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Autore: AnonimaKim    15/05/2012    8 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo stupendo a mio parere,forse un po' senza senso ma mi piace da matti.

Voglio chiedere gentilmente a tutti coloro che seguono questa storia di farmelo sapere con una recensione,non perché io ne voglia,ma mi serve sapere se a qualcuno interessi il continuo. Mi sembra inutile continuare a scrivere se nessuno segue no?

 

 

Questa non me la aspettavo!

 

 

Da piccola amavo pane burro e marmellata,mia madre me ne faceva sempre trovare una fetta sul tavolo la mattina.

Non credevo di avercela fatta,ero riuscita ad ottenere informazioni su di lui,abbastanza perché potessi rintracciarlo. Eravamo tornate alle 4 del mattino,io ero troppo soddisfatta per potermi addormentare. Al nostro ritorno,Heather e Al hanno fatto la loro apparizione nel salotto dei due innamorati che ci stanno gentilmente ospitando. Bridgette e Geoff erano andati a lavorare al Moondance,mentre Al e Heather dormivano ancora,almeno credo. Ero seduta al tavolo della cucina e mi gustavo la colazione,assorta in qualche futile pensiero,ammesso che ce ne fosse stato realmente uno. Era da tanto che la mia mente non pensava a niente. Il rumore davanti a me richiamò la mia attenzione,alzai lo sguardo e incrociai quegli occhi azzurri che tanto mi piacevano.

-”Non pensavo fossi già sveglia”- parlò lui per primo,lasciando poi posto a uno dei suoi soliti scoccianti sorrisi. Il mio sguardo sfiorò l'orologio appeso alla parete: le 9:15. In genere ero sveglia a quest'ora,ultimamente stavo facendo le ore piccole,forse è per quello che ero così in ritardo con la sveglia la mattina.

-”Spiritoso”- lo schernì io,ripresi a guardare la mia ultima fetta di pane. Avevo notato che non indossava la maglietta,dovetti nascondere il viso anche per non far notare quel sorriso un po' esasperato che stava cercando di disegnarsi sul mio viso. Erano due le possibilità:

  1. Dormiva senza. Questo mi fece segretamente preoccupare in merito alle mie provocazioni del giorno precedente.

  2. Se l'era levata apposta,tanto per tirarsela un po'

Non potevo escluderne nessuna,ma comunque doveva saperlo che a me queste cose non importano,nonostante non possa ammettere che cercavo di non cedere alla tentazione di guardarlo...e rendere evidente che lo stavo facendo.

-”Pensavo fossi soddisfatta”- disse poi lui

-”Lo sono”- risposi forse un po' perplessa,non sapevo a cosa si stava riferendo di preciso. Fece le spallucce e sembrò congedarsi dalla conversazione,ma non fu così. Lo vidi pensare a qualcosa,sorridere,come mai aveva fatto. Diciamo che con tutta la malizia contenuta in quel sorriso,avrebbe potuto preoccupare comunque.

-”Che fai oggi?”- mi chiese cercando di mascherare quell'evidente compiacimento. Fui colta alla sprovvista e dovetti intentare qualcosa di intelligente.

-”Niente”- già,questo era molto intelligente! Avevo risposto troppo in fretta,gliela avevo servita su un piatto d'argento.

-”Esci con me?”-

Mi sentì il pezzo di pane finire in gola,tossì due volte prima di riprendere lucidità,e di ricominciare a respirare. Avevo sentito bene? Mi guardava con un'aria compiaciuta e divertita dalla mia imbarazzante esibizione di shock emotivo.

-”Cosa?!”- Non poteva dire sul serio,insomma come poteva invitarmi ad uscire in un momento come quello?D'altronde senza il minimo preavviso. Fece le spallucce e continuò a guardarmi divertito,come se fossi uno spettacolo da non perdere. Forse lo ero.

-”Non te lo far ripetere”- si sporse sul tavolo e avvicinò velocemente il suo viso al mio,i suoi due zaffiri mi trafissero senza alcun riguardo.

-”Alle sei,fatti trovare pronta quando torno”- mormorò con un tono caldo e sensuale ad un palmo dalle mie labbra,prima di posare le sue labbra calde sulla mia guancia. Si allontanò chissà dove,lasciando me completamente immobile con gli occhi sbarrati nella disperata ricerca dei miei polmoni. Forse avevo dimenticato come si respirava. Non era strano che mi facesse sentire così? Tutto ciò non aveva senso. Forse la cosa che mi preoccupava di più era il fatto di non essere mai uscita con nessuno,era il fatto che non sapevo come ci si comportava,era il fatto che non sapessi....lo avevo pensato,lo avevo pensato sul serio. A questo punto potevo dire di essere andata,completamente.

-”Wow”- mi girai con un gesto veloce,dietro di me Heather era poggiata sul muro,sul viso un sorriso fiero.

-”Ma tu guarda,questa sera lascio libera la camera”- sogghignò lei facendo fiorire la mia irritazione.

-”No,grazie mille”- risposi io acida,era ovvio che il mio non era un ringraziamento. Si sedette vicino a me incrociando le braccia.

-”Il mio primo appuntamento era alle 8 di sera,ho iniziato a prepararmi alle otto di mattina”- mi guardò sottecchi e capì quale assurda fine mi toccava fare: Barbie-cavia-da-laboratorio.

-”No,Heather. Mi vestirò così,forse è solo per parlare un po'. Insomma...cosa si fa agli appuntamenti?”- non era proprio una domanda,solo che lei mi rispose lo stesso.

-”probabilmente si va a prender un gelato alla tua età”- mi rispose tranquilla,io avevo già un sorriso vittorioso sulle labbra.

-”Alla sua no però. In genere gli appuntamenti dei 18enni riguardano principalmente Alcol,fumo o...sesso,nel migliore dei casi”- aggiunse lei,sapeva che mi avrebbe fatto goal. In quel momento volli sprofondare nelle profondità più remote degli inferi.

 

 

Qualcuno aveva sostituito Bridgette a lavoro,così Heather l'aveva informata senza il mio consenso. Ci eravamo segregate in camera mia e discutevano su quale colore mi stesse meglio. Sinceramente,le vedevo fuori di testa.

-”Per me dovrebbe provare il rosa,le starebbe bene”- disse Bridgette ad un tratto,dovetti trattenere un'ondata di vomito.

-”No,Bridgette ti prego,il rosa no”- mugolai io come una ragazzina impacciata. Mi sentivo terribilmente a disagio in quella situazione. Heather mi squadrò per un attimo.

-”Ci pensiamo dopo,ora abbiamo altro da fare”-

Bridgette accese la radio e la mise a volume non troppo alto perché potessimo sentirci senza urlare. Heather mi costrinse a farmi un bagno e mi ci mise dentro ogni genere di saponi e profumi che fecero riempire di bollicine tutto il bagno. Non avevo mai fatto il bagno,fu un esperienza traumatizzate.

Dopo circa un'ora di acqua forzata,Heather mi tirò via dalla vasca e mi legai un accappatoio. Io avrei fatto volentieri con un asciugamano,ma Bridgette ha insistito così tanto che mi dispiaceva rifiutare ancora. Non ero una ragazza che aveva mai sofferto particolarmente di peluria sulle gambe,ma quelle due mi costrinsero a soffrire a bocca chiusa per una buona mezz'oretta. Come previsto,Barbie - cavia - da – laboratorio. Bridgette mi spalmò sul viso una crema che puzzava da morire,fu un tortura oscena tenere quel coso venti minuti mentre Heather mi toglieva un po' di peluria che avevo di troppo sulle sopracciglia,non era tanto,non c'era bisogno di farmi soffrire in quel modo. I miei capelli subirono la più drammatica delle operazioni: spicciarli. Sapevo che i miei capelli dopo la doccia erano peggio di una balla di fieno,ma non mi aspettavo che avrebbero sofferto così tanto sotto tutti quegli oli e quei balsami.

Giurai a me stessa che non avrei mai più avuto a che fare con un appuntamento...

Mai

 

 

A quel punto c'era un unico dilemma ancora da risolvere: Il vestito.

Sì,il vestito,perché Bridgette e Heather non avevano intenzione di lasciarmi andare “conciata” com'ero. Tutto era esagerato,non era una serata di Gala infondo no?

Osservai i due vestiti che mi venivano proposti. Uno era bianco,con un piccolo rigonfiamento sulla fascia seno,il resto era lasciato cadere sulle gambe,una cinta d'oro. Era carino,e decisamente avrei scelto quello perché l'altro non ci pensavo neanche. Non che non fosse bello,anzi,era meraviglioso,assomigliava tantissimo a un vestito che aveva mia madre: Era blu,si apriva come una nuvola di seta,una “v” veniva segnata da un affare d'oro di cui non capì la funzione. Il problema? Scollato,corto,decisamente scollato,decisamente corto.

Come andò a finire?

Andò a finire che mi convinsero a provare quello

Mi piaceva,ma diciamo che non era da me essere così...”generosa”,perché la scollatura mi sembrava decisamente troppo,poi la gonna era leggera,non aderiva alle gambe,mi sentivo come se fossi in camicia da notte.

Dove andavo così? Ma soprattutto cosa cavolo stavo facendo?

IO?Uscire? Non era nel mio DNA essere una vera e propria “ragazza”,mi sentivo del tutto fuori posto,a disagio.

-”Ti sta benissimo”- disse Bridgette,dovetti dargli ragione.

-”C'è sempre una prima volta”- mi consolò Heather,ma non fece che aumentare il mio disagio. Mi stava confortando o mi stava prendendo un po' in giro? Forse il doppio senso non c'entrava nulla.

Per i capelli,me li avevano legati in una semplice acconciatura,mentre mi avevano incastrato una rosa blu nel mezzo,mi piaceva. Io ero sempre più convinta che dovessi andare ad un ballo di fine anno,ma cercai di non darlo a vedere. A quel punto Heather mi disse che Duncan era andato con Al in giro,così capì perché non lo avessi visto per tutto il giorno,ne frattempo di erano fatte le sei meno cinque e io ormai mi vedevo come una perfetta imbecille. Io non dovrei fregarmi di queste cose,io dovrei solo pensare a quello per qui ero sopravvissuta,ma credo che la mia testa in quel momento avesse....come bisogno di Vivere.

Esatto,quella era la parola giusta

Vivere per vivere,non per odiare.

Quando suonarono alla porta,mi prese un attacco di ansia che cercai di ignorare,di contenere,mi sentivo un'idiota. Heather e Bridgette mi spinsero fuori dalla porta e mi ritrovai all'ingresso,il campanello continuava a trillare e io ero immobile a fissare la porta come una perfetta imbecille. Sospirai,mi feci coraggio.

Non potevo avere paura....di lui. Era una persona come un'altra infondo no? Aprì la porta più in fretta possibile per non darmi tempo di architettare una scappatoia all'ultimo minuto.

I suoi occhi mi si aprirono davanti come un fulmine a ciel sereno,il suo sguardo sembrò sprofondare nel mio. L'unica cosa che riuscivo a pensare erano le parole di Heather che mi stavano tartassando,ma poi mi ricredevo pensando che finché io fossi rimasta lucida di mente,non sarebbe mai accaduto niente.

Io ero sicura di me stessa,quanto basta perlomeno,per evitare di fare cazzate.

Mi squadrò da capo a piedi,non fui sorpresa da quell'occhiata maliziosa che mi rigettò sulla scollatura. Mi trattenni dal tirargli uno schiaffo e mi limitai a piegare la bocca in una smorfia di disappunto. Afferrai la mia giacca leggera dall'appendiabiti e mi guardai bene da tenere la giacca in mano all'altezza del seno,così perlomeno non mi sarei sentita osservata.

-”Lo fai apposta giusto?!”- la sua non era una domanda. Lo ignorai e uscì di casa,chiudendo la porta alle mie spalle.

-”Non rompere”- mi limitai a dire dirigendomi verso la passerella di legno che ci collegava al Moondance,e poi al resto della città. Mi venne dietro e mi affiancò,dovevo aspettarmelo.

Si lasciò sfuggire un sorriso divertito,al cui ricambiai segretamente. 

  
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