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Autore: Endo    15/05/2012    3 recensioni
[KageKari] [Au]
[...] L’estate era sempre il periodo più duro dell’anno.
Più dell’autunno, che con le sue belle foglie ingiallite si portava dietro l’inizio della scuola.
Ma con l’autunno arrivavano anche le nuove conoscenze e tornavano le vecchie. Quelle mai dimenticate, nemmeno per un istante, come lui.
Più dell’inverno, che portava con sé le interrogazioni e le tonnellate di fazzoletti usati.
Ma infondo c’era la neve d’inverno, e insieme erano imbattibili a palle di neve.
Più della primavera, che vedeva tutto il sudore che buttavano per gli allenamenti.
Ma quali allenamenti migliori se non quelli fatti con la persona che più di tutti è capace di farti sentire soddisfatto per l’impegno dimostrato?
L’estate, per quanto ti facesse divertire coi suoi falò sulla spiaggia dove i libri -e possibilmente anche i professori- vengono amaramente bruciati, era uno strazio.
[...]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Summer’s little things.

 

Sospirò affranto appoggiando entrambi i gomiti al davanzale della finestra.
La fresca brezza estiva portava l’odore di salsedine dal mare fino alle sue piccole narici.
E allora ispirava a pieni polmoni, chiudendo gli occhi, in quell’unico istante di libertà.
Si prese la canottiera bianca con una mano e la strinse forte, il desiderio che si faceva sempre più forte.
Voleva uscire da lì, andare a trovarlo e abbracciarlo, dicendogli quanto gli era mancato.
Sospirò di nuovo e lanciò uno sguardo sfuggente alle nuvole, che se ne stavano lì impalate, senza far’altro che muoversi placidamente nel cielo.
Poi si volse alle onde, che infrangendosi sulla spiaggia, rompevano il silenzio con quel loro rumore così particolare.
L’estate era sempre il periodo più duro dell’anno.
Più dell’autunno, che con le sue belle foglie ingiallite si portava dietro l’inizio della scuola.
Ma con l’autunno arrivavano anche le nuove conoscenze e tornavano le vecchie. Quelle mai dimenticate, nemmeno per un istante, come lui.
Più dell’inverno, che portava con sé le interrogazioni e le tonnellate di fazzoletti usati.
Ma infondo c’era la neve d’inverno, e insieme erano imbattibili a palle di neve.
Più della primavera, che vedeva tutto il sudore che buttavano per gli allenamenti.
Ma quali allenamenti migliori se non quelli fatti con la persona che più di tutti è capace di farti sentire soddisfatto per l’impegno dimostrato?
L’estate, per quanto ti facesse divertire coi suoi falò sulla spiaggia dove i libri -e possibilmente anche i professori- vengono amaramente bruciati, era uno strazio.
Era costretto a partire coi suoi tutti gli anni, cosa che lo forzava a dire sayonara a tutte quelle belle giornate che tanto agognava passare sulla spiaggia a giocare a calcio.
Però i suoi genitori si divertivano ad averlo intorno e a portarlo in giro per i borghi, non poteva deluderli.
Per cui la sera era l’unico momento in cui, libero dai pressanti sorrisi dei suoi, poteva ammettere a sé stesso che fare buon viso a cattivo gioco era uno schifo, per quanto ci si fosse abituato, rimaneva uno schifo.
Prese il cellulare dalla tasca dei largi calzoni stinti e fece scattare lo sportellino verdognolo.
Controllò la casella di posta, i messaggi vocali e non e infine la segreteria. Tutto vuoto.
Gli si chiuse lo stomaco in una morsa.
Si scostò parte dei capelli, viola e spettinati, dalla fronte, deglutendo a vuoto.
A lui mancava di certo ma...si era mai veramente chiesto se lui sarebbe mancato a Masaki?
Si morse le labbra con forza, digitando velocemente la solita sequenza di numeri.
Portò il cellulare all’orecchio, dicendosi che doveva avere fiducia, speranza, e chiederglielo direttamente, se voleva avere una vera risposta.
«Rispondi...rispondi... » si ripeteva, nelle orecchie sia il rumore che emetteva il telefonino sia quello del battito del suo cuore.
«Prooonto?» rispose una voce dall’altra parte della cornetta, dopo qualche squillo a vuoto.
«Masaki? » chiese titubante.
«Uh? Si. Hikar­­__K-Kageyama?».
Si morse il labbro più forte e tentò un tono allegro, «Esatto esatto! Come ti va? ».
«Uhm, tutto bene credo». Masaki, dall’altra parte del telefono, sospirò con un tono che sapeva di esasperato.
«Qui Kirino-senpai non fa altro che atteggiarsi, e il capitano non fa altro che piangere per una cosa o per l’altra.» iniziò a raccontare mentre si guardava intorno per vedere che fine avevano fatto i suoi amici.
 «In più c’è quel cerebroleso di Tenma che fa da cagnolino a quell’altro punk là. » disse leggermente divertito, portandosi una mano a coprire gli occhi per non essere accecato dal sole, poi fece una pausa.
 «Ah, pensandoci, chissà dov’è finito il pikachu mutante. Ce lo saremo perso sotto la sabbia. Oh beh.» concluse con una scrollata di spalle.
Kageyama si aprì in una risata cristallina, fatta di gusto, mentre parte della tensione scemava.
«Dev’essere uno spasso eh? ». Mi piacerebbe essere lì con voi, pensò tra sé. Ma non lo disse.
«Detto fra noi, quelli là sono pazzi, ok? Andare in spiaggia con loro è stata una delle cose più umilianti che abbia fatto quest’anno. No meglio, in questa vita! Attirano l’attenzione più dei fiori con le api, ci guardano tutti.» disse mentre lanciava occhiate truci ai turisti, che subito distoglievano lo sguardo.
E l’altro non poté fare altro che sciogliersi in un’altra risata genuina.
«Uh? Oggi ridi un sacco. Dev’essere parecchio divertente là dove sei tu» disse Kariya, con una nota canzonatoria nel tono di voce.
«I posti in effetti sono parecchio belli ma niente a paragone della nostra amata cittadina» disse, e fece un bel sorriso, Kageyama, uno di quelli veri. Il primo della giornata.
«Oh, certo, le metropoli non sono niente a confronto delle piccole città. Lo sanno tutti. » rispose acido il verde, poi sbuffo e aggiunse con enfasi «Bah, sei fortunato! Preferirei mille volte essere lì con te che qua con questi idioti».
E il cuore del violetto perse un battito.
Masaki, senza volerlo, fece in modo di far fare il secondo vero sorriso smagliante della giornata al suo amico.
«Mi piacerebbe tanto che fossi qui» affermò raggiante.
E Hikaru, senza volerlo, fece in modo che Kariya arrossisse per la seconda volta nella giornata. La prima, dopo quando aveva sentito la sua voce al telefono.
«B-Beh vuol dire che uno di questi giorni mi autoinviterò a passare le vacanze con te e i tuoi!» sbottò imbarazzato, poi si morse la lingua, pensando a quello che aveva detto.
«Ah, sarebbe fantastico! Se non l’avessi proposto tu, l’avrei fatto io» disse l'altro stringendo il cellulare nella mano «A te va bene la prossima settimana?».
«E-EH? N-Non so, devo chiedere ai miei» fece una pausa «Ma penso andrà bene.» disse poi, annuendo.
«Ok allora» continuò il violetto sorridendo «Ci sentiamo presto, promesso?».
«C-Certo».
«A presto allora, Masaki» disse, mentre sentiva le guance farsi immensamente più calde, chiuse la chiamata e non riuscendo a frenarsi si mise a saltellare dalla gioia(?).
«Ci vediamo, H-Hikaru» balbettò, imbarazzato a mille, chiuse la comunicazione e lanciò il telefono violaceo nella borsa.
Poi partì alla ricerca di quel nano senza barba per evitare che morisse soffocato dalla sabbia di pensare a quello che gli era appena successo.
Suo malgrado, non riuscì a trattenere un sorriso.
 


 

Writer’s notes:
Oh, ok, ok.
Sono l’unica per questa coppia, uh? Vi prego ditemi di no.
Per me sono troppo teneri DD’’:
Comunque, questa cosuccia è stata tirata fuori tra un pensiero pensoso(?) e l’altro, mentre stupravo il tasto aggiorna,
invano dato che nessuno sta scrivendo niente in questo periodo, e avevo un goccio di libertà.
Anche perché ho avuto veramente poco tempo di scrivere in questi giorni e -preparatevi per la sorpresona(?)-
mi sto incasinando con una long quindi sono vagamente scazzata messa male.
Che altro dire?
Incredibilmente niente, tranne che, ovviamente, mi farebbe supersuperpiacere sapere che ne pensate~
Cari fandomiani(?), vi amo tutti
A presto, si spera~
E n d o

  
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