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Autore: Nami91    06/12/2006    0 recensioni
Irlanda, nome di una terra verde, fertile e rigogliosa. Nome di un Paese nobile e semplice, quasi un angolo di mondo sperduto agli occhi dell’ “altra gente”. Irlanda. Nome di un popolo coraggioso e fiero, sottomesso suo malgrado all’autorità dei Grandi proprietari terrieri di un tempo. Tuttavia, mai alcuna difficoltà costrinse questa indomita gente ad arretrare, ma anzi, le difficoltà, i sorprusi, gli abusi di potere, avevano forgiato tale carattere; “se non hai la terra, non hai nulla”: questa la massima alla quale era molto più che un dovere obbedire. Verso la fine del 1800, i popolani forti e caparbi nutrivano già un antico odio per tutto ciò che la nobiltà rappresentava; il ricco sopravviveva, acquistando terreni su terreni, sfrattando senza mezze misure anche qualche poveraccio che si trovasse innocuamente di mezzo, se fosse stato il caso; ed il povero covava rancori su rancori, rabbia su rabbia, odio che si andava ad aggiungere ad altro odio, in una catena innaturale che sembrava non avere fine. Fino a quando qualcuno non decise di ribellarsi, e porre fine a questo lento ma inesorabile decadimento… Sì, lo so ke vi starete kiedendo "mo' ke c'entra questo cn Dragon Ball?". E' molto semplice: la mia storia è liberamente e ampiamente ispirata ad 1 dei miei film preferiti, "Cuori Ribelli"...nn so quanti di voi l'abbiano visto, ma in certi punti lo trovo xfetto x narrare la storia di Goku e Chichi! Voi potrete essere d'accordo cn me oppure no..ma prendete questa fanficiton x quello ke è: 1 modo diverso ed originale di vedere 1 universo ke io adoro..quello di Dragon Ball! Buona lettura (spero!) e..vi prego, nn massacratemi! XD
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Chichi, Goku
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Capitolo 2

 

La mente di G= oku si annebbiò per qualche secondo. SPOGLIE. PADRE. VOSTRO PADRE. “MORTO” rimbombò ad un tratto nei pensieri del ragazzo, = ed il suo cuore si fermò in gola. Per poi riprendere a battere veloceme= nte, sempre più velocemente, mentre Goku corr= eva verso il vecchio macellaio, e suo fratello entrava trafelato in casa con un’espressione inorridita stampata sul volto.

 

-Appoggialo lì, Goku, sulle coperte.

 

Goku<= /span> obbedì al fratello, e adagiò il p= adre su quel letto candido e bianco dove tante volte, tutti e tre insieme, avevano giocato a lanciarsi il cuscino. Poi si accovacciò lì al lato, fissò per un attimo quel volto scosso dagli ultimi spasmi prima della fine, nascose il suo tra le mani e pianse. Gli parve, per una frazione di secondo, di sentire la voce di suo p= adre che sussurrasse il suo nome. “Forse la sua= anima mi parla ancora, o forse è solo la mia stupida immaginazione, molto più probabilmente” pensò Goku. E invece, poco dopo, sussultò nel sentire una m= ano che teneva forte la sua. Alzò gli occhi neri e incontrò quelli grigi e vuoti del padre, ancora spalancati.

 

-PAPA= ’? PAPA’! MA TU = ERI MORTO!

 

-Sì figliolo, è vero…ero morto..ma sono dovuto tornare indietro dall’aldilà, perché devo d= irti una cosa molto importante.

 

Goku<= /span> strabuzzò gli occhi,= non ci poteva credere. Un morto che parla. Se fo= sse stato ai nostri giorni avrebbe potuto giocarsi u= n bel 47 al Lotto, non trovate? Ma siccome correva l’anno 1893, non potè fare altro, per quanto incredulo fosse, = che sedersi e ascoltare.

 

-Tu sei strano figliolo…

 

-Sei tornato dal regno dei morti p= er dirmi che sono strano? Papà, non ti capiscoR= 30;

 

-Ascolta, invece di saltare subito= su!- ribattè il padre corrucciato.

 

Forse per paura nel vedere il cada= vere di suo padre, morto fino a pochi minuti prima, rivolgergli normalmente la parola, Goku si zittì e stette a sentire.

 

-Figliolo, la tua mente è ingenua, e fantasiosa, e il tuo animo è buono. Forse tu non comprend= erai pienamente il significato delle parole che ti dirò, forse sei ancora= troppo giovane per capire certe cose. Ma ti chiedo di ascoltarmi attentamente, e di fare ciò che deve essere fatto.

La terra è stata da sempre = la nostra fonte di vita, ma anche di difficoltà. Perché tu sai b= ene, figliolo, che questa terra che io coltivavo, e che tuo nonno ha coltivato p= rima di me, non è nostra e non lo è mai stata: ce l’hanno solamente data in prestito. E siccome, come sai altrettanto bene, la vita qui è cara e non abbiamo avuto altra scelt= a, abbiam dovuto accettare di coltivarla per conto di ch= i i soldi li guadagna a palate, e può permett= ersi il lusso di farci lavorare gratis e di imporci sempre più tasse.

Ora tu, figliolo, devi promettermi= una cosa.

 

Goku<= /span> prese di nuovo la mano del padre, la port&ograv= e; al petto e la strinse forte.

 

-Tutto quello che vuoi, papà= ;.

 

-Devi promettermi che un giorno o = l’altro caprai di meritare di meglio. Tu sei nat= o per essere libero figliolo, lo leggo nei tuoi occhi ogni volta che ti guardo.

 

Goku<= /span> si asciugò una lacrima che era riuscita = a farsi strada sulla sua guancia, e sorrise al padre.

 

-Figliolo, gli uomini sono fatti per vivere serenamente nel loro angolino di Paradiso. Se non hai la terra, non hai niente.=

Perci= ò promettimi che un giorno andrai via da questa c= asa, a cercare un posto migliore dove vivere e dove coltivare il tuo pezzetto di terra. Che sarà di tua proprietà, tuo sol= tanto. Non importa quanto tempo ci vorrà, promettimi solo che lo farai.

 

Goku<= /span> adesso non poteva più trattenersi; le la= crime scendevano lente e calde dai suoi occhi profondi, senza che lui le comandas= se.

 

-Te lo prometto, papà.=

 

Il vecchio padre si spense cos&igr= ave;, serenamente. Questa volta il suo viso non era più contorto, ma disteso e rilassato, quasi sorridente. La sua anima stava volando verso l’alto, verso la Luce.

 

-Andi= amo Goku, andiamo a seppellire papà. C’è ancora posto in giardino per una b= uca più grossa.

 

Goku<= /span> si voltò verso il fratello, irato.<= /o:p>

 

-E= 217; questo il modo in cui piang= i nostro padre?

 

-Piangere o non piangere fa lo ste= sso. E’ morto, niente lo riporterà indietro.

 

-BEH, QUESTA VOLTA SI FARA’ = COME DICO IO!- scattò Gok= u con rabbia –CHIAMA I BECCHINI: CHE PREPARINO UN SALUTO DEGNO DELLA GR= ANDE PERSONA CHE ERA E CHE SARA’ SEMPRE.

 

 

Fine 2° Capit= olo

  
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