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Autore: Obliviosa Black    15/05/2012    1 recensioni
Obliviosa Black è una quindicenne disadatta, strana che adora passare il suo tempo a fantasticare, trovando la felicità ma escludendosi dal mondo reale allo stesso tempo. Proprio fantasticando la ragazza si "perde per strada" e inizia a vagare nella propria immaginazione, arricchita dai personaggi dei proprio film,fumetti e libri preferiti, da cantanti e da persone a lei vicine. All'inizio non sembra un crossover ma in realtà lo è.
Genere: Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Arriva una zaffata di vento improvvisa. I capelli si gonfiano, mi volano in faccia e restano ad oscillare sulla fronte, sul naso e sul mento come le foglie secche impigliate tra i rami. Davanti a me vedo un tumulto di colori: il bianco che scema nel rosso per poi passare al grigio.
È così che immagino qualcosa che viaggia ad una velocità troppo elevata per l’occhio umano. In realtà se un oggetto viaggiasse alla velocità della luce non lo vedrei affatto ma per reazione ho sempre pensato di poter vedere un minimo accenno del colore dell’oggetto comparire nella mia visuale. Come un pittore che schizza della tempera sulla tela.
Sento un frastuono, un rimbombo che entra da un’ orecchia per poi uscire dall’altra, lasciando un suo ricordo nel cervello. Dopo qualche secondo anche se è ritornata la calma continuo a sentirlo.
Allora i capelli smettono di ondeggiare sopra il mio viso e si sgonfiano come un palloncino, gli schizzi di rosso, di bianco e di grigio spariscono lasciando la mia visuale pulita come prima.
È come la vita che correre veloce, sfuggendo ai tuoi programmi per il sabato sera, per le vacanze, per il ragazzo che vorresti invitare ad uscire; scappa in una zaffata di colori lanciata da un pittore sulla tavola, lasciandoti frastornata.
O più semplicemente è come un treno ad alta velocità.
Sono a King’s Cross e Rat-Man, che si dondola seduto al mio fianco su una panchina, conviene con la mia conclusione.
-Certi scrittori sono proprio bravi- dice- Riescono a descrivere il mondo in modo che sia romantico quando in realtà, in realtà è solo il mondo.
Annuisco greve – Forse certa gente vede la vita fantastica, fica, piena di amore ed emozioni. In realtà è semplicemente quotidianità, semplice e noiosa quotidianità.
C’è un momento di silenzio e un altoparlante strilla un annuncio : “Mind the gap,between the train and the platform… Attenzione, avvisiamo i gentili passeggeri che il treno Trenitalia con destinazione Hogwarts è in ritardo di ventiquattro ore scolastiche. Ci scusiamo dell’eventuale disagio."
Il messaggio non fa nemmeno tempo a finire che un ragazzo seduto su una panca poco distante dalla mia e quella di Rat-Man si alza, pesta i piedi e alla fine se ne va con al valigia in spalla e imprecando contro Trenitalia come solo ogni pedolare sulla linea Milano-Venezia sa fare.
-Cosa sono le ore scolastiche?- chiedo a Rat-Man.
-Le ore scolastiche sono quelle che passi a scuola. No, non intendo le ore da cinquanta minuti o stronzate simili ma il lunghissimo lasso di tempo dell’ora di matematica: sembra che non finisca… mai.
Annuisco; in poche parole dovrò aspettare ancora molto per il treno.
Rat-Man riprese a parlare mentre le sue orecchie giravano avanti e indietro mentre muoveva la testa per scrutare il binario:- Sai, sei proprio depressa. Sei sicura di essere Obliviosa Black e non Bella Swan?
è uno degli insulti peggiori di tutta la mia vita; una volta la mia amica mi ha giudicato truzza perché canticchiavo Pitbull. Non era nemmeno colpa mia, i miei compagni di classe mi avevano fatto il lavaggio del cervello e lei mi definì truzza. Tuttavia non è stato così brutto come essere paragonata a Bella Swan.
-Ti sembra che corra dietro a fatine dei boschi luccicanti e  a montanari che hanno mangiato le super crocchette per pastori tedeschi made in Chernobyl?- replico nel tentativo di difendermi da quella calunnia.
-Era per dire…- Rat-Man mette davanti a sé le mani che Leo Ortolani gli aveva donato per farsi cenno di calmarmi- In effetti adesso hai l’aria di una offesa piuttosto di una che ha fallito miseramente nella vita.
Rat-Man mi ricorda con la sua spietata stupidità chi sono e cosa faccio: sono ai ferri corti con la mia attuale vita e perciò mi rifugio altrove, prendo una valigia che tengo sempre a portata di mano sotto il letto e prendo il primo treno per il mondo della mia fantasia.
Purtroppo la gestione è passata in mano a Trenitalia e riesco soltanto a passare brevi momenti di immaginazione tra la colazione, la strada per andare a scuola, le interminabili ore di latino e l’intervallo.
-Lo so come ti senti, lo so-  dice and un tratto Rat Man, picchiandomi sulla spalla con  quelle stesse mani che volevano calmarmi; per farlo si è dovuto mettere in piedi sulla panchina e lo apprezzo.-Quando andai a New York pe rincontrare Capitan Battaglia e gli altri supereroi ero agitato ed ansioso- dice – Pensa che mi dimenticai persino sul treno il guinzaglio che mi aveva dato Brakko- Rat Man singhiozza, ricordando il momento più triste di Io e i supereroi più forti del mondo (era nella Nerd Top Ten dei momenti più commuoventi di sempre) – Era l’unico legame con un mio amico!
Ora sono io che picchio sulla spalla di Rat-Man e cerco di consolarlo. Gli porgo un fazzoletto perché mi sono accorta che dalle fessure per gli occhi sulla maschera iniziano a sgorgare delle lacrime.
-Grazie- mormora prima di affondare il viso nel fazzoletto, abbandonando la tristezza, le lacrime e una grande quantità di muco.
-Ma vedi- continua – Devi ricordare che la  verità, la conosci bene la verità.
Ancora ad infierire :- Che non sono altro un’adolescente problematica che si trova più a suo agio nelle storie che legge che nel mondo reale?
-No- Rat-Man scuote la testa, le grosse orecchie da topo che ondeggiano – La verità è che io e che tu…
-Siamo dei prodotti di due menti italiane demenziali che ci usano per le loro parodie?
-No! Poi cavolo io ho i superpoteri e una serie, tu sei al tuo secondo capitolo su EFP.
-Hai ragione- ammetto rassegnata a deprimermi; con un po’ di fortuna il treno arriverà prima che sarò morta.
-Fammi finire- prosegue  Rat-Man – Stavo parlando della verità che ci accomuna. Dunque, avevo fatto questo discorso al giudizio finale davanti ai supereroi quando ero andato a New York ma adesso mi sfugge proprio dalla mente. Non è che avresti qua quel numero?
Scuoto la testa:- Non c’era spazio per tutti i miei fumetti nella valigia, dovevo fare spazio per quegli stupidi libri di scuola magica.
Rat-Man si acciglia per un secondo, con un’espressione che potrebbe quasi sembrare intelligente. Poi ritorna il solito superstupido.
-Fai bene: usali quei libri e non fare come me che quando sono andato ad Hogwarts ho dovuto compiere un’impresa per farmi promuovermi- mi raccomanda – Sapessi che fatica con la Sgnaccamaroni!
Annuisco greve – Senti Rat- Man, Hogwarts ti è stata veramente così utile? Voglio dire, poi sei riuscito ad essere veramente in grado di combattere le ombre del tuo passato?
Lo sguardo di Rat-Man è perso davanti sé, sullo sbuffo di fumo che esce da una locomotiva vermiglia, agganciata ad una serie di carrozze che sembrano infinite: giurerei che l’ultimo vagone sia fuori da King’s Cross.
Il supereroe si gira verso di me che sto ancora contemplando i vagoni del treno, la loro superficie lucida sotto le luci che illuminano la stazione e penso che se il Golden Bridge fosse un automezzo sarebbe quello che sto fissando adesso.
Rat-Man si alza in piedi e mi poggia le sue mani sulle spalle, inclina un poco la testa in modo da guardarmi perfettamente negli occhi attraverso le fessure della maschera.
-Fidati di me Obliviosa, devi andare ad Hogwarts per scoprire la tua vera identità.
Metto le mie mani sulle sue spalle così sottili, apparentemente gracili ma so che sono spalle che hanno portato il peso delle spade come altri 299 spartani, sono spalle che sono state in contatto con la tunica di Piettrepaolo nelle Star Rats, sono spalle che hanno dovuto sopportare i rifiuti della Sgnaccamaroni mentre Valdifass avanzava.
-Grazie.
È l’unica cosa che riesco a dire, poi abbraccio la creatura di Leo Ortolani.
Sono le spalle del mio mentore.
Mi ritraggo improvvisamente, spaventata da un rumore sotto le mie braccia: Rat-Man alza la testa, trascinandosi fili di muco che dal naso giungono fino a mio fazzoletto.
-Scusa, ma era un momento così commuovente- e affonda ancora la testa nel fazzoletto.
Ora sento un’altra zaffata di vento, le ciocche di capelli ondeggiano contro i miei occhi, ponendosi come primo piano del tumulto di rosso, bianco, grigio e nero che si muovono davanti a me.
È la vita che corre veloce ma che a volte smette di fare la stronza e si ferma ad aspettarti.
È come il mio Frecciarossa Trenitalia per Hogwarts che viene a prendermi.
È come il Frecciarossa che corre dietro il cancello della ferrovia, ignorando la stazione del mio paese che ho superato pochi minuti fa. 
Ho i capelli ancora svolazzanti che ritorno frastornata nel mio corpo, nel mio paese, nella mi vita.
  
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