non riusciva ad orientarsi e rischiò più di una volta di perdersi nell’oscurità assoluta…poi, finalmente, vide la sua figura, il profilo tanto amato, e seppe cosa fare. Sfoderò la bacchetta e senza alcuna esitazione esclamò “stupeficium!”, sorridendo nel vedere l’ennesimo mangiamorte crollare a causa di un suo incantesimo. L’entusiasmo durò poco, perché un lampo di luce verde attirò la sua attenzione su una persona, il cui corpo senza vita era appena precipitato ai suoi piedi…Severus Piton intanto correva sempre più veloce verso la salvezza…la rabbia era così forte che avrebbe voluto urlare, ma provava solo un immenso dolore, il suo cuore batteva e…si svegliò, nel suo letto a Hogwarts, accanto al quale Luna Lovegood dormiva tranquilla. Era stato il sogno a svegliarla? O forse il suo stesso sudore? Era completamente spugnata, come appena uscita dalla doccia, e non aveva altra scelta: doveva cambiarsi. Così si alzò, aprì il baule ai piedi del letto a baldacchino e cominciò a cercare una veste da camera…ne trovò una a suo parere bruttissima, ma si rallegrò del fatto che fosse asciutta e la indossò. “Che stupida!” pensò subito dopo “avrei potuto asciugarla con la magia”. Ma era così distratta in quei giorni…il suo sesto anno era iniziato in maniera così strana che non riusciva a trovar pace: la Mc Granitt era ancora la preside (nonostante continuasse ad insegnare la sua materia: trasfigurazione), Lumacorno oltre a pozioni insegnava anche difesa contro le arti oscure, il campionato e gli allenamenti di Quiddich erano stati sospesi a tempo indeterminato e tutto il regolamento sulle case di appartenenza era cambiato. Lo smistamento era avvenuto regolarmente, come tutti gli anni, ma gli studenti avevano saputo solo dopo che i dormitori non erano più quelli di sempre: Corvonero e Grifondoro avrebbero avuto spazi comuni nella storica sede  di questi ultimi, mentre Tassorosso e Serpeverde avrebbero dovuto convivere al terzo piano, che una volta era proibito agli studenti. Tutto ciò era conseguenza dell’incredibile ma in parte giustificata riduzione del numero degli iscritti, che erano meno della metà degli anni precedenti, e che per ragioni di socializzazione e sicurezza erano tenuti a stretto contatto tra loro. Le camere dei professori, infatti, non erano più decentrate, bensì situate a metà strada tra le due sale comuni, il che gli consentiva di dormire sonni più tranquilli. Tuttavia tutti questi cambiamenti non erano ben tollerati dagli studenti ( in particolar modo dai Tassorosso, e come biasimarli?), e il morale era piuttosto basso. In più tutte le lezioni supplementari di difesa contribuivano a sfiancarli e stressarli sempre di più, ma erano necessarie…se i mangiamorte avessero attaccato di nuovo…sarebbe stata la fine, e dovevano essere in grado di difendersi.

Tra i tanti che si erano ritirati tornando dalle proprie famiglie c’erano tre persone che avevano scritto la storia degli ultimi anni di Hogwarts: Ron Weasley, Hermione Granger e Harry Potter. Pensava spesso a loro, e a cosa stessero facendo…erano mesi che non riceveva più notizie (la posta era controllata e sarebbe stato troppo rischioso), anche se la rassicurava sapere che l’Ordine della Fenice l’avrebbe avvisata in caso di disgrazia. Si, senza dubbio i suoi genitori sarebbero venuti a scuola ad avvisarla. Questo era l’unico pensiero che le donava un po’ di tranquillità, anche se continuava a fare quel terribile sogno e a svegliarsi all’improvviso come se fosse stata davvero per ore sotto la pioggia battente. Forse avrebbe dovuto parlarne con la Mc Granitt, ma aveva passato abbastanza tempo con Harry da essere contagiata dalla sua pessima abitudine di non riferire le cose potenzialmente importanti finché non riteneva di non avere scelta.

Richiuse le tende, si sistemò sotto le coperte, chiuse gli occhi…pioggia, mangiamorte, quella figura nell’ombra, quel corpo senza vita…li riaprì all’istante. Non voleva più fare quel sogno. Dato che uscire dal castello era contro il regolamento si limitò a vestirsi, e a scendere nella sala comune, che stranamente non era vuota: uno strano uccello dall’aria selvaggia la attendeva alla finestra, cosa un po’ insolita in verità, e ancor più stranamente volò via senza neanche bere un po’ appena lei prese la lettera. Evidentemente scritta con una penna alteragrafia, brevettata da Fred e George, era breve ma importante:

 

“Va tutto bene, mi manchi, vorrei poterti dire di più ma davvero non posso. Lo sai…avrei tanto bisogno di parlarti, sento che sto cambiando e vorrei che tu potessi starmi accanto. Saluti dagli altri.”

 

Era perplessa, ma comunque felice…Hermione, la sua migliore amica, le aveva finalmente fatto avere sue notizie! Aveva detto che andava tutto bene, quindi poteva stare un po’ più tranquilla di prima…quanto al cambiamento che stava avvenendo in lei, beh, era facile immaginarlo. Erano mesi che vagava con Harry e Ron alla ricerca degli horcrux nascosti da Voldemort, chissà in quali condizioni viaggiavano e dormivano, sperava che almeno gli eventuali combattimenti non fossero stati troppo duri. Queste esperienze cambiano le persone, lo sapeva anche lei, non era più stata la stessa dopo il suo primo anno ad Hogwarts, quando aveva riaperto la Camera dei Segreti perché manovrata dallo stesso Voldemort. Anzi, da uno dei suoi horcrux…maledetti, dovevano essere trovati e distrutti.

Non sapeva di preciso quanto tempo aveva trascorso su quella poltrona a pensare al biglietto ricevuto, ma ben presto si rese conto che il sole era alto nel cielo ed era senza dubbio ora di colazione. Senza particolare entusiasmo si recò in Sala Grande, dove i cinque lunghi tavoli erano stati sostituiti da tre di forma circolare e misura piuttosto ridotta, uno era riservato agli insegnanti, gli altri erano per gli studenti di tutte le case. L’unica cosa che era rimasta invariata, con grande piacere dei commensali, erano la quantità e la bontà del cibo che veniva servito…le tavole erano imbandite e stracolme di ogni genere di alimento adatto per la colazione, e Ginny si servì porzioni piuttosto generose: le giornate erano sempre più impegnative, e aveva bisogno di energie. Nonostante i dolci esercitassero una buona attrazione, non riusciva a smettere di pensare a quel sogno che continuava a occupare le sue ore di sonno, non sapeva come spiegarlo, e forse non voleva neanche. Decidendo che era meglio fingere che non fosse mai accaduto si alzò, e raccolte le sue cose si avviò pigramente con Neville verso l’aula della professoressa Mc Granitt. Anche quel giorno era cominciato…

  
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