Ciao a tutti, mi chiamo Camilla, per gli amici Cami, ho diciotto anni e questa è la mia storia…

Sono nata in una piccola città e sono cresciuta sopportando le continue lamentele dei miei genitori, loro avrebbero voluto che io fossi stata diversa e non fanno che ripetermelo. Così, appena compiuti i diciotto anni, mi sono trasferita nella mia amata città, Londra. La mia migliore amica , Zoe, si è trasferita lì un anno fa ed è da allora che progettiamo questa mia partenza. Partii senza pensarci due volte, e Zoe insistette per farmi vivere a casa sua pe un po’, fino a quando non avrei trovato una casa dove sistemarmi

“Cami, sono qui!” gridò Zoe all’aeroporto venendomi incontro.                                                                        

“Zoe! Da quanto tempo!” corsi ad abbracciarla anche io con le lacrime agli occhi per la felicità.

“Cami, quante cose ho da raccontarti… ma dimmi, come stai?” mi chiese lei con il sorriso più grande e raggiante che avessi mai visto.

“Bene, bene, e tu?” le risposi io ricambiando il sorriso.

“Benissimo ora che so di averti vicina!” mi rispose lei abbracciandomi ancora.

“Su, ora andiamo a casa così facciamo sistemare Camilla” disse Elena, la madre di Zoe, con un sorriso e una gentilezza a cui non ero abituata. Arrivammo a casa, una casa enorme, come una villa con giardino e tutto.

“Entra, fai come se fossi a casa tua” mi disse Elena sorridendo ancora.

“Zoe, mostra a Camilla la sua camera così potrà iniziare a disfare le valigie…” continuò la gentile signora. Zoe mi portò al piano di sopra e quando vidi la mia stanza rimasi letteralmente a bocca aperta… una stanza enorme, con un letto a due piazze tutto per me, una cabina armadio così grande che i miei vestiti al suo interno si sarebbero sentiti soli. Mi sembrava vivere un sogno…

“Tutto bene Cami? All’improvviso non parli più…” disse Zoe con un’espressione preoccupata;

“Si, si, tutto bene, solo che… davvero questa stanza è tutta per me?” chiesi con un po’ di timidezza;  Zoe rise e disse ammiccando: “Certo! E se ti sentirai sola portai sempre venire da me, ci faremo compagnia”. Nel pomeriggio, dopo aver sistemato tutta la roba, ero distrutta così decisi di andare a fare un giro da sola per i parchi di Londra di cui avevo tanto sentito parlare da Zoe. Uscii e sentii un’aria piacevolmente fresca che mi scompigliò i capelli ma non mi importava, non avevo mai badato troppo all’aspetto fisico, mi piacevo così com’ero:  acqua e sapone. Camminando, camminando arrivai in un parco immenso e mi sedetti ad una panchina e presa da quel paesaggio pieno di colori; presi il mio diario e iniziai a scrivere… lo so, ora penserete “il diario segreto è da bambine” si, forse avete ragione, ma mi rilassa scrivere, mi sfoga e mi permette di non manifestare  le mie emozioni…